Emozione e hi-fi
frighino rosso- Apprendista musicofilo
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- Messaggio n°26
Re: Emozione e hi-fi
Ognuno si esprime in base alle proprie conoscenze ed esperienze. Io credo che ci vuole sincerità ed obbiettivita' nell'esprimere le idee/opinioni: io vado ad ascoltare la musica dal vivo, soprattutto il jazz e poi tutto quello che considero BUONA musica e trovo ovvio dire che l'emozione più forte è la musica dal vivo eseguita in condizioni ambientali ottimali, ma quando si riesce ad ottenere nel proprio ambiente domestico d'ascolto condizioni tali dovute, vuoi al trattamento della stanza che alla bontà dei componenti dell'impianto che se ben amalgamati danno emozioni altrettanto belle per noi amanti del bel suono e bella musica. ciao
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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- Messaggio n°27
Re: Emozione e hi-fi
Personalmente non ho difficoltà a godermi la musica riprodotta quanto la musica dal vivo.
Sarà anche perché per me l'HI-Fi non è mai stato quel mezzo di perfezione che scatena l'ansia da prestazione. Per me l'Hi-Fi, il più possibile trasparente e lineare, neutra senza freddezze, è sempre stato lo strumento tencico che mi permetteva di godere della mia musica, mai il gusto dell'oggetto per sé stesso.
Ecco anche perché, forse, non sono mai riuscito ad amare oggetti Hi-Fi iperbolici che però - stringi stringi - permettevano magari singole prestazioni da capogiro, ma agli effetti non erano assolutamente in grado di veicolare la musica. Cioé di scomparire dalla riproduzione per farti sentire solo il disco riprodotto.
In generale gli "impiantoni" Hi-Fi sono invece delle lenti di ingrandimento su questo o quel parametro, ma non perseguono unitarietà, omogeneità, coerenza, realismo. Sono una sorta di Kitch del suono iperbolico. La musica è altra cosa.
Se scomparisse l'Hi-Fi, dico francamente, scomparirebbe però la mia voglia di ascoltare il suono riprodotto, e lo ascolterei solo ai concerti. Nella mia music aprefrita, la musica classica, la qualità del suono prodotto dal musicista è veicolo insostituibile del messaggio musicale. Un aradiolina non può in alcun modo soddisfare nell'ascolto della mia musica, a meno che non si tratti di un ascolto molto, molto superficiale.
Sarà anche perché per me l'HI-Fi non è mai stato quel mezzo di perfezione che scatena l'ansia da prestazione. Per me l'Hi-Fi, il più possibile trasparente e lineare, neutra senza freddezze, è sempre stato lo strumento tencico che mi permetteva di godere della mia musica, mai il gusto dell'oggetto per sé stesso.
Ecco anche perché, forse, non sono mai riuscito ad amare oggetti Hi-Fi iperbolici che però - stringi stringi - permettevano magari singole prestazioni da capogiro, ma agli effetti non erano assolutamente in grado di veicolare la musica. Cioé di scomparire dalla riproduzione per farti sentire solo il disco riprodotto.
In generale gli "impiantoni" Hi-Fi sono invece delle lenti di ingrandimento su questo o quel parametro, ma non perseguono unitarietà, omogeneità, coerenza, realismo. Sono una sorta di Kitch del suono iperbolico. La musica è altra cosa.
Se scomparisse l'Hi-Fi, dico francamente, scomparirebbe però la mia voglia di ascoltare il suono riprodotto, e lo ascolterei solo ai concerti. Nella mia music aprefrita, la musica classica, la qualità del suono prodotto dal musicista è veicolo insostituibile del messaggio musicale. Un aradiolina non può in alcun modo soddisfare nell'ascolto della mia musica, a meno che non si tratti di un ascolto molto, molto superficiale.
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Vito Buono
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ema49- Musicofilo
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- Messaggio n°28
Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
In generale gli "impiantoni" Hi-Fi sono invece delle lenti di ingrandimento su questo o quel parametro, ma non perseguono unitarietà, omogeneità, coerenza, realismo. Sono una sorta di Kitch del suono iperbolico. La musica è altra cosa.
