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piroGallo- Hi-End Member
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visto che il piatto piange vorrei segnalare questa serie di sinfonie di Haydn, da me gradite assai assai assai, sia per l'interpretazione sia per la SQ.
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Gianni
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
(William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
"Meno muggiti e più ruggiti"
(Autocitazione)
pluto- Hi-End Member
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Veramente una bella edizione. Ho appena fatto a tempo ad ascoltarne un paio prima di partire e mi sono piaciute molto
pluto- Hi-End Member
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Continua il mio approfondimento di Staier. Grande edizione delle Goldberg
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Sono d'accordo, quelle Goldberg sono molto belle.
L'interpretazione nasce intorno allo strumento utilizzato, di cui vengono sapientemente utilizzati tutti i registri e le risorse timbriche. Quanto di rado succede. Non sposta forse i miei top-two in cima alla classifica dell'interpretazione delle GOldberg, ma bellissimo disco.
Forse ancora superiore a queste belle Golderg la sua esecuzione, recentissima, delle Variazioni Diabelli di Beethoven:
Interessante anche perché oltre all'opera beethoveniana, riporta alcune delle altre variazioni scritte nell'occasione della "gara" tra compositori che vide l'origine dell'opera....
L'interpretazione nasce intorno allo strumento utilizzato, di cui vengono sapientemente utilizzati tutti i registri e le risorse timbriche. Quanto di rado succede. Non sposta forse i miei top-two in cima alla classifica dell'interpretazione delle GOldberg, ma bellissimo disco.
Forse ancora superiore a queste belle Golderg la sua esecuzione, recentissima, delle Variazioni Diabelli di Beethoven:
Interessante anche perché oltre all'opera beethoveniana, riporta alcune delle altre variazioni scritte nell'occasione della "gara" tra compositori che vide l'origine dell'opera....
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Vito Buono
__________
Auralic Aries + Auralic Vega + Stax SR-009 + Stax SRM 600 Limited
oppure
Graaf GM-50 rivalvolato Telefunken/Valvo Amburgo/EI KT90 + ProAc D 25
... e tantissima musica!
pluto- Hi-End Member
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Mia personalissima e insignificante classifica
X cembalo: Leonhardt e Dantone e poi questa subito a ridosso di Staier
X piano: Schiff Ecm, Hewitt e Gould con posizioni altalenanti a seconda del mio umore
Al momento sono le 6 che mi attizzano di più
X cembalo: Leonhardt e Dantone e poi questa subito a ridosso di Staier
X piano: Schiff Ecm, Hewitt e Gould con posizioni altalenanti a seconda del mio umore
Al momento sono le 6 che mi attizzano di più
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Beh, insomma, mi sembrano 6 pregevoli cose, indiscutibilmente....
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Vito Buono
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piroGallo- Hi-End Member
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Sono venuto recentemente in possesso di:
Per le mie orecchie pura delizia. devo assolutamente cercare altro della haskil. Le due parole che mi vengono in mente sono Levità e Gioia.
Ho messo gli occhi su una serie di sonate di Beethoven e Mozart in cui suona con Grumiaux con cui pare abbia vissuto un lungo e fruttuoso sodalizio, specie in Mozart. Se posso le farò mie.
Aggiungo che, ovviamente, il mio è l'entusiasmo del neofita e, come tale, da giudicare con indulgenza.
Per le mie orecchie pura delizia. devo assolutamente cercare altro della haskil. Le due parole che mi vengono in mente sono Levità e Gioia.
Ho messo gli occhi su una serie di sonate di Beethoven e Mozart in cui suona con Grumiaux con cui pare abbia vissuto un lungo e fruttuoso sodalizio, specie in Mozart. Se posso le farò mie.
Aggiungo che, ovviamente, il mio è l'entusiasmo del neofita e, come tale, da giudicare con indulgenza.
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pluto- Hi-End Member
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I suoi dischi più celebri sono proprio i concerti nr 13 con Baumgartner (un tulip DG tanto vecchio che non riesco nemmeno a trovare la foto sul WEB e dovrei fotografare la mia copia) ma che comunque è stato riversato in CD nel disco che hai postato. E poi i concerti 19 e 27 ma questa volta con Fricsay un direttore ungherese tra i più famosi.
Il disco Tulip era più o meno così
Famoso anche un altro disco x Philips sempre x i concerti 20 e 24 ma questa volta con Markevitch. Buona la rimasterizzazione Philips
E poi le sonate con Grumiaux sempre x Philips di cui esistono molte differenti copie e masterizzazioni ma sempre quelle sono....
Qua sicuramente la filologia non era ancora arrivata. E' un Mozart x grande orchestra che forse oggi è un po' superato nella lettura (eterno fanciullo etc) ma non privo di una sua grande eleganza
Certo che la Haskil detiene uno straordinario primato: era bruttissima, almeno a giudicare dalle foto. Le foto erano poi quanto di più cupo si poteva ottenere x ritrarre una donna e non si capisce se erano le foto che facevano ancor più cupa lei o viceversa
E pure le copertine (perlomeno quelle DG) erano veramente brutte.
Vedo di raccoglierti un pò di materiale...
