Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.)

... con tutto sto' zelenkificio ( ), quasi quasi fa pensiero di parlare dei soliti Haydn e Beethoven.... si rischia di passare per "fuori moda" :digr: ...

Un mi tocca' Haydn Vito! Che sto facendo lo sforzo di ascoltarmi le sonate per piano di Brendel!
In realtà è molto piacevole :-) anche se ascoltarle non lo trovo così "naturale" come i quartetti!

IL BACHIANO ha scritto:
Ammazza se costa!

Grazie per tutte le info.

Comunicazione di servizio.
Se vi dovesse venire in mente l'idea di acquistare il cofanetto di 2 cd, con il Requiem in ReM e l'Officium defunctorum (Direttore Luks-Accent), fatevela passare. La registrazione è veramente pessima, a parte i primi due minuti quando il tecnico del suono combina udibilmete un guaio e il suono si appuntisce. Ma soprattutto le percussioni sbrodolano da tutte le parti: praticamente inascoltabile, con tutta la buona volontà!

Pazzoperilpianoforte ha scritto:... con tutto sto' zelenkificio, quasi quasi fa pensiero di parlare dei soliti Haydn e Beethoven.... si rischia di passare per "fuori moda"...

Mi fai sentire in colpa. Ma per ora ascolto solo questo...comunque vedo che anche gli altri non scherzano..

ema49 ha scritto:Ma soprattutto le percussioni sbrodolano da tutte le parti: praticamente inascoltabile, con tutta la buona volontà!

Ahhhhhh,

ora capisco perché eri rimasto turbato dalle nuove Harbeth....

carloc ha scritto:

Ahhhhhh,

ora capisco perché eri rimasto turbato dalle nuove Harbeth....

No..gli ascolti risalgono a qualche tempo fa. Sto cercando qualche altra interpretazione o verificare se il problema è relativo al mio cd (solo per il Requiem). Sono indeciso se rimandare indietro il cofanetto.

A proposito di trio sonate Ema, hai sentito questo?

realmassy ha scritto:A proposito di trio sonate Ema, hai sentito questo?

No. Ho comprato a suo tempo le triosonate in un cofanetto Brilliant che conteneva molto altro. Uno degli oboisti era Holliger, una garanzia. Purtroppo, come già postato, la registrazione era più che pessima, tanto da essere musicalmente non intellegibile. Peraltro Giacomo ha mandato la partitura, che prevede come b.c. il violone o la tiorba nel manoscritto originale di Zelenka. Boh?
Devo acquistare il cd consigliato da Giacomo, che mi sembra tu abbia trovato. Puoi mandarmi il link?

Sto scaricando il disco ECM, ti faccio sapere come suona. Normalmente ECM e' una garanzia di qualita' per la registrazione.
Ensemble Zefiro:
http://www.amazon.co.uk/Zelenka-Sonatas-bassoon-Ensemble-Zefiro/dp/B000025U9M/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1338942064&sr=8-1

Solo un volume disponibile a prezzi tewrreni, il secondo costa quasi 200 euro.
Ti posso dire che l'ho preso nello stesso "negozio" di Colombo, ed effettivamente e' un bel disco. Fammi sapere se ti interessa in PM.

ema49 ha scritto:
Peraltro Giacomo ha mandato la partitura, che prevede come b.c. il violone o la tiorba nel manoscritto originale di Zelenka. Boh?

Altre partiture qui
http://www.baroquemusic.it/_eng/dettaglio.cfm?ID_form=101

E va bene devo ammetterlo dannazione.

Dopo lo spaccamento di cojones con sto Zelenka , mi sono ricordato che avevo il Magnificat nell'interpretazione di Suzuki e mi sono procurato pure io i 2 dischi dello Zefiro Ensemble.

E va bene, va bene, chiedo venia - piacciono pure a me

***

Certo che come uno provava ad alzare la testa e diceva "scusate ma Haydn..." e giù 3 pag di Zelenka. "Ma... Grieg?" "No dovete sapere che Zelenka etc etc" x altre 3 pag.

Lasciatemi almeno un piccola vendetta: Barbutoooo.... le Triosonate sone incise molto bene

Pizzino x Ema: cavo arrivato - ok

pluto ha scritto:

Certo che come uno provava ad alzare la testa e diceva "scusate ma Haydn..." e giù 3 pag di Zelenka. "Ma... Grieg?" "No dovete sapere che Zelenka etc etc" x altre 3 pag.

Va a finire che t'innamori di Jan Dismas...
Specialmente se ascolti bene la Sinfonia a 8 concertanti, i Requiem, le Messe... Magari lascia da parte le Litaniae..