Se scomparisse l'Hi-Fi, dico francamente, scomparirebbe però la mia voglia di ascoltare il suono riprodotto, e lo ascolterei solo ai concerti. Nella mia music aprefrita, la musica classica, la qualità del suono prodotto dal musicista è veicolo insostituibile del messaggio musicale. Un aradiolina non può in alcun modo soddisfare nell'ascolto della mia musica, a meno che non si tratti di un ascolto molto, molto superficiale.
Sicuramente d'accordo con la prima parte. I megaimpianti sono solo giocattoli, inadatti ad ascoltare musica, almeno per me. Il mio impianto "buono" rimane acceso per molto tempo ma viene ascoltato per poche decine di minuti...il tempo di far prove. E' il trenino elettrico della mia maturità.
Sulla seconda parte le opinioni, ahimè, divergono nettamente. Ascolto, come detto, molta musica in macchina e con un impiantino i cui diffusori sono le ls3/5a. E' tutto dire, scompare il b.c. dalla musica barocca. Eppure non reputo in alcun modo superficiale il mio ascolto, tutt'altro. E che dire di mio padre, che passava ore intere ad ascoltare lirica con una radio con incorporato giradischi, il cui braccio (si fa per dire) sorreggeva una puntina a forma di chiodo e spesso piangeva per l'emozione dell'ascolto. Possiamo dire che si trattava di un ascolto molto, molto superficiale? O era l'ascolto di una persona molto, molto competente che riusciva a ricreare la musica anche con un accrocco?
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- Messaggio n°29
Re: Emozione e hi-fi
Perchè oggi non ho la benchè minima voglia di accendere l'impianto?
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Marco LP
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- Messaggio n°30
Re: Emozione e hi-fi
Il problema Ema è che quando io ascolto musica non voglio spendere energie mentali per ricostruire quello che non c'è. Mi fa fatica e mi distoglie da quello che invece mi interessa: ascoltare per bene la musica e l'intepretazione.
Io d'altra parte non ho detto che è impossibile godere della musica con mezzi mid o low-fi. Mi domando francamente come potrei godere della varietà timbrica di Schnabel, ad esempio, su un impianto talmente sommario da non essere in grado di diversificare timbricamente le varie soluzioni di tocco escogitate dal pianista. Ci sono molti interpreti che io ho cominciato a comprender solo quando ho avuto un impianto abbastanza buono da metterne in evidenza il gioco (micro)dinamico, il gioco timbrico.
Francamente se mi togli la dinamica sottile e mutevole ed il timbro, e mi limiti al ritmo ed agli accenti secondo me hai tolto il 50% delle risorse espressive della mia musica. Forse per te che sei centrato su Bach la microdinamica è meno importante, ma una esecuzione al piano beethoveniana esce completamente distrutta dall'ascolto in auto, ad esempio. Distrutta ed inascoltabile...Ho provato ad ascoltare la 7° di Beethoven nell'esecuzione di Arrau, in auto, ricavandone solo un colossale mal di testa, e così il mio compagno che pure ama questa musica.... ne è venuto fuori un guazzabuglio di suoni sotto l'udibilità e di fragori cataclismatici, il tutto affogato in una marea di rumore....
Poi, se io ho ascoltato un brano a teatro, lo riascolto anche su un grammofono e rivivo l'emozione di quel momento, non si può dire si tratti di un ascolto superficiale. Bene o male questi sistemi riproduttivi (grammofono, la radio degli anni '30) permettevano (come ce ne avvediamo dai riversamenti in CD di quelle registrazioni) un livello di qualità in gamma media decisamente buono ed esaustivo (purtroppo non era così in gamma bassa e con la grande orchestra). Ma se mi parli di ascoltare questa musica su un radioregistratore portatile di oggi, su un'autoradio (magari con l'auto in moto), su un PC dotato di cassine standard..... NOn credo proprio si possa parlare di ascolto approfondito. Al massimo, se quel disco lo conosci, puoi in questo modo integrare col ricordo quello che senti in condizioni così disagevoli, ma se lo senti per la prima volta in queste condizioni credo non saresti nemmeno in grado di esprimere un parere sull'interprete, figuriamoci goderti la musica...
