L'ascolto della Trauerkantate di telemann si è protratto a lungo, dato che il cd in miopossesso (DHM, Jurghanel) non conteneva un libretto degno di tal nome ma una semplice fotocopia senza indicazione dei movimenti, della loro struttura, degli strumenti utilizzati. Tutto da scoprire in cuffia, anche gli strumenti del b.c. che spesso erano amalgamati in un muggito indistinguibile. Una lunga interessante telefonata con Giacomo ha confermato poi le mie impressioni di ascolto.
La Cantata inizia con una sonata nel tipico stile di Telemann. Seppure molto gradevole, certamente non paragonabile alla drammaticità straziante della Sonatina iniziale dell'Actus tragicus bachiano.
Segue un coro a parti reali di grande, intenso pathos, nella sua prima metà ad andamento praticamente omofonico ma che poi trascende in una fuga a quattro voci. L'mpressione che ne scaturisce è la solennità della morte, non la sua tragicità.
Un recitativo del basso introduce l'aria del basso, veramente notevole. E' variamente
strutturata: nella melodia iniziale, contrariamente alle altre Cantate di Telemann per soprano o basso da me ascoltate, voce e strumenti presentano differenti linee melodiche, bellissimi gli echi, i rimandi tra oboe e flauto; l'aria è quasi interrotta da un recitativo che sfocia senza soluzione di continuo in un arioso di straordinaria bellezza al termine del quale l'aria riprende da capo.
Un recitativo del soprano introduce poi la successiva aria per soprano con violoncello obbligato (Giacomo è del parere che si tratti di viola da gamba, come da libretto in suo possesso: ho riascoltato e mi sembra proprio vc). Incantevole il fraseggio oboe-violoncello (o viola da gamba)-voce, intercalato da un breve fugato tra i due strumenti, su un tappeto di pizzicato dei violini e del b.c. semplicemente struggente. Anche in quest'aria sensazione di solennità e malinconicità della morte.
Un recitativo del basso, infine, introduce il coro finale a parti reali ed anch'esso ad andamento omofonico. Ancora più intenso il dialogo tra flauto con lunghe note tenute e oboe che, su queste, tesse giochi melodici; nel bel mezzo del coro fa' il suo ingresso un notevole corale, di breve durata. Il coro chiude questo capolavoro.
L'interpretazione del Collegium Aureum è di grande efficacia, a metà strada tra Richter ed i filologi puri, come ho potuto verificare all'ascolto dell'Actus Tragicus di Bach condotto dalla stessa formazione. Il cd è quello consigliato da Giacomo:
CD
fortissimamente consigliato. Lo sto aspettando con ansia.
La lunga discussione con Giacomo si è conclusa con la considerazione che Telemann è un grande, grandissimo artigiano della musica. Ma la genialità di Bach gli è preclusa.
Ultima modifica di ema49 il Mer Mar 21 2012, 23:19 - modificato 1 volta.