Pazzoperilpianoforte ha scritto:Voglio sottolineare Emanuele, ma credo tu l'abbia ben capito, che la mia osservazione di cui sopra non voleva essere un giudizio qualitativo sull'opera di J.S. Bach, bensì una indicazione di natura prospettica su cosa si intende per il mondo musicale barocco (il mondo in cui l'europa si riconosceva tra seicento e settecento) e di quale ruolo avesse l'opera di Bach in quel mondo, aldilà del valore che possiamo attribuirle noi.
Attendo comunque con vivo interesse le tue osservazioni in merito.
Vito,i concerti di cui Gian ci ha postato le foto delle incisioni in disco nero, appartengono al periodo di Weimar. Le 3 opere, di cui abbiamo anche le più tarde trascrizioni per clavicembalo (di cui abbiamo già parlato), rappresentano la fondazione in Bach del concerto strumentale tedesco di derivazione veneziana, così come i concerti grossi di Haendel consacrarono la sopravvivenza del più antico modello corelliano. Il contrasto tutti-solo risulta attenuato, rispetto al nervoso automatismo veneziano. La tessitura polifonica, molto più spessa, ne smussa l'angolosità (scusate il termine, ma rende bene l'idea), in un gioco di rimandi e di risposte la cui ampiezza discorsiva e il cui respiro tonale fanno, per esempio nel concerto in mi maggiore, un modello della forma.
Il doppio concerto in re mminore, a mio parere, è il concerto che Vivaldi avrebbe voluto saper scrivere. Il taglio dei temi, lo scatto ritmico, la patetica melodiosità, tutto rievoca i concerti vivaldiani per due violini, con in più un sovrano pensiero nello sviluppo, costanza di respiro, serietà costruttiva, un far grande che
i compositori italiani e, in generale, tutti i compositori barocchi non giunsero mai a possedere.Ma torniamo per un attimo alle trascrizioni per cembalo: il BWV 1052 è il concerto in re minore di cui abbiamo parlato, mentre il 1054 e 1058 sono le trascrizioni dei concerti per violino.
Se per un attimo usciamo dal tema e facciamo riferimento al concerto per cembalo BWV 1053,secondo alcuni scitto per violino ma a mio parere scritto per oboe, vediamo come questo, con l'organo positivo obbligato al posto del cembalo diventerà la sinfonia della cantata (sempre lì torno!) 169, mentre il movimento centrale si trasforma in una trascinante aria per contralto. Il terzo movimento riapparirà come sinfonia, non meno imponente, della cantata 49.
Tutto questo discorso per rispondere alla tua osservazione secondo la quale nel periodo barocco "la musica per eccellenza è monodica". Osservazione pertinente, ma a mio modesto parere non appplicabile a Bach, in cui la verve polifonica ha una specifica valenza, un plus aggiuntivo alla semplice monodia. Plus aggiuntivo che Bach trasfuse in tutte le sue opere, ivi comprese molte cantate sacre e profane, composte proprio "allo stile italiano", oltre che in moltissimi concerti e composizioni e trascrizioni per tastiera.
D'altro canto è proprio questo che rende la musica di Bach unica e irripetile fusione di stili e modi musicali diversi, ma in massima parte frutto di una tradizione locale proprio perché ha molto poco risentito dell'influsso di qualsiasi altra tradizione musicale dell'epoca, dato l'isolamento materiale e culturale della Germania dell'epoca (ricordo che la Germania usciva, con le ossa rotte, dalla guerra dei 30 anni). Haendel, Telemann ed altri Compositori tedeschi "vagarono" molto per l'Europa e risentirono moltissimo dell'influsso della cultura musicale italiana e francese, tradirono, in un certo senso la tradizione locale che in Buxtehude, Schulz ed altri ha avuto i massimi esponenti. In questo Bach è, a mio parere, unico compositore tipicamente barocco senza altri possibili riferimenti.
E in questo consiste la sua anomalia...
puff puff, pant, pant...non sono abituato a scrivere tanto..
Gianrimandiamo a domani la discussione sulle interpretazioni? Sono un pò stanco (altra dura giornata di lavoro per un vecchiuccio come me...)
Grazie e scusami..