Il disco Tulip era più o meno così
Famoso anche un altro disco x Philips sempre x i concerti 20 e 24 ma questa volta con Markevitch. Buona la rimasterizzazione Philips
E poi le sonate con Grumiaux sempre x Philips di cui esistono molte differenti copie e masterizzazioni ma sempre quelle sono....
Qua sicuramente la filologia non era ancora arrivata. E' un Mozart x grande orchestra che forse oggi è un po' superato nella lettura (eterno fanciullo etc) ma non privo di una sua grande eleganza
Certo che la Haskil detiene uno straordinario primato: era bruttissima, almeno a giudicare dalle foto. Le foto erano poi quanto di più cupo si poteva ottenere x ritrarre una donna e non si capisce se erano le foto che facevano ancor più cupa lei o viceversa
E pure le copertine (perlomeno quelle DG) erano veramente brutte.
Vedo di raccoglierti un pò di materiale...
Fausto- Hi-End Member
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pluto ha scritto:Continua il mio approfondimento di Staier. Grande edizione delle Goldberg
E questo lo conosco ed è nella mia collezione!
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https://www.ilgazeboaudiofilo.com/t11768p150-l-impianto-di-fausto-full-yba#636110
... simplement musical ... fausto ...
Numero uno: - Rega P8 - Rega Ania - Rega Phono - Blusound Node X - Naim V1 - Tsakiridis Theseus - Vestlyd 12c - Nordost Heimdal - Yba Cristal.
Numero due: - Wiim Pro Plus - Marantz UD5005 - Marantz SR5005 - Qed.
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Io mi sono confrontato col Mozart e della Haskil e di Grumiaux. Rispondono ad un ideale estetico mozartiano che è quello di "bello puro", esclusivamente "apollineo", "eterno fanciullo", che a me è sempre sembrato spaventosamente limitativo rispetto alla qualità ed alle radici della musica mozartiana.
Non so se l'essere neofiti o no condizioni in questo senso il giudizio che possiamo avere oggi della Haskil e di Grumiaux. Chiunque ritenga, neofita o appassionato esperto, che l'unico Mozart possibile sia quello che insegue melodie perlate in un immoto sorriso, solo epidermicamente turbato dalle prime accensioni romantiche, semmai appena da queste sfiorato, potrà trovare le loro esecuzioni fors'anche ideali e non più sorpassate.
Chiunque invece riconosca in Mozart le radici barocche (soprattutto operistiche), e le suggestioni umorali e "iperespressive", tastieristiche di C.P.E. Bach, e vi voglia vedere mutabilità di tempi, espressione, timbri, queste esecuzioni sembreranno, a parte la perizia indiscutibile dei due musicisti, di un immobilismo psicologico glaciale, e di una limitatezza estetica (vista l'assenza all'epoca di ogni lettura illuminata del testo che non riguardasse rigorosamente ed esclusivamente ciò che vi fosse scritto) oggi veramente disarmante.
Detto però questo, esprimo il mio parere per rappresentare le due facce della stessa medaglia costituite dal mio parere e da quello di Pirogallo. Sottolineando che se il suo ideale mozartiano si rispecchia nella musica della Haskil non è affatto detto che io possa dire per questo che abbia torto.
Ad esempio: secondo movimento del concerto K415. Con la Haskil si tratta di una liliale pittura soleggiata e sorridente, evocante una sorta di mondo pre-romantico che prende il suo modello nella porcellana di Capodimonte (il dipinto raffigurato nel video non è per nulla improprio). Mozart è una sorta di cantore di un mondo infantile e perduto, dal quale l'umanità si sveglia con il romanticismo. Puro Apollineo.
Al confronto, non voglio prendere certo un musicista della contemporaneità filologica. Prendiamo quindi Geza Anda. Il secondo movimento nel video comincia dal 10° minuto. Anda vede invece in Mozart l'umanissimo centro, la base del romanticismo nascente, e se rischia a tratti di spingerlo verso uan sensiblerie romantica, ce ne svela un volto ben più umano, adulto e dolente di quello della Haskil (che è veramente frigido umanamente), ma soprattutto un volto a mio parere più interessante quello della bellezza di suono non fine a sé stessa ma illuminata dalla patina della malinconia. In questo senso Mozart non è l'ultimo musicista del periodo preromantico, una sorta di paleolitico dell'emozione, ma il punto di svolta della letteratura musicale tra una sensibilità di estrema stilizzazione dell'espressione di tipo barocco e la dolente linearità dell'espressione romantica. Sembra a tratti di intravedere Chopin.
A mio parere la Haskil è graziosa, garbata e piacevole, ma Anda espressivamente è toccante e decisamente rispetto a lei di un altro livello.
Sonata per violino e piano K378.
Haskil e Grumiaux (sinistra) vs Podger e Cooper (destra).
-
La Haskil è molto incollata ad un Mozart tutto staccato e perlato nel primo movimento sempre Mozart-fanciullo-Capodimonte e non proprio a suo agio nell'esuberanza di certi passaggi. Se non fosse per lo splendido suono e l'esuberanza ed il mordente del violino di Grumiaux tutto il primo movimento non si aggirerebbe su un orizzonte espressivo diverso da quello della Haskil nel secondo movimento del concerto K415. Oso dire: meno male che qui c'è Grumiaux, altrimenti prevarrebbe un pò di noia impomatata. L'esecuzione del primo movimento di Cooper e della Podger (nonostante lo splendido suono del violino barocco della Podger sia estremamente leso dal riversamento su You-Tube) è invece ricchissima di mordente, vivacità ed anche gioco, ma gioco adulto, non puerile, infantile, da Carillon come nella Haskil. Fortepiano spesso mordente, con aperture melodiche splendide. E virtuosismo tastieristico più spiccato, con molti maggiori colori e varietà.
