Certo, l’impatto può spaventare e creare frustrazione. Ma, usato con un pò di criterio, PUO’ essere un aiuto.
Io, finora, ho usato discogs ex post: compro i dischi “alla veccia maniera” e poi, a volte, controllo. Ma va benissimo il contrario: l’acquisto on line o tradizionale con l’aiuto di ‘discogs' può portare a ottimi risultati.
Provo a sintetizzare al massimo alcune regole di base che in decenni di caccia al vinile mi hanno fatto davvero comodo.
Per essere il più sintetico possibile sarò costretto a dei tagli indicati con [omissis].
Naturalmente, sono semplici REGOLE che vanno lette unitamente al solito, SECONDO ME, IN LINEA DI MASSIMA, C’E’ SEMPRE QUALCHE ECCEZIONE POSSIBILE, ecc.,ecc. [d’ora in poi, SECONDO ME… ecc., ecc. sarà sostituito con(*)]
1) All’interno della stessa data di pubblicazione, SEPARARE l’edizione (‘release’) del paese d’origine da quelle del resto del mondo e, quando presenti come in questo caso, le edizioni stereo da quelle mono.
E già in questo modo, di solito, si “sfronda” un bel pò la lista. Nel caso di questo disco, per quanto riguarda il 1959, l’anno della prima edizione, abbiamo però una certa presenza di edizioni con lo stesso numero di catalogo. Perché? [omissis]
Preferisco quindi usare l’espressione “prima edizione” in luogo di “prima stampa”.
Diciamo che qualsiasi edizione del USA del 1959, mono o stereo, è una prima edizione (first release) ed è la fonte analogica - a patto che quella casa discografica non pubblicasse in contemporanea nastri - più vicina al master cui artisti e responsabile della produzione hanno dato l’ok.
Una prima edizione, a volte viene anche chiamata ‘edizione originale’. Non avrei niente in contrario; però, siccome ho visto qualche venditore giocare sporco precisiamo:
ogni ‘edizione originale’ è una ‘prima edizione’ ma non ogni ‘prima edizione’ è un’ ‘edizione originale’. Il PMCO 7510 della lista menzionata è la prima edizione australiana, è dello stesso anno, suonerà molto probabilmente una favola, ma non chiamiamola ‘edizione originale’. E comunque:
2) (*) UN' 'EDIZIONE ORIGINALE' O 'PRIMA EDIZIONE' SUONA MEGLIO DI UNA CONTEMPORANEA, PRIMA EDIZIONE PUBBLICATA FUORI DAL PAESE D'ORIGINE;
perché? [omissis]
Dalla 2) deriva, soprattutto per registrazioni che hanno decine e decine d’anni sul groppone,
3) (*) RISALIRE ALL’EDIZIONE DELLA DATA D’INCISIONE COMPORTA UN MIGLIORAMENTO SONICO;
naturalmente la 3) vale solo se la “risalita” è fatta considerando edizioni “omogenee”, ovvero dello stesso paese e trova una conferma maggiore se la distanza temporale è maggiore.
Faccio qui un paio di esempi, presi dalla mia discoteca:
Il primo è una risalita tutta “made in Italy” di ‘Thick as a Brick’ dei Jethro Tull.
La mia copia attuale ha il munero di catalogo 040 1003, l’etichetta è verde con la scritta ‘Chrysalis’ rosa in basso e nel trail off riporta in side A ‘PORKY’ e nella B ‘PECKO’. Dovrebbe essere una prima edizione italiana.Queste informazioni si trovavano su ‘discog’ qui: https://www.discogs.com/it/Jethro-Tull-Thick-As-A-Brick/release/3221736 .
Suona molto, molto bene ed è la mia terza edizione made in Italy negli ultimi anni. Le altre due, che erano ristampe più recenti, sono state rivendute.