Prova ad ascoltare un disco nuovo, la prima volta, in auto. E poi cerca di farne una valutazione di merito.... credo che avresti qualche problema....
Poi anche in auto io posso ascoltare la Sutherland e commuovermi.... ma non potrei dire si tratterebbe di ascolto approfondito.... anche 2011 Odissea nello spazio posso guardarlo dal buco della serratura rimanendone colpito. Ma forse per godermelo appieno sarebbe meglio vederlo in HD su un grande schermo o al cinema, non ti pare?
Io dalla riproduzione mi aspetto lo stesso livello emotivo (e comprensivo) del concerto. Così come un concerto non lo ascolto immerso nel traffico, altrettanto mi aspetto di fare col suono riprodotto. SE tu hai maggiori capacità di astrazione di me e senti tutto quello che c'è da sentire in una suite per orchestra di Bach anche in auto (o riesci ad immaginartelo e ti bast aimmaginartelo).... beato te.... non so che altro dirti: per me è impossibile.
Io d'altra parte non ho detto che è impossibile godere della musica con mezzi mid o low-fi. Mi domando francamente come potrei godere della varietà timbrica di Schnabel, ad esempio, su un impianto talmente sommario da non essere in grado di diversificare timbricamente le varie soluzioni di tocco escogitate dal pianista. Ci sono molti interpreti che io ho cominciato a comprender solo quando ho avuto un impianto abbastanza buono da metterne in evidenza il gioco (micro)dinamico, il gioco timbrico.
Francamente se mi togli la dinamica sottile e mutevole ed il timbro, e mi limiti al ritmo ed agli accenti secondo me hai tolto il 50% delle risorse espressive della mia musica. Forse per te che sei centrato su Bach la microdinamica è meno importante, ma una esecuzione al piano beethoveniana esce completamente distrutta dall'ascolto in auto, ad esempio. Distrutta ed inascoltabile...Ho provato ad ascoltare la 7° di Beethoven nell'esecuzione di Arrau, in auto, ricavandone solo un colossale mal di testa, e così il mio compagno che pure ama questa musica.... ne è venuto fuori un guazzabuglio di suoni sotto l'udibilità e di fragori cataclismatici, il tutto affogato in una marea di rumore....
Poi, se io ho ascoltato un brano a teatro, lo riascolto anche su un grammofono e rivivo l'emozione di quel momento, non si può dire si tratti di un ascolto superficiale. Bene o male questi sistemi riproduttivi (grammofono, la radio degli anni '30) permettevano (come ce ne avvediamo dai riversamenti in CD di quelle registrazioni) un livello di qualità in gamma media decisamente buono ed esaustivo (purtroppo non era così in gamma bassa e con la grande orchestra). Ma se mi parli di ascoltare questa musica su un radioregistratore portatile di oggi, su un'autoradio (magari con l'auto in moto), su un PC dotato di cassine standard..... NOn credo proprio si possa parlare di ascolto approfondito. Al massimo, se quel disco lo conosci, puoi in questo modo integrare col ricordo quello che senti in condizioni così disagevoli, ma se lo senti per la prima volta in queste condizioni credo non saresti nemmeno in grado di esprimere un parere sull'interprete, figuriamoci goderti la musica...
Prova ad ascoltare un disco nuovo, la prima volta, in auto. E poi cerca di farne una valutazione di merito.... credo che avresti qualche problema....
Poi anche in auto io posso ascoltare la Sutherland e commuovermi.... ma non potrei dire si tratterebbe di ascolto approfondito.... anche 2011 Odissea nello spazio posso guardarlo dal buco della serratura rimanendone colpito. Ma forse per godermelo appieno sarebbe meglio vederlo in HD su un grande schermo o al cinema, non ti pare?
