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pluto- Hi-End Member
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Sono d'accordo Ema, va senz'altro approfondito
archigius- Vip Member
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ema49 ha scritto:
---eh no.. TU hai voluto la colta contemporanea e ora ti ascolti queste due composizioni---
Il primi due sono interessanti, ma alquanto angoscianti (specie il primo).
Il terzo è di una bruttezza indicibile.
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pluto- Hi-End Member
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archigius ha scritto:ema49 ha scritto:
---eh no.. TU hai voluto la colta contemporanea e ora ti ascolti queste due composizioni---
Il primi due sono interessanti, ma alquanto angoscianti (specie il primo).
Il terzo è di una bruttezza indicibile.
Perchè non hai letto bene il titolo del 2o brano postato da Ema: Reliquia intravista dietro un velo di lacrime. Se uno non si suicida dopo averlo ascoltato è un HIGHLANDER
Ora mi becco anche il 3o pure io. Miiiiiiii
pluto- Hi-End Member
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Dovrebbero farlo ascoltare e vedere ai Kobe Beef. Mi sa che verrebbe la diarrea pure a loro
Non sono riuscito ad andare oltre Funiculì Funiculà
Però ragazzi così sembra che prendiamo in giro Carlo , che invece aveva postato tutt'altra musica. E' quel perfido Barbuto Siciliano che ci mette sulla cattiva strada. Lui non vede l'ora che gli si chieda qualcosa della Passione di Matteo... No non ti chiedo nulla
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Però ragazzi così sembra che prendiamo in giro Carlo , che invece aveva postato tutt'altra musica. E' quel perfido Barbuto Siciliano che ci mette sulla cattiva strada. Lui non vede l'ora che gli si chieda qualcosa della Passione di Matteo... No non ti chiedo nulla
ema49- Musicofilo
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pluto ha scritto:Dovrebbero farlo ascoltare e vedere ai Kobe Beef. Mi sa che verrebbe la diarrea pure a loro
Non sono riuscito ad andare oltre Funiculì Funiculà
Però ragazzi così sembra che prendiamo in giro Carlo , che invece aveva postato tutt'altra musica. E' quel perfido Barbuto Siciliano che ci mette sulla cattiva strada. Lui non vede l'ora che gli si chieda qualcosa della Passione di Matteo... No non ti chiedo nulla
No, non è così, mi sono spiegato male. Avete idea di quanti film abbiano colonne sonore che riprendono brani di colta contemporanea? Tanti..eppure quella musica non disturba affatto, tutt'altro. E', a mio parere, una nuova arte che avanza: quella della multimedialità e dell'interattività, come dicevo. In tale contesto tale musica costituisce l'oggi reale. E' una musica a programma, ove il programma è il quotidiano e, come tale, da noi non percepito. Non è musica fine a sè stessa, finalizza il proprio scopo...e per questo, a mio parere, DEVE interagire con la vista (film, teatro..), il tatto, il disegno, il movimento (danza o anche semplici mosse).
Pertanto nessuna presa in giro, un minimo di conoscenza proprio non guasta, indipendentemente dal fatto che piaccia o no.
Ultima modifica di ema49 il Gio Mag 19 2011, 16:43 - modificato 1 volta.
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Io ho una opinione del tutto soggettiva ma sincera su questa musica:.... preferisco vivere .....
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ema49- Musicofilo
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Pazzoperilpianoforte ha scritto:Io ho una opinione del tutto soggettiva ma sincera su questa musica:.... preferisco vivere .....
se ti legge mia figlia la tua sigla sarà l'acronimo di "pezzi per il pianoforte"..la sua specializzazione è proprio l'arte multimediale e per questo è molto interessata alla contemporanea..
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archigius- Vip Member
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ema49 ha scritto:
se ti legge mia figlia la tua sigla sarà l'acronimo di "pezzi per il pianoforte"..la sua specializzazione è proprio l'arte multimediale e per questo è molto interessata alla contemporanea..
Io mi associo a PPP, preferisco le arti intese nel senso tradizionale rispetto a quelle mutimediali...
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carlo- Member
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ema49 ha scritto:pluto ha scritto:Allora hai fatto anche un tu un piccolo peccato di vanità... perdonato
Oggi mi rippo questo dischetto - mi sa che a Ema non dovrebbe dispiacere
Mica male come trittico solista direttore orchestra. Difficile trovare di meglio eh?
eh no.. TU hai voluto la colta contemporanea e ora ti ascolti queste due composizioni:
La caratteristica che salta subito alle orecchie è il cosiddetto ritmo anapestico, ostinato, pulsante. Molte composizioni contemporanee presentano questa caratteristica. Nulla di nuovo..il ritmo anapestico risale (forse) a migliaia di anni fa, sicuramente lo ritroviamo in Bach (Brandeburghese n.3, I° movimento, Cantata 142 -mi sembra- che già una volta postai e che piacque molto a Vito...etc), ripreso da altri compositori a man bassa (Orff nei suoi Carmina Burini..non è un refuso).
Certo bisogna cercare di capirla, la colta contemporanea...se ancora esiste come tale o piuttosto non sia diventata un'arte multimediale, performativa e interattiva, come dimostra questo video (musica di Sergio Pallante, tra i compositori inseriti nel cd consigliato da Carlo..così come Vaglini)
http://vimeo.com/12919405
ascoltalo e guardalo tutto, se vuoi capire cosa intendo dire.. ricordati poi le performances (NON la musica) di Cage..
Sciarrino mi piace molto: la sua quarta sonata è ancora più estrema quanto ad ossessività ritmica e densità sonora. Ma è anche capace di giochi mimetici molto raffinati
https://www.youtube.com/watch?v=Xhkt3GJpg5E
o anche di rarefazioni sonore estreme
https://www.youtube.com/watch?v=mIg6wu14ZUo
Il secondo pezzo dimostra quanto oggi con la musica "colta" si possa dire tutto ed il contrario di tutto... quel pezzo se fosse uscito dalla mente qualche visionario di fine '800 non sarebbe fuori posto
Il terzo pezzo più che Cage mi ricorda più immediatamente gli aspetti di poliritmia del Ligeti dei 100 metronomi
https://www.youtube.com/watch?v=QCp7bL-AWvw
(e più in generale tutto il Ligeti degli etudes per piano).