L’altro è un esempio di “risalita” tra edizioni “originali”,:
Art Blakey and the Jazz Messengers, Blue Note, 1958,
BLP4003 [mono] BST84003[stereo]
Io ho due copie, entrambe made in USA:
L’edizione pubblicata nel periodo 1959-1962, BLP 4003, quindi quella mono. En passant ricordo che l’edizioni stereo Blue Note cominciano proprio nel periodo 1959-1962, periodo caratterizzato da:
etichetta con l’indirizzo ’47 West 63rd NYC’ e la presenza di ‘INC’ nella scritta ‘BLUE NOTE RECORS’, che precede l’indirizzo, e la ‘R’ del trademark sotto la scritta bianca ‘NOTE’. Naturalmente, nel trail off del vinile è presente la firma della ‘plant’ dove la BN stampava in esclusiva i suoi vinili prima del passaggio dell’etichetta alla ‘Liberty Records’(1966): quello scarabocchio che assomiglia a un orecchio ed è quindi indicato come ‘ear’ nelle note che trovate spesso in ‘discogs’ e che un venditore serio è tenuto a fornirvi, unitamente alla richiesta di centinaia di euro.
L’edizione del periodo 1975-80, naturalmente stereo.
Etichetta blu con la B bianca in alto a destra. La scritta in nero lungo il bordo dell’etichetta ‘MANUFACTURED BY UNITED ARTISTS[…]LOS ANGELES, CALIFORNIA[…] mette seriamente a repentaglio la mia già precaria vista.
Questa edizione riporta in copertina PRIMA del titolo originale “Moanin’”, il celeberrimo brano d’apertura dell’album, e dovrebbe essere l’ultima stampa 'made in USA prima dell’arrivo del CD.
Naturalmente questo è un esempio “estremo”: l’arco temporale è molto ampio e quindii ci sono molte edizioni ‘made in USA’ fra queste due che potete trovare su ‘discogs’ e che molti di voi avranno; oltre, alla ‘first release’ del 1958, come detto solo mono.
Il miglioramento sonico fra queste due edizioni? Teniamoci sul prudente ed evitiamo frasi ad effetto. Diciamo, una spesa di “parecchie” migliaia di euro in componenti audio tesi a migliorare la vostra catena d’ascolto. Ma, come detto, teniamoci sul prudente…
Tornando al tema: DALLA 2) E 3) DISCENDONO LA 4), la 5) e la 6) anch’esse tanto più valide quanto più è “anziana” la data d’incisione del titolo cercato:
4) (*) TRA DUE RISTAMPE MOLTO VICINE COME DATA D’EMISSIONE SE NON COEVE, LA RISTAMPA “ORIGINALE” E’ SONICAMENTE MIGLIORE DI UNA NON ORIGINALE.
D’accordo, per molti gazebini suonerà come la scoperta dell’acqua calda; però, per es., visto e considerato l’appeal nel mondo audiofilo delle ristampe giapponesi di metà anni ’70 dei cataloghi Atlantic, Riverside, Prestige, ecc.,ecc., a casa mia (*) ho sempre sentito una ristampa coeva made in USA dello stesso titolo suonare meglio. Ragion per cui io ho pochi dischi “jap”, nonostante riconosca loro una maggiore silenziosità e il merito, in quel periodo, di stampare il format originale (titolo, copertina, note, ecc.);
5) (*) UNA RISTAMPA NON “ORIGINALE” PIU’ ANZIANA HA BUONE POSSIBILITA’ D’ESSERE SONICAMENTE MIGLIORE DI UNA PIU’ RECENTE RISTAMPA “ORIGINALE”
Questa è forse la regola più interessante, perché può permettere a molti audiofili ascoltatori di comprare titoli ben suonanti, spendendo meno.
Gli esempi nella mia discoteca si sprecherebbero. Uso il condizionale perché è mia abitudine rivendere il titolo di qualità inferiore, una volta trovato il rimpiazzo. Però qualche esempio tra gli scaffali si trova:
prendiamo i celeberrimi brani della session avvenuta la notte di Natale del 1954 per la Prestige Records a nome di Miles Davis con Milton Jackson al vibrafono, Thelonious Monk al piano, Percy Heath al basso e Kenny Clarke alla batteria. I brani di questa session vennero distribuiti in diversi vinili e in diversi formati, si tenga conto che siamo agli albori del formato LP a 12 pollici.
