Ho letto tutto ragazzi (bentornato Gian) ma sono al lavoro ed un pò fuori fase......
Occorre dire questo: nelle sonate per tasrtiera e strumento solista, nel barocco lo strumento ad arco ha una certa preminenza anche nell'economia dello spartito, lasciando alla tastiera spesso effettivamente il compito dell'accompagnamento (ovviamente in J. S. Bach il discorso è molto diverso).
Dal classicismo viennese in poi, invece, è la tastiera a prendere il sopravvento, e lo strumento ad arco viene spesso relegato a mero accompagnamento. Come mai accada questo, non saprei dirlo....
Dei tuoi dischi, Gian, conosco i concerti Brendel/Mackerras. Molto molto buoni, ma il tocco sfumatissimo e prezioso di Brendel ha perso di vitalità e mordente, ed in vari pèunto è perdente rispetto alle registrazioni degli anni '70 con Marriner (anche se mackerras batte Marriner a mani basse).
Di Oistrak(Oborin ho varie cose, ma non le ho ancora ascoltate. Delle sonate per violino e piano ci sono varie belle registrazioni integrali, volendo, Ve ne ho parlato nei giorni scorsi.
IN Bach anch'io poco sopporto gli strumenti moderni: la corposità e la scurezza dei suoni dei piano gran-coda e degli archi odierni mi sembrano molto meno leggibili e meno fascinosi della etereità e degli equilibri possibili dagli strumenti antichi, decisamente più leggibili, più astratti e per questo anche più ammalianti, ipnotici. Il cervello lavora meglio con quei suoni, e - come giustamente ha detto Fulvio - Bach prima si capisce col cervello, poi lo si ama col cuore, ed oserei aggiungere: è un amore che si accresce con la comprensione razionale. L'emozione stessa in Bach è - oserei dire - saturazione della capacità di comprensione, rendersi intellettualmente conto della spaventosa bellezza dell'architettura sonora. Come vedere l'opera di Dio, ma realizzata da un'uomo. Succede solo con Bach, in musica, e con Beethoven - che però a differenza del primo permette più facilmente anche una comprensione puramente emotiva, non solo razionale, grazie anche all'andamento per lo più monodico (non contrappuntistico) delle sue composizioni.
torno al lavoro, per ora è tutto.
Bye