Io dalla riproduzione mi aspetto lo stesso livello emotivo (e comprensivo) del concerto. Così come un concerto non lo ascolto immerso nel traffico, altrettanto mi aspetto di fare col suono riprodotto. SE tu hai maggiori capacità di astrazione di me e senti tutto quello che c'è da sentire in una suite per orchestra di Bach anche in auto (o riesci ad immaginartelo e ti bast aimmaginartelo).... beato te.... non so che altro dirti: per me è impossibile.
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Lun Apr 11 2011, 18:58 - modificato 4 volte. (Motivazione : corresioni testuali)
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Geronimo- Self-Awareness
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Re: Emozione e hi-fi
Rudino ha scritto:Perchè oggi non ho la benchè minima voglia di accendere l'impianto?
Forse perchè non hai più un impianto
ema49- Musicofilo
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Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Io dalla riproduzione mi aspetto lo stesso livello emotivo (e comprensivo) del concerto.
Credo che il nocciolo sia tutto qui'. Con nessun impianto abbia mai assemblato o ascoltato presso amici o rivenditori sono riuscito, sia pur lontanamente, a raggiungere qualcosa che somigli al livello emotivo del concerto, per mutuare le tue parole. Comprensivo si...ma con gelida comprensività. Per questo ho sospeso la mia opinione su Dantone: aspetto di poterlo ascoltare dal vivo. Il livello di comprensione poi negli ultimi giorni si è notevolmente elevato con l'ascolto in cuffia. Non a caso ti dicevo che con questo oggetto si respira aria di concerto. Ti dicevo anche che mia moglie detesta la musica riprodotta con qualunque impianto. La trova semplicemente artificiosa e pertanto inascoltabile. Con le sonate per pf in cuffia ha mostrato parecchio interesse..
SE voglio ascoltare una esecuzione a me sconosciuta, certamente non lo faccio in macchina, è ovvio. Ma ti assicuro che non è affatto difficile distinguere Rostropovich da Mayskj e sono straconvinto che anche tu non avresti la benché minima difficoltà, così come i Brandeburghesi eseguiti da Leonhardt piuttosto che da Gardiner.
Per finire ti dirò: anch'io negli ultimi anni ho cominciato a manifestare una montante idiosincrasia per la riproduzione musicale..sedermi davanti a due cassettine o a due cassoni per ascoltare una realtà fittizia mi riesce pesante Sempre mutuando le tue parole, rispetto al concerto è come guardare dal buco della serratura.
Ma ora sembra che qualcosa si muova in questa sperduta Provincia. I prossimi mesi c'è un programma piuttosto ghiotto..a parte il Maggio Musicale
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Rudino- Sordo Magno
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Re: Emozione e hi-fi
Elcaset ha scritto:Rudino ha scritto:Perchè oggi non ho la benchè minima voglia di accendere l'impianto?
Forse perchè non hai più un impianto
Forse perchè non è giornata...
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Marco LP
Luca58- Hi-End Member
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Re: Emozione e hi-fi
In realta' il problema ce l'ho a capire questa cosa. In auto, a seconda dell'impianto, le prestazioni possono essere davvero notevoli...Pazzoperilpianoforte ha scritto:Prova ad ascoltare un disco nuovo, la prima volta, in auto. E poi cerca di farne una valutazione di merito.... credo che avresti qualche problema....
Ultima modifica di Luca58 il Mar Apr 12 2011, 01:29 - modificato 1 volta.
Luca58- Hi-End Member
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Re: Emozione e hi-fi
Secondo me tu e PPP siete un po' troppo drastici.ema49 ha scritto:Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Io dalla riproduzione mi aspetto lo stesso livello emotivo (e comprensivo) del concerto.