Finalmente riesco a sentire questo concerto a 8 con cui Ema ci ha stracciato le palle :-)



Meritava...aveva ragione!

realmassy ha scritto:
Meritava...

eh, ero convinto che ti sarebbe piaciuto. Hai poi ascoltato il Requiem in ReM?

realmassy ha scritto:Un mi tocca' Haydn Vito! Che sto facendo lo sforzo di ascoltarmi le sonate per piano di Brendel!
In realtà è molto piacevole :-) anche se ascoltarle non lo trovo così "naturale" come i quartetti!

Prendo questo tuo spunto per infrangere la sublime monotonia del "trend Zelenka" e raccontare due cose dell'Haydn tastieristico. Nell'enorme produzione per tastiera Haydn compone molte sonate (o Divertimenti, come li chiama in fase giovanile) senza alcun movimento in forma sonata (lo dicemmo qualche tempo fa con Emanuele). Frequenti i movimenti di sonata basati sulla ripetizione di un singolo "motivo", e che si affidano del tutto alla capacità interpretativa dell'esecutore, che è dobbligo tenga vivo l'interesse dell'ascoltatore inserendo variazioni o testuali, o agogiche (rallentamenti, accelerazioni del tempo, o rubati), o dinamiche, ogni qual volta deve "ripetere" una sezione della composizione come prescritto dalla partitura. In questio casi un approccio iper-fedele al testo, come quello di John McCabe può essere esiziale, anche se McCabe produce sempre un eccellente suono ed un eccellente fraseggio quando suona Haydn, ma non varia che minimamente le riprese, come da prassi neoclassica, e mai testualmente.

Di miglior rendimento in molte pagine tastieristiche di Haydn è l'approccio filologico. Stratosferica artisticamente l'integrale su Blu-Ray audio di Tom Beghin: questo fortista suonando sette diversi strumenti a tastiera d'epoca riesce nel miracolo di far sembrare vive ed attuali strutture compositive pre-sonatistiche, e di far completamente perdere all'ascoltatore la voglia di guardare l'orologio, sazio dell'ennesima ripetizione. Con Beghin ogni variazione diventa un approfondimento espressivo, un approfondimento sonoro sulla materia testuale.

In questi giorni però ho riascoltato due sonate di Haydn che sono, al di là delle capacità valorizzatrici dell'interprete, due capolavori assoluti del pianismo classico. Si tratta delle sonate Hoboken:XVI/46 e Hoboken.XVI/20 (rispettivamente la 31esima e la 33esima della sua produzione, secondo l'ordinamento della Landon, risalenti la prima a poco prima del 1770, la seconda al 1773, circa).

La Hoboken XVI:46 è in La bemolle maggiore, ed ha quattro bemolli in chiave (Mozart raggiunge un massimo di tre bemolle o diesis nelle sonate), cosa che rendeva le accordature basate sui buoni temperamenti dell'epoca particolarmente complesse. Tutti i movimenti - se in questo momento non compio una castroneria mnemonica - sono in forma sonata compreso l'ultimo costruito non come un rondo bensì come un primo movimento di sonata. Splendido il movimento centrale lento (Adagio in re bemolle maggiore), imporeziosito dagli effetti armonici della scrittura contrappuntistica, e ricco di bizzarrie il primo.



Le più belle interpretazioni che conosco di questa sonata sono o quella del suddetto Tom Beghin nell'integrale in Blu-Ray audio, o quella di Badura-Skoda su disco Arcana del 2008 (fortepiano, in abbinata poroprio ad una esecuzione della XVI:20, a mio parere però di livello inferiore a questa) o, su pianoforte, quella di Marc André Hamelin su CD Hyperion.

La Hoboken XVI:20 in do minore, se possibile, è ancora più bella della precedente, ed è uno dei capolavori del classicismo pianistico. Anche qui tre movimenti in forma sonata secondo lo schema A, A, B, A', A', con le riesposizioni molto variate già nel testo (cosa infrequente nel classicismo pre-Beethoveniano) del primo e del terzo movimento. Il problema di questa sonata è che secondo me è splendida se eseguita integralmente con tutte le ripetizioni previste (pena il crollo della forma) ma che in questo modo diventa molto lunga e per molti esecutori insostenibile in termini di risorse del fraseggio. Anche qui esemplare l'esecuzione su clavicordo (!!) di Tom Beghin, veramente splendida, seguita a ruota da quella pianistica di Alfred Brendel, entrambe del tutto integrali. Ugualmente bella quella di Andreas Staier per Deutsche Harmonia Mundi, ma a differenza delle altre due con qualche ritornello tagliato, ma secondo la metodologia che conserva comunque la struttura A, A, B, A', e quindi non distrugge del tutto la struttura del movimento e la sua simmetria (che almeno può essere intuita).