Comunque il discorso che fai tu sulla necessità di abbinamento fra suono ed immagine per la musica di oggi è molto interessante.
(comunque giusto per la cronaca, ora sto ascoltando Mendelssohn)
Ciao
C
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Carlo ti vorrei dare un suggerimento per incorporare i video di YOUTUBE nei tuoi post: invece di cliccare il simbolo del link, clicca il simbolo del filmato sulla pellicola, e poi inserisci l'indirizzo della pagina: in questo modo nella schermata del forum si vede la prima schermata del video.... a me sembra più piacevole da vedersi.
Grazie
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ema49- Musicofilo
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carlo ha scritto:
Sciarrino mi piace molto: la sua quarta sonata è ancora più estrema quanto ad ossessività ritmica e densità sonora. Ma è anche capace di giochi mimetici molto raffinati
https://www.youtube.com/watch?v=Xhkt3GJpg5E
o anche di rarefazioni sonore estreme
https://www.youtube.com/watch?v=mIg6wu14ZUo
Il secondo pezzo dimostra quanto oggi con la musica "colta" si possa dire tutto ed il contrario di tutto... quel pezzo se fosse uscito dalla mente qualche visionario di fine '800 non sarebbe fuori posto
Il terzo pezzo più che Cage mi ricorda più immediatamente gli aspetti di poliritmia del Ligeti dei 100 metronomi
https://www.youtube.com/watch?v=QCp7bL-AWvw
(e più in generale tutto il Ligeti degli etudes per piano).
Comunque il discorso che fai tu sulla necessità di abbinamento fra suono ed immagine per la musica di oggi è molto interessante.
(comunque giusto per la cronaca, ora sto ascoltando Mendelssohn)
Ciao
C
Ligeti: splendida PERFORMANCE in chiave moderna della Sinfonia degli addii di Haydn supportata da una buona regia. Questa è la mia impressione al primo ascolto..
Sciarrino: conosco abbastanza bene "Una immagine.di Arpocrate". Diverse composizioni di Sciarrino, ma anche di molti contemporanei, si avvalgono di un estremo puntillismo sonoro. Non conoscevo il primo pezzo da te postato. Mi sembra il meno significativo.
Suono - immagini -voce recitante - danza o mimetismo facciale - interazione attiva e complice col pubblico - scenografia: arte multimediale nella quale si nasconde e si realizza la contemporanea, a mio avviso. Ma non sono un esperto..
Cosa ascolti di Mendelssohn? Se hai i miei stessi gusti: Ottetto, i due trii, concerto per vl..
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ema49- Musicofilo
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archigius ha scritto:
Io mi associo a PPP, preferisco le arti intese nel senso tradizionale rispetto a quelle mutimediali...
mi astengo.. ..grave conflitto di interessi..
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Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Io non disprezzo le recenti arti multimediali, ma non posso fare a meno di considerarle inferiori come interesse alle migliori espressioni musicali del '700 e dell'800.
Così come succede per parte della musica di circostanza seicentesca, mi sembra che qui siamo più sull'intrattenimento pubblico (non per questo frivolo, ma ciò nonostante non necessariamente ripetibile) che non nel campo dell'arte che continua ad avere valore nel tempo.
Ma questo potranno dirlo meglio di noi le generazioni future....
Così come succede per parte della musica di circostanza seicentesca, mi sembra che qui siamo più sull'intrattenimento pubblico (non per questo frivolo, ma ciò nonostante non necessariamente ripetibile) che non nel campo dell'arte che continua ad avere valore nel tempo.
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ema49- Musicofilo
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Pazzoperilpianoforte ha scritto:Io non disprezzo le recenti arti multimediali, ma non posso fare a meno di considerarle inferiori come interesse alle migliori espressioni musicali del '700 e dell'800.
Così come succede per parte della musica di circostanza seicentesca, mi sembra che qui siamo più sull'intrattenimento pubblico (non per questo frivolo, ma ciò nonostante non necessariamente ripetibile) che non nel campo dell'arte che continua ad avere valore nel tempo.
Ma questo potranno dirlo meglio di noi le generazioni future....
già su Cage si è scatenata una infinita discussione da queste parti..io pertanto..
Piuttosto, non ci dovevi parlare del primo (secondo) concerto di Beethoven?
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...e del nono di Mozart (K271, Jeunehomme, come viene - per alcuni erroneamente - denominato). Mi riservo di farlo presto, ma non ho ancora trovato modo di un attimo di tempo continuato da passare al PC....
LO spunto del riascolto dell'uno e dell'altro concerto è venuto dall'acquisto di questo disco:
...devo dire in buona parte deludente, nonostante le buone premesse..... ma spero di avere agio di raccontarvi tra stasera e domani.
Ciao
LO spunto del riascolto dell'uno e dell'altro concerto è venuto dall'acquisto di questo disco:
...devo dire in buona parte deludente, nonostante le buone premesse..... ma spero di avere agio di raccontarvi tra stasera e domani.
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Pazzoperilpianoforte ha scritto:...e del nono di Mozart (K271, Jeunehomme, come viene - per alcuni erroneamente - denominato). Mi riservo di farlo presto, ma non ho ancora trovato modo di un attimo di tempo continuato da passare al PC....
LO spunto del riascolto dell'uno e dell'altro concerto è venuto dall'acquisto di questo disco:
...devo dire in buona parte deludente, nonostante le buone premesse..... ma spero di avere agio di raccontarvi tra stasera e domani.
Ciao
Son difficili i concerti di Mozart, tu cosa suggerisci?
Ciao
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Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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carlo ha scritto:
Son difficili i concerti di Mozart, tu cosa suggerisci?
Ciao
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Ecco Carlo, hai detto quanto va detto. Apparentemente semplici i concerti per piano di Mozart, sono in realtà interpretativamente non facili da districare, sia pianisticamente che orchestralmente. E poi c'è anche il dubbio pianoforte moderno/fortepiano, prassi antica oppure no.
SEcondo me occorre partire da un presupposto sempre vero quando si parla di integrali e particolarmente vero per una integrale dei concerti mozartiani: non esiste nessuna integrale che riesca ad essere ugualmente valida in tutti i concerti.
