Pazzoperilpianoforte ha scritto:(che spalmato su varie schermate forse nessuno avrà letto integralmente
). Cerco quindi di dire in due parole: quando dico che Gould è un irritante eccentrico, sto esprimendo un parere personale che niente ha a che vedere con la razionalità, anche se in me deriva anche da considerazioni razionali. E questa opinione personale niente toglie al fatto che Gould sia un pianista straordinario dal punto di vista tecnico e dell'inventiva. E' solo che approda a dei risultati che per me sono immotivati dal punto di vista stilisto, storicisto, interpretativo. E questo è invece il lato logico del mio giudizio, che credo nessuno possa contestare. Le interpetazioni di Gould non sono su base storicista (credo di averlo spiegato molto bene e che non ci sia nemmeno forse bisogno di spiegarlo): chi come Carlo è poco interessato a questo aspetto può lecitamente considerarle il frutto di un genio, per me sono il frutto di una grande capacitò creativa, ma ledono e il ruolo dell'interprete e la verità dell'opera.
Non sono il solo ad esprimere queste riserve sul Gould interprete. Proprio per questo mi peritava dire che questo giudizio è molto diverso dal dire che Dante sia uno scribacchino piuttosto che un grande poeta. In primo luogo perché non esiste al mondo alcuna persona che su qualsivoglia base possa esprimere un giudizio negativo sulla poesia di Dante, mentre qualche giudizio limitativo su basi storicistiche esiste e come nei riguardi delle interpretazioni di Gould. In secondo luogo (e cosa molto più importante) perché Dante è un poeta, un autore, un creatore, non un interprete: Dante ha lo stesso ruolo per la poesia di quello che ha Haydn per la musica: sono "compositori". Il ruolo di Gould è diverso, e sta alla poesia di Dante come potrebbe starci quello di un Gassman che legga le sue poesie, o la Divina Commedia. Il ruolo di Gould non è quello del creatore ma dell'interprete, e qui si apre il discorso sul ruolo dell'interprete che ho cercato nel mio intervento fiume di spiegare (per chi è riuscito a leggere). A seconda del ruolo che attribuiamo all'inteprete potremo o meno riconoscere a Gould genialità o eccentricità. Il ruolo invece di Haydn e Dante è ben diverso, e la genialità a loro la attribuiamo sulla base, molto più inequivocabile pur se comunque soggetta al gusto, della qualità delle loro opere.
Vito
il tuo intervento io l'ho letto tutto, e messo come lo metti in questa tua ultima, è più condivisibile (almeno ammetti che Gould sia un ganzo). Ma restano dei "ma" in particolare su come intendiamo tu ed io il ruolo dell'interprete
Il parallelismo Gould-Haydn vs. Gassman-Alighieri è secondo me forzato: all'Alighieri il suono (ted. "Klang") dei suoi versi importava poco e anche la lettura pubblica serviva a scopi divulgativi, politici, non estetici. Ad Haydn invece sì, quel suono gli interessa e gli interessa nel suo proiettarsi sul pubblico (pensa alla Creazione e a tutti i suoi effetti speciali).
Gassman colla sua lettura non fa altro che sottolineare concetti che in realtà possono essere anche letti sulla carta, ed il risultato espressivo, la sua configurazione esecutiva non ha mai come fine il solo significato estetico. Diverso potrebbe essere il ruolo della recitazione, ma non allargherei così tanto il discorso.
La Musica puoi limitarti a leggerla sulla carta, ma in questo caso ci sarebbe anche una dimensione unicamente estetica, e sono in pochissimi quelli che pur leggendo con piena comprensione grammaticale e di linguaggio possono fare a meno dell'esecuzione di uno strumentista per arrivare a fondo a ciò che l'autore si figurava.
In altre parole, quanti sono in grado di capire le sottigliezze recitative del grande lettore, allo stesso modo sono in grado di analizzare un testo e di fruirne con altrettanta consapevolezza.
Io, d'altra parte, posso saper leggere - tanto per dire- una modulazione armonica e posso saperne inserire il suo significato all'interno della drammaturgia di un pezzo, ma, a meno che non sia davvero un musicista professionista (e pure assai bravo), relalizzare nella mia mente il pieno significato fisico e percettivo di quella modulazione (il "Klang" di prima), non è scontato. E il grande interprete Pollini, quella modulazione potrebbe farmela percepire in maniera completamente diversa dal grande interprete Sokolov; e qui, ovviamente, ti vengo incontro al 100% sulla valenza (dico "valenza", e non dico "importanza") dello strumento scelto per la specifica esecuzione, tuttavia, parlando di ruolo dell'esecutore e della sua funzione di ricreatore dell'opera d'arte, si può dire che questa ricreazione possa esistere a prescindere dallo strumento (per fare un nome, Backhaus era assolutamente indifferente allo strumento che suonava, purché avesse 88 tasti).
Insomma, non me la sento spolpare ed avvilire come fai tu così a fondo il ruolo dell'interprete, come fosse variabile nulla neutra e tuttalpiù meccanica di fronte all'unico dogma che è invece quello del testo: dove sta l'arbitrio che diventa eccessivo e quindi lesivo del verbo? +/- 10% del metronomo e sei già da condannare?
siamo peraltro così sicuri che le ricerche fatte in campo di prassi esecutiva autentica abbiamo risolto tutti i punti oscuri e la prassi "autentica" sia davvero l'ultima parola? Se scopriamo domani che Bach suggeriva ai propri figli di suonare con un sigaro in bocca, che conclusioni ne dobbiamo trarre?
Se dunque c'è una forzatura al testo, e questa forzatura arricchisce il messaggio sottinteso dell'autore, e questo arricchimento io lo percepisco sia all'ascolto sia al ragionamento, beh allora a mare tutti gli strumenti a tastiera che pesano meno di 200 chilogrammi
. Ma qui, come giustamente dici tu, siamo nel pieno dominio del gusto personale e quindi pari e patta.
Comunque per chi me lo chiedeva, sì, suono il pianoforte, son diplomato in Conservatorio (ma di professione faccio l'ingegnere), e ce li ho i dischi della Schornsheim (che mi piacciono), ho anche un sacco di dischi di Badura-Skoda con il quale ho pure fatto una masterclass da ragazzo, lavorando sull'op.119 di Brahms. Sì, se avessi lavorato su Haydn, forse oggi parlerei diversamente
Ciao
C