Nel secondo movimento, Andantino sostenuto e cantabile (comincia dal minuto 6), La Haskil appena increspa il suono del suo pianoforte con una dolcezza che non sposta di molto però una espressione sostanzialmente tersa e luminosa. E qui in Grumiaux prevale il gusto per l'equilibrio, il bel suono, ed il rilievo lirico, melodico. Sull'altro versante (il movimento comincia al minuto 8,46) notevole pateticità della Podger, e malinconia nel suono tastieristico di Cooper (ricordate Anda del K415? Per assurso una interpretazione "romantica" su pianoforte come quella di Anda ed una filologica su fortepiano come quella di Cooper possono avere sorprendenti affinità espressive). Perdonate, ma qui di eterno fanciullo c'è poco, c'è molto di carne e sangue di una persona ricca di sentimenti e dolori. Ed io preferisco un Mozart uomo che un Mozart arcaico pittore di sculture infantili ma anche frigidine e tutto sommato sostanzialmente monocordi.
Lasciamo perdere il terzo movimento e fermiamoci qui... spero almeno di avervi spiegato il mio pensiero. Poi giustamente ci saranno color d'accordo con me e coloro in aperto contrasto. Ed ognuno con le sue debite ragioni. Ma secondo me il mito del Mozart neoclassico è, a parte alcune preziose ma rare eccezioni, piuttosto sopravvalutato e decisamente meno interessante, a mio parere, delle letture stilisticamente successive. Ovviamente nessuno vuole intendere che in qualche modo il Mozart della Haskil non sia degno di rispetto o considerazione, fors eperò è un pò datato, oggi come oggi.
Non so se l'essere neofiti o no condizioni in questo senso il giudizio che possiamo avere oggi della Haskil e di Grumiaux. Chiunque ritenga, neofita o appassionato esperto, che l'unico Mozart possibile sia quello che insegue melodie perlate in un immoto sorriso, solo epidermicamente turbato dalle prime accensioni romantiche, semmai appena da queste sfiorato, potrà trovare le loro esecuzioni fors'anche ideali e non più sorpassate.
Chiunque invece riconosca in Mozart le radici barocche (soprattutto operistiche), e le suggestioni umorali e "iperespressive", tastieristiche di C.P.E. Bach, e vi voglia vedere mutabilità di tempi, espressione, timbri, queste esecuzioni sembreranno, a parte la perizia indiscutibile dei due musicisti, di un immobilismo psicologico glaciale, e di una limitatezza estetica (vista l'assenza all'epoca di ogni lettura illuminata del testo che non riguardasse rigorosamente ed esclusivamente ciò che vi fosse scritto) oggi veramente disarmante.
Detto però questo, esprimo il mio parere per rappresentare le due facce della stessa medaglia costituite dal mio parere e da quello di Pirogallo. Sottolineando che se il suo ideale mozartiano si rispecchia nella musica della Haskil non è affatto detto che io possa dire per questo che abbia torto.
Ad esempio: secondo movimento del concerto K415. Con la Haskil si tratta di una liliale pittura soleggiata e sorridente, evocante una sorta di mondo pre-romantico che prende il suo modello nella porcellana di Capodimonte (il dipinto raffigurato nel video non è per nulla improprio). Mozart è una sorta di cantore di un mondo infantile e perduto, dal quale l'umanità si sveglia con il romanticismo. Puro Apollineo.
Al confronto, non voglio prendere certo un musicista della contemporaneità filologica. Prendiamo quindi Geza Anda. Il secondo movimento nel video comincia dal 10° minuto. Anda vede invece in Mozart l'umanissimo centro, la base del romanticismo nascente, e se rischia a tratti di spingerlo verso uan sensiblerie romantica, ce ne svela un volto ben più umano, adulto e dolente di quello della Haskil (che è veramente frigido umanamente), ma soprattutto un volto a mio parere più interessante quello della bellezza di suono non fine a sé stessa ma illuminata dalla patina della malinconia. In questo senso Mozart non è l'ultimo musicista del periodo preromantico, una sorta di paleolitico dell'emozione, ma il punto di svolta della letteratura musicale tra una sensibilità di estrema stilizzazione dell'espressione di tipo barocco e la dolente linearità dell'espressione romantica. Sembra a tratti di intravedere Chopin.
A mio parere la Haskil è graziosa, garbata e piacevole, ma Anda espressivamente è toccante e decisamente rispetto a lei di un altro livello.
Sonata per violino e piano K378.
Haskil e Grumiaux (sinistra) vs Podger e Cooper (destra).
