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Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs
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    Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs

    martin logan
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    Messaggio Da martin logan Mer Mag 26 2021, 19:36

    Il noto portale Discogs riporta un sunto dello stato delle cose "viniliche" con qualche dato curioso e/o interessante.
    Nell'ultimo decennio siamo passati da qualche milione di release inclusa nel data base (2010) a circa 100 milioni.
    Solo nell'ultimo anno (possiamo chiamarlo effetto pandemia ?) c'è stato un incremento esagerato delle release che i vari audiofili e collezionisti hanno aggiunto sul sito.
    Chiaro che se vieni rinchiuso in casa per un anno e più, in qualche modo devi passare il tempo libero.
    Il numero medio di vinili per ciascuno degli iscritti è di 184 (pochino) ma qualcuno ne ha mezzo milione Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419  che mi appare un numero di tutto rispetto Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419
    Il valore medio delle collezioni ammonta a 3160 USD.
    Il 51% ha più di una edizione dello stesso disco.
    Il 78% ritiene che una limited edition deve essere stampata in non più di 1000 copie. 
    Il 66% sceglie il vinile nero rispetto a quelli colorati o stampati - perché: più facile da reperire, suona meglio, costa meno Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Sab Ago 21 2021, 10:51

    Jackhomo ha scritto:C'è una bella differenza tra musicofilo e collezionista, su discogs vedo tanti inutili collezionisti e pochi musicofili

    In realtà di collezionisti veri su discogs magari ce ne sono anche, ma molto (molto) meno di quello che si crede. Tante ampie "collezioni" appartengono poi a negozi.
    Oramai è passata l'idea che si diventa collezionista di vinili quando si ha una "prima stampa". Che poi non sia una prima reale ma una meno rara "early press" (magari dello stesso anno, ma non la prima tiratura reale), che la copertina sia un po' rovinata e che manchino gli insert e la inner originale pare che poco importi, ci si convince di essere già diventati "collezionisti"... 
    Purtroppo non è così. Qualche collezionista (vero) l'ho conosciuto e i "cimeli" sono realmente impressionanti e sembrano usciti ieri dal negozio, intonsi.
    Ma questi collezionisti sono quasi tutte persone che hanno iniziato a collezionare negli anni in cui dischi sono usciti oppure durante gli anni '90 (anche fine '80), quando era arrivato il CD e i dischi te li tiravano dietro a casse perché a nessuno fregava più né di loro né delle "prime stampe".
    Oggi per mettere su una collezione reale ci vuole una ricerca molto molto faticosa, delle conoscenze molto sofisticate e soprattutto un portafoglio da superenalotto. Altrimenti si continuano a comprare solamente album su discogs pescando dai primi della lista e aspettando il VG+ a buon prezzo, ma nel 90% dei casi sono sempre early press più o meno malconce.
    Questo non significa ovviamente che non si possa usare il termine "collezione di dischi", ma io faccio fatica ad esempio a dare questo appellativo, né assolutamente direi mai di me stesso "collezionista" pur possedendo un buon numero di dischi e un valore ipotetico oramai di una certa entità. Poi anche qui, il valore è sempre un fattore relativo, perché se anche hai una collezione da 30mila euro, se un giorno la vuoi rivendere in blocco non prenderai mai quei soldi, se ti va bene un negoziante/mercatino ti offre 1/10 di quella cifra dovendo prendere tutto a scatola chiusa, discorso ovviamente diverso se si vendono uno a uno ai privati, accettando che ci vorrà un bel po' di tempo. In più ricordiamoci che i valori che si leggono su discogs sono una media delel vendite effettuate solo sulla loro piattaforma, non è un valore assegnato al disco da una giuria di esperti.

    Ho detto tutto questo per dovere di cronaca, personalmente a me delle prime stampe non me ne può fregare di meno. Non possiedo neanche un disco ancora chiuso nel cellophane, neanche quelli numerati/limited edition/box, ascolto tutto quello che compro e penso solo a trovare una stampa o una bella ristampa che sia stata curata da tecnici e stamperie che abbiano un buon nome nel settore. Compro ovviamente anche dischi vecchi, ma sempre con gli stessi criteri, dopo un po' si affinano sia le conoscenze che l'occhio/orecchio, ovviamente però qualche porta in faccia devi prenderla, sbagliare è parte di questo fantastico gioco (che gli inglesi chiamano "digging" e io da appassionato di archeologia non posso che apprezzare). 

    p.s. ultimo ma non per ultimo: ricordiamoci sempre che Discogs è un database utile ma anche creato con la logica di wikipedia! Quindi a volte, finché qualcuno di più saggio non corregge, si può incappare in descrizioni e dati sbagliati o tra loro non coerenti. Non affidiamoci a discogs come fosse il vangelo, non lo è, per quanto ovviamente sia attualmente il mezzo più immediato per cercare info sui dischi.


    Ultima modifica di Salvatore Pagano il Sab Ago 21 2021, 11:14 - modificato 2 volte.


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    Messaggio Da Salvatore Pagano Sab Ago 21 2021, 11:11

    martin logan ha scritto:Il noto portale Discogs riporta un sunto dello stato delle cose "viniliche" con qualche dato curioso e/o interessante.
    Nell'ultimo decennio siamo passati da qualche milione di release inclusa nel data base (2010) a circa 100 milioni.
    Solo nell'ultimo anno (possiamo chiamarlo effetto pandemia ?) c'è stato un incremento esagerato delle release che i vari audiofili e collezionisti hanno aggiunto sul sito.
    Chiaro che se vieni rinchiuso in casa per un anno e più, in qualche modo devi passare il tempo libero.
    Il numero medio di vinili per ciascuno degli iscritti è di 184 (pochino) ma qualcuno ne ha mezzo milione Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419  che mi appare un numero di tutto rispetto Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419
    Il valore medio delle collezioni ammonta a 3160 USD.
    Il 51% ha più di una edizione dello stesso disco.
    Il 78% ritiene che una limited edition deve essere stampata in non più di 1000 copie. 
    Il 66% sceglie il vinile nero rispetto a quelli colorati o stampati - perché: più facile da reperire, suona meglio, costa meno Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957


    Sicuramente nel periodo di lockdown tantissimi si sono messi a catalogare dischi. In più negli ultimi due anni ho visto che discogs ha investito molto di più in promozione e anche in contenuti editoriali, ampliando quindi il suo pubblico su vari fronti.