Detto questo, penso mi limiterò a dare consigli - del tutto soggettivi - per l'ascolto del concerto K271, appunto.... ma ci risentiamo stasera....
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realmassy- Hi-End Member
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Urca, me lo hai stroncato!Pazzoperilpianoforte ha scritto:...e del nono di Mozart (K271, Jeunehomme, come viene - per alcuni erroneamente - denominato). Mi riservo di farlo presto, ma non ho ancora trovato modo di un attimo di tempo continuato da passare al PC....
LO spunto del riascolto dell'uno e dell'altro concerto è venuto dall'acquisto di questo disco:
...devo dire in buona parte deludente, nonostante le buone premesse..... ma spero di avere agio di raccontarvi tra stasera e domani.
Ciao
A me e' piaciuto parecchio..sono curioso di conoscere le tue impressioni
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Scritto all'inizio del 1777, Il concerto K271 di Mozart è famoso soprattutto per il movimento centrale, un Andantino che recepisce in pieno la temperie espressiva dello Sturm und Drang (ricordate ad esempio "I dolori del giovane Werther" di Goethe? E' del 1775) ed è una splendida e patetica aria strumentale con accompagnamento d'orchestra.
Come tutti i concerti dell'epoca, il concerto per pianoforte in questione è in tre movimenti: si apre con un Allegro (una sorta di movimento di "presentazione" del solista e delle sue capacità tecniche ed espressive, in tempo brillante), segue con l'Andantino suddetto (il movimento "lento" del concerto, dove il solista mette in mostra le sue capacità di approfondimento lirico/patetico, la sua espressione), e termina con un Rondeau. Presto di tratto nettamente virtuosistico (che è il "fuoco di artificio" con cui il solista si congeda, impressionandolo per brillantezza e virtuosismo, dal pubblico). Il concerto per strumento solista ed orchestra è pensato per l'esecuzione pubblica, ed è quindi un genere "pubblico" come il genere sinfonico, e diverso quindi come tono dai generi cameristici. E proprio per questo fruibile facilmente a tutti, quindi indicato anche per i "novizi" ascoltatori del genere classico.
Ci sono vari particolari che rendono questo concerto nuovo rispetto alla tradizione: ad esempio, il Rondeau è interrotto nella sua sezione centrale da un liricissimo minuetto, che quindi contrasta per espressione con il virtuosismo che lo precede e lo segue, che è anche singolare per il rapporto timbrico tra solista ed orchestra (archi in pizzicato e con sordina). Un'altra particolarità è ad esempio che il solista entra nel primo movimento prima che l'orchestra abbia terminato di presentare il primo tema (diciamo il primo motivo) del movimento, come tradizionalmente succedeva. Allo stesso modo al termine di questo movimento, dopo aver eseguito la cadenza che dovrebbe porre fine agli interventi del solista, il pianoforte interviene nuovamente. Questo fuoriuscire del pianoforte da un rapporto vincolante con l'orchestra di supremazia, e l'andare verso un rapporto di parità ed integrazione è uno dei tratti salienti dei concerti di Mozart.
Vi dicevo che ho ascoltato l'esecuzione di questo concerto, recentissima, che ne dà Brautigam su un disco BIS (un SACD ibrido, leggibile anche dai CD BIS SACD1794), con la direzione di Willens, e l'orchestra Die Kolner Akademie. Edizione non entusiasmante a mio parere, di alta routine ma poco emozionante. Il tempo staccato per l'Allegro è veramente veloce, il pianismo leggerissimo, brillante, ma un pò esile, elegante ma un pò viziato da certa mancanza di varietà timbrica, ma anche da una certa frettolosità: Brautigam non si spende molto in fraseggio, cerca di colpire con la scioltezza e la vivacità, ma il risultato è inevitabile tenda a risultare frettoloso. Nell'Andantino l'orchestra è validissima, il tempo giustamente indugiante, l'atmosfera veramente giusta, e come si usa nelle orchestre barocche con poco "legato". Il problema è che a Brautigam manca una vera ricchezza di colori sul fortepiano, ed il risultato timbricamente non è molto diverso rispetto a quello del primo movimento per quanto riguarda l'espressività dello strumento solista, che continua a suonare brillantissimo e solo qui e lì meno brillante come timbro rispetto al primo movimnto. Manca il canto del solista, manca una vera pateticità. Lo iato rispetto all'espressività dell'orchestra e la sua drammaticità non è irrilevante. Brautigam non riesce nemmeno ad usare il rubato per introdurre risvolti lirici nell'esecuzione ed ha un modo di eseguire l'ornamentazione che non lo aiuta a fini patetici, non varia punto la dinamica, e solo nel finale del movimento sfrutta la sordina che sul fortepiano permette (tenendola sollevata) un bellissimo effetto di allontanamento del suono e di risonanza della cassa armonica. Inoltre qui e lì tende a correre e mai ad indugiare. Insomma, è indiscutibilmente frigido. Il movimento migliore è quello finale, giusto come tempo e risolto in chiave virtuosistica, ma si tratta di una liliale brillantezza che già ci aveva preannunciato, identica, il primo movimento di questa esecuzione. Molto bello il minuetto centrale, con notevole lirismo ottenuto - qui oculatamente - con l'effetto di sordina di cui vi ho detto sopra. Insomma: solo il terzo movimento è veramente centrato, e si resta col dubbio anche che timbricamente la registrazione sia un pò schiarita, cosa che secondo me non favorisce affatto l'esito complessivo.
Senza farvi un racconto infinito delle registrazioni a mio parere più valide di questo concerto, se preferite il pianoforte, io vi consiglierei ancora oggi l'esecuzione di Brendel del 1978 con la direzione di Marriner per Philips (orchestra Academy of St. Martin in The Fields). Marriner non è straordinario per slancio del primo o del terzo movimento, ma nel secondo movimento - staccato ad un tempo giustamente lento - si respira già un'aria che presagisce il futuro Don Giovanni mozartiano e le inquietudini romantiche (pur senza far gridare al miracolo). Ma soprattutto Brendel coglie magnificamente il pianismo vitale ma elegante, mordente e leggero ma non frivolo del Mozart del primo movimento (e nella cadenza introduce anche pregevoli screziature liriche), si tiene magnificamente in bilico nel secondo movimento tra espressione pre-romantica e leggerezza malinconica settecentesca, e solo nel terzo movimento è ad un livello inferiore: sempre molta eleganza ma il suo pianismo nega il vero effetto virtuosistico, che invece è la natura stessa del Rondeau in un concerto. Ve la faccio sentire per intera questa registrazione, che non risente quanto si penserebbe dei suoi anni.
