Scusa Pavel,mi era sfuggito.
Ti rispondo con un post che avevo scritto per aprire una discussione su altro forum,senza ricevere risposte.
La discussione la avevo intitolata "Una ricerca fatta a caso".Eccolo
Sono d'accordo con Sandro Perusini e anche con Fabrizio Beretta della Faber Cable sull'importanza della geometria nei cavi,anche se io e Sandro abbiamo un approccio un pò diverso.Semplificando io sono uno che và a caso,ma mi riservo di meglio specificare in seguito,mentre Sandro,sempre semplificando,fà le misure.
Non sò invece esattamente quale sia l'approccio di Fabrizio nella progettazione dei suoi cavi.
Vorrei invece meglio specificare il mio di approccio.
Cioè,in sostanza, cosa significa andare a caso.
E qui mi tocca fare un distinguo molto fine,immagino difficile da capire se uno non prova la cosa.
E' vero come dice Sandro che è impossibile ottenere alcun risultato andando a caso.
Il fatto è però che se uno si prefigge di andare a caso non ci riesce,non nel senso che non riesce ad ottenere un risultato,cosa che ribadisco è vera per quanto possa immaginare,ma nel senso che con tutta la sua buona volontà non ci riuscirà , o meglio ci riuscirà per un breve tempo.Perchè man mano che si ottengono,o si crede di ottenere certi risultati ,viene naturale iniziare a razionalizzare e a fare collegamenti e a lasciarsi guidare da questi nell'immaginare la successiva struttura dei cavi .
E, guarda caso,pur non essendo partito dai cavi tipo Cardas,anche se per semplificare e accorciare la storia spesso la racconto così,sono arrivato senza averlo cercato ai cavi tipo Cardas,conoscendo i cavi Cardas solo di fama e non avendone fino ad allora mai ascoltato uno,perchè costavano troppo per le mie tasche e continuano ancora a farlo.
In altre parole partendo da un cavo a caso dopo un paio di anni di lavoro sono arrivato a Cardas e questo è stato per me non completamente e solo fonte di delusione (cavolo,sono arrivato in ritardo,qualcuno li ha scoperti prima di me)ma anche una papabile conferma che il percorso seguito per arrivare a Cardas,senza averlo voluto,era un buon percorso,tant'è che quel percorso l'ho proseguito andando oltre e credo raggiungendo nuove mete che soggettivamente valuto significative.
Tutto ciò per dire che non è forse del tutto esatta l'equazione "se non fai le misure,allora stai andando a caso".
O meglio questa equazione è vera se uno ha la convinzione,certamente non campata in aria,che sui cavi sappiamo tutto,ma che non sapendo risolvere matematicamente le equazioni che ci porterebbero al cavo ideale,quello coi parametri elettrici minimizzati,allora sarà inevitabile andare per tentativi in parte,ma che ciò ha solo senso se aiutati dalla valutazione delle misure ottenute di volta in volta per quanto possibile,e che cioè per quanto possibile quelle devono guidare i nostri passi.
Cosa succede se invece in questo percorso non ci facciamo aiutare dalle misure e perchè soprattutto non dovremmo farci aiutare dalle misure, come in effetti ho fatto io?
Magari perchè neanche Cardas lo sà perchè funziona la sua sezione aurea e che quindi non credo che sarei mai arrivato al cavo Cardas facendo misure.
A questo punto mi sono trovato di fronte ad un bivio laddove mi sono chiesto....
Và beh,finora mi sono divertito,ma ha senso andare avanti senza misure?
Io mi sono risposto di si,ma avrei potuto rispondermi anche di no.
Voi come vi sareste risposti?Va bene lo sò,fate come se mi aveste già risposto.
Quindi concludendo,se è vero che è impossibile portare avanti un lavoro fatto a caso,e anche vero che è impossibile fare un lavoro a caso secondo la mia esperienza,anche volendo,e questo,volendo generalizzare,ci dice qualcosa sulla nostra natura di esseri razionali,la cui razionalità non si declina credo in modo esaustivo nei termini dell'attuale metodo scientifico,che per ciò io ritengo suscettibile di nuove implementazioni che lo arricchiscano,senza però contraddirlo.
Ma ciò che è stato più significativo per me in questo lavoro è stato il rilevare come il metodo scientifico,seppur zoppo se si vuole ,per mancanza di misure,io l'ho applicato in modo naturale,nel senso che seppure ritengo di avere competenze in merito,non era mia esplicita intenzione farlo.
Cioè ciò che per me è stato più significativo è stato scoprire come il metodo scientifico sia intimamente connesso alla natura dell'uomo.E questa mi pare che non sia una cosa che si dia per scontata.
Normalmente invece questo metodo viene visto da alcuni come una manna ,donataci più o meno dal cielo,dispensatrice di più o meno verità assolute,e magari,perchè no, a nostra gloria.
Ma io credo che questo metodo è qualcosa di molto meno
e noi siamo qualcosa di molto più.
Così io credo che noi e il nostro metodo abbiamo ancora tanta strada da fare insieme.
Credere invece di essere arrivati non mi sembra utile e soprattutto non mi diverte l'idea,detto da uno che nel suo hobby cerca il suo divertimento a modo suo,senza alcun senso di dovere,e senza fare alcuna fatica che la passione non possa alleggerire.
Ciao,Sebastiano.
P.S.Adesso che l'ho riletto questo post capisco anche perchè non mi hanno risposto.
magari la prossima volta cerco di essere più chiaro.
Si capisce qualcosa?