Da simorag Mer Dic 30 2020, 08:27
Barone Birra ha scritto:Un po' di polemica
Se un DAC da 8000 Euro ha bisogno di un add-on da 4000 per suonare al massimo, ci vorrebbero un po' di legnate al progettista
La battuta ci sta
In realtà proprio nella fascia più alta del mercato dei DAC dove si cerca la prestazione allo stato dell'arte, a cominciare da dCS e MSB, l'approccio di avere un componente "core" che può essere scalato in prestazioni aggiungendo moduli esterni che migliorano elementi specifici già presenti nel "core" (upscaler, ma anche clock, alimentazione, interfacce digitali) è molto utilizzato. Altri esempi nobili sono NAGRA, Esoteric, altri più recenti Auralic, Ideon.
Al di là di logiche commerciali (compromessi da fare per il posizionamento di mercato del sistema "core" e relativa scalabilità, anche in vista di aggiornamenti evolutivi futuri) e di packaging (un sistema all-in-one con il top tutto in un unico box può diventare una aberrazione come il dCS Vivaldi One), un elemento chiave è l'isolamento dal rumore elettromagnetico.
Per elementi molto sensibili (clock) o molto inquinanti (upscaler) la soluzione della segregazione estrema dei componenti, ossia di avere box separati, è giudicata quella potenzialmente più performante, anche al netto dei problemi di interconnessione.
Nel caso del DAVE, stando a quanto dice Rob Watts, la cosa è ancora più semplice: quando è uscito il DAVE (2015) non era disponibile una FPGA che gli permettesse di effettuare l'upscaling 16x utilizzando il suo algoritmo proprietario. Ciò è divenuto possibile nel 2017, con la FPGA Xilinx di generazione successiva, inizialmente inserita nel Blu Mk2 (trasporto CD con upscaling) e poi nello M Scaler come upscaler standalone.
Watts dice comunque che anche se fosse stata disponibile, avrebbe optato per una soluzione due telai proprio per i problemi di RFI di cui dicevo sopra.