heartbreaker ha scritto:Anche io
e aggiungo:
il vinilista sa che non è un santo perchè di santi ne ha invocati tanti nella messa a punto del sistema, perchè..
il vinilista sa che la riproduzione in vinile non è, e non sarà mai, plug'n'play nè appena comprato il gira, nè tantomeno dopo molte ore di ascolto,
il vinilista sa che la buona riproduzione di un disco te la devi guadagnare e quando la hai raggiunta, bye bye digitale,
il vinilista sa che difficilmente potrà estrarre tutte le informazioni presenti in un buon vinile da
master analogico anche se spende una fortuna,
il vinilista sa che non necessariamente si deve spendere una fortuna, ma c'è un livello sotto il quale si può parlare solo di giocattoli,
il vinilista sa che i rumori del vinile sono su un piano separato dalla musica e semplicemente li ignora, se non riesce ad eliminarli,
il vinilista si accorge se un master è digitale( e qui torna la santificazione).
Ci sono anche tanti altri motivi che ci possono santificare
; a quelli che arrivano ora al vinile va detto che, se vogliono veramente ascoltare il vinile, senza che sia una moda sterile, devono percorrere tutta la via della santificazione. Per fare questo ci vuole.... ditelo voi cosa.
Ma si, è difficile non essere d'accordo con te e carbonizer, pur rispettando l'opinione di sibry.
Il problema è che tra le ultime tre righe del tuo post e le considerazioni che le precedono ce ne passa, nel senso che a "vinilista" ci si deve arrivare con un percorso che per forza di cose differisce da quello di quarant'anni fa.
Oggi in merito c'è anche malainformazione, e un neofita ci incappa, poi secondo me c'è un indotto molto minore e meno qualitativo e non solo per l'acquisto dei dischi.
Inoltre il tempo si è ridotto per qualsiasi cosa, è più facile trovare persone in preda ad una giornata frenetica piuttosto che ad una quotidianità tranquilla o calcolata a misura....di ascolti.
E se c'è un tipo di ascolto che necessita di tempo per la fruizione e la ritualità, è quello del disco in vinile, considerando anche tutta la iter che ci vuole per arrivarci, a cui tu stesso fai riferimento.
Ad oggi, tanti rifiutano questo tipo di ascolto, che non conoscono, in modo automatico, praticamente di riflesso, perchè hanno un modo di pensare e di vivere che corrisponde all'ideologìa di chi scrive sul web che il vinile è pura follìa, perchè c'è da perderci dietro l'anima, e insieme a quella un sacco di soldi e tempo in prove e pezzi.
E il capitolo "soldi", oggi, è sentitissimo, inutile girarci intorno, è in molti più casi l'ago della bilancia rispetto a diversi decenni or sono, e purtroppo si peggiora anno dopo anno.
Cioè....è dura, ecco, che un "novizio" abbia motivazioni tali da spingersi nella direzione del vinile e che poi le coltivi a spron battuto.
Non credo sia un'eresìa affermare che è una forma di cultura dell'ascolto più complessa di tutte le altre e forse è anche per questo che compete a meno persone, soprattutto ad oggi, per tutto quanto prima esposto.
Che sia un peccato è fuor di dubbio, io stesso sono mio malgrado digiuno di vinile, ma io dalla mia mezza età posso solo dire che per me il vinile era, è e sarà sempre il top, pur con tutte le sue controversie, perchè comunque ho un mio percorso in merito.
Però sono un tipo di percorso e un'ideologìa che credo troppo bistrattati di questi tempi, e si cede giocoforza a quello che può essere il personale compromesso migliore.
Che spero non sia l'emmepitrè, insomma.