Purtroppo la regitrazione in questione di questo concerto non è acquistabile in un unico CD ma solo nella integrale dei concerti degli stessi interpreti, peraltro ancora oggi tra quelle più consigliabili al pianoforte, per la buona qualità interpretativa generale (fermo restando quanto detto un post fa).
In alternativa su pianoforte moderno esisterebbe anche la buona interpretazione di Schiff e Vegh di questo concerto, più attenta ai dettami filologici di questa, ma anch'essa rintracciabile solo in cofanetto coi concerti completi ed ad un costo doppio rispetto al box Philips (60 euro contro poco più di 30). Non mi fa invece impazzire il Mozart concertistico di Perahia (peraltro buonissimo) né quello di Zacharias (idem): ne scaturisce un Mozart equilibratissimo, centellinato nelle sonorità, mai troppo drammatico, mai troppo patetico, mai troppo brillante, mai troppo mordente, mai troppo veloce, mai troppo lento, e sempre e continuamente mai abbastanza significativo in nessuna di questi momenti espressivi. MOlti troveranno in questo Mozart equilibratissimo un modello inarrivabile: io in caso di concerti come quello in esame lo considero prossimo al noioso, ma potrebbe ben trattarsi di un problema tutto mio...
Le registrazioni più belle però di questo concerto a mio parere sono su fortepiano e orchestre barocche.
La mia prima scelta è quella di Andràs Staier con l'orchestra Concerto Koln (inclusa in un cofanetto Teldec con sonate di Clementi e concerti di Salieri, Steffan, Mozart, Field)
Peccato non possa farvi ascoltare questa registrazione del 1995: nonostante Staier diriga anche l'orchestra qui non si assiste ad una prestazione, come spesso in simili casi, deficitaria della stessa. Anzi, il Concerto Koln è straordinario, impressionante per bellezza dui suono esicurezza. Inoltre sia Staier che l'orchestra tendono ad un Mozart adulto, virile, senza sdilinquimenti e settecento da porcellana di Capodimonte. Oltretutto Staier suona una copia di un Walter del 1785 da suono molto corposo e per niente filiforme. Ne sortisce, un Mozart che ricorda, per il piglio e l'energia (anche a tratti marziale nel primo movimento), alcune interpretazioni mozartiane di Kertesz, cosa che per quanto mi riguarda è un enorme complimento. Nel secondo movimento L'orchestra è veramente sorprendente per bellezza di suono, e Staier pur anch'egli non ottenendo dal fortepiano un suono timbricamente molto difforme dal movimento precedente è fantastico nel recuperare patetismo tramite indugi ritmici (splendido il gioco di rallentamenti ed accelerazioni rispetto al tempo ovviamente più regolare dll'orchestra), una grande varietà dinamica (notevole su fortepiano) ed un uso molto fantasioso e non occasionale della sordina. Strepitoso il virtuosismo del movimento finale. Il minuetto è un movimento di danza leggero e spensierato, ricco di serena bellezza senza mai rinunciare al mordente, ed anche ad una certa tal qual asciutta severità. A mio parere prima scelta assoluta.
In subordine a questa scelta, e complessivamente di livello paragonabile all'edizione di Brendel, ci sono le interrpetazioni fortepianistiche di Badura Skoda e Van Immerseel.
Il disco di Badura Skoda è questo (finalmente un singolo disco!):
Registrazione molto ravvicinata, orchestra Musica Florea ridotta all'osso, piuttosto scolastica nel primo movimento, apprezzabile nel resto. Sensazionale però Badura Skoda: se sul pianoforte a mio parere BS non emerge rispetto a molti altri pianisti ed offre interpretazioni di alta routine, la colloquialità del suo fraseggio mozartiano sul fortepiano - nel primo movimento - è soggiogante, e non nasconde un maggior piglio nelle zone più gravi della partitura del solista e maggiore teatralità (la cadenza è bellissima, attaccata con slancio quasi marziale, e poi addolcita in un lirismo incantevole) rispetto al ventaglio espressivo ridotto di un Brautigam. Badura Skoda è poi superbo nel secondo movimento per colore strumentale e fraseggio, veramente cantabile e cantante. Siamo forse più prossimi al romanticismo di quanto lo sia lo stesso Brendel (non preannunciamo il Don Giovanni, ne siamo già quasi oltre), ma il livello espressivo è imparagonabile a quello di Brautigam, nel senso di infinitamente superiore: stiamo ascoltando un'aria patetica proto-romantica per soprano ed orchestra. Nel Rondeau l'orchestra è buona ma un pò priva di mordente. BS non ha il virtuosismo di Brautigam o Staier ma riesce a dare una valenza improvvisatoria all'esecuzione utilizzando fraseggio comico, clownesco e variazioni buffe, imprevedibili. Il fuoco d'artificio di questo movimento per Badura Skoda non è virtuosistico ma comico, espressivo (certo, si tratta di fare di necessità virtù, ma che fantasia!). Il minuetto è inquadrato con un lirismo non patetico, ma giocoso, da Commedia dell'Arte (Pulcinella fa la serenata a Colombina). Complessivamente interpretazione molto riuscita, pur con la seduzione limitata (ma sempre corretta) dell'orchestra. Evitare invece, come dicevo sopra, il Badura Skoda pianistico, rispetto a quello fortepianistico enormemente meno fantasioso ed espressivo.