Credo che il nocciolo sia tutto qui'. Con nessun impianto abbia mai assemblato o ascoltato presso amici o rivenditori sono riuscito, sia pur lontanamente, a raggiungere qualcosa che somigli al livello emotivo del concerto, per mutuare le tue parole. Comprensivo si...ma con gelida comprensività. Per questo ho sospeso la mia opinione su Dantone: aspetto di poterlo ascoltare dal vivo. Il livello di comprensione poi negli ultimi giorni si è notevolmente elevato con l'ascolto in cuffia. Non a caso ti dicevo che con questo oggetto si respira aria di concerto. Ti dicevo anche che mia moglie detesta la musica riprodotta con qualunque impianto. La trova semplicemente artificiosa e pertanto inascoltabile. Con le sonate per pf in cuffia ha mostrato parecchio interesse..
SE voglio ascoltare una esecuzione a me sconosciuta, certamente non lo faccio in macchina, è ovvio. Ma ti assicuro che non è affatto difficile distinguere Rostropovich da Mayskj e sono straconvinto che anche tu non avresti la benché minima difficoltà, così come i Brandeburghesi eseguiti da Leonhardt piuttosto che da Gardiner.
Per finire ti dirò: anch'io negli ultimi anni ho cominciato a manifestare una montante idiosincrasia per la riproduzione musicale..sedermi davanti a due cassettine o a due cassoni per ascoltare una realtà fittizia mi riesce pesante Sempre mutuando le tue parole, rispetto al concerto è come guardare dal buco della serratura.
Ma ora sembra che qualcosa si muova in questa sperduta Provincia. I prossimi mesi c'è un programma piuttosto ghiotto..a parte il Maggio Musicale
Va bene il concerto, va bene l'unicita' del live, ma che non si possa godere della musica anche da un compattone mi sembra eccessivo. Io a volte metto un CD appunto nel compattone di mio figlio perche' e' l'unico "impianto' in una parte della casa; all'inizio noto la schifezza di riproduzione, ma dopo un minuto nemmeno lo sento piu' e seguo la musica.
Quanto ai musicisti e' vero che ascoltano meno musica riprodotta, ma solo se si intende "stando attaccati ed attenti alle prestazioni dell'impianto". Anche i musicisti infatti ascoltano e semmai la grossa differenza sta nel fatto che loro ascoltano in funzione delle interpretazioni e non del livello di incisione.
Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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- Messaggio n°36
Re: Emozione e hi-fi
La verità è che credo, tra tutti, stiamo parlando di due livelli di ascolto in realtà diverso.
Se io gioco con mio figlio ed in sottofondo c'è della musica, o comunque svolgo delle operazioni e sento della musica al contempo, io sicuramente posso godere di quella musica. Di tanto in tanto posso anche fermarmi dalle altre operazioni, dare il massimo grado di attenzione alla musica, commuovermi, poi riprendere a fare ciò che di altro mi sta accompagnando nell'ascolto della musica (anche guidare, ad esempio).
Questo è un livello possibile, e certo non indegno o di poco valore. D'altra parte nel settecento, ad esempio, l'opera si ascoltava in questo modo a teatro: si conversava, la musica faceva da sottofondo, e quando il Divo (in genere un castrato contraltista o sopranista) appariva in scena tutti si zittivano rapiti ad ascoltarlo.
Con questo metodo di fruizione, si può godere della musica anche attraverso una radio portatile.
Si tratta di un livello possibile ed anche gratificante, e talvolta mi ci rivolgo anch'io. Però tipicamente non è il mio livello di ascolto preferito.
Il mio livello di ascolto preferito è: ascoltare musica seduto, senza fare altro, in cuffia. Escludo l'ambiente, escludo gli accrocchi infiniti per far suonare stanza, diffusori, amplificatori. Il mio preferire la cuffia è anche per questo, come giustamente dice Ema: si patteggia con la ricostruzione spaziale, che diventa vincolata alla testa e nel migliore dei casi anteriore alla testa ma molto prossima. Ma il livello di naturalezza e di contatto con la musica dal punto di vista timbrico, dinamico, dal punto di vista di piacevolezza d'ascolto, dal punto di vista "mancanza di criticità" non ha niente a che vedere con i diffusori, nel senso che è nettamente superiore. Senti tutto, ogni intenzione artistica dell'interprete, ogni virgola del discorso dell'autore. E l'emozione che se ne ricava, per me, è di tutt'altro livello.