Di due brani, o meglio delle due take di un brano, ‘Bags’ Groove’ ho due edizioni:
a) la probabile prima edizione italiana edita da ‘Celson’, datata 1957 che riporta nel retro l’originale della ‘first release’ USA in formato LP a 12 pollici, che è anch’essa del 1957 e che trovate - CONTRARIAMENTE ALLA CELSON - su ‘discog’. Questa edizione ha una copertina completarente diversa dall’originale e ha il titolo trascritto male: ‘Bags Grove’;
b) la seconda edizione USA, del 1972, dell’album ‘Miles Davis and the Modern Jazz Giants’, Prestige, che ha il merito di riunire in un solo LP tutta la storica session, famosa perché Miles Davis chiese a Monk di NON SUONARE durante i suoi assoli - la maniera di Monk di costruire gli accordi del giro armonico (le famose voicings di Monk) lo mandava fuori di testa e…fuori dal seminato - con conseguente scazzottata fra i due, vera o presunta poco importa. Faccio notare che lo strepitoso assolo di piano di Monk nella take 1, dal carattere minimale, provocatorio, “pieno” di lunghe pause, singole note con la mano destra meglio si comprende conoscendo il contesto. Ma siamo finiti in ot.
Anche qui, il confronto è un pò troppo a favore della stampa non originale - 12 anni di vantaggio sono tanti - però didatticamente parlando serve allo scopo ed infatti la distanza sonica nel mio db dice:
89/100 Celson 1957
72/100 Prestige 1972
Il Celson suona magnificamente, con una banda passante molto buona ma, soprattutto, una qualità timbrica, una resa degli armonici che lascia inchiodati alla poltrona.
Il Prestige 1972 suona bene, molto bene e, messo a confronto col Celson, mostra di difendersi dignitosamente, con punti di forza nella resa timbrico-armonica della tromba e di grande debolezza nella riproduzione del contrabbasso che quasi scompare dalla riproduzione;
6) (*) TRA DUE EDIZIONI NON ORIGINALI, QUELLA MENO RECENTE HA BUONE POSSIBILITA' DI ESSERE SONICAMENTE MIGLIORE
Anche qui, di solito, io tendo a liberarmi della copia "sconfitta" però qualcosa in scaffale si trova sempre:
Lennie Tristano, 'The New Tristano', Atlantic, 1960, made in Usa, etichetta "white fan", si veda Discogs
https://www.discogs.com/it/Lennie-Tristano-The-New-Tristano/release/3905170
Ho due copie:
- 1357, made in Italy, etichetta black & silver, molto probabilmente un'edizione pre 1967; 73/100
- P-7531 made in Japan by Warner-Pioneer, 1977 ; 71/100
Quanto "pesa" quel 2/100? Diciamo l'introduzione di un componente audio che al primo ascolto, senza se e senza ma, è sentito come un piccolo miglioramento.
In conclusione, spero che questo aiuti almeno un pochino a superare lo scoglio iniziale. In genere, nelle vendita on line, soprattutto nella rete aderente a ‘discog’ è possibile ricavare informazioni chiare sul paese e sull’anno di stampaggio di un determinato titolo.
Naturalmente, non ho fatto finora menzione di una variatile importantissima che può alterare il valore delle regole sopra menzionate:
LA CONDIZIONE DEL VINILE.
Questa è la variabile SOGGETTIVA per eccellenza. Quello che è sopportabile per me, diventa un incubo per un altro e viceversa. Personalmente, - e qui parlo di vinili di classica - sono tollerante nei confronti di un certo rumore costante dei vinili Decca made in England e poco di fronte all’improvvisa esplosione di ‘tic’ e ’toc’ di certi DG made in Germany.
Su questo piano, impossibile elaborare delle regole. Nella vendita on line buona norma sarebbe verificare se chi vende accetta la restituzione, oltre a controllare il suo livello di feedback positivo e quindi d’attendibilità delle sue valutazioni sullo stato del vinile che propone.
Buona caccia al vinile.
Ultima modifica di Bertox il Lun Apr 26 2021, 20:24 - modificato 1 volta.