...e gli ascolti continuano ripassando il software preferito, come quello che mostro sopra per esempio, ma potrei farne svariati altri...
La parola che mi viene in mente per sintetizzare le sensazioni che restano dopo l'ascolto, è: "edificante".
E' come se lo strumento fosse stato pensato per le sue capacità di simbiosi con l'arte.
Forse è da ciò che nasce il concetto di oggetto "allo stato dell'arte", quando finiscono gli aggettivi e quando ogni descrizione tecnica non può che risultare riduttiva per il senso deficitario a cui è relegata...in certi casi.
Ciò non significa che, volendo, ci si può anche sbizzarrire in un racconto particolareggiato per descrivere il comportamento tecnico dello strumento. Diciamo allora che la 009 potrebbe racchiudere in se ogni aspetto positivo delle due sorelle minori: SR-007 e 507. E qui mi ritrovo perfettamente col concetto che si tratta di un oggetto appartenente alla categoria delle cose pensate per essere comprate e non fatte per essere vendute.
Voglio dire che se un assiduo utilizzatore di cuffie e amante della musica volesse immaginare e pensare ad una cuffia ideale, gli verrebbero in mente una serie di aspetti e caratteristiche che rispondono al desiderio più alto. Ebbene queste caratteristiche che mentalmente elenco in ordine non necessariamente prioritario, le ritrovo tutte in questa nuova Stax. Davvero stò cercando un difetto, di qualsiasi genere ed anche minimo. Ottengo invece sempre risposte puntuali che mi disarmano. La spazialità ed il senso del palcoscenico è tangibile e naturale nella sua non esasperata (e pertanto artificiale...) dimensione/proporzione. E', a mio giudizio, ciò che una cuffia deve dare: nulla di meno e nulla di più! Se ci pensate infatti la cosa più sensazionale e sorprendente per un ascolto in cuffia, è spesso rappresentata dal senso dell'ampiezza scenica e dello spazio che avvolge le sorgenti sonore distinguedole per bene l'una dall'altra, ma al contempo "abbracciandole" in un ambienza omogenea e fluida. Cioè un ampio ambiente dove tutto è distinto ma non separato! Così come è ben distino, per es., il calore di certe note medie del pianoforte (brano n. 8 del disco in foto), dal ruvido scintillio di quelle acute del violino, mentre insieme, in duo, si librano nell'aria quasi ad essere un unico "corpo". Un' espressione amalgamata in cui i ritmi percussivi della tastiera e quelli striscianti degli archetti sulle corde cantano con la stessa penetrante voce. In effetti il senso di unicità è il "valore aggiunto" che la giusta ripresa e la giusta riproposizione, possono consentire; pena la perdita del messaggio o meglio di quella parte di contenuto del messaggio che si eleva da dato tecnico/fisico (soggettivo) a valore artistico universale.
Valore dunque che chiunque coglierebbe anche più facilmente e immediatamente, proprio in virtù della sua intrinseca e indiscutibile potenza. Ed è proprio per questo che non posso che augurare a tutti l'esperienza d'ascolto con la 009.
Per ora è tutto.
Alla prossima!
Ultima modifica di fil il Mer 25 Mag 2011, 09:41 - modificato 1 volta.