Ho letto la discussione di Lorenzo e Iano sulla musica e la sua comprensione.
IO credo di situarmi in un azona intermedia tra i due. Nel senso che io credo possa esistere una fruizione "incosciente" (cioé non consapevole, cioé non addetntro alla reale conoscenza e comprensione) dell'opera d'arte. E questo vale per la pittura come per la musica come per la scultura, pe rla letteratura, ecc. ecc.
I fenomeni artistici, o comunque molti dei fenomeni artistici, sono portatori di un bello apprezzabile da chiunque. Altrimenti, ad esempio, non si spiegherebbe come mai ieri sera, andato ad un concerto di Schubert (suonava Schiff) con i miei amici, questi abbiano potuto godere di quella musica senza nulla saperne.
E' però vero che la musica, come la pittura, come la poesia, sono linguaggi. Ed in tutti i linguaggi meno ne conosci, meno capisci del suo senso. E' inevitabile. E quindi conoscere non significa smettere di godere del fenomeno artistico. Vuol dire aggiungere altri sensi allo stupore, al "bello" e basta.
Io ancora mi stupisco (fino a lacrimare) della bellezza delle Goldberg di Bach. Ma la prima volta che le sentii ne afferrai a stento la grandezza, qui e lì, per tozzi e bocconi, laddove la musica era più "semplice" e più melodica, non comprendendo nulla del resto. Ora che so di più la bellezza di quel testo - gigantesca - mi è molto più chiara, ed il godimento di quella musica, più consapevole, è dieci volte superiore ad allora. Ora giunto alle ultime variazioni mi si inumidiscono gli occhi per la bellezza di quella musica e sento un languore nello spirito, una stupefazione, come dopo il primo bacio ad una persona da tempo desiderata (se l'interprete è all'altezza): la prima volta che la ascoltai ne restai stupito e basta. Non mi sembra lo stesso livello emozionale, francamente...
IO credo che dipenda anche dalla complessità dell'espressione artistica di cui stiamo godendo. Diversa è la conoscenza della letteratura che dobbiamo avere per godere di un romanzo ottocentesco rispetto a quella che dobbiamo avere per godere di un poeta del rinascimento. Diversa la conoscenza che dobbiamo avere per godere di un walzer di uno degli Strauss rispetto a quella che dobbiamo avere per godere della
Hammerklavier di Beethoven o del
Clavicembalo ben Temperato di Bach. Fino ad arrivare a espressioni artistiche che sono semplicemente prossime all'incomprensibilità senza una preparazione specifica (ad esempio molta arte figurativa contemporanea)
Tutto è certo fruibile in maniera impressiva e inconsapevole. Ma non credo che conoscere l'opera d'arte sia una diminuzione del godimento estetico. Anzi, si tratta sempre di un accrescimento del godimento estetico, perché a ciò che tutti vedono e sentono di quel fenomeno artistico, conoscendolo aggiungi nuovi piani di visione, nuove prospettive, nuove emozioni.
Come passare a leggere Dostojevski da una buona traduzione italiana al testo russo. Per quanto sia buona la traduzione, inevitabilmente qualcosa, dello stile di Dostojevski, te lo sei perso per strada quando lo leggi tradotto.... per non parlare di quando si tarduce Shakespeare!
Poi ognuno è giusto approcci il fenomeno artistico come preferisce. Ma non credo che saperne molto rovini la festa rispetto al non saperne nulla (o poco): tutt'altro....