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La Haskil è molto incollata ad un Mozart tutto staccato e perlato nel primo movimento sempre Mozart-fanciullo-Capodimonte e non proprio a suo agio nell'esuberanza di certi passaggi. Se non fosse per lo splendido suono e l'esuberanza ed il mordente del violino di Grumiaux tutto il primo movimento non si aggirerebbe su un orizzonte espressivo diverso da quello della Haskil nel secondo movimento del concerto K415. Oso dire: meno male che qui c'è Grumiaux, altrimenti prevarrebbe un pò di noia impomatata. L'esecuzione del primo movimento di Cooper e della Podger (nonostante lo splendido suono del violino barocco della Podger sia estremamente leso dal riversamento su You-Tube) è invece ricchissima di mordente, vivacità ed anche gioco, ma gioco adulto, non puerile, infantile, da Carillon come nella Haskil. Fortepiano spesso mordente, con aperture melodiche splendide. E virtuosismo tastieristico più spiccato, con molti maggiori colori e varietà.
Nel secondo movimento, Andantino sostenuto e cantabile (comincia dal minuto 6), La Haskil appena increspa il suono del suo pianoforte con una dolcezza che non sposta di molto però una espressione sostanzialmente tersa e luminosa. E qui in Grumiaux prevale il gusto per l'equilibrio, il bel suono, ed il rilievo lirico, melodico. Sull'altro versante (il movimento comincia al minuto 8,46) notevole pateticità della Podger, e malinconia nel suono tastieristico di Cooper (ricordate Anda del K415? Per assurso una interpretazione "romantica" su pianoforte come quella di Anda ed una filologica su fortepiano come quella di Cooper possono avere sorprendenti affinità espressive). Perdonate, ma qui di eterno fanciullo c'è poco, c'è molto di carne e sangue di una persona ricca di sentimenti e dolori. Ed io preferisco un Mozart uomo che un Mozart arcaico pittore di sculture infantili ma anche frigidine e tutto sommato sostanzialmente monocordi.
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piroGallo- Hi-End Member
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Mi ci vorrà una settimana per capire (forse) tutto, ma così, epidermicamente ho la sensazione che mi hai fatto nero...
(ma ero stato avvertito)
L'unica cosa seria che posso dire per ora è che si, secondo me la sensibilità può essere accresciuta dall'esperienza e molte cose si "sentono" anche con lo studio e con il confronto. basta avere l'umiltà di riconoscerlo e l'astuzia di accettarlo ed utilizzarlo al meglio.
Poi ovvio che se uno nasce imparato è pure meglio, ma io sono uno strenuo fautore dell'educazione all'ascolto.
Fermo restando che al cuore non si comanda e la Haskil, in questa fase adolescenziale ( ) mi garba assai.
(ma ero stato avvertito)
L'unica cosa seria che posso dire per ora è che si, secondo me la sensibilità può essere accresciuta dall'esperienza e molte cose si "sentono" anche con lo studio e con il confronto. basta avere l'umiltà di riconoscerlo e l'astuzia di accettarlo ed utilizzarlo al meglio.
Poi ovvio che se uno nasce imparato è pure meglio, ma io sono uno strenuo fautore dell'educazione all'ascolto.
Fermo restando che al cuore non si comanda e la Haskil, in questa fase adolescenziale ( ) mi garba assai.
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Gianni
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pluto- Hi-End Member
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Un pochino PPP, a forza di leggere i suoi interventi mai banali, ho pure imparato a conoscerlo....
Vito, giusto x farti partecipe del gioco tra me e Pirogianni, gli avevo preannunciato una bocciatura da parte di PPP
Dato che sono in vene di classifiche etc , ho proposto a Gianni, visto che sembra gli piaccia il Mozart pianistico suonato con piano trad e grande orchestra, l'integrale di Perahia
Poi vedremo di fargli ascoltare quella di Anda ed infine quella di Brendel. Così può farsi un'idea da solo ed esprimere un giudizio
E nel discorso è pure venuto fuori un disco di Alicia De Larrocha con Solti. Ma qui niente integrale
Poi se lo riterrà opportuno allargheremo al fortepiano e letture filologiche di cui spesso abbiamo parlato in passato
E resto innamorato perso di questo disco che è pure compreso nell'integrale ma che è anche singolo
Vuoi x la qualità dei 2 interpreti, vuoi x l'incisione, è uno dei dischi che amo maggiormente. Ed inoltre un gran bel test x capire il proprio impianto.
Il fraseggio tra i 2 strumenti è tutto una continua scoperta etc
Vito, giusto x farti partecipe del gioco tra me e Pirogianni, gli avevo preannunciato una bocciatura da parte di PPP
Dato che sono in vene di classifiche etc , ho proposto a Gianni, visto che sembra gli piaccia il Mozart pianistico suonato con piano trad e grande orchestra, l'integrale di Perahia
Poi vedremo di fargli ascoltare quella di Anda ed infine quella di Brendel. Così può farsi un'idea da solo ed esprimere un giudizio
E nel discorso è pure venuto fuori un disco di Alicia De Larrocha con Solti. Ma qui niente integrale
Poi se lo riterrà opportuno allargheremo al fortepiano e letture filologiche di cui spesso abbiamo parlato in passato
E resto innamorato perso di questo disco che è pure compreso nell'integrale ma che è anche singolo
Vuoi x la qualità dei 2 interpreti, vuoi x l'incisione, è uno dei dischi che amo maggiormente. Ed inoltre un gran bel test x capire il proprio impianto.
