Luca58 ha scritto:...
Quanto a Pavarotti non si tratta di accento o non accento; se io avessi una figlia e il fidanzato le facesse una dichiarazione come quelle che fa lui lo butterei dalle scale perche' sarei convinto che le stesse tirando un bidone. Meglio non so come spiegarmi
. Del Monaco non la canta bene, ma la canta in maniera "vera" (non "verista"
) e per questo lo preferisco a Pavarotti che impersona piu' un cicisbeo che non un innamorato.
In parte sono d'accordo con te, nel senso che quello che esprime Pavarotti è certo diverso da quello che esprime Di Stefano (lasciamo Del Monaco da parte, perché secondo me quando si scende sotto un certo livello di qualità di canto non c'è interpretazione che tenga). Di Stefano esprime l'Amore, quello con la A maiuscola, quello assoluto. Ma è questo l'amore della
Boheme? Se tu guardi la storia no: Rodolfo si incontra per caso con Mimi che per caso gli chiede da vicina di accenderle la candela, lui le fa un pò di fusa, lei gli cede e si dichiarano già l'amore....
.... ma amore di che, che si sono appena conosciuti?
. E' un amore superficiale, entusiastico ma ottuso, è l'amore della gioventù, dei vent'anni. E' l'amore irruento ed irriflessivo della passione. Ed in quest'ottica Pavarotti è perfetto. Certo tu da padre lo guarderesti storto: ma siamo sicuri che l'amore di cui si parla in questa scena possa essere più profondo di questo? E' questo che piace in Pavarotti, quando Pavarotti piace: l'ardore giovanile impulsivo ed irrazionale, anche superficiale, ma convinto. ma la convinzione irriflessiva della gioventù, non quella meditata della maturità. E la
Boheme è tutta gioventù scapestrata di artisti. Più avanti Rodolfo scoprirà il vero amore, e se ne accorgerà quando Mimì malata lo rivedrà nell'ultima scena. E lì Pavarotti fa sentire sicuramente il dolore di colui che ormai ama sul serio, in maniera più profonda.
Questo se vogliamo fare un'analisi in termini realistici dell'interpretazione. Comunque quando io parlo di verismo parlo di un preciso stile esecutivo ed interpretativo, di una estetica, non di questo... credo tu ben lo abbia capito, ma lo dico anche per non confondere le idee a chi magari ci legge e non conosce molto di questi argomenti.
Luca58 ha scritto:...
sarei curioso di sapere perche' non hai mai tentato, se non hai tentato.
Nonostante quello che possa apparire da una certa risolutezza nell'esporre, io sono la classica persona che vede prima i suoi limiti (di conoscenza, di competenza), le sue ignoranze, che non le sue competenze. E' forse per questo che negli argomenti che mi interessano sono una spugna di informazioni, perché mi sembra di non saperne mai abbastanza. Non ho mai provato la carriera di "critico" perché non mi sono mai sentito realmente abbastanza preparato.... anche se obiettivamente, come ben tu sai, c'è gente che si definisce critico o esperto e poi non capisce assolutamente niente di quello che scrive
...ma questo è un altro discorso
...
P.S: se tu come Avatar metti la Callas e Di Stefano.... a me tocca mettere la Sutherland e Pavarotti
.... via, meglio la Sutherland e la Horne, giacché il Rossini o il Bellini che hanno cantato insieme è stato magnifico