In queste condizioni (io, la musica, degli accrocchi audio ineludibili che però scompaiono) io riesco a vivere emozioni simili a quelle della sala da concerto. Certo, simili e diverse. Perché l'essere in teatro invece che a casa propria è un elemento dell'andare al concerto, l'avere il vicino di poltrona è diverso che non essere a casa da soli (anche se a volte il vicino di poltrona può essere anche un emerito rompiballe). A volte, soprattutto, diversa è la partecipazione emotiva dell'artista in sala da concerto rispetto a quello che riesce poi a dare in sala di registrazione.
Eppure a volte, in cuffia, il miracolo si compie. E allora lì non conta più se sei a teatro o sei sul divano di casa tua: c'è un interprete, c'è la musica e ci sei tu. Nella massima naturalezza possibile. E si riesce come dal vivo ad ammirare il tocco di un pianista, il timbro ricercato in un passaggio, lo scatto agogico dato ad alcune frasi rispetto ad altre, ogni più piccolo passaggio di dinamica, ecc. ecc.
C'è qualcosa in meno rispetto al concerto, come dicevo, ma anche qualcosa in più, una concentrazione assoluta sull'evento musicale. E a ricercarla (con la cuffia e l'ampli giusto) una naturalezza timbrica e riproduttiva quasi impossibli da raggiungere coi diffusori, anche con sistemi estremi.
In queste condizioni, veramente, diventa difficile non godere della musica a casa propria (con certi artisti, con certe registrazioni) in maniera paragonabile al concerto. E' un ascolto molto concentrato, molto analitico, in genere io mi ci dedico due-tre volte la settimana per tre-quattro ore massima cadauna. Ma ci riesco solo in cuffia, e solo in cuffia il grado di coinvolgimento è quello che desidero.
Io credo Emanuele che la reazione che ha avuto tua moglie all'ascolto in cuffia possa spiegare meglio di tante mie chiacchiere quello che voglio dire. Ma appunto lo dici anche tu, che pur da poco, mi par di capire, ti stai ridedicando all'ascolto in cuffia.
Anche Lorenzo (Petrus) qualche tempo fa ebbe un ritorno di fiamma notevole verso la riproduzione domestica grazie all'ascolto in cuffia. Non so se questo suo ritorno di fiamma sia in prosecuzione, peraltro. L'ascolto in cuffia - di fatto - permette di svincolarsi dal mezzo (l'impianto) e di approcciare senza fronzoli e suppellettili ingombranti la musica. Pur con tutti i suoi limiti di ricostruzione spaziale e di mancanza di impatto fisico.
Almmeno, per me è così.
Se io gioco con mio figlio ed in sottofondo c'è della musica, o comunque svolgo delle operazioni e sento della musica al contempo, io sicuramente posso godere di quella musica. Di tanto in tanto posso anche fermarmi dalle altre operazioni, dare il massimo grado di attenzione alla musica, commuovermi, poi riprendere a fare ciò che di altro mi sta accompagnando nell'ascolto della musica (anche guidare, ad esempio).
Questo è un livello possibile, e certo non indegno o di poco valore. D'altra parte nel settecento, ad esempio, l'opera si ascoltava in questo modo a teatro: si conversava, la musica faceva da sottofondo, e quando il Divo (in genere un castrato contraltista o sopranista) appariva in scena tutti si zittivano rapiti ad ascoltarlo.
Con questo metodo di fruizione, si può godere della musica anche attraverso una radio portatile.
Si tratta di un livello possibile ed anche gratificante, e talvolta mi ci rivolgo anch'io. Però tipicamente non è il mio livello di ascolto preferito.