    Il valore delle collezioni, come ho detto sopra, è un fattore assai relativo. Complicato poi dalle condizioni del disco e da quelle di tutto il resto del suo packaging.
    Personalmente ho pochissime copie "doppione" (o più) dello stesso identico disco. Caso diverso per quanto riguarda edizioni diverse, cioé ristampe del disco curate in modo diverso, da diversi tecnici con anche cover o altro curati in modo differente (fino a sconfinare nei box set). In quel caso avere più copie può avere un senso molto molto logico.

    Sul fatto che una limited dovrebbe essere stampata in massimo 1000 copie, mi pare una convinzione un po' campata per aria. Diciamo che forse intendono che il numero 1000 è, nei casi di stampe molto prestigiose, il numero massimo per assicurarsi che lo stamper generi tutte copie di buona fattura. Il che può avere un senso (motivo per cui le copie più vicine allo zero/agli zeri sono le più ambite). Ma basta assicurarsi di cambiare quest'ultimo quando è arrivato al suo massimo. Personalmente credo che una stampa di particolare pregio debba assicurare un controllo qualità molto più alto del normale che poi giustifichi il prezzo finale. Il che ovviamente si può ottenere anche gestendo tirature più contenute in tempi più dilatati, non per forza creando edizioni limitate. Parliamoci chiaro, spesso poi di fronte alla domanda del pubblico queste famigerate edizioni sforano non di poco i numeri previsti all'inizio, generando copie con o senza numerazione aggiuntiva.

    Il problema, però, è che spesso mettono le numerazioni e fanno limited edition pure delle stampe pirata o quelle ai confini della legalità, specchietti per le allodole, per coloro che non si informano sulle etichette e acquistano sull'onda emotiva del numeretto. Alla fine, quello che conta, è sempre chi sta dietro la realizzazione del disco e di sicuro una limited edition di Analogue Produtions o MoFi è ben diversa dalla "limited edition" di etichette russe, spagnole, ecc.... che chissà cosa hanno usato come sorgenti per la musica... (a mio parere poi negli ultimi anni qualcuno ha inondato il mercato di fake giapponesi di gruppi molto famosi, ma è una mia idea...).

    Il vinile è sempre colorato, anche quello nero lo è. Il materiale di cui è fatto il disco è trasparente in origine. Quindi no, non suona meglio. Il punto casomai è che tante volte i vinili colorati sono usati da etichette "da bancone del mediaworld". Per cui fa figo comprare "il vinile di Kind of Blue colorato di blu", stampato da qualche etichetta di "vattelappesca". Se poi però suona peggio del vinile nero originale o buona ristampa ufficiale, non è certo colpa del colore.
    Io tendenzialmente del colore me ne frego altamente. Ho amici che se esce un disco in edizione "gold", "orange", etc... fanno la corsa a prendere quello invece del nero perché probabilmente in caso di stampe ufficiali il disco in futuro potrebbe valere qualcosa in più. Il che, a dire il vero, in qualche caso succede. Io però non pongo alcun interesse in queste cose, a me interessa sentire quello che c'è nei solchi. Comunque, a volte, qualche vinile colorato o decorato in altri modi, è davvero bello esteticamente parlando. Non sopporto molto i vinili bianchi (non clear, proprio bianco latte), ma per un semplice motivo: non riesco a vedere bene se c'è polvere. Tutto qua.


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    Messaggio Da Pinve Gio Set 09 2021, 18:22

    Salvatore Pagano ha scritto:
    martin logan ha scritto:Il noto portale Discogs riporta un sunto dello stato delle cose "viniliche" con qualche dato curioso e/o interessante.
    Nell'ultimo decennio siamo passati da qualche milione di release inclusa nel data base (2010) a circa 100 milioni.
    Solo nell'ultimo anno (possiamo chiamarlo effetto pandemia ?) c'è stato un incremento esagerato delle release che i vari audiofili e collezionisti hanno aggiunto sul sito.
    Chiaro che se vieni rinchiuso in casa per un anno e più, in qualche modo devi passare il tempo libero.
    Il numero medio di vinili per ciascuno degli iscritti è di 184 (pochino) ma qualcuno ne ha mezzo milione Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419  che mi appare un numero di tutto rispetto Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 921419
    Il valore medio delle collezioni ammonta a 3160 USD.
    Il 51% ha più di una edizione dello stesso disco.
    Il 78% ritiene che una limited edition deve essere stampata in non più di 1000 copie. 
    Il 66% sceglie il vinile nero rispetto a quelli colorati o stampati - perché: più facile da reperire, suona meglio, costa meno Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957


    Sicuramente nel periodo di lockdown tantissimi si sono messi a catalogare dischi. In più negli ultimi due anni ho visto che discogs ha investito molto di più in promozione e anche in contenuti editoriali, ampliando quindi il suo pubblico su vari fronti.

    Il valore delle collezioni, come ho detto sopra, è un fattore assai relativo. Complicato poi dalle condizioni del disco e da quelle di tutto il resto del suo packaging.
    Personalmente ho pochissime copie "doppione" (o più) dello stesso identico disco. Caso diverso per quanto riguarda edizioni diverse, cioé ristampe del disco curate in modo diverso, da diversi tecnici con anche cover o altro curati in modo differente (fino a sconfinare nei box set). In quel caso avere più copie può avere un senso molto molto logico.