Ultima mia preferenza, la registrazione di Jos van Immerseel e l'orchestra Anima Eterna, anch'essa purtroppo contenuta nell'integrale (pur se dovrebbero essere disponibili anche i dischi isolati) regitrati per Channel Classics. Registrazione inoltre tra le più belle con strumenti antichi:
IN questa edizione l'Allegro non è molto distante dall'approccio di Brautigam ma il tempo e l'espressione sono meno tarantolati, la brillantezza non è ridoliniana: van Immerseel riesce ad essere settecentesco, brillante e leggero senza essere incipriato e fatuo. Inoltre sfrutta ampiamente la dinamica permessa dal fortepiano. Orchestra validissima, ma con qualche inevitabile meccanicità tipica dell adirezione del solista. L'Andantino è estremamente lento, tra i più lenti da me ascoltati: l'espressione è molto bella e van Immerseel sfrutta a fondo e per esteso nel movimento la sordina. Corre però qui e là il rischio (non sempre evitato) di perdere di coesione espressiva per eccessiva lentezza dei tempi. IL Rondeau non è attaccato virtuosisticamente ma con eleganza (come Badura Skoda, come Brendel) ma è singolare notare come l'approccio al Minuetto è identico a quello di Brautigam, che evidentemente si è ispirato al predecessore (questa registrazione è del 1990) per la sua registrazione. Qui il lirismo di questa sezione, però, non è da opera buffa (Badura Skoda) ma da opera seria. Bellissima la cadenza conclusiva.
Mi dispiace avervi fatto ascoltare solo l'esecuzione di Brendel (youTube è tiranno) ma spero che almeno il concerto di Mozart vi abbia intrigato. Se non volete acquistare alcuna integrale dei concerti al momento, il disco di Badura Skoda è comprabile senza remore e di alto valore esecutivo, pur se privo di effetti speciali legati alla registrazione o all'orchestra. Ma c'è molto più Mozart in quel disco che nel patinato mondo della Bis in SACD con Brautigam, secondo me.
Ascoltando questo concerto, mi è venuto in mente il concerto opera 19 di Beethoven (soprattutto per certo lirismo del secondo movimento, pur certo lontano dallo Sturm und Drang): primo in ordine di composizione(1794-95), ma secondo in ordine di pubblicazione, risente molto del mondo mozartiano a differenza del concerto opera 15 e dei tre successivi. Certo che i diciassette anni trascorsi dal K271 di Mozart si sentono, ma forse a tratti meno di quanto ci si aspetterebbe (e ancor meno se si prendono a riferimento gli ultimi concerti mozartiani - il primo movimento è molto debitore del primo nel concerto K466 mozartiano - e/o la sola parte pianistica). Cercando una registrazione integrale su You-TUbe valida, ho trovato una delle esecuzioni di questo concerto che amo di più: vi lascio con questa esecuzione, e nel prossimo post vi darò i miei - umili e senza pretesa di esaustività ed assolutezza - consigli per gli acquisti.
Ciao!
Come tutti i concerti dell'epoca, il concerto per pianoforte in questione è in tre movimenti: si apre con un Allegro (una sorta di movimento di "presentazione" del solista e delle sue capacità tecniche ed espressive, in tempo brillante), segue con l'Andantino suddetto (il movimento "lento" del concerto, dove il solista mette in mostra le sue capacità di approfondimento lirico/patetico, la sua espressione), e termina con un Rondeau. Presto di tratto nettamente virtuosistico (che è il "fuoco di artificio" con cui il solista si congeda, impressionandolo per brillantezza e virtuosismo, dal pubblico). Il concerto per strumento solista ed orchestra è pensato per l'esecuzione pubblica, ed è quindi un genere "pubblico" come il genere sinfonico, e diverso quindi come tono dai generi cameristici. E proprio per questo fruibile facilmente a tutti, quindi indicato anche per i "novizi" ascoltatori del genere classico.
Ci sono vari particolari che rendono questo concerto nuovo rispetto alla tradizione: ad esempio, il Rondeau è interrotto nella sua sezione centrale da un liricissimo minuetto, che quindi contrasta per espressione con il virtuosismo che lo precede e lo segue, che è anche singolare per il rapporto timbrico tra solista ed orchestra (archi in pizzicato e con sordina). Un'altra particolarità è ad esempio che il solista entra nel primo movimento prima che l'orchestra abbia terminato di presentare il primo tema (diciamo il primo motivo) del movimento, come tradizionalmente succedeva. Allo stesso modo al termine di questo movimento, dopo aver eseguito la cadenza che dovrebbe porre fine agli interventi del solista, il pianoforte interviene nuovamente. Questo fuoriuscire del pianoforte da un rapporto vincolante con l'orchestra di supremazia, e l'andare verso un rapporto di parità ed integrazione è uno dei tratti salienti dei concerti di Mozart.
Vi dicevo che ho ascoltato l'esecuzione di questo concerto, recentissima, che ne dà Brautigam su un disco BIS (un SACD ibrido, leggibile anche dai CD BIS SACD1794), con la direzione di Willens, e l'orchestra Die Kolner Akademie. Edizione non entusiasmante a mio parere, di alta routine ma poco emozionante. Il tempo staccato per l'Allegro è veramente veloce, il pianismo leggerissimo, brillante, ma un pò esile, elegante ma un pò viziato da certa mancanza di varietà timbrica, ma anche da una certa frettolosità: Brautigam non si spende molto in fraseggio, cerca di colpire con la scioltezza e la vivacità, ma il risultato è inevitabile tenda a risultare frettoloso. Nell'Andantino l'orchestra è validissima, il tempo giustamente indugiante, l'atmosfera veramente giusta, e come si usa nelle orchestre barocche con poco "legato". Il problema è che a Brautigam manca una vera ricchezza di colori sul fortepiano, ed il risultato timbricamente non è molto diverso rispetto a quello del primo movimento per quanto riguarda l'espressività dello strumento solista, che continua a suonare brillantissimo e solo qui e lì meno brillante come timbro rispetto al primo movimnto. Manca il canto del solista, manca una vera pateticità. Lo iato rispetto all'espressività dell'orchestra e la sua drammaticità non è irrilevante. Brautigam non riesce nemmeno ad usare il rubato per introdurre risvolti lirici nell'esecuzione ed ha un modo di eseguire l'ornamentazione che non lo aiuta a fini patetici, non varia punto la dinamica, e solo nel finale del movimento sfrutta la sordina che sul fortepiano permette (tenendola sollevata) un bellissimo effetto di allontanamento del suono e di risonanza della cassa armonica. Inoltre qui e lì tende a correre e mai ad indugiare. Insomma, è indiscutibilmente frigido. Il movimento migliore è quello finale, giusto come tempo e risolto in chiave virtuosistica, ma si tratta di una liliale brillantezza che già ci aveva preannunciato, identica, il primo movimento di questa esecuzione. Molto bello il minuetto centrale, con notevole lirismo ottenuto - qui oculatamente - con l'effetto di sordina di cui vi ho detto sopra. Insomma: solo il terzo movimento è veramente centrato, e si resta col dubbio anche che timbricamente la registrazione sia un pò schiarita, cosa che secondo me non favorisce affatto l'esito complessivo.
