Io vorrei però ribaltare l'ottica di visione di cui parlate, che è scorretta.
Haydn è il maestro di Mozart, non uno cresciuto alla sua ombra. Non a caso era l'unico musicista che Mozart rispettasse dei suoi contemporanei, ed anzi lo chiamava "papà Haydn".
Certo, in alcune opere Mozart manifesta un salto di sensibilità che lo porta ai limiti del romanticismo. Ed in questo prelude al percorso beethoveniano. Haydn non è altrettanto avanti nel presentire questo cambio di sensibilità, la sua restando sostanzialmente settecentesca, ma anche qui con enormi sorprese espressive, a conoscerla bene. Detto questo, Haydn è uno dei grandissimi della storia della musica, e forse un pò misconosciuto per quello che è il suo reale valore.
Haydn è stato il padre della sinfonia, e tre lui e Mozart si scatenò una gara di "botta e risposta" nella composizione delle ultime meravigliose sinfonie dell'uno e dell'altro in cui ognuno acquisiva le novità dell'altro e ne rilanciava di nuove. Ma tutto il sinfonismo haydniano è splendido.
Un altro settore compositivo magistrale di Haydn è quello dei quartetti, che sono splendidi e generalmente superiori a quelli mozartiani (che pure hanno punte di notevole qualità in alcune composizioni). Anzi, è proprio Haydn che inventa la forma musicale del quartetto, che prima di lui semplicemente non esiste.
Bellissime anche molte sonate per tastiera e vari concerti, pur non essendo in questi ambiti generalmente Haydn un rivoluzionario. ma per esempio le ultime tre sonate per piano, dette londinesi, sono splendide! Quindi anche in questi ambiti c'è da pescare più che bene.
Più che nelle sonate per tastiera sola, la grandezza di Haydn è nell'ambito dei trii per pianoforte, anche questi uno dei vertici compositivi del caro Joseph.
Anche la musica Sacra di Haydn è splendida, ma non essendo io un esperto di questo ambito lascio spazio a chi ne sa più di me.
Più debole l'ambito operistico, in cui Haydn scrive opere di buona fattura ma non straordinarie. A parte l'ultima, mai rappresentata fino all'epoca moderna e rimasta incompiuta, e cioé
L'anima del filosofo, ovvero Orfeo ed Euridice, decisamente eccellente.
Il tratto peculiare di Haydn, la sua grandezza, lasciando da parte le qualità compositive, tecniche (ad esempio, alcune sue modulazioni dalla tonalità d'impianto di molte composizioni sono veramente impressionanti e del tutto nuove in epoca settecentesca), è nella capacità di fondere come nessun altro prima di lui l'ironico, il comico con la musica d'arte. In questo è maestro incontrastato. Certo, nell centinaia di composizioni non tutto è a livello stratosferico (doveva scrivere per gli Estheraza di cui rimase sempre a servizio anche tonnellate di musica per mero intrattenimento), ma questo vale anche per Mozart: se ci si inoltra nelle infinite e noiosissime paginate di cassazioni, serenate e simili, a parte qualche capolavoro, anche in Mozart ci si imbatte in musica di alta routine e basta. Era la realtà del compositore settecentesco: dover molto produrre per sbarcare il lunario, aldilà della ispirazione. Solo con Beethoven comincerà l'epoca del musicista che scrive per ispirazione e che cura il lascito artistico che concede al mondo (anche con una superiore cura dei testi a stampa, e con la nascita del problema del "diritto d'autore").
Quindi in Haydn proprio nulla del "surrogato" esiste: basta solo volerlo ascoltare senza pregiudizi, e si possono avere notevolissime sorprese.