    Sul fatto che una limited dovrebbe essere stampata in massimo 1000 copie, mi pare una convinzione un po' campata per aria. Diciamo che forse intendono che il numero 1000 è, nei casi di stampe molto prestigiose, il numero massimo per assicurarsi che lo stamper generi tutte copie di buona fattura. Il che può avere un senso (motivo per cui le copie più vicine allo zero/agli zeri sono le più ambite). Ma basta assicurarsi di cambiare quest'ultimo quando è arrivato al suo massimo. Personalmente credo che una stampa di particolare pregio debba assicurare un controllo qualità molto più alto del normale che poi giustifichi il prezzo finale. Il che ovviamente si può ottenere anche gestendo tirature più contenute in tempi più dilatati, non per forza creando edizioni limitate. Parliamoci chiaro, spesso poi di fronte alla domanda del pubblico queste famigerate edizioni sforano non di poco i numeri previsti all'inizio, generando copie con o senza numerazione aggiuntiva.

    Il problema, però, è che spesso mettono le numerazioni e fanno limited edition pure delle stampe pirata o quelle ai confini della legalità, specchietti per le allodole, per coloro che non si informano sulle etichette e acquistano sull'onda emotiva del numeretto. Alla fine, quello che conta, è sempre chi sta dietro la realizzazione del disco e di sicuro una limited edition di Analogue Produtions o MoFi è ben diversa dalla "limited edition" di etichette russe, spagnole, ecc.... che chissà cosa hanno usato come sorgenti per la musica... (a mio parere poi negli ultimi anni qualcuno ha inondato il mercato di fake giapponesi di gruppi molto famosi, ma è una mia idea...).

    Il vinile è sempre colorato, anche quello nero lo è. Il materiale di cui è fatto il disco è trasparente in origine. Quindi no, non suona meglio. Il punto casomai è che tante volte i vinili colorati sono usati da etichette "da bancone del mediaworld". Per cui fa figo comprare "il vinile di Kind of Blue colorato di blu", stampato da qualche etichetta di "vattelappesca". Se poi però suona peggio del vinile nero originale o buona ristampa ufficiale, non è certo colpa del colore.
    Io tendenzialmente del colore me ne frego altamente. Ho amici che se esce un disco in edizione "gold", "orange", etc... fanno la corsa a prendere quello invece del nero perché probabilmente in caso di stampe ufficiali il disco in futuro potrebbe valere qualcosa in più. Il che, a dire il vero, in qualche caso succede. Io però non pongo alcun interesse in queste cose, a me interessa sentire quello che c'è nei solchi. Comunque, a volte, qualche vinile colorato o decorato in altri modi, è davvero bello esteticamente parlando. Non sopporto molto i vinili bianchi (non clear, proprio bianco latte), ma per un semplice motivo: non riesco
    a vedere bene se c'è polvere. Tutto qua.

    Interessante la statistica.
    La mia raccolta (oggi meno di 300 vinili in crescita) è figlia dei vinili giovanili (presi con la paghetta) e cose recenti, prese con il riacutizzarsi della passione HIFI.
    Non sono certo quindi un collezionista e non mi interessa esserlo; un disco celofanato è un non-sense per me...se devo investire su qualcosa vado in borsa... non diventerò ricco con il vinile (un pò più povero forse).
    Quindi vale anche per me la ricerca del pezzo che suona bene, che poi sia rosso, blu, verde, nero, limited non importa, che sia una ristampa neppure - basta che  "suona" e mi piace.
    Non mi serve averne tanti, ma solo quelli che mi piacciono, quindi evito acquisti in stock con pezzi inutili.

    Uso spesso discogs come sopra descritto;  ovvio cerco la prima stampa ma se vedo che costa più di una ristampa (anche in amazonia) con buoni feedback non ci penso 2 volte prima di acquistare la seconda.
    Cantonate... qualcuna, ma fa parte del piacere di ricevere un pezzo da chissà dove, verificarlo, lavarlo e restare eccitati sino all'ascolto.
    Dischi doppi o più versioni: solo se una copia è rovinata.
    Dischi colorati:  una decina e suonano si a volte rumorosi a volte no.
    Dischi di etichette strane?  si sto acquistando pezzi JAZZ a prezze modici; non avendo confronti con quelli originali non mi trovo così male ...

    PS1
    Occhio che è DISCOGS ad usare il termine collezione.  "

    Valore della Collezione:* 

    Min 2.390,76 €   Med 4.181,29 €   Max 7.621,52 €"
    PS2 
    non ho mai capito la differenza tra RE (ristampa) e RP (?) 



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    Messaggio Da alanford Gio Set 09 2021, 23:40

    si colleziona di tutto, monete, banconote, farfalle, francobolli etc......
    quindi se qualcuno intende collezionare vinili faccia pure
    a me non interessa il vinile quale forma di collezionismo, le prime stampe le edizioni strafighe e tutte le menate del genere le lascio a qualcun altro  
    a mio avviso il vinile vive quando viene fatto suonare
    il resto e' solo noia
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Ven Set 10 2021, 10:53

    Pinve ha scritto:


    PS1
    Occhio che è DISCOGS ad usare il termine collezione.  "

    Valore della Collezione:* 





    Min 2.390,76 €   Med 4.181,29 €   Max 7.621,52 €"
    PS2 
    non ho mai capito la differenza tra RE (ristampa) e RP (?) 