Ciao a tutti e buona prosecuzione di Zelenkiade....

Pazzoperilpianoforte ha scritto:
... seguita a ruota da quella pianistica di Alfred Brendel, entrambe del tutto integrali.

A proposito di Brendel (di cui ho solo il cofanetto Philips con 11 sonate di Haydn in lp) ... sentivo ieri la sonata il LA D 959 di Schubert.

Ho il cofanetto di 7 cd di Schiff e diversi sciolti di Lupu e Richter.
Vorrei però Brendel.
Cosa mi consigli?
ciao
Giacomo

Se mi stai chiedendo di Brendel in SChubert, risolutamente ti consiglio il suo ultimo set di registrazioni per Decca, recentemente ristampato. Siamo ai vertici delle esecuzioni schubertiane di tutti i tempi. Essendoci anche registrazioni precedenti di questi lavori eseguite da Brendel - che ti consiglio però meno - ecco la copertina del cofanetto secondo me oggi più interessante di opere per tastiera schubertiane, che ha l'unico limite della non integralità... pazienza!



La D. 959 è una sonata splendida! Una delle mie preferite.... ed anche lì l'interpretazione di Brendel è di una bellezza pazzesca!

Ciao

Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Ciao a tutti e buona prosecuzione di Zelenkiade....

Prometto che non romperò più le scatole con Zelenka, del quale penso di essermi fatta una opinione ben precisa, pur se lontanissima dalla esaustività. Ancora un paio di settimane di ascolti dell'innominabile e poi vorrei aprire con un compositore a me carissimo.

Zelenka Junior??

pluto ha scritto:Zelenka Junior??

Ti piacerebbe, eh? ora che sei diventato uno sfegatato fan del padre..

Stanotte mi ascoltavo in LP questi:







e in Cd questo (solo la 7^)




Per me bellissimi da ogni punto li guardi (vista la lunghezza del 3D non sono andato a vedere, magari ne avete già parlato in precedenza).



Pietro

Delle Sonate di Rostro e Richter ne abbiamo in effetti parlato parecchio tempo fa. Edizione straordinaria

Del Sacd della Bis con la 7a mai (che io mi ricordi). Dicci tu qualcosa Pietro...

****

Ma che è sta storia? un ammutinamento generale del forum contro Zelenka?

pluto ha scritto:
Ma che è sta storia? un ammutinamento generale del forum contro Zelenka?

..un'opportuna ritirata strategica.. ..se ho qualche quesito, sentirò lo zelenkiano..ehm..bachiano Giacomo in pvt.
Ma che nessuno nomini più l'innominabile, altrimenti si riparte..

pluto ha scritto:

Del Sacd della Bis con la 7a mai (che io mi ricordi). Dicci tu qualcosa Pietro...

Ti dico qualcosa anch'io: il ciclo di Beethoven diretto da Vanska e' il mio "moderno" preferito.

Pazzoperilpianoforte ha scritto:Se mi stai chiedendo di Brendel in SChubert, risolutamente ti consiglio il suo ultimo set di registrazioni per Decca, recentemente ristampato. Siamo ai vertici delle esecuzioni schubertiane di tutti i tempi.
Ciao

Grazie mille!
Immagino, vista la copertina, manchino le sonate "giovanili" e parta dalla D 664 o, almeno, dalla Wanderer che è del '22.

Esatto!

Brendel ha registrato una scelta di sonate anche negli anni '60 per Vox, e poi negli anni '70 per Philips. L'edizione che ti consigliavo è invece risalente agli anni '80 sempre per Philips (anche se ora marchiata DEcca, casa che ha fagocitato la Philips), e di gran lunga artisticamente la migliore delle tre.

Per Pietro:

L'edizione delle sonate per violoncello e piano Richter/Rostropovich è pazzesca, peccato manchi delle variazioni scritte da Beethoven per questi strumenti. Si tratta di uno dei due esiti più alti della discografia di queste opere (Emanuele direbbe "l'esito" più alto in assoluto), peraltro molto ricca di belle edizioni (Schiff/Perényi, Lazic/Wispelwey), assieme secondo me a quella dei due Brendel (padre e figlio). Più lirica e cameristica l'edizione dei due Brendel (dove prevale a tratti il livelo stratosferico del pianista), più "concertistica" l'edizione Richter/Rostro (dove c'è una tendenza reciproca a superarsi a vicenda ma senza che questo si trasformi in una sterile competizione sportiva).

Non conosco direttamente l'edizione della settima beethoveniana di Vanska, ma la critica ne parla come una delle migliori degli ultimi anni...