Da mau57 Lun Apr 25 2016, 23:42
Col dovuto e davvero sentito rispetto nei confronti di chi ha una cultura musicale certamente superiore alla mia, tanto da ispirare spesso addirittura i miei acquisti di classica, io credo che le "categorie" possano essere reciprocamente "influenzate", "corrotte" ... Insomma, ferma la difficoltà probabilmente per i più (tra i quali mi iscrivo, leggi ambiente e risonanze) insormontabile di ripetere in ambito casalingo l'ascolto live, vuoi di una sala da concerto, vuoi di un melodramma o di un balletto a teatro, vuoi, quanto a jazz o rock, della sala o dello studio di registrazione, quello a cui credo l'amante della musica/audiofilo tenda è la miglior resa sonora della musica che predilige al proprio udito e nel proprio ambiente.
In questo non trovo nulla di riprovevole se, nell'ascoltare i brani prediletti, l'amante della musica/audiofilo (che qui di questo si tratta, non del semplice amante della musica) "ascolti" anche il proprio impianto, compiacendosene o, magari, trovandone i limiti per migliorare l'ascolto.
L'altro ieri ero a Salerno con mia moglie presso un noto "assemblatore" di vinili, abbiamo goduto insieme della bontà del suo impianto e insieme ci siamo commossi fino alle lacrime nell'ascolto di alcuni brani dello Schiaccianoci diretti da Mvarinsky .... la commozione, ovviamente, era per la grandezza della musica e della direzione, ma certamente ha avuto il suo peso la resa sonora dell'impianto di ascolto ...
E' un po' come con la liquida: amo i requiem, spesso la sera mi trovo ad ascoltarli in cuffia per amore, eppure altrettanto spesso mi "diverto" a "saltare" da una direzione all'altra per cogliere le diversità, le sfumature: questo significa che non amo più la musica?
Insomma, secondo me essere interessati alla miglior resa dell'impianto non esclude l'essere emozionati dalla musica .. imho
Maurizio