    PS1 Certamente, è d'altronde la traduzione letterale dall'inglese all'italiano, per quanto essere un "collezionista" (diciamo un "professionista del collezionismo" se così vogliamo definirlo) a mio parere non è una conseguenza dell'uso da parte di discogs di questa terminologia. Però è anche chiaro che la piattaforma tende ad appiattire queste differenze e probabilmente non può fare altrimenti. Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f609

    Per il PS2 invece puoi consultare:

    - qui la lista di tutte le sigle: https://www.discogs.com/help/formatslist
    - qui la differenza tra RE (reissue) e RP (repress): https://support.discogs.com/hc/en-us/articles/360005006654-Database-Guidelines-6-Format#reissue_and_repress

     Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f609


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    Messaggio Da carloc Ven Set 10 2021, 11:04

    alanford ha scritto:
    a mio avviso il vinile vive quando viene fatto suonare
    il resto e' solo noia
      Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 704751

    Ci sono mille modi diversi di vivere il vinile. Nel mio caso preferisco ascoltarlo piuttosto che collezionarlo.


    Ultima modifica di carloc il Ven Set 10 2021, 11:17 - modificato 1 volta.


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    Messaggio Da Salvatore Pagano Ven Set 10 2021, 11:08

    Quoto anche io, ma questo è un mondo pazzo, c'è gente che si compra le motociclette per tenerle in salotto e quelli che collezionano chitarre senza saperle neanche suonare, si vede che ognuno ha le sue malattie  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602


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    Messaggio Da carloc Ven Set 10 2021, 11:27

    Salvatore Pagano ha scritto:Quoto anche io, ma questo è un mondo pazzo, c'è gente che si compra le motociclette per tenerle in salotto e quelli che collezionano chitarre senza saperle neanche suonare, si vede che ognuno ha le sue malattie  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602
    Hai ragione,
    è un mondo popolato da strani personaggi...mi rendo conto che non siamo del tutto normali  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 775355


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    Messaggio Da lalosna Ven Set 10 2021, 11:46

    alanford ha scritto:...
    a mio avviso il vinile vive quando viene fatto suonare
    il resto e' solo noia
    +1  Ben detto sunny


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    Messaggio Da martin logan Ven Set 10 2021, 11:56

    Gli utenti sono talmente tanti che è impossibile restringerli per categorie.
    Ci sono un sacco di soggetti commerciali che usano questa piattaforma per vendere, come negozio virtuale.
    Credo che in questi casi l'interesse "collezionistico" sia secondario, anche perché il senso della collezione è fare raccolta, non vendere.

    Ci saranno anche i collezionisti (grandi, piccoli e medi), quelli che posseggono per il gusto di farlo (come chi appende le moto in salotto),
    quelli specializzati nei vari generi e sotto generi, quelli che non si sentono tali pur avendone 10.000, perché importa il contenuto e non il supporto. 
    Ho visto persone che avevano scatoloni pieni di dischi (migliaia) mai aperti, ordinati e messi lì a far numero.
    Ognuno si comporta come meglio crede.

    Non faccio raccolte, né collezioni, prediligo (potendo, non sempre ci riesco) una copia dell'epoca in cui è uscito il disco.
    Non necessariamente una prima copia (chissenefrega) o una Jap. o altro di raffinato; se un disco è del 1980 ne vorrei uno di quegli anni,
    non la ristampa del 2020 che ne celebra i 40 anni.
    Se poi la ristampa è fatta bene, magari con una confezione appetibile e un costo onesto ... perché no ?

    Quando faccio degli ascolti con amici appassionati li avviso che alcuni brani potrebbero manifestare qualche rumore o fruscio in più del dovuto;
    se un disco ha 30/40/50 anni e ha girato parecchio, qualche segno di usura è normale.
    Tutti restano stupiti di quanto possa suonare bene un disco "vintage" ... va detto che alcune testine tendono ad accentuare i difetti, altre a mascherarli.

    Una cosa che vorrei tanto fare è una sessione di ascolto pubblica (in una fiera HIFI) con una scaletta di brani da dischi che si trovano senza
    problemi, a due soldi (10 euro e anche meno) nei mercatini del vinile.
    Magari spacciandoli come edizioni audiophile Laughing Laughing Laughing  (basta non far vedere le copertine) ... di quelle che solitamente ci propinano e di cui
    ne abbiamo (credo) le palle piene Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 81249 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 81249 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 81249  possibile che nel 2021 (quasi 2022) ci sia solo Spanish Harlem della Rebecca P. da
    far sentire nelle fiere aifai Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 
    Eppure so già che tutti andremo a Milano (se l'evento si terrà) e la risentiremo Laughing Laughing Laughing  felicissimo di essere smentito. Ciao
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Ven Set 10 2021, 12:31

    Ahinoi le fiere le conosciamo bene e per quanto sia sempre interessante farci un giro (anche perché riesco a sentirmi un giovincello anche se ho 42 anni, vista l'età media dei visitatori :D ), il lato musicale è decisamente per lo più tragico.
    Si passa notoriamente dalla a dir poco abusata Keith Don't Go, all' "elicottero dei pink floyd" per poi approdare alla solita cantante asiatica bravissima che però deve stracciarti le gonadi con la cover di un pezzo rock rallentato a 1/10 dei bpm originali col solo accompagnamento di un contrabbasso. E poi il Koln Concert e poi daje de also sprach zarathustra...
    Qualcuno ogni tanto si distingue, ma sono gocce nel mare. 
    In compenso, alle fiere Hi Fi me ne vengo via con qualche disco di alcune etichette che considero di ottimo livello, anche se mi fanno spendere spesso dei bei soldini (se penso che quando andai negli States gli stessi dischi epurati di spese di spedizione, tasse di importazione e altro mi sono costati meno della metà che in Italia...).
    Per quanto riguarda l'usato, invece, l'ultima volta che sono stato in fiera (a Roma) ho notato quanto ci stiamo facendo frustare il posteriore con certe mezze verità, a partire dalle stampe giapponesi, ma qui aprirei un'altra parentesi pericolosa e mi fermo. :)


