Punto 3. Ciò che nella musica dal vivo c'è e cos ainvece non c'è.
Quando Emanuele dice che dal vivo la scena acustica non esiste, credo che intenda dire che non esiste la scena acustica
a cui noi siamo legati nel mondo Hi-Fi.
E' vero quello che dice anonimo. La percezione di uno spazio sonoro ampio in larghezza, dal vivo dipende dalla distanza dell'ascoltatore dalla sorgente sonora. Più siamo distanti, più tendiamo a sentire in "mono". Più sarà piccola la distanza tra i due musicisti che sono ai due lati dell'orchetsra/gruppo strumentale che sto ascoltando, tantopiù sarà piccola la distanza che mi occorrerà per tendere ad un ascolto "monofonico".
In realtà mai di ascolto realmente monofonico si tratta, perché io percepirò generalmente i violini a sinista, violoncelli a destra, contrabbassi sullo sfondo, fiati al centro, ecc. ecc. Ma la localizzazione è fatta per aree, non puntiforme. E tanto il suono sarà poco puntiforme quanto più lo strumento che suona sarà sul fondo del palcoscenico.
La grancassa ad esempio è sempre sullo sfondo dell'orchestra. Eccita un tale riverbero ambientale da creare un suono che riempie tutte le spalle dell'orchestra, e difficilmente può essere localizzato in un preciso punto.
Molto raramente poi dal vivo esiste la profondità della scena acustica come riportato dai dischi. E' vero che gli strumenti che suonano al fondo del palcoscenico di una orchestra avranno una connotazione timbrica molto diversa da quelli che sono al proscenio, ma non esiste una serie di piani sonori tra queste due posizioni estreme. Piuttosto una dislocazione sonora a tre posizioni: davanti (solista), intermedia, in fondo. Ed anche in questo caso, non si tratta di una scena sonora sempre percepibile, e non è mai percepibile in caso di piccoli gruppi di strumentisti, ma solo eventualmente nell'orchetsra sinfonica o nell'opera, dove i cantanti che recitano avanti, al centro, sullo sfondo del palco vedono caratteristiche sonore diverse nelle tre posizioni e sono percepiti in genere con un suono diverso da quello dell'orchestra che suona "in buca".
Qualche tempo fa ascoltai L'Europa Galante di Fabio BIondi eseguire "La Stravaganza" di Vivaldi dal vivo, nel saloncino della Pergola. Penso che se l'evento fosse stato registrato e riprodotto in maniera fedele a quello che sentii, tutti gli audiofili si sarebbero lamentati di una scatola prospettica inesistente, del fatto che la tiorba ed il violoncello erano a tratti del tutto coperti dagli altri strumenti ed esercitavano una funzione di mero "riempimento sonoro", e che il piccolo organo posto alle spalle dell'orchestra barocca non suonasse affatto "in fondo", come in ogni impianto di nobil casata si richiede.
Penso che questo sia quello che Emanuele vuole dire: in Hi-Fi si carica la registrazione di dettaglio e di scena acustica per seguire un concetto audiofilo della musica che non è proprio coincidente con la reale fruizione della musica, e spesse volte lo si segue al punto tale che la stessa fruizione della musica ne risulta peggiorata. Perché il dettaglio vince sull'amalgama, come dicevo, perché tutto suona come sottoposto ad una sorta di lente di ingrandimento sonora, tutto è mirabolantemente a fuoco ed in realtà l'insieme suona in maniera del tutto deterrente per chi voglia veramente ascoltare quel programma musicale.
E' vero che mancando la vista nell'ascolto delle registrazioni solo audio i tecnici "caricano" alcuni aspetti della riproduzione sonora. E lo dimostra il fatto che nel caso di registrazioni anche video, queste esasperazioni spesso si avvertono molto meno, soprattutto quelle della scena acustica.
In ultima analisi: se queste iperboli stereotipate ci sono nella registrazione, posso solo maledire il tecnico; se ci sono nell'impianto maledico me stesso o semmai sorrido del birignao audiofilo dell'amico di cui ascolto il monumento all'Hi-Fi.
Quando Em,a dice che preferisce molte registrazioni monofoniche, in realtà preferisce il mondo della registrazione nei primi anni, in cui l'amalgama e la naturalezza vincevano su ogni altra considerazione "analitica". E molte di queste registrazioni hanno di certo anch'esse una profondità della scena acustica (come facciano non lo so) e servono la musica veramente, veramente bene. Con qualche non piccolo problema pe rla grande orchestra, ovviamente e purtroppo.
Eppure... secondo me molti tecnici audio (che ascoltano le loro registrazioni con sistemi certo non Hi-Fi/Hi-end ma professionali) rimarrebbero del tutto basiti a sentire cosa viene fuori dai nostri impianti improntati alle mirabilia dell' hi-end... purtroppo non mi è mai riuscito di averne tra le mani uno che mi desse conferma di questa mia supposizione....
.. ed ho finalmente finito! A tutti un gagliardetto della sopravvivenza con su scritto: "PPP: se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide"!!!!