Senza farvi un racconto infinito delle registrazioni a mio parere più valide di questo concerto, se preferite il pianoforte, io vi consiglierei ancora oggi l'esecuzione di Brendel del 1978 con la direzione di Marriner per Philips (orchestra Academy of St. Martin in The Fields). Marriner non è straordinario per slancio del primo o del terzo movimento, ma nel secondo movimento - staccato ad un tempo giustamente lento - si respira già un'aria che presagisce il futuro Don Giovanni mozartiano e le inquietudini romantiche (pur senza far gridare al miracolo). Ma soprattutto Brendel coglie magnificamente il pianismo vitale ma elegante, mordente e leggero ma non frivolo del Mozart del primo movimento (e nella cadenza introduce anche pregevoli screziature liriche), si tiene magnificamente in bilico nel secondo movimento tra espressione pre-romantica e leggerezza malinconica settecentesca, e solo nel terzo movimento è ad un livello inferiore: sempre molta eleganza ma il suo pianismo nega il vero effetto virtuosistico, che invece è la natura stessa del Rondeau in un concerto. Ve la faccio sentire per intera questa registrazione, che non risente quanto si penserebbe dei suoi anni.
Purtroppo la regitrazione in questione di questo concerto non è acquistabile in un unico CD ma solo nella integrale dei concerti degli stessi interpreti, peraltro ancora oggi tra quelle più consigliabili al pianoforte, per la buona qualità interpretativa generale (fermo restando quanto detto un post fa).
In alternativa su pianoforte moderno esisterebbe anche la buona interpretazione di Schiff e Vegh di questo concerto, più attenta ai dettami filologici di questa, ma anch'essa rintracciabile solo in cofanetto coi concerti completi ed ad un costo doppio rispetto al box Philips (60 euro contro poco più di 30). Non mi fa invece impazzire il Mozart concertistico di Perahia (peraltro buonissimo) né quello di Zacharias (idem): ne scaturisce un Mozart equilibratissimo, centellinato nelle sonorità, mai troppo drammatico, mai troppo patetico, mai troppo brillante, mai troppo mordente, mai troppo veloce, mai troppo lento, e sempre e continuamente mai abbastanza significativo in nessuna di questi momenti espressivi. MOlti troveranno in questo Mozart equilibratissimo un modello inarrivabile: io in caso di concerti come quello in esame lo considero prossimo al noioso, ma potrebbe ben trattarsi di un problema tutto mio...
Le registrazioni più belle però di questo concerto a mio parere sono su fortepiano e orchestre barocche.
La mia prima scelta è quella di Andràs Staier con l'orchestra Concerto Koln (inclusa in un cofanetto Teldec con sonate di Clementi e concerti di Salieri, Steffan, Mozart, Field)
Peccato non possa farvi ascoltare questa registrazione del 1995: nonostante Staier diriga anche l'orchestra qui non si assiste ad una prestazione, come spesso in simili casi, deficitaria della stessa. Anzi, il Concerto Koln è straordinario, impressionante per bellezza dui suono esicurezza. Inoltre sia Staier che l'orchestra tendono ad un Mozart adulto, virile, senza sdilinquimenti e settecento da porcellana di Capodimonte. Oltretutto Staier suona una copia di un Walter del 1785 da suono molto corposo e per niente filiforme. Ne sortisce, un Mozart che ricorda, per il piglio e l'energia (anche a tratti marziale nel primo movimento), alcune interpretazioni mozartiane di Kertesz, cosa che per quanto mi riguarda è un enorme complimento. Nel secondo movimento L'orchestra è veramente sorprendente per bellezza di suono, e Staier pur anch'egli non ottenendo dal fortepiano un suono timbricamente molto difforme dal movimento precedente è fantastico nel recuperare patetismo tramite indugi ritmici (splendido il gioco di rallentamenti ed accelerazioni rispetto al tempo ovviamente più regolare dll'orchestra), una grande varietà dinamica (notevole su fortepiano) ed un uso molto fantasioso e non occasionale della sordina. Strepitoso il virtuosismo del movimento finale. Il minuetto è un movimento di danza leggero e spensierato, ricco di serena bellezza senza mai rinunciare al mordente, ed anche ad una certa tal qual asciutta severità. A mio parere prima scelta assoluta.
In subordine a questa scelta, e complessivamente di livello paragonabile all'edizione di Brendel, ci sono le interrpetazioni fortepianistiche di Badura Skoda e Van Immerseel.
Il disco di Badura Skoda è questo (finalmente un singolo disco!):
Registrazione molto ravvicinata, orchestra Musica Florea ridotta all'osso, piuttosto scolastica nel primo movimento, apprezzabile nel resto. Sensazionale però Badura Skoda: se sul pianoforte a mio parere BS non emerge rispetto a molti altri pianisti ed offre interpretazioni di alta routine, la colloquialità del suo fraseggio mozartiano sul fortepiano - nel primo movimento - è soggiogante, e non nasconde un maggior piglio nelle zone più gravi della partitura del solista e maggiore teatralità (la cadenza è bellissima, attaccata con slancio quasi marziale, e poi addolcita in un lirismo incantevole) rispetto al ventaglio espressivo ridotto di un Brautigam. Badura Skoda è poi superbo nel secondo movimento per colore strumentale e fraseggio, veramente cantabile e cantante. Siamo forse più prossimi al romanticismo di quanto lo sia lo stesso Brendel (non preannunciamo il Don Giovanni, ne siamo già quasi oltre), ma il livello espressivo è imparagonabile a quello di Brautigam, nel senso di infinitamente superiore: stiamo ascoltando un'aria patetica proto-romantica per soprano ed orchestra. Nel Rondeau l'orchestra è buona ma un pò priva di mordente. BS non ha il virtuosismo di Brautigam o Staier ma riesce a dare una valenza improvvisatoria all'esecuzione utilizzando fraseggio comico, clownesco e variazioni buffe, imprevedibili. Il fuoco d'artificio di questo movimento per Badura Skoda non è virtuosistico ma comico, espressivo (certo, si tratta di fare di necessità virtù, ma che fantasia!). Il minuetto è inquadrato con un lirismo non patetico, ma giocoso, da Commedia dell'Arte (Pulcinella fa la serenata a Colombina). Complessivamente interpretazione molto riuscita, pur con la seduzione limitata (ma sempre corretta) dell'orchestra. Evitare invece, come dicevo sopra, il Badura Skoda pianistico, rispetto a quello fortepianistico enormemente meno fantasioso ed espressivo.