Il mio livello di ascolto preferito è: ascoltare musica seduto, senza fare altro, in cuffia. Escludo l'ambiente, escludo gli accrocchi infiniti per far suonare stanza, diffusori, amplificatori. Il mio preferire la cuffia è anche per questo, come giustamente dice Ema: si patteggia con la ricostruzione spaziale, che diventa vincolata alla testa e nel migliore dei casi anteriore alla testa ma molto prossima. Ma il livello di naturalezza e di contatto con la musica dal punto di vista timbrico, dinamico, dal punto di vista di piacevolezza d'ascolto, dal punto di vista "mancanza di criticità" non ha niente a che vedere con i diffusori, nel senso che è nettamente superiore. Senti tutto, ogni intenzione artistica dell'interprete, ogni virgola del discorso dell'autore. E l'emozione che se ne ricava, per me, è di tutt'altro livello.
In queste condizioni (io, la musica, degli accrocchi audio ineludibili che però scompaiono) io riesco a vivere emozioni simili a quelle della sala da concerto. Certo, simili e diverse. Perché l'essere in teatro invece che a casa propria è un elemento dell'andare al concerto, l'avere il vicino di poltrona è diverso che non essere a casa da soli (anche se a volte il vicino di poltrona può essere anche un emerito rompiballe). A volte, soprattutto, diversa è la partecipazione emotiva dell'artista in sala da concerto rispetto a quello che riesce poi a dare in sala di registrazione.
Eppure a volte, in cuffia, il miracolo si compie. E allora lì non conta più se sei a teatro o sei sul divano di casa tua: c'è un interprete, c'è la musica e ci sei tu. Nella massima naturalezza possibile. E si riesce come dal vivo ad ammirare il tocco di un pianista, il timbro ricercato in un passaggio, lo scatto agogico dato ad alcune frasi rispetto ad altre, ogni più piccolo passaggio di dinamica, ecc. ecc.
C'è qualcosa in meno rispetto al concerto, come dicevo, ma anche qualcosa in più, una concentrazione assoluta sull'evento musicale. E a ricercarla (con la cuffia e l'ampli giusto) una naturalezza timbrica e riproduttiva quasi impossibli da raggiungere coi diffusori, anche con sistemi estremi.
In queste condizioni, veramente, diventa difficile non godere della musica a casa propria (con certi artisti, con certe registrazioni) in maniera paragonabile al concerto. E' un ascolto molto concentrato, molto analitico, in genere io mi ci dedico due-tre volte la settimana per tre-quattro ore massima cadauna. Ma ci riesco solo in cuffia, e solo in cuffia il grado di coinvolgimento è quello che desidero.
Io credo Emanuele che la reazione che ha avuto tua moglie all'ascolto in cuffia possa spiegare meglio di tante mie chiacchiere quello che voglio dire. Ma appunto lo dici anche tu, che pur da poco, mi par di capire, ti stai ridedicando all'ascolto in cuffia.
Anche Lorenzo (Petrus) qualche tempo fa ebbe un ritorno di fiamma notevole verso la riproduzione domestica grazie all'ascolto in cuffia. Non so se questo suo ritorno di fiamma sia in prosecuzione, peraltro. L'ascolto in cuffia - di fatto - permette di svincolarsi dal mezzo (l'impianto) e di approcciare senza fronzoli e suppellettili ingombranti la musica. Pur con tutti i suoi limiti di ricostruzione spaziale e di mancanza di impatto fisico.
Almmeno, per me è così.
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- Messaggio n°37
Re: Emozione e hi-fi
Volutamente sono rimasto fuori finora da questo post e dall'altro perchè mi piacciono poco le classificazioni e le teorie sul modo di ascoltare. La mia opinione è che su 1000 forumers, diremo ca 1000 cose diverse
Io credo che si possa passare dallo splendido magnetofono del papà di Emanuele o dalla mia radio con la quale preparavo a 20 anni i miei esami fino all'attuale STAX 009 di Vito. In mezzo mettiamoci gli impianti con Ipod e cuffiette o casse multimilionarie e perchè no gli ascolti in auto. Va tutto bene e si può godere della musica avendone lo stesso identico piacere.
Poi ci sono le esigenze diverse di ciascuno di noi: c'è PPP che ha bisogno di una concentrazione assoluta o quasi e quindi ricerca la miglior cuffia possibile e c'è chi si concentra meno e ama leggere e lavorare mentre ascolta usando impianti modesti o di livello molto elevato. Esigenze d'ascolto diverse, ma piacere potenzialmente simile.