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    Messaggio Da alanford Ven Set 10 2021, 13:53

    presumo che nel prossimo milano hifi stracceranno le pelotas con il certificato che non certifica un beato niente  
    ovviamente tutti rigorosamente senza mascherina, tanto c'e' il certificato......   Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 630139
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Ven Set 10 2021, 17:58

    alanford ha scritto:presumo che nel prossimo milano hifi stracceranno le pelotas con il certificato che non certifica un beato niente  
    ovviamente tutti rigorosamente senza mascherina, tanto c'e' il certificato......   Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 630139

    Beh, in realtà l'avere il green pass non dà diritto a non indossare la mascherina, che negli eventi al chiuso rimane obbligatoria.
    Inoltre, da organizzatore di eventi posso dirti che "noi" (la categoria in generale) non stracciamo le pelotas a nessuno per nostra volontà, ci sono leggi e decreti che obbligano a imporre determinate regole, altrimenti gli eventi stessi non si realizzano. 
    Siamo molto OT quindi adesso direi di tornare nei binari della discussione su discogs, nel quale ogni tanto la mascherina va tolta, ma non dal naso, dagli occhi  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f602  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 1f609


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    Messaggio Da martin logan Ven Set 10 2021, 17:59

    Questi eventi sono parificati a una fiera, quindi valgono le medesime regole. 
    La mascherina credo sia più buon senso che altro, visto le dimensioni delle salette (se ancora sarà così, ma non vedo alternative).
    A meno che non facciano entrare uno alla volta (impossibile da fare Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 ) con una continua sanificazione dell'ambiente.

    Sulle stampe Jap. è chiaro che molti seguono il mercato, esponendo prezzo elevati (da 30/35 euro a salire) per dischi "usati".
    Non è ovunque così e mi sono capitati venditori che chiedevano 15 euro ... ripensandoci dovevo comprare l'intero lotto,
    invece mi sono limitato a quei 6/7 LP che già sapevo mi sarebbero piaciuti.
    Tutti in condizioni ottime, pari al nuovo, con OBI e inserto (per chi ci tiene - non fanno suonare meglio il disco Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 588790 ).
    Mi rendo conto che è sempre più difficile spuntare questi prezzi, ma vedo anche molti alle fiere del vinile che guardano, valutano e tirano dritto.
    Faccio anch'io così : 35/40 euro per un usato, di comune reperibilità, non stanno né in cielo né in terra Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 630139
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Ven Set 10 2021, 18:22

    Magari 35/40 euro, che alla fine fine potrebbe anche starci (in alcuni casi, non tutti) considerando il fatto che prendendoli dal giappone anche se costano la metà vengono addizionati di spese di spedizione e tasse e poi mettiamoci anche il guadagno netto del venditore, le sue tasse fiscali e il costo dello spazio in fiera.
    Io a Roma ho visto prezzi dagli 80 ai 120 euro e oltre, alcuni su dischi che ho (stessa edizione) e che so di non aver pagato quelle cifre neanche lontanamente.
    Il discorso sulle stampe giapponesi è lungo e travagliato, come tutti gli ambiti in cui ci vuole molto discernimento si combatte contro l'effetto "occhi che luccicano" (e relativa suggestione) che ha reso qualsiasi cosa che esce con una obi sopra un qualcosa di "migliore a prescindere", quando così non è, in maniera assoluta o anche in maniera relativa, cioé a volte è meglio ma non perché effettivamente era anche alla sua epoca la stampa più ben suonante. 
    Di stampe giapponesi ne ho tante, alcune eccellono, altre no, né più né meno di stampe di altri Paesi ambiti. Diciamo che il grado di conservazione delle stampe jap è solitamente migliore, per vari motivi che vanno ben oltre il solo mondo vinilico. E poi c'è l'effetto "obi&insert" che fa gola. :)


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    Messaggio Da Pinve Lun Set 13 2021, 09:42

    interessante...
    non ho stampe giapponesi, ne iper costose Limited edition... acquisto al minor prezzo possibile con ovviamente occhio ai feddback che leggo sul valore della stampa o ristampa.

    Ho preso dischi a 6/8 euro + ss in stato VG+ che suonano (per me) molto bene (supertramp, Roxy music, Manzanera) ma che non sono oggi molto cool e quindi a prezzi calmierati.
    Mi è capitato anche di prendere sempre tra i 8/10  euro pezzi aimè inascoltabili (genesis, peter gabriel).  Fortuna. 

    Poi una versione quasi limited tirata a 2 LP a 45giri  (in offerta ovviamente) che suona benissimo, ma non così distante dai supertramp a 6 euro. 

    Ma non avendo edizioni "top" ... cosa mi perdo ?


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    Messaggio Da martin logan Lun Set 13 2021, 10:57

    Credo che molto dipende da quanto buona fosse l'ed. di origine. Molti remastered "audiofili" sono fantastici come confezionamento
    ma suonano molto distante dalla morbidezza e consistenza vinilica, li hanno pompati per renderli + vicini a un digitale o alla liquida.
    A qualcuno potranno piacere, non vado a sindacare i gusti ... come a chi piace quella con la quarta o quelle col seno piccolo,
    la stangona bionda o la brunetta bassotta e ben proporzionata: il mondo è vario, i gusti ... anche Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 775355 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 775355 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 775355
     
    Vedo che la tendenza attuale è suddividere in più dischi ciò che si potrebbe contenere.
    Ho alcuni LP "doppi" che sono tali (li paghi come "doppio LP") perché hanno due brani per lato e mezza lacca vuota.