Ultima mia preferenza, la registrazione di Jos van Immerseel e l'orchestra Anima Eterna, anch'essa purtroppo contenuta nell'integrale (pur se dovrebbero essere disponibili anche i dischi isolati) regitrati per Channel Classics. Registrazione inoltre tra le più belle con strumenti antichi:
IN questa edizione l'Allegro non è molto distante dall'approccio di Brautigam ma il tempo e l'espressione sono meno tarantolati, la brillantezza non è ridoliniana: van Immerseel riesce ad essere settecentesco, brillante e leggero senza essere incipriato e fatuo. Inoltre sfrutta ampiamente la dinamica permessa dal fortepiano. Orchestra validissima, ma con qualche inevitabile meccanicità tipica dell adirezione del solista. L'Andantino è estremamente lento, tra i più lenti da me ascoltati: l'espressione è molto bella e van Immerseel sfrutta a fondo e per esteso nel movimento la sordina. Corre però qui e là il rischio (non sempre evitato) di perdere di coesione espressiva per eccessiva lentezza dei tempi. IL Rondeau non è attaccato virtuosisticamente ma con eleganza (come Badura Skoda, come Brendel) ma è singolare notare come l'approccio al Minuetto è identico a quello di Brautigam, che evidentemente si è ispirato al predecessore (questa registrazione è del 1990) per la sua registrazione. Qui il lirismo di questa sezione, però, non è da opera buffa (Badura Skoda) ma da opera seria. Bellissima la cadenza conclusiva.
Mi dispiace avervi fatto ascoltare solo l'esecuzione di Brendel (youTube è tiranno) ma spero che almeno il concerto di Mozart vi abbia intrigato. Se non volete acquistare alcuna integrale dei concerti al momento, il disco di Badura Skoda è comprabile senza remore e di alto valore esecutivo, pur se privo di effetti speciali legati alla registrazione o all'orchestra. Ma c'è molto più Mozart in quel disco che nel patinato mondo della Bis in SACD con Brautigam, secondo me.
Ascoltando questo concerto, mi è venuto in mente il concerto opera 19 di Beethoven (soprattutto per certo lirismo del secondo movimento, pur certo lontano dallo Sturm und Drang): primo in ordine di composizione(1794-95), ma secondo in ordine di pubblicazione, risente molto del mondo mozartiano a differenza del concerto opera 15 e dei tre successivi. Certo che i diciassette anni trascorsi dal K271 di Mozart si sentono, ma forse a tratti meno di quanto ci si aspetterebbe (e ancor meno se si prendono a riferimento gli ultimi concerti mozartiani - il primo movimento è molto debitore del primo nel concerto K466 mozartiano - e/o la sola parte pianistica). Cercando una registrazione integrale su You-TUbe valida, ho trovato una delle esecuzioni di questo concerto che amo di più: vi lascio con questa esecuzione, e nel prossimo post vi darò i miei - umili e senza pretesa di esaustività ed assolutezza - consigli per gli acquisti.
Ciao!
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Vito Buono
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carlo- Member
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Volendo un'edizione integrale su strumenti d'epoca dei concerti di Mozart quale suggerisci?
Grazie
Ciao
C
Grazie
Ciao
C
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
- Numero di messaggi : 5578
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Carlo, fermo restando quello che dicevo prima, e cioé che nessuna riesce ad essere ideale lungo tutti i concerti, sicuramente le due integrali più consigliabili a mio parere, su strumenti originali, restano queste due:
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Vito Buono
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carlo- Member
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Pazzoperilpianoforte ha scritto:Carlo, fermo restando quello che dicevo prima, e cioé che nessuna riesce ad essere ideale lungo tutti i concerti, sicuramente le due integrali più consigliabili a mio parere, su strumenti originali, restano queste due:
Grazie
Staier non ha fatto niente, vero? Non gli piacciono le integrali...
Di Bilson ho qualche numero, di immerseel non credo di avere altro.
Versioni per pianoforte - integrali o no- quali ti piacciono oltre a Brendel (che piaceva molto anche a... Glenn Gould )?
ciao
C
realmassy- Hi-End Member
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Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Aggiunto alla lista della spesa...Grazie Vito!
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Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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realmassy ha scritto:Aggiunto alla lista della spesa...Grazie Vito!
Quella edizione è anche un gran bel sentire, per noi appassionati d'audio .
@Carlo.
Devo dire che mal sopporto il Mozart tradizionale delle registrazioni pianistiche pre-Brendel. Tu tra quelle registrazioni hai qualche integrale di riferimento? E già che ci siamo - se ti va di darmi una mano - quali integrali preferisci dei concerti di Beethoven?
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Vito Buono
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pluto- Hi-End Member
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Scusate se mi inserisco (sicuramente il mio giudizio vale poco) dando anche la mia modesta opinione de panza.
1) Sul piano tradizionale x Mozart, oltre all'eccellente Brendel, sul quale concordo pienamente con Vito, a me piace anche il classico degli anni 70 Geza Anda e tra i più recenti mi piace moltissimo sia Perahia sia la Uchida con Tate. E qui mi allontano da Vito, sapendo che non li ama troppo. Ma una grossa parte della critica li apprezza molto
2) Sul Fortepiano concordo su Bilson, veramente pregevole, mentre non conosco l'altro e cercherò di rimediare
ma qua e là ci sono perle pregevolissime, incisioni spot(non integrali) di pianisti cui onestamente non mi sentirei mai di rinunciare (tipo Michelangeli) che resta anche il mio punto di partenza x i 3 concerti di Beethoven che aveva inciso.
