carloc ha scritto:Stai dicendo che c'erano problemi d'interfacciamento tra AF6 e Digicode?
Una cosa è certa: il livello di uscita del Lector è fuori standard, 3.5 V RMS invece dei classici 2 V RMS.
E questo è un fatto. Con alcun amplificatori (o preamplificatori) la cosa può essere un problema, perchè un livello così alto può mandare in saturazione lo stadio di ingresso, soprattutto in quei casi dove il potenziometro è collocato (a livello circuitale)
dopo il primo stadio di amplificazione, e dove quindi il primo stadio è esposto a tutto lo swing in tensione della sorgente collegata.
Tanto per precisare, l'AF-6
non rientra nel caso considerato, visto che il segnale viene
prima attenuato dal potenziometro e poi inviato allo stadio di ingresso.
Ma mi viene in mente, ad esempio, il Pathos Aurium: quello è un ampli che espone direttamente l'ingresso del primo stadio (valvolare) al segnale della sorgente, segnale che solo
dopo essere stato amplificato passa per il controllo di volume (digitale). Ovviamente non sto dicendo che l'Aurium non andrebbe bene con il Lector (per saperlo bisognerebbe fare una prova sul campo), ma solo che un dac con un'uscita fuori standard può mandare più facilmente in crisi qualche amplificatore. E' per questo che esistono gli standard, ed è per questo che tutti dovrebbero seguirli per quanto è possibile.
Ora però, come ho già detto, non poteva essere questa la causa del cattivo interfacciamento tra il Lector e i due amplificatori a stato solido (l'AF-6 e il Taurus). Se non altro perchè l'AF-6 è stato testato (durante le misure di THD) con segnali fino a 12 V di picco all'ingresso, senza che il primo stadio andasse in saturazione (il test si fermava a 12 Vp perchè lo strumento di misura non permetteva di andare oltre, ma l'accettazione dell'AF-6 io so bene che va ben oltre i 12 Vp).
E allora che stava succedendo? Si possono fare solo ipotesi, in quanto non avevo con me alcun tipo di strumentazione per poter verificare.
Il difetto che si percepiva era quello, ben riconoscibile, di un segnale tosato (in maniera dolce, però) sui picchi di segnale, e un generale senso di impastamento e chiusura del suono riprodotto. Insomma, era come ascoltare un ampli col fiato corto, al limite delle sue possibilità. Ma io sapevo bene che l'AF-6 non suona così (e nemmeno il Taurus).
E infatti, una volta sostituito il Lector con un più modesto Benchmark (credo fosse il DAC1) il problema è sparito.
Come ho detto si possono fare solo ipotesi, e quella secondo me più probabile (ma ben lungi dal poter essere confermata senza fare test ulteriori) è che lo stadio di uscita del Lector potrebbe essere particolarmente sensibile all'impedenza del carico collegato, e se quest'ultima è troppo bassa può entrare in crisi. Non dimentichiamoci che si tratta di uno stadio di uscita a valvole, e che in base alla tipologia di tale stadio potrebbe essere più o meno suscettibile al carico che vede ai morsetti di uscita.
L'impedenza di ingresso dell'AF-6 è di 20 Kohm (considerando la posizione intermedia del potenziometro e il fatto che l'ingresso è in parallelo con il circuito del VU meter). Quella del Taurus dovrebbe essere un po' più alta, mentre quella del Megahertz 2A3 dovrebbe essere quella tipica di un valvolare, certamente uguale o superiore ai 100 Kohm.
I valori di impedenza di ingresso dei due ampli a stato solido, in relazione a quello del 2A3, e in relazione al comportamento degli stessi, potrebbe avvalorare appunto l'ipotesi fatta, più di altre che sono state prese in considerazione ma che imporrebbero un ulteriore approfondimento.
Resta il fatto che questa situazione ha snaturato il confronto tra i vari ampli, costringendoci ad escludere per parte della seduta il Lector ed utilizzare il Benchmark che, nonostante i suoi limiti, ci ha fatto riconoscere i due ampli per quello che sono (l'AF-6 e il Taurus). Con il Benchmark, la distanza tra lo stato solido e il valvolare si è notevolmente ridotta, in particolare con l'AF-6, che ha tenuto testa al 2A3 su parametri come ricostruzione spaziale, ariosità e dettaglio. Il 2A3 era superiore (secondo me) sulla focalizzazione al centro mentre l'AF-6 era decisamente meglio sul controllo della gamma bassa.
Alla fine, se dovessi giudicare per quanto ho ascoltato con il Benchmark, credo di essermi trovato di fronte al meglio che può offrire ciascuna delle due tecnologie, valvolare e stato solido. L'accoppiata Lector/2A3 si è rivelata particolarmente azzeccata per la sinergia evidente (arrivando persino a mostrarsi scontrosa con gli eventuali intrusi), mentre per me è stata una conferma ulteriore di quanto suoni bene la HE1000, anche a confronto con la più aristocratica 009.