Bach: Concerti Brandeburghesi
Composti tra il 1717 ed il 1721 a Kothen con la dizione "Six Concerts avec plusieurs Instruments", furono però dedicati al Margravio di Brandeburgo, presso la corte del quale Bach ambiva a trovare sistemazione. Il margravio accettò il "regalo" e ricompensò Bach ma i Concerti non furono mai eseguiti; i manoscritti restarono a prender polvere per decenni. Sicuramente sia il margravio, ottimo musicista, che i suoi orchestrali trovarono molto difficili, persino stravaganti queste partiture...
Concerto N. 1, in fa maggiore, BWV 1046. Organico: 2 Corni, 3 oboe, fagotto, violino piccolo, archi e b.c.
Concerto N. 2, in fa maggiore, BWV 1047. Organico: trobaa, flauto,oboe, violino, archi e b.c.
Concerto N. 3, in sol maggiore, BWV 1048. Organico: 3 violini, 3 violocelli, contrabbasso (o violone), clavicembalo
Concerto N. 4, in sol maggiore, BWV 1048. Organico: violino, 2 flauti, 2 violini, viola, violoncello e b.c.
Concerto N. 5, in re maggiore, BWV 1050. Organico: violino, flauto trasverso, clavicembalo concertato, archi e b.c.
Concerto n. 6, in si bemolle m. BWV 1051. Organico; 2 vl, 2 viole da gamba, vc, b.c.
La originale versione del I° concerto, in tre movimenti, senza violino piccolo, aveva fatto parte della sinfonia introduttiva alla "Jagdkantate" (cantata profana della caccia). Più volte rivisto da Bach e parodiato, la forma che noi conosciamo fu resa definitiva quando furono aggiunti il terzo allegro e un vero solista, nella fattispecie il raro e stridulo violino piccolo, un prezioso tratto di esotismo strumentale con cui aprire lo scrigno delle rarità. E poi, come se si fosse pentito per aver sovrapposto una veste di concerto solistico a quello che era stato nella Jadgkantate un dialogo a tre cori (archi, ottoni e legni) riecheggiante esempi veneziani, Bach completò il concerto aggiungendo alla già complicata struttura una polacca che, ficcata in mezzo ai due trii e dopo il minuetto, finisce col conferire allo strano miscuglio l'aspetto di una suite. E alle sue Suites spesso mi è capitato di assegnare il I° Brandeburghese, nonostante centinaia di ascolti.In questo concerto i profondi registri dei corni, le calde voci degli oboe pervicacemente contrastano col suono stridulo del violino piccolo, in un contrappunto non formale ma cromatico, mentre il fagotto assume quasi il ruolo ci strumento concertante, continuamente conciliante e raccordante con il suo borbottio profondo i diversi blocchi cromatici.
Blocchi cromatici parzialmente stemperati nel II° concerto dalla insolente ma mai sguaiata prevaricazione della tromba, mentre l'oboe, il flauto dolce, il violino spesso contrappuntano, sia nella forma che nel cromatismo, quasi adattandosi alla perentorietà grassa della Clarintrompete. Nel secondo movimento Bach ha evitato l'errore, spesso commesso dai coevi ed in specila modo da Telemann, della goffaggine di un adagio con tromba sola talchè la somiglianza con l'adagio del I° concerto, con cui condivide la testa melodica, la tonalità e la dolcezza dell'oboe, è palese; il secondo movimento assume così la forma di una fuga a tre voci di drammatica bellezza Nel terzo movimento la clarintrompete riprende il sopravvento, ripetendosi la stessa struttura cromatica del primo; come nel primo, un ruolo fondamentale è sostenuto dalla "corposità" del basso continuo che contribuisce anch'esso a stemperare la naturale vigorosità della tromba.
In entrambi i due concerti esaminati manca generalmente e volutamente lo sfondo orchestrale (o meglio è molto in secondo piano) e pertanto non vengono rispettati i canoni sia del classico concerto grosso che del concerto solistico, alla veneziana per intenderci; purtuttavia la contrapposizione di un gruppo di solisti ad altri strumenti, generalmente archi, fa immediatamente pensare ad un inedito e geniale concerto grosso.
Il III° e il VI° "Brandeburghese sono per molti versi assimilabili, soprattutto nell'organico che nel III° prevede 3 violini, 3 viole, 3 violoncelli, contrabbasso e clavicembalo mentre nel VI° prevede 2 violini, due viole da gamba, un violoncello e basso continuo. Quì entriamo nell'ambito dell'assoluto, quello che ha indotto Beethoven a definire Bach "mare, non ruscello" (come sapete bach, nella lingua tedesca, significa ruscello) e che ha fatto sbottare Mozart con la frase "da quest'uomo abbiamo molto da imparare". Ci sono momenti, nella musica , in cui si riconosce che l'idea fondamentale preesiste alla sua trasposizione in note e le sopravvive quando le note siano dissolte: il tezo ed il sesto di questi concerti sono uno di questi rarissimi momenti. Il VI°, in cui genialmente Bach rievoca la timbrica color oro antico delle viole ma soprattutto il 3°, il quale, come avrete notato dalla descrizione dell'organico, è privo di basso continuo; inoltre è bipartito (cioè ha due movimenti) e questo in tanto in quanto la sua propulsione, per così dire, è regolare e nello stesso tempo implacabile; scatena forze che non permettono di distendersi nella pausa lirica di un adagio, tanto che Bach giudica di non doverla concedere se non nell'agogica di una breve cadenza (poche battute..), rimettendo subito in moto ritmi vorticosi, battenti, anapestici, ancora più intrisi di energia degli altri concerti nonostante l'infinitamente variegato colore timbrico di questi ultimi. Come se Bach volesse contrapporre, nella stessa raccolta, i due diversi aspetti dell'energia: quella brillante, esteriore e l'altra intima, raccolta, ma proprio perché non esteriorizzata ancora più potente: ascoltate, nel primo movimento del III° l'incedere ossessivo delle stesse note che trapassano dai violini alle viole, dalle viole ai violoncelli e poi al contrabbasso solo che urla la propria potenza in una notazione minore, svincolato dal ruolo di basso continuo. Inimmaginabile. Imparagonabile. Fuori da ogni connotazione temporale e stilistica. Forse anche Bach si rese conto di questo se è vero, come è vero, che annotò nella partitura anche i tempi.
Penso di avervi annoiato abbastanza, anche se ho cercato in tutti i modi di sintetizzare. Il prossimo post sarà dedicato al IV° ed al V° Brandeburghese, ad alcune comparazioni e considerazioni e, infine, alle interpretazioni in mio possesso. Se qualcuno fosse interessato a sviscerare, movimento per movimento, tutti i sei concerti, ben lieto di farlo.
Ultima modifica di ema49 il Lun Gen 03 2011, 21:17 - modificato 2 volte. (Motivazione : fretta ed errori di ortografia)