Io, molto preso dal lavoro, non ho fatto molti ascolti con la 009, e la mia non ha quindi ancora lavorato moltissimo, ma secondo me si percepiscono chiaramente già da subito degli elementi fondamentali del suono di questa cuffia.
Ormai conoscete i miei gusti musicali (classica e lirica), ed ovviamente all'ascolto della mia musica si riferiscono le mie opinioni. Scusate la frettolosità, ma cerco di raccontarvi velocemente (il tempo è tiranno).
A tutta prima si potrebbe forse anche restare delusi dal primo approccio con la 009, perché è una cuffia senza "effetti speciali", senza mirabolanti ed ardimentose prestazioni da primato che saltino all'orecchio ai primi ascolti. Ma è questa la sua grande forza: il suo primato è proprio essere una cuffia senza effetti speciali. Una cuffia che non c'è, di una linearità timbrica sul medio e sull'acuto spaventosa. Nessuna sdrucitura c'è tra queste due gamme, ad ogni frequenza. Potrebbe essere definita, per il grande dettaglio, una cuffia monitor, ma dei monitor non possiede la presenza spinta e la leggera lucentezza del medioalto (fortunatamente).
Mai ho precepito le differenze tra una registrazione e l'altra come con questa cuffia, che non distrugge le registrazioni cattive o mediocri, che restano sempre ben intelleggibili e piacevoli, mai sgradevoli, ma che manda alle stelle le registrazioni eccellenti.
Il violino della 009 è splendido: né morbido né duro, né scuro né luminoso, né eufonico né brillante. Il violino (Arcangelo Corelli, Sonate opera V, Montanari & Dantone, SACD ARTS) della 009 è quello che deve essere: luminoso, penetrante, mai stridente ma sempre brillante e mordente, insomma una meraviglia. Non è possibile fare su questo strumento un confronto con la 507: la 507 spinge il violino ad una leggera preminenza delle sonorità in gamma 1000/2000 Hz, e presenta un leggero roll-off alle frequenze superiori. E' un violino per niente addolcito quello delle 507 ma un pizzico troppo ficcante e prevaricante, nelle sue fondamentali più acute, a tratti un pò esile più in basso. Niente di tutto questo con la 009, che semplicemente lo restituisce come raramente capita di sentirlo, senza alcuna colorazione apparente, con un corpo molto raro senza sacrificare nulla di smalto e brillantezza. E senza che lo strumento, qualunque nota suoni, mostri disomogeneità sonore, predilezioni per un intervallo piuttosto che per un altro.
Ricchezza armonica pazzesca, quella della 009. IL clavicembalo (Louis Couperin, Suites varie, Christophe Rousses, APARTE) è un miracolo: mai sentito così verosimile nel timbro, mai sentito così attinente al vero nella restituzione finanche dei rumori inevitabili della meccanica dello strumento. Perfetto timbricamente, dicevo. Ma la cosa che fa veramente impressione è che non solo è chiaramente percepibile il lento decadere delle note, ma anche l'affondare di questo riverbero nel tappeto sonoro dell'ambiente, e quindi lo spengersi anche di questo, quando anche le risonanze della sala della registrazione si estinguono. Incredibile.
Potreste pensare che si tratti di un fatto sportivo, questo rigore ai minimi livelli di segnale della 009. Ed invece è il mezzo tramite cui la 009 ricostruisce una resa scenica pazzesca: vedete, nei dischi di clavicembalo solo come questo, registrato a ripresa ravvicinata, spesso capita di sentire riprodotto lo strumento come spalmato tra il padiglione sinistro e quello destro della cuffia. LO si sente così dilatato, da avere l'impressione che sia enorme, e non più uno strumento unitario. Niente di tutto questo con la 009: lo strumento è delle giuste proporzioni, ed è uno strumento singolo, perché chiaramente è percepibile la risonana della cassa armonica che viene messa in vibrazione da ogni suono emesso dallo strumento. Siamo al concerto, non c'è che dire, ed ogni confronto con la 507 è impossibile.
Il suono è così ricco di armonici, che si può sentire un clavicembalo a volume d'ascolto medio/basso (esattamente come dal vivo, visto che si tratta di strumento dal volume non esuberante) senza avere l'esigenza di alzare il volume per avere più ricchezza di suono. Sto ascoltando ad ore 9 un suono appagante, ammaliante, strepitoso, intelleggibile, magico. Come dal vivo. Pochi sono gli strumenti tecnologici da musica che ci riescono: la 009 è uno di questi.
Un assaggio al fortepiano: ed ecco qui che il suono cambia, ma non di poco, completamente: meno brillantezza, dalla corda pizzicata alla corta percossa, maggiore dolcezza, meno volume. La 009 rende manifeste, evidenti, lampanti, differenze di suono che con altre cuffie devi ricercare focalizzando l'attenzione. Qui tutto quello che c'è da sentire si sente, senza dover farci caso a forza, perché il bianco è bianco, il nero è nero, e ogni sfumatura di grigio è quello che deve essere.
Un suono flat. Un grande strumento per musica, per dimenticare di ascoltare un suono riprodotto. La Stax ha realizzato una cuffia che con la musica classica non è solo di grande livello: è semplicemente stratosferica.
IO, sentitamente, ringrazio.... costa tanto questo gioiello, ma dopo aver ascoltato questa cuffia, non mi sento di lamentarmene troppo...
Ci sentiamo per altre impressioni.... Ciao!