    Dovrei mettermi lì a elencare una serie di LP che trovi a due soldi e suonano benissimo, ma ci vuole tempo e pazienza.
    Quelli che faccio spesso ascoltare sono:
     
    The LA4 (un live del 1975 "Scores!" e Pavane pour une Infante Defunte del 1978 - questo trovato in negozio a 3 euro); suono pauroso, brani molto orecchiabili.
    Mark-Almond = To the Hearth (1976) ma anche Other Peoples Rooms di 2 anni dopo; autori molto sotto stimati, incisioni OK.
    Body and Soul di Joe Jackson: si trova facilmente sulle bancarelle a 5 euro o poco più: disco fantastico e bene inciso.
    Oleta Adams - Circle of One: basta ascoltare Everything Must Change e vi riappacificate col mondo - altro LP da 5 euro.
    The Manhattan Transfer - Bop - Doo - Wopp se vipiace il genere vocalese, brani live e non, 5 euro o meno.
    Uno a caso dei Crusaders (o anche di Joe Sample), se piace il genere; se trovate "Live in Japan" spendete due soldi in più e compratelo.
    Anche un LP inflazionato e commerciale come Sade - Diamond Life - è inciso da paura ... basta che sia tenuto bene e non ascoltato un milione di volte.
    Non così quelli successivi, da Promise in poi (HIT molto belle ma incisi così così).
    Molti di Chris Rea, in particolare Auberge e The Road to Hell.
    Gary Burton - Reunion (con Metheny, Erskine + altri): cast stellare e bene inciso.

    Poi ci sono un sacco di edizioni / autori che, in origine, erano già un riferimento (se piace il genere), ma NON sono economici.
    Donald Fagen e gli Steely Dan - esempio forse banale: brani arcinoti, incisi con cura maniacale, che ancora si sentono in radio
    e in molti altri posti dove si fa musica (anche nelle fiere HIFI).
    Il problema è che The Nightfly , Gaucho e Aja non si trovano a 5 euro (neppure a 10 se sono tenuti bene).
    In ogni caso soldi ben spesi. Ciao Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Lun Set 13 2021, 11:35

    Mi trovo d'accordissimo con tutti i consigli specifici dati, ci sono alcuni album che suonano benissimo così com'erano, Steely Dan, Supertramp, oppure mi viene in mente Alan Parsons ma anche tanti album Jazz, assolutamente stupefacenti nelle loro edizioni originali e anche in tante ristampe degli anni '70.

    Non mi trovo invece assolutamente d'accordo con l'associazione tout court delle ristampe "audiofile" e suono digitale, pompato e donne rifatte, nella mia esperienza niente di tutto ciò corrisponde alla verità, ai fatti.
    Se per dischi "audiofili" intendiamo quelli su cui è scritto "audiophile" o "virgin vinyl" e altre boutade del genere, allora ok, oramai lo scrivono dovunque. Ma se parliamo di etichette come Analogue Productions, MoFi, ORG, Pure Pleasure, Speaker Corners e molte altre, sono tutte etichette che ristampano 100% in analogico e sono assolutamente attente ad avvicinarsi quanto più e possibile all'originale (la fonte che hanno, a volte il master tape, altre volte una copia), curando ancora meglio di questo (spesso) il packaging, che a mio parere fa parte del disco, non è assolutamente un accessorio (se contasse solo la traccia audio ad oggi ascolteremmo tutto in streaming e il vinile sarebbe davvero sepolto, il mondo del vinile è fatto di tutto quello che è materia, non a caso si dà il granding anche alle copertine e insert).
    Piccola eccezione sul suono la fa forse MoFi, ma non perché sia digitale o altro (mai nella loro storia hanno fatto una roba del genere) ma perché usano un sistema di mastering analogico molto particolare progettato dal compianto Tim De Paravicini, che è solo di loro proprietà ed ha un suono piuttosto caldo e pieno e allo stesso tempo dettagliato, in ogni caso direi assolutamente piacevole.

    ATTENZIONE: quando parlate di "calore e morbidezza" di vecchie stampe, il che non è sempre vero peraltro (ad es. tante stampe Columbia anni '50 e '60 suonano ultrafrizzanti per compensare il fatto che i sistemi di riproduzione casalinghi erano ancora limitati, senza contare che l'adozione reale della RIAA è un fatto su cui indagare con più attenzione almeno fino a fine anni '60 nonostante sia scritto sul retro di copertina...), vi riferite a un mondo in cui la realizzazione a volte vuoi per impossibilità tecnica o vuoi addirittura per scelte di produzione, tendeva a "ridurre" in quel modo quanto inciso su nastro. 
    Oggi, tante etichette come Analogue Productions (ma ad esempio anche i recenti Tone Poet di Blue Note), svolgendo un lavoro 100% analogico (sottolineo 100%) non risentono più di determinati limiti e si avvicinano molto di più a come suona il nastro originale. Quindi se non vi piace il suono più definito di certe ristampe molto ben fatte odierne, tutto ci sta per gusto personale, ma quello è il suono dell'analogico su nastro che probabilmente nessuno di noi ha mai ascoltato prima (a meno che non si fosse al fianco del tecnico in studio).
    A questo va solo tolto il fatto che ovviamente si usano i nastri oggi, dopo vari decenni. Le aziende serie, infatti, se c'è un difetto su nastro lo lasciano in ascolto (così come il fruscio di fondo) senza tentare correzioni che andrebbero a compromettere tutto il suono (se non addirittura una modifica in digitale). Comunque sia, si tratta in ogni caso della migliore repress analogica possibile odierna. 

