Da pluto Gio Dic 29 2011, 17:34
Ema io sono un pò di coccio e come sai a teatro ci vado, non quanto vorrei ma....
Lasciamo perdere Avs che mi incasina le idee enormemente e anche la riproduzione via impianto. Non mi è chiara la tua differenziazione tra "allocazione" e "focalizzazione" e mi piacerebbe che la spiegassi un pochino meglio.
Mi incuriosisce molto questa Vs presa di posizione contro la scena. Per metterla in fotografia, se capisco bene il tuo concetto ed il Vs, sembrate prediligere un tutt'uno (magari lievemente sfuocato?) a dispetto di un'immagine limpida chiara e perfettamente messa a fuoco? Ma dal vivo le cose sono chiare ed evidenti, non ci sono tende, filtri, muri posteriori. Un triangolo è perfettamente individuabile su un fronte di 20/30 MT, così come i bassi all'estrema destra ed i violini a sinistra del direttore.
La ns percezione cambia in funzione della ns posizione in sala, ma se siamo in posizione decentemente centrale tutto questo si avverte perfettamente.
Occhi chiusi? Fatto recentemente al Don Giovanni. Un cantante che si muove sul palco da Ds a sinistra, s'individua perfettamente. Addirittura c'è una differenza abissale (e si avverte perfettamente) quando un cantante canta fronte palco o quando canta a 90°. La voce perde potenza rispetto al fronte. Ovvio parliamo di classica e non di musica amplificata via microfoni e poi trasmessa con casse tipo Pop/rock. Inoltre l'orchestra che suonava nella buca aveva la disposizione invertita (bassi a sinistra di chi ascolta) e questo si notava subito.
La ns posizione in sala cambia certamente le regole del gioco e qui spesso subentra l'acustica del teatro. Comunque nelle prime file, il fronte ci appare enorme e hai voglia non riuscire ad individuare bassi e violini, Timpani e fiati. Anzi la scena è forse esagerata. Più ci allontaniamo , il fronte si restringe, ma qui non occore la fisica acustica. Basta la geometria euclidea.
La cosa è ancor più evidente (e qui ti do ragione) su un trio o quartetto ascoltato a teatro magari da 20/25 metri di distanza. E' quasi impossibile distinguere da una grande distanza gli archi di un quartetto che saranno distanti 4/5metri tra loro soltanto.
Ma c'è un ma: se ascoltassimo il quartetto in un salone settecentesco come si faceva una volta con poco pubblico e molto vicini, be state sicuri che anche se ciechi, sordi e muti i 2 violini a 4 /5 metri sarebbero facilmente focalizzabili come deve essere anche se non vi piace. Perchè devono essere focalizzabili.
Vi invito ad una riflessione: i pezzi più difficili da riprodurre (ma da registrare innanzitutto) sono quegli stupendi pezzi x 2 strumenti molto vicini, x es i concerti x 2 pianoforti (Mozart ci ha lasciato cose meravigliose) . I 2 piani sono sempre posizionati al centro in posizione 69 x capirci. Be qui si che è durissima. Nei ns impianti è forse un pochino più facile xchè normalmente gli ingegneri del suono mettono 2 microfoni distinti e poi separano un pochino x far risaltare questo gioco tra i 2 solisti: personalmente lo trovo gradevolissimo e sentire Lupu e Perahia che duettano uno di fronte all'altro è fantastico.
Per fortuna i tecnici Sony non hanno esagerato nella separazione e quindi l'effetto finale è stupendo (diciamo appena accennato), probabilmente molti non capirebbero neppure che ci sono 2 pianoforti.
MA è un caso abbastanza raro
A me pare che la realtà dell'ascolto dal vivo sia questa; non vedo una massa indistinta che ci avvolge. Se fossimo ciechi, state sicuri che la ns percezione acustica sarebbe molto più forte ed un piccolo gatto che miagola tra le gambe dell'ultimo violino, lo beccheremmo immediatamente. Per fortuna non lo siamo e sicuramente la vista ci aiuta enormemente (anzi ci precede nell'ascolto) allo stesso modo in cui la vista di un piatto di uno strepitoso chef ci anticipa il piacere del gustare il piatto stesso.