Ed eccoci qui, dopo una serata di piccoli "interventi" a cuore aperto del TpAudio di Giorgio, e di ascolti piacevoli.
Tentero', nel migliore dei modi, di esternare le mie impressioni di questo ampli valvolare poliedrico e dall'aspetto possente.
Pongo le mani avanti, premettendo che per me è la seconda volta ascoltare in cuffia da un'uscita dedicata su trasformatori di uscita, tramite la xlr 4 poli bilanciata. Dicendo questo vado a dettagliare il perchè l'ho premesso, nel seguito del discorso.
Bene, veniamo al sodo:
l'esterno dell'ampli è notevole, ha un fascino vintage, un'unione fra telaio in legno, alluminio del frontale, e solidità reale costruttiva, sia meccanica che elettrica.
Notevole la possibilità di regolare attivamente il bias, con semplicità.
L'interno dell'ampli, ben disposte ed ordinate le connessioni in aria, risalta la cura dell'assemblaggio, i condensatori ad impasto di olio (miei preferiti e sonicamente stupendi, anche se di produzione moderna), la scelta di utilizzare collegamenti back-to-bak per i condensatori di disaccoppiamento (saggia decisione, risparmiosa, e sonicamente ottima), i partitori selettivi per l'XLR dedicato su uscita a 300 Ohm dei trafo di uscita, i punti di massa.... Impeccabile. Ottima è stata l'impressione a prima vista.
Sostituito il partitore del jack, lavoretto da migliorare per la mancanza al momento di guaina adatta, ci siamo dati all'ascolto con il quartetto KT88EH.
Ne risulta una differenza all'ascolto fra jack SE e XLR notevole. Il primo è nettamente preciso, il secondo ricrea un grande headstage, segno che i trafo di uscita a 300 Ohm fanno un bel lavoro.
Forse l'uscita ad alta impedenza (300 Ohm) è responsabile di queste differenze ? Fatto sta che la sensazione sia quella che l'uscita dedicata XLR faccia risaltare pregi e difetti delle valvole, con l'esaltazione di un pilotaggio valvolare, e con grande aria fra gli strumenti, come se si fosse circondati da sonorità tipiche di una Hall.
Il software, da Celine Dion al progressive rock, le chitarre elettriche in questa configurazione sono letteralmente frizzanti, bellissime.
E che dire delle cuffie testate ?
Finalmente un confronto diretto fra Beyer DT880 Pro in versione come mamma l'ha fatta ed in versione recabled (OFC quadrifilare, ogni polo garzato) e balanced con XLR 4 poli dorati Neutrik. La prima quella di Giorgio, la seconda del sottoscritto.
Le differenze enormi di pilotaggio fra jack e XLR già proprie dell'ampli, fanno risaltare la versione liscia in SE per nettezza e precisione, e fanno letteralmente volare la versione recabled con un suono avvolgente, pieno, corposo. Un modo di ascoltare diverso, piacevole sia nell'una che nell'altra configurazione, per nulla stridente nelle acute, completa inesistenza di sibilanti per le 2 versioni della 880 Pro, una cuffia che meraviglia sempre ogni volta che la ascoltiamo, per il suo rapporto Q/P.
L'alternanza di ascolto va alla Top HD 800 di casa Sennheiser, anche in questo caso le differenze fra pilotaggio jack, ed XLR sono abbissali.
Nettezza, precisione, perfezione di resa scenica dal timbro tipico della 800, che è risaputo abbia già di se un headstage elevatissimo, con pilotaggio su partitore jack da uscita casse.
Grande apertura, decuplicata dall'XLR dedicata dai trafo a 300 Ohm, una differenza che fa sembrare di ascoltare un'altro ampli, con un'altro carattere, con una timbrica notevolmente diversa, a primo ascolto estremamente diversa, ma nel suo contesto di grande impatto nella resa scenica ad ampio respiro.
La 900 pro, è stata l'ultima ad essere ascoltata, ma ahime' ha sfigurato al confronto, forse segno che l's-logic voluto da Ultrasone imponi alla cuffia volumi di ascolto bassi, pena il decadimento armonico e l'equilibrio sonico. Forse, le valvole di potenza per lei snaturano il suo suono, non saprei.
I suoi bassi sono profondissimi, fino ad ultrabassi udibili al limite della soglia inferiore di ascolto. Ma nell'insieme non è una bella accopiata.
Non dimentichiamoci che provengo dal test di ascolto della H6 di Hifiman, che ha lasciato il segno (più che positivo), e comunque l'impatto sonico di qualità italiana del TpAudio di Giorgio, mi lascia favorevolmente folgorato dall'abilità e dalla maestria che ci è propria.
Una ultima nota riguardo le Klipsch di ambienza, statuarie, bellissime, con una timbrica da brivido unita al valvolare, capace di emozionare, lasciando il posto al puro piacere di ascolto della musica, senza badare al resto, e a tutti i fronzoli che noi audiofili siamo soliti guardare.
Grazie Giorgio, della piacevole serata. E complimenti per la "Bestia".
Detto fra noi, non sono riuscito a sollevarlo dal tavolo....