iano ha scritto:Provo a dirlo in altro modo.
Il metodo classico dell'alta fedeltà (una delle nostre bussole) è un metodo diretto in base al quale (nei limiti,che non sono pochi, del possibile) si confronta l'ascolto live con quello riprodotto.
Il problema di questo metodo non è nei suoi limiti,perché qualunque metodo ha i suoi limiti connaturati.
Sono limiti che anche grazie agli strumenti di misura,possono essere ridefiniti,ma mai eliminati.
Ma è più produttivo forse invece affiancare metodi diversi,che valgono come diversi punti di vista,ognuno coi suoi limiti,ma di diversa natura.
Consideriamo l'impianto nelle sue parti.
Bello immaginarlo come un solido e affidabile monoblocco,seppur fatto di tante parti.Ma è proprio così?
Una parte importantissima dell'impianto,in effetti....non sembra farne parte.
Detto in altri termini è una sua parte variabile,il software,e quindi cancelliamo l'immagine del monoblocco, fatto sì di tante parti,ma ben definite.Non sono affatto tutte ben definite.
In genere quando si parla di assortire bene le parti dell'impianto ci si riferisce a quelle solo ben definite.Sorgente,ampli diffusori etc....
In rari casi ci si spinge a mettere dentro indirettamente anche il software,quando si parla di genere musicale a cui si vuole dedicare l'impianto.
Ma più in generale noi vorremmo che l'impianto fosse in sinergia con l'intera nostra discoteca.
Sembra banale dirlo,ma in effetti questo vale secondo me come una prospettiva diversa da quella della fedeltà.Cioè,non necessariamente a quella sovrapponibile.
Quanto vale in crediti di fedeltà un impianto che si interfacci sempre bene con il software?
Proprio nulla,perché si tratta di due valute differenti.
Nei termini dell'altra valuta è il massimo.
Ma questo significa che è fedele?
Non necessariamente.
E allora è un male?
Proprio per niente.
Sarebbe un male avere un impianto sinergico in tutte le sue parti?
No, non sarebbe affatto un male. Lei chiede: "ma questo significa che è fedele?". E io le rispondo: "E perché mai non dovrebbe esserlo".
Se Tizio ascolta solo musica da camera (quartetti per archi, chitarra classica sola, chitarra e flauto, quartetto di sassofoni, duo di chitarre, violino solo, violoncello solo etc...) perché mai non dovrebbe costruirsi un impianto capace di riprodurre "eufonicamente" questo genere classico prediletto? Probabilmente la timbrica sarà il fattore centrale da ricercare. Il che vuol dire che dovranno essere evitati gli impianti tanto elefantiaci, quanto mal suonanti che sesso si sentono suonare anche in quei ritrovi epigoni del defunto top audio.
L'hi fi, a mio avviso, non è morta perché manchino prodotti validi, ma anzi perché l'offerta è così variegata e il mercato così inondato da non permettere alcun orientamento. Purtroppo manca la cultura: della musica e della storia della musica, di cosa significa buon ascolto, dell'ascolto degli strumenti acustici. E mancano sostanzialmente giornalisti delle riviste c.d. specializzate capaci di orientare di consigliare, insomma di proporre una idea che sia una. Per farsi un'idea basti vedere cosa è diventata una rivista come Fedeltà del Suono, del baratro in cui è caduta. Alla fine dominano solo le tecnologie, solo l'involucro. Compresa quest' ultima barbarie della musica liquida dalla quale io mi terrò sempre a distanza.
saluti