Il fraseggio tra i 2 strumenti è tutto una continua scoperta etc
pluto- Hi-End Member
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Vi segnalo un disco insolito e almeno per me curioso. L'esordio x DG di un virtuoso del mandolino (ma un mandolino un pò particolare e costruito su misura), l'israeliano Avi Avital
alle prese con 3 trascrizioni dei celebri concerti di JS Bach ed una sonata
Un assaggio con il celebre Allegro del 1° concerto proposto.
Gira che ti rigira questi capolavori sono così belli che fanno impazzire anche con il piffero
alle prese con 3 trascrizioni dei celebri concerti di JS Bach ed una sonata
Un assaggio con il celebre Allegro del 1° concerto proposto.
Gira che ti rigira questi capolavori sono così belli che fanno impazzire anche con il piffero
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Leggo con divertimento del Pirogallo "avvisato e mezzo salvato" ma, intendiamoci, io non voglio insegnare niente a nessuno! Nel senso, che se chiacchierando con me qualcuno comincia a preferire il mio punto di vista ad altri, e a farlo suo, non mi può che rendere contento. Ma qui si discorre in amicizia e ci si cerca di confrontare sulla base dei propri gusti e del modo di sentire. Piro ha espresso una opinione più che legittima, io ho espresso la mia, spero che qualcuno magari abbia voluto ascoltare i link che ho postato non foss'altro per sentire un pò di musica del grande Mozart. La discussione è uno stimolo alla riflessione e alla conoscenza, non andrebbe intesa come una imposizione dei propri punti di vista. Anche se, ovviamente, parlando del proprio pensiero in qualche modo lo si "pone" agli altri a volte anche in maniera impositiva, talvolta. ma quella è la foga della passione per ciò di cui si discorre.
Lasciano stare il fortepiano, io semmai consiglierei a Piro, dopo essersi goduto il suo percorso conocitivo della Haskil (e del suo Mozart, giacché in questi casi innamorarsi di un artista vuol dire anche approfondire l'autore nella chiave di lettura che quell'artista ci rende disponibile) di passare subito ai concerti per piano di Brendel con la direzione di Marriner. Brendel è stato al pianoforte moderno il più vario, il più dionisiaco, il più sfaccettato esecutore dei concerti mozartiani, e fa sulla tastiera moderna da effettivo contraltare all'approccio della Haskil, quasi del tutto apollineo. In molti di quei concerti il pianismo di Brendel è veramente indemoniato, travolgente.
A quel punto penso che avrà, con due soli punti di riferimento, conosciuto due Mozart per alcuni aspetti diametralmente opposti. E potrà quindi debitamente fare la sua sintesi di cosa è la musica di Mozart. E per ognuno di noi è la sintesi personale che conta.
Volevo però fare una riflessione: a volte, noi abbiamo una idea ben precisa di un compositore legata ad una o più sue opere. Questa idea è legata anche alla maggiore o minore diffusione di un'opera di questo autore rispetto alle altre. Ad esempio, di Chopin molti hanno una idea legata al mondo dei Notturni: lirica, sognante, romantica in senso quasi proverbiale. Qualche tempo fa feci sentire ad una mia cara amica la polacca brillante di Chopin, ed alcuni suoi Studi. Esclamò: "ma questo non è Chopin!!!". Io ovviamente le risposi che quello forse non era "il suo" Chopin, ma che Chopin quelle pagine le ha scritte, e sono fondamentali nel suo pianismo. Quindi anche quello è Chopin.
Di Chopin, ecco lo splendido Notturno opera 72/1.
(Arrau)
Ma ecco la grande polacca brillante...
(Horowitz)
...ed il primo degli Studi opera 10.
(Ashkenazy)
Ebbene, Chopin non è solo quello del primo brano, bensì quella compless apersonalità che deriva dalla fusione di tutti e tre e molti altri.
Stesso discorso è fattibile per Mozart.... ma ora scappo al lavoro!!!
Lasciano stare il fortepiano, io semmai consiglierei a Piro, dopo essersi goduto il suo percorso conocitivo della Haskil (e del suo Mozart, giacché in questi casi innamorarsi di un artista vuol dire anche approfondire l'autore nella chiave di lettura che quell'artista ci rende disponibile) di passare subito ai concerti per piano di Brendel con la direzione di Marriner. Brendel è stato al pianoforte moderno il più vario, il più dionisiaco, il più sfaccettato esecutore dei concerti mozartiani, e fa sulla tastiera moderna da effettivo contraltare all'approccio della Haskil, quasi del tutto apollineo. In molti di quei concerti il pianismo di Brendel è veramente indemoniato, travolgente.
A quel punto penso che avrà, con due soli punti di riferimento, conosciuto due Mozart per alcuni aspetti diametralmente opposti. E potrà quindi debitamente fare la sua sintesi di cosa è la musica di Mozart. E per ognuno di noi è la sintesi personale che conta.