Sparate pure,
1) Sul piano tradizionale x Mozart, oltre all'eccellente Brendel, sul quale concordo pienamente con Vito, a me piace anche il classico degli anni 70 Geza Anda e tra i più recenti mi piace moltissimo sia Perahia sia la Uchida con Tate. E qui mi allontano da Vito, sapendo che non li ama troppo. Ma una grossa parte della critica li apprezza molto
2) Sul Fortepiano concordo su Bilson, veramente pregevole, mentre non conosco l'altro e cercherò di rimediare
ma qua e là ci sono perle pregevolissime, incisioni spot(non integrali) di pianisti cui onestamente non mi sentirei mai di rinunciare (tipo Michelangeli) che resta anche il mio punto di partenza x i 3 concerti di Beethoven che aveva inciso.
Sparate pure,
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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Restando a Mozart, Gian, non posso che confermare anch'io(e lo si intendeva credo bene dal mio "racconto" sul K271) che molte singole prestazioni nei concerti possono essere pregevoli più che non le interpretazioni contenute nelle integrali di riferimento. Stessa cosa può certo dirsi dei concerti beethoveniani, ma in generale di qualunque serie di composizioni soggette alla diffusione di integrali. Comunque chiedevo pareri soprattutto a Carlo non per mancanza di interesse nelle tue opinioni (ci mancherebbe altro!!), ma perché notavo silenzio da parte tua e di Emanuele.... e quindi vi ho immaginato poco presenti al momento su queste schermate....
Geza Anda sicuramente rimane un riferimento per il Mozart pre-filologico. Ma oggi è per me difficile non notare, ascoltandolo, quanta acqua sia passata sotto i ponti e quanto di quelle registrazioni, pur valide, ascoltato oggi spinge a più riserve di quante se ne potesse ragionevolmente fare un tempo. Certo non si tratta di un Mozart bomboniera, ed in questo Anda precorreva i tempi.
Per Uchida e Perahia, tutto sta a vedere che idea abbiamo di Mozart. Di certo il livello esecutivo è alto (l'avevo già detto di Perahia), e quindi non sono rintacciabili mende che possano spingere qualunque critico ad obiettare granché. Ma io non essendo un critico, posso dire senza tema di essere tacciato di mancanza d'equilibrio che il Mozart tutto bel suono e eleganza (e un pò - questo si - bomboniera) della Uchida mi interessa veramente molto poco (per non dire per niente), allo stesso modo di come mi interessa molto poco - per fare un altro nome - il Mozart concertistico molto recentemente interpretato da Pollini (a questo punto rispetto ai due preferisco veramente Anda, che non di rado emoziona con certe alzate di ingegno interpretativo che ci spingono quasi oltre Beethoven - stilisticamente - ma almeno illuminano debitamente il lato di Mozart meno ancorato al settecento e più proteso verso orizzonti espressivi futuri). Diverso in parte il discorso di Perahia, che in quei concerti mozartiani con minori connotazioni pre-romantiche o patetiche rispetto al K271 può anche essere una valida alternativa a Brendel, ma che negli altri non si distingue per la rivelazione di particolari e nuovi (ed emozionanti) orizzonti espressivi. Ecco perché sia parlando del concerto K271 di cui dicevo prima in particolare, sia parlando della integrale, non mi sento di anteporlo a Brendel, la cui integrale oltretutto oggi è acquistabile con una somma di denaro veramente minima (cosa non credo ininfluente per i neofiti). Dovendo dare un consiglio sul K271 e su una integrale mozartiana al piano, quindi, per me la prima scelta assoluta è Brendel+Marriner. Gli altri non demeritano ma complessivamente restano indietro....
Resta da dire delle interpretazioni dell'opera 19 di Beethoven....
Geza Anda sicuramente rimane un riferimento per il Mozart pre-filologico. Ma oggi è per me difficile non notare, ascoltandolo, quanta acqua sia passata sotto i ponti e quanto di quelle registrazioni, pur valide, ascoltato oggi spinge a più riserve di quante se ne potesse ragionevolmente fare un tempo. Certo non si tratta di un Mozart bomboniera, ed in questo Anda precorreva i tempi.
Per Uchida e Perahia, tutto sta a vedere che idea abbiamo di Mozart. Di certo il livello esecutivo è alto (l'avevo già detto di Perahia), e quindi non sono rintacciabili mende che possano spingere qualunque critico ad obiettare granché. Ma io non essendo un critico, posso dire senza tema di essere tacciato di mancanza d'equilibrio che il Mozart tutto bel suono e eleganza (e un pò - questo si - bomboniera) della Uchida mi interessa veramente molto poco (per non dire per niente), allo stesso modo di come mi interessa molto poco - per fare un altro nome - il Mozart concertistico molto recentemente interpretato da Pollini (a questo punto rispetto ai due preferisco veramente Anda, che non di rado emoziona con certe alzate di ingegno interpretativo che ci spingono quasi oltre Beethoven - stilisticamente - ma almeno illuminano debitamente il lato di Mozart meno ancorato al settecento e più proteso verso orizzonti espressivi futuri). Diverso in parte il discorso di Perahia, che in quei concerti mozartiani con minori connotazioni pre-romantiche o patetiche rispetto al K271 può anche essere una valida alternativa a Brendel, ma che negli altri non si distingue per la rivelazione di particolari e nuovi (ed emozionanti) orizzonti espressivi. Ecco perché sia parlando del concerto K271 di cui dicevo prima in particolare, sia parlando della integrale, non mi sento di anteporlo a Brendel, la cui integrale oltretutto oggi è acquistabile con una somma di denaro veramente minima (cosa non credo ininfluente per i neofiti). Dovendo dare un consiglio sul K271 e su una integrale mozartiana al piano, quindi, per me la prima scelta assoluta è Brendel+Marriner. Gli altri non demeritano ma complessivamente restano indietro....
Resta da dire delle interpretazioni dell'opera 19 di Beethoven....
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Vito Buono
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