Mi trovo d'accordissimo con tutti i consigli specifici dati, ci sono alcuni album che suonano benissimo così com'erano, Steely Dan, Supertramp, oppure mi viene in mente Alan Parsons ma anche tanti album Jazz, assolutamente stupefacenti nelle loro edizioni originali e anche in tante ristampe degli anni '70.
Non mi trovo invece assolutamente d'accordo con l'associazione tout court delle ristampe "audiofile" e suono digitale, pompato e donne rifatte, nella mia esperienza niente di tutto ciò corrisponde alla verità, ai fatti.
Se per dischi "audiofili" intendiamo quelli su cui è scritto "audiophile" o "virgin vinyl" e altre boutade del genere, allora ok, oramai lo scrivono dovunque. Ma se parliamo di etichette come Analogue Productions, MoFi, ORG, Pure Pleasure, Speaker Corners e molte altre, sono tutte etichette che ristampano 100% in analogico e sono assolutamente attente ad avvicinarsi quanto più e possibile all'originale (la fonte che hanno, a volte il master tape, altre volte una copia), curando ancora meglio di questo (spesso) il packaging, che a mio parere fa parte del disco, non è assolutamente un accessorio (se contasse solo la traccia audio ad oggi ascolteremmo tutto in streaming e il vinile sarebbe davvero sepolto, il mondo del vinile è fatto di tutto quello che è materia, non a caso si dà il granding anche alle copertine e insert).
Piccola eccezione sul suono la fa forse MoFi, ma non perché sia digitale o altro (mai nella loro storia hanno fatto una roba del genere) ma perché usano un sistema di mastering analogico molto particolare progettato dal compianto Tim De Paravicini, che è solo di loro proprietà ed ha un suono piuttosto caldo e pieno e allo stesso tempo dettagliato, in ogni caso direi assolutamente piacevole.
ATTENZIONE: quando parlate di "calore e morbidezza" di vecchie stampe, il che non è sempre vero peraltro (ad es. tante stampe Columbia anni '50 e '60 suonano ultrafrizzanti per compensare il fatto che i sistemi di riproduzione casalinghi erano ancora limitati, senza contare che l'adozione reale della RIAA è un fatto su cui indagare con più attenzione almeno fino a fine anni '60 nonostante sia scritto sul retro di copertina...), vi riferite a un mondo in cui la realizzazione a volte vuoi per impossibilità tecnica o vuoi addirittura per scelte di produzione, tendeva a "ridurre" in quel modo quanto inciso su nastro.
Oggi, tante etichette come Analogue Productions (ma ad esempio anche i recenti Tone Poet di Blue Note), svolgendo un lavoro 100% analogico (sottolineo 100%) non risentono più di determinati limiti e si avvicinano molto di più a come suona il nastro originale. Quindi se non vi piace il suono più definito di certe ristampe molto ben fatte odierne, tutto ci sta per gusto personale, ma quello è il suono dell'analogico su nastro che probabilmente nessuno di noi ha mai ascoltato prima (a meno che non si fosse al fianco del tecnico in studio).
A questo va solo tolto il fatto che ovviamente si usano i nastri oggi, dopo vari decenni. Le aziende serie, infatti, se c'è un difetto su nastro lo lasciano in ascolto (così come il fruscio di fondo) senza tentare correzioni che andrebbero a compromettere tutto il suono (se non addirittura una modifica in digitale). Comunque sia, si tratta in ogni caso della migliore repress analogica possibile odierna.
Ovviamente non è sempre così, come ho premesso ci sono tante stampe originali che suonano da Dio e anche una riedizione di qualità non fa altro che replicare quel suono così come se il disco fosse appena uscito dal negozio. Se è vero che alcuni dischi si trovano al mercatino a 5/10 euro e che a volte si ha il colpaccio di trovare una copia che suona NM dall'inizio alla fine, ciò non vuol dire che ci si debba precludere l'esperienza o la volontà di portarsi a casa lo stesso disco riprodotto oggi allo stato dell'arte, con un bellissimo packaging, soprattutto se questo è uno dei nostri dischi del cuore.
Comprare dischi da queste etichette e spenderci molto non è "la regola", è spesso l'eccezione. Ne vale la pena? Dire che vale sempre la pena sarebbe forse eccessivo, a volte shit happens in tutte le cose, ma dato che ne ho oramai una piuttosto vasta esperienza, per quanto mi riguarda, se e quando si può, non si rimpiange neanche un euro speso.
Ma ovviamente ciò non toglie che il nostro "sport" preferito sia il digging nei mercatini e la ricerca della vecchia copia tenuta bene, che ha sempre il suo fascino inimitabile, porta una storia "umana" con sé oltre che artistica e che sta alla base della nostra passione per il disco nero. Quindi ben vengano le ristampe fatte in modo autorevole e se hanno dei costi bisgona accettarli, perché hanno le loro ragioni (oltre che spesso costi di importazione che drogano i prezzi qui in Europa). MA non è la regola. Esiste il tavernello, il vino a q/p ottimo e esiste il vino costoso, il vino costoso si beve in poche grandi occasioni, non tutti i giorni con la pasta e fagioli in tavola. ;)
p.s. postilla antipatica ma che va fatta: se non si ha un giradischi, una testina e un prephono un minimo sopra la media, spendere soldi in queste edizioni è forse poco utile. Qualche differenza pur si sentirà anche con un entry level, ma per ascoltare cosa c'è davvero nei solchi di una di queste produzioni ci vuole un sistema di almeno medio livello e ben ponderato.
p.s. 2 occhio che gli LP doppi con due tracce per lato (di solito a 45rpm) sono appositamente realizzati perché il maggiore spazio per i solchi, la minore vicinanza delle tracce al centro e la velocità di rotazione maggiore garantiscono una migliore stampa e una migliore riproduzione. Per quanto sia una rottura alzarsi e girare il disco ogni 2 canzoni, il fatto di averli fatti così è un vantaggio dal punto di vista sonoro e in quanto ai costi e che li facciano pagare come doppi, direi che non ci sono problemi perché sono sempre due dischi, quando la pressa schiaccia la pallotta di vinile che la matrice abbia due canzoni per lato o ne abbia 6 non fa alcuna differenza nei costi di produzione (anzi, a dirla tutta essendo necessari più matrici/stamper rispetto a un disco unico, i costi per il produttore si alzano).