Volevo però fare una riflessione: a volte, noi abbiamo una idea ben precisa di un compositore legata ad una o più sue opere. Questa idea è legata anche alla maggiore o minore diffusione di un'opera di questo autore rispetto alle altre. Ad esempio, di Chopin molti hanno una idea legata al mondo dei Notturni: lirica, sognante, romantica in senso quasi proverbiale. Qualche tempo fa feci sentire ad una mia cara amica la polacca brillante di Chopin, ed alcuni suoi Studi. Esclamò: "ma questo non è Chopin!!!". Io ovviamente le risposi che quello forse non era "il suo" Chopin, ma che Chopin quelle pagine le ha scritte, e sono fondamentali nel suo pianismo. Quindi anche quello è Chopin.
Di Chopin, ecco lo splendido Notturno opera 72/1.
(Arrau)
Ma ecco la grande polacca brillante...
(Horowitz)
...ed il primo degli Studi opera 10.
(Ashkenazy)
Ebbene, Chopin non è solo quello del primo brano, bensì quella compless apersonalità che deriva dalla fusione di tutti e tre e molti altri.
Stesso discorso è fattibile per Mozart.... ma ora scappo al lavoro!!!
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Bellissimo Vito
Il notturno e lo studio, li ho messi nelle mia lista
Grazie
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Il punto debole del mio impianto é il mio portamoneta
La musica non contiene e non trasporta alcuna emozione, senò quella che si risente
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Certo che lo Studio suonato da Ashkenazy sembra di una difficoltà tecnica mostruosa. Nelle sue mani sembra fluire via liscio come l'olio.
Che grande pianista pure lui!
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@PPP
in effetti, hai colto un aspetto interessante del problema. Finora Mozart non è mai stato in cima alla mia personale classifica.
Comincio invece a osservarlo con più attenzione e ne sto scoprendo la complessità, che prima era velata da, credo, qualche pregiudizio di troppo.
@Plutoforte
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in effetti, hai colto un aspetto interessante del problema. Finora Mozart non è mai stato in cima alla mia personale classifica.
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@Plutoforte
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Gianni
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
(William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
"Meno muggiti e più ruggiti"
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piroGallo ha scritto:
@Plutoforte
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Bene. Aspetta di sentirla su Albeniz, Granados & Co. C'è un suo grande Decca con Nights in the garden of Spain (pezzo stupendo suonato magnificamente da A. Rubinstein)
OT: sono pazzo x izotope - provalo un po'. Vorrei un conforto anche da te. Mi sembra strepitoso
piroGallo- Hi-End Member
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A proposito di pianisno, mi piacerebbe conoscere il vostro parere su Glenn Gould.
Intanto mi cerco qualcosa con Brendel.
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Gianni
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Argomento che divide a metà. O si ama o si detesta
Comunque sia anche coloro che non lo amano devono perlomeno riconoscergli il merito di aver rivoluzionato il modo di suonare Bach e di averlo forse anche scoperto. Sta un po' come Casals alle Suites x così dire.
Io non lo amo particolarmente su altri autori (x es Beethoven) ma, visto che il Bach suonato al pianoforte continua a piacermi nonostante apprezzi moltissimo anche i cembalisti, devo dire che le sue Goldberg restano x me affascinanti. Così come i suoi concerti x tastiera o le altre grandi opere tipo WTK etc etc.
Indubbiamente un genio.
Poi ci sta che molti preferiscano letture più moderne e attuali, con strumenti antichi etc etc
Comunque sia anche coloro che non lo amano devono perlomeno riconoscergli il merito di aver rivoluzionato il modo di suonare Bach e di averlo forse anche scoperto. Sta un po' come Casals alle Suites x così dire.
Io non lo amo particolarmente su altri autori (x es Beethoven) ma, visto che il Bach suonato al pianoforte continua a piacermi nonostante apprezzi moltissimo anche i cembalisti, devo dire che le sue Goldberg restano x me affascinanti. Così come i suoi concerti x tastiera o le altre grandi opere tipo WTK etc etc.
Indubbiamente un genio.
Poi ci sta che molti preferiscano letture più moderne e attuali, con strumenti antichi etc etc
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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D'accordo sostanzialmente su Pluto. Ma mentre l'approccio moderno a Bach poco ha tolto alle Suite di Casals, forse qualche cosa in più ha tolto alle Goldberg di Gould.
Gould è sicuramente stato un genio del pianoforte. Ha inventato come diceva Gian il suono "moderno" di J. S. Bach sul pianoforte, in un'epoca in cui si parlava già di ricerca del suono "antico". Ma soprattutto ha sdoganato, finalmente, una idea Di J.S. Bach non sacrale e mitica, ma eterna e quindi contemporanea: ha tolto insomma al Bach tastieristico l'alveo della ineseguibilità ed inattualità.
Al genio però fece sempre da contrappeso l'insofferenza per le regole, la stravaganza, la voglia di stupire, l'arbitrio, la provocazione. Con letture ad esempio di Beethoven e Mozart dove a tratti si viene fulminati da alcune intuizioni pianistiche, a tratti si rimane assolutamente allucinati dalla rinuncia programmatica al legato, e in Beethoven anche del pedale (argomento quello del pedale nel Beethoven tastieristico oggi di non indifferente attualità).
Stravaganza spinta fino alla teorizzazione della scomparsa del concerto e della autoconfigurazione dell'esecuzione da parte dell'ascoltatore di dischi.