    Ovviamente non è sempre così, come ho premesso ci sono tante stampe originali che suonano da Dio e anche una riedizione di qualità non fa altro che replicare quel suono così come se il disco fosse appena uscito dal negozio. Se è vero che alcuni dischi si trovano al mercatino a 5/10 euro e che a volte si ha il colpaccio di trovare una copia che suona NM dall'inizio alla fine, ciò non vuol dire che ci si debba precludere l'esperienza o la volontà di portarsi a casa lo stesso disco riprodotto oggi allo stato dell'arte, con un bellissimo packaging, soprattutto se questo è uno dei nostri dischi del cuore.

    Comprare dischi da queste etichette e spenderci molto non è "la regola", è spesso l'eccezione. Ne vale la pena? Dire che vale sempre la pena sarebbe forse eccessivo, a volte shit happens in tutte le cose, ma dato che ne ho oramai una piuttosto vasta esperienza, per quanto mi riguarda, se e quando si può, non si rimpiange neanche un euro speso.

    Ma ovviamente ciò non toglie che il nostro "sport" preferito sia il digging nei mercatini e la ricerca della vecchia copia tenuta bene, che ha sempre il suo fascino inimitabile, porta una storia "umana" con sé oltre che artistica e che sta alla base della nostra passione per il disco nero. Quindi ben vengano le ristampe fatte in modo autorevole e se hanno dei costi bisgona accettarli, perché hanno le loro ragioni (oltre che spesso costi di importazione che drogano i prezzi qui in Europa). MA non è la regola. Esiste il tavernello, il vino a q/p ottimo e esiste il vino costoso, il vino costoso si beve in poche grandi occasioni, non tutti i giorni con la pasta e fagioli in tavola. ;)

    p.s. postilla antipatica ma che va fatta: se non si ha un giradischi, una testina e un prephono un minimo sopra la media, spendere soldi in queste edizioni è forse poco utile. Qualche differenza pur si sentirà anche con un entry level, ma per ascoltare cosa c'è davvero nei solchi di una di queste produzioni ci vuole un sistema di almeno medio livello e ben ponderato.

    p.s. 2 occhio che gli LP doppi con due tracce per lato (di solito a 45rpm) sono appositamente realizzati perché il maggiore spazio per i solchi, la minore vicinanza delle tracce al centro e la velocità di rotazione maggiore garantiscono una migliore stampa e una migliore riproduzione. Per quanto sia una rottura alzarsi e girare il disco ogni 2 canzoni, il fatto di averli fatti così è un vantaggio dal punto di vista sonoro e in quanto ai costi e che li facciano pagare come doppi, direi che non ci sono problemi perché sono sempre due dischi, quando la pressa schiaccia la pallotta di vinile che la matrice abbia due canzoni per lato o ne abbia 6 non fa alcuna differenza nei costi di produzione (anzi, a dirla tutta essendo necessari più matrici/stamper rispetto a un disco unico, i costi per il produttore si alzano).


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    Messaggio Da martin logan Lun Set 13 2021, 13:36

    Infatti ho scritto molti, non TUTTI. Case serie ci sono sempre state e chi lavora seriamente con il vinile per fortuna c'è ancora.
    Chiaro che le etichette che menzioni costano un botto ... e non li trovi sulle bancarelle e spesso neppure alle fiere del vinile.
    O li compri su internet, oppure in qualche negozio hifi o alle fiere hifi. 
    Faccio riferimento a LP dai primi anni settanta in poi, di precedente ho pochissimo.

    Sui "doppi" parlo ovviamente dei 33 rpm ... OMR (la chiamo alla vecchia maniera) non ha mai fatto così, eppure ha sempre sfornato incisioni
    ottime o molto buone. Oggi questa "mania" ha contagiato etichette meno che audiofile, super commerciali: un modo buono per venderti un "falso doppio"
    chiedendo 40 euro (o più) anziché 30. Cosa a mio avviso detestabile e non sempre giustificata - neppure a livello tecnico.
    Due esempi che per fortuna sono rimasti estranei a tale "mania" (ce ne saranno migliaia, ho sottomano questi):
    Etichetta audiofila (Kolibri Records - non molto conosciuta) T. Schneider & Friends "Plan b3" (17 brani su 2 facciate - incisione eccellente), ed. limitata a 500 pezzi.
          "      commerciale (Nonesuch / Warner) Redman-Mehldau-McBride-Blade "Round Again" (7 brani, alcuni lunghi oltre 7 min. su 2 facciate - incisione ottima).

    Quanto al mezzo per riprodurre musica: credo di avere giradischi, testine e pre phono sopra la media rispetto alla massa di chi ascolta il vinile, nella media per chi è un appassionato di HIFI da una vita, possiede una sala realizzata apposta per ascoltar musica e frequenta forum specializzati, mostre e concerti.
    Diciamo che se un LP suona male non posso dare la colpa al mio impianto. Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604
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    Messaggio Da Salvatore Pagano Lun Set 13 2021, 13:56

    martin logan ha scritto:Infatti ho scritto molti, non TUTTI. Case serie ci sono sempre state e chi lavora seriamente con il vinile per fortuna c'è ancora.
    Chiaro che le etichette che menzioni costano un botto ... e non li trovi sulle bancarelle e spesso neppure alle fiere del vinile.
    O li compri su internet, oppure in qualche negozio hifi o alle fiere hifi. 
    Faccio riferimento a LP dai primi anni settanta in poi, di precedente ho pochissimo.

    Sui "doppi" parlo ovviamente dei 33 rpm ... OMR (la chiamo alla vecchia maniera) non ha mai fatto così, eppure ha sempre sfornato incisioni
    ottime o molto buone. Oggi questa "mania" ha contagiato etichette meno che audiofile, super commerciali: un modo buono per venderti un "falso doppio"
    chiedendo 40 euro (o più) anziché 30. Cosa a mio avviso detestabile e non sempre giustificata - neppure a livello tecnico.
    Due esempi che per fortuna sono rimasti estranei a tale "mania" (ce ne saranno migliaia, ho sottomano questi):
    Etichetta audiofila (Kolibri Records - non molto conosciuta) T. Schneider & Friends "Plan b3" (17 brani su 2 facciate - incisione eccellente), ed. limitata a 500 pezzi.
          "      commerciale (Nonesuch / Warner) Redman-Mehldau-McBride-Blade "Round Again" (7 brani, alcuni lunghi oltre 7 min. su 2 facciate - incisione ottima).

    Quanto al mezzo per riprodurre musica: credo di avere giradischi, testine e pre phono sopra la media rispetto alla massa di chi ascolta il vinile, nella media per chi è un appassionato di HIFI da una vita, possiede una sala realizzata apposta per ascoltar musica e frequenta forum specializzati, mostre e concerti.
    Diciamo che se un LP suona male non posso dare la colpa al mio impianto. Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604 Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 917604

    Parto dal fondo, il discorso sulla qualità dei mezzi di riproduzione non era minimamente un riferimento personale (non mi sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello non conoscendoci), ma una nota generale per chiunque stesse leggendo. ;)
    Concordo al 101% sul fatto che molte consuetudini di doppio disco siano state colte da produttori che stampano copie del tutto "normali" ma anche addirittura da quelli che stampano roba piuttosto indegna. In quei casi la pratica di mettere le tracce su due dischi è totalmente inutile e anche il sovrapprezzo è detestabile. Così come tante accezioni oramai diventate fumo negli occhi, se non sorrette da informazioni più consistenti.

    La vecchia OMR ha fatto cose buone e ottime, altre cose forse riascoltandole oggi (parlo delle primissime produzioni) non le ritengo il non plus ultra, sebbene sopra il livello di altre ristampe anni '80. Penso che oggi la OMR/MoFi stia lavorando bene se non meglio di un tempo in molti casi (e ben vengano le loro produzioni a 45rpm), anche se non la metto al primissimo posto della mia personale classifica (ma ovviamente siamo lì, il podio lo merita).
    A 33 giri si possono produrre cose splendide, come del resto ha dimostrato Analogue Productions (la mia 1° in classifica) con l'ultima edizione uhqr di KoB, costosa sì ma anche impeccabile.

    Infine, a mio parere, oltre che l'etichetta il dato fondamentale lo fanno le persone che, con nome e cognome, hanno curato la specifica edizione. La vera differenza continua ad essere questa, direi soprattutto oggi che non siamo più nell'epoca d'oro del vinile e quindi le persone a conservare lo state-of-art tecnico delle produzioni non sono poi così tante al mondo.

    In pratica io e te siamo d'accordo, ma è bene secondo me andare sempre a fondo delle cose proprio per chi legge e non sa nulla di questo mondo e quei 40 euro rischia di spenderli a caso, magari trovare la fregatura e poi scrivere in giro "le ristampe audiofile sono una presa in giro". Purtroppo, è un mondo fatto di tante spine, occhi aperti a non pungersi! ;)


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    Messaggio Da Pinve Lun Set 13 2021, 15:54

    Intanto... grazie. 
    Sempre molto utile (e piacevole) parlarne.

    Sui titoli indicati, cercherò qualche info in più e di ascoltarli in TIDAL  (acquisto solo cose che mi piacciono, indipendentemente da come suonano. Tutto aiuta).

    Quanto ai mezzi, ovviamente più cerchi la qualità più devi avere strumenti per apprezzarla. Nel mio caso posso migliorare molto (e forse lo farò) ma forse non sono proprio all'inizio del percorso.

    ma dove si acquistano MOFI es altre etichette audiofile ?


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    Messaggio Da heartbreaker Lun Set 13 2021, 15:56

    In principio ci furono Decca, RCA, Mercury, Columbia, EMI. Furono le prime, vere  etichette audiofile. Poi le richieste mondiali di musica incisa diventarono talmente enormi da far passare in secondo piano la qualità " costruttiva " del vinile( passatemi il termine). Infatti l'avvento del CD ft fu "benedetto"  proprio perchè la possibilità di comperare una buona copia era piuttosto ridotta.
    Poi sono arrivate MoFi(OMR), Nautilus che  rimasterizzavano/ristampavano i titoli di maggior successo di vendite. Qui già cominciavano i dolori...
    In un articolo di TAS di molti anni fa  si racconta del boss della OMR che telefona a Bob Ludwig e, a proposito della ristampa  di Gaucho(Steely Dan) gli dice che era riuscito  a mettere più bassi  di lui nella  sua stampa. E il buon Bob che gli risponde che loro(lui e Donald Fagen) avevano sofferto moltissimo per togliere tutti quei bassi che "erano troppi".
    Questo per dire che, anche se l'opera di queste etichette è meritoria nel riportare alla luce certe incisioni, poi non bisogna "esagerare".
    Per sapere se un disco in vinile suona bene, si dovrebbe confrontarlo con il suo  nastro master, cosa possibile in rarissimi casi.
    Ecco perchè per alcuni la riedizione e, ancor più la rimasterizzazione( a meno che non fatta dall'autore in persona) non sono così appetibili.
    Il fatto di mettere in 2 vinili ciò che stava in 1 per me è solo un miglioramento, anche se preferirei confrontare le due stampe con le mie sorde orecchie.
    Peraltro sono fondamentalmente d'accordo con voi in molto di quello che avete detto.

    P.S. Ho praticamente smesso di comperare riedizioni audiofile.


    Ultima modifica di heartbreaker il Lun Set 13 2021, 16:13 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da carloc Lun Set 13 2021, 16:00

    heartbreaker ha scritto:anche se preferirei confrontare le due stampe con le mie sorde orecchie.

    Ti garantisco che sei in ottima compagnia  Vinili - audiofili & collezionisti - Discogs 650957


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