Chi ritiene che lo spartito contenga al suo interno una verità indispensabile (l'idea primigenia del compositore) che debba comunque essere espressa da ogni interpretazione che si rispetti, pur nella sua personalità e riconoscibilità individuale, troverà Gould geniale ma assolutamente arbitrario e anche su alcuni aspetti datato (ad esempio quelli legati al testo e alla prassi). Chi ritiene che il testo sia invece un mezzo che permetta all'interprete di creare ogni volta un qualche cosa di nuovo e personale, indipendentemente dalla sua origine, potrà invece ritenerlo un mito assoluto.
IO che non ho mai avuto il mito della personalità, mi associo ai primi. Senza per questo arrivare a dire (non ci penso nemmeno) che non sia stato un gran pianista. Tutto riguarda quello che per noi è il ruolo dell'interprete nei riguardi della musica dei secoli scorsi.
Piro, di Brendel in Mozart ti consigliavo questo:
Per il resto L'ultimo Brendel è preferibile forse al primo, ed ha realizzato vari dischi singoli e integrali beethoveniane, schubertiane, mozartiane. Però il rendimento, come dicevo vari amolto a secondo dell'anno esecutivo. Ad esempio, delle tre integrali sonatistiche beethoveniane registrate, la più soddisfacente ed intrigante è decisamente la terza e più tarda. ma anche di Schubert la raccolta più bella è quella delle ultime registrazioni. Se hai bisogno di dritte chiedi pure!!
Gould è sicuramente stato un genio del pianoforte. Ha inventato come diceva Gian il suono "moderno" di J. S. Bach sul pianoforte, in un'epoca in cui si parlava già di ricerca del suono "antico". Ma soprattutto ha sdoganato, finalmente, una idea Di J.S. Bach non sacrale e mitica, ma eterna e quindi contemporanea: ha tolto insomma al Bach tastieristico l'alveo della ineseguibilità ed inattualità.
Al genio però fece sempre da contrappeso l'insofferenza per le regole, la stravaganza, la voglia di stupire, l'arbitrio, la provocazione. Con letture ad esempio di Beethoven e Mozart dove a tratti si viene fulminati da alcune intuizioni pianistiche, a tratti si rimane assolutamente allucinati dalla rinuncia programmatica al legato, e in Beethoven anche del pedale (argomento quello del pedale nel Beethoven tastieristico oggi di non indifferente attualità).
Stravaganza spinta fino alla teorizzazione della scomparsa del concerto e della autoconfigurazione dell'esecuzione da parte dell'ascoltatore di dischi.
Chi ritiene che lo spartito contenga al suo interno una verità indispensabile (l'idea primigenia del compositore) che debba comunque essere espressa da ogni interpretazione che si rispetti, pur nella sua personalità e riconoscibilità individuale, troverà Gould geniale ma assolutamente arbitrario e anche su alcuni aspetti datato (ad esempio quelli legati al testo e alla prassi). Chi ritiene che il testo sia invece un mezzo che permetta all'interprete di creare ogni volta un qualche cosa di nuovo e personale, indipendentemente dalla sua origine, potrà invece ritenerlo un mito assoluto.
IO che non ho mai avuto il mito della personalità, mi associo ai primi. Senza per questo arrivare a dire (non ci penso nemmeno) che non sia stato un gran pianista. Tutto riguarda quello che per noi è il ruolo dell'interprete nei riguardi della musica dei secoli scorsi.
Piro, di Brendel in Mozart ti consigliavo questo:
Per il resto L'ultimo Brendel è preferibile forse al primo, ed ha realizzato vari dischi singoli e integrali beethoveniane, schubertiane, mozartiane. Però il rendimento, come dicevo vari amolto a secondo dell'anno esecutivo. Ad esempio, delle tre integrali sonatistiche beethoveniane registrate, la più soddisfacente ed intrigante è decisamente la terza e più tarda. ma anche di Schubert la raccolta più bella è quella delle ultime registrazioni. Se hai bisogno di dritte chiedi pure!!
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Vito Buono
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Auralic Aries + Auralic Vega + Stax SR-009 + Stax SRM 600 Limited
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Vito?
Cosa ne pensi di questo per inziarsi a Chopin
Visto che Studi, preludi, e Polonese nello stesso coffret di 3 CD
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Sono assolutamente del partito n. 1Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Chi ritiene che lo spartito contenga al suo interno una verità indispensabile (l'idea primigenia del compositore) che debba comunque essere espressa da ogni interpretazione che si rispetti, pur nella sua personalità e riconoscibilità individuale, troverà Gould geniale ma assolutamente arbitrario e anche su alcuni aspetti datato (ad esempio quelli legati al testo e alla prassi). Chi ritiene che il testo sia invece un mezzo che permetta all'interprete di creare ogni volta un qualche cosa di nuovo e personale, indipendentemente dalla sua origine, potrà invece ritenerlo un mito assoluto.
Queste stravaganze mi lasciano sempre piuttosto infastidito anche se ovviamente bisogna conoscere prima di giudicare e io non conosco Brendel (e poco in generale delle prassi esecutive).
Posso solo dire che apprezzo molto Bach al piano (il primo Bach che ho sentito al piano è stato quello di Schiff).
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Gianni
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Non è una novità, ma solo un gran bel disco
Confesso che i suoi concerti Brandeburghesi, nonostante le altissime aspettative, x me erano stati una mezza delusione. 2 concerti mi erano piaciuti, gli altri meno e la registrazione mi era sembrata eccessivamente tirata ed asciutta.
Qua invece mi sembra sia tutto a posto. Bravo Kuijken
Confesso che i suoi concerti Brandeburghesi, nonostante le altissime aspettative, x me erano stati una mezza delusione. 2 concerti mi erano piaciuti, gli altri meno e la registrazione mi era sembrata eccessivamente tirata ed asciutta.
Qua invece mi sembra sia tutto a posto. Bravo Kuijken
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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piroGallo ha scritto:
Sono assolutamente del partito n. 1
Queste stravaganze mi lasciano sempre piuttosto infastidito anche se ovviamente bisogna conoscere prima di giudicare e io non conosco Brendel (e poco in generale delle prassi esecutive).
Posso solo dire che apprezzo molto Bach al piano (il primo Bach che ho sentito al piano è stato quello di Schiff).
Il problema, è che per Mozart, così come per tutti gli autori precedenti,e tantopiù quanto indietreggiamo nel tempo, lo spartito è una sorta di canovaccio da interpretare sulla base delle conoscenze che all'epoca si riteneva -giustamente- in possesso di tutti i musicisti. Quindi contiene, man mano che indietreggiamo nel tempo, sempre meno informazioni e va sempre più integrato con l'intervento dell'interprete. Questo intervento non è una stranezza, quindi, bensì un indispensabile apporto senza cui quella musica non ha senso.
All'epoca di Corelli, ad esempio, era di prassi inserire delle diminuzioni (variazioni con durata delle note inferiore rispetto al testo scritto) in tutte le partiture per violino. Corelli quando scrive e pubblica l'opera V non le inserisce nello spartito. Ma non perché non le volesse. E' solo che all'epoca esistevano due pubblicazioni per gli spartiti di musica: quelle contenenti le diminuzioni, già scritte e di media difficoltà, che si rivolgevano al pubblico dei dilettanti, incapaci di scrivere le diminuzioni da soli. Oppure esistevano le pubblicazioni per ottimi musicisti, che non contenevano mai le diminuzioni, giacché nessun ottimo musicista avrebbe avuto bisogno che qualcun altro (autore compreso dell'opera) le scrivesse per lui. Quindi l'opera V non contiene diminuzioni perché quando andò in stampa si rivolgeva ai grandi musicisti e quindi non riteneva di dover riportare ciò che per prassi qualunque musicista sarebbe stato in grado di scrivere, anche sulla base delle proprie peculiarità tecniche.
Chi oggi esegue l'opera V di Corelli senza diminuire, quindi, non è uno che rispetta religiosamente il testo, bensì uno che non ha nessuna idea inerente il senso che quel testo aveva alla sua epoca e quindi lo interpreta in realtà da analfabeta.
Gatti, ad esempio, rispetta con fantasia gli obblighi delle diminuzioni:
In uno spartito di Richard Strauss c'è tutto, in uno spartito di Cavalli molto meno, a volte molto poco invero, nemmeno l'orchetsrazione, solo basso continuo e linea vocale, ed il resto deve introdurlo l'interprete. Altro che eccentricità: molta musica è andata dimenticata proprio perché si sono perse le competenze per tirarla fuori dallo spartito completandola con le dovute interpolazioni.
Haendel prevede, nelle opere, introduzione di variazioni ogni volta che si presenta un ritornello. Con la filosofia di "eseguire solo ciò che c'è nel testo", tutte le arie di Haendel diventavano, negli anni '50 del novecento, una sequela interminabile di ripetizioni inutili della solita sezione musicale e vocale. Di conseguenza venivano tagliate e ridotte a meri ariosi di pochi minuti. Ma non è che questo valorizzasse il testo, solo perché era pedissequamente incollato allo stesso: al contrario, rendeva l'operismo di Haendel ineseguibile ed ingodibile. Oggi Haendel è ritornato al gradimento, in teatro, di un tempo (oggi fuori dall'Italia è paraginabile come fama ai grandi musicisti dell'ottocento operistico) ma solo grazie al fatto che le arie sono tornate ad essere quello sfoggio di varietà e bravura, oltreché espressione, permesso dall'introduzione, in ogni ripetizione all'interno del testo, di variazioni ad opera degli interpreti. Ma quelle variazioni non sono scritte nei testi ovviamente: era normale che fossero i musicisti ad inserirle, i cantanti, non c'era bisogno di scrivere o prescrivere nulla, era la normale prassi del settecento. Ma gli esempi potrebbero essere infiniti, io preferisco fermarmi qui.
Senza interpolazioni dell'interprete, la musica antica perde ogni senso. Non è un caso che molta musica antica fosse scomparsa dai repertori durante l'epoca della fedeltà (cieca ed ottusa) al testo. Non facciamo del testo un feticcio. La musica, soprattutto quella antica, va rispettata (soprattutto mediante l'applicazione di sani principi di buon gusto) ma non trattata come una reliquia priva di vita.
PS: è uscita una edizione delle Goldberg al piano eseguite dal gradissimo Sokolov (uno dei maggiori pianisti viventi). Non l'ho ancora ascoltata, ma sono in fase di acquisto:
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Vito Buono
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