Io ad esempio ascolto musica in auto ma non mi riesce di ascoltare la classica (x quella devo essere a casa - ho bisogno di maggior concentrazione). Ma mi guarda bene dal pensare che io faccio bene ed altri sbagliano. Perchè mai?
La cuffia?? L'ho già detto in privato a Ema: un disco non si conosce realmente bene se non lo si ascolta qualche volta anche in cuffia. Per qualcuno è l'unico ascolto possibile o quasi; per altri può essere una menata. Per altri uno dei 2 modi di ascoltare.
E' giusto in tutti i casi, secondo le esigenze o il piacere di ciascuno ed è una fortuna che sia così.
Ciao
Gian
Io credo che si possa passare dallo splendido magnetofono del papà di Emanuele o dalla mia radio con la quale preparavo a 20 anni i miei esami fino all'attuale STAX 009 di Vito. In mezzo mettiamoci gli impianti con Ipod e cuffiette o casse multimilionarie e perchè no gli ascolti in auto. Va tutto bene e si può godere della musica avendone lo stesso identico piacere.
Poi ci sono le esigenze diverse di ciascuno di noi: c'è PPP che ha bisogno di una concentrazione assoluta o quasi e quindi ricerca la miglior cuffia possibile e c'è chi si concentra meno e ama leggere e lavorare mentre ascolta usando impianti modesti o di livello molto elevato. Esigenze d'ascolto diverse, ma piacere potenzialmente simile.
Io ad esempio ascolto musica in auto ma non mi riesce di ascoltare la classica (x quella devo essere a casa - ho bisogno di maggior concentrazione). Ma mi guarda bene dal pensare che io faccio bene ed altri sbagliano. Perchè mai?
La cuffia?? L'ho già detto in privato a Ema: un disco non si conosce realmente bene se non lo si ascolta qualche volta anche in cuffia. Per qualcuno è l'unico ascolto possibile o quasi; per altri può essere una menata. Per altri uno dei 2 modi di ascoltare.
E' giusto in tutti i casi, secondo le esigenze o il piacere di ciascuno ed è una fortuna che sia così.
Ciao
Gian
ema49- Musicofilo
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Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Il mio livello di ascolto preferito è: ascoltare musica seduto, senza fare altro, in cuffia. Escludo l'ambiente, escludo gli accrocchi infiniti per far suonare stanza, diffusori, amplificatori. Il mio preferire la cuffia è anche per questo, come giustamente dice Ema: si patteggia con la ricostruzione spaziale, che diventa vincolata alla testa e nel migliore dei casi anteriore alla testa ma molto prossima. Ma il livello di naturalezza e di contatto con la musica dal punto di vista timbrico, dinamico, dal punto di vista di piacevolezza d'ascolto, dal punto di vista "mancanza di criticità" non ha niente a che vedere con i diffusori, nel senso che è nettamente superiore. Senti tutto, ogni intenzione artistica dell'interprete, ogni virgola del discorso dell'autore. E l'emozione che se ne ricava, per me, è di tutt'altro livello.
In queste condizioni (io, la musica, degli accrocchi audio ineludibili che però scompaiono) io riesco a vivere emozioni simili a quelle della sala da concerto. Certo, simili e diverse. Perché l'essere in teatro invece che a casa propria è un elemento dell'andare al concerto, l'avere il vicino di poltrona è diverso che non essere a casa da soli (anche se a volte il vicino di poltrona può essere anche un emerito rompiballe). A volte, soprattutto, diversa è la partecipazione emotiva dell'artista in sala da concerto rispetto a quello che riesce poi a dare in sala di registrazione.
Eppure a volte, in cuffia, il miracolo si compie. E allora lì non conta più se sei a teatro o sei sul divano di casa tua: c'è un interprete, c'è la musica e ci sei tu. Nella massima naturalezza possibile. E si riesce come dal vivo ad ammirare il tocco di un pianista, il timbro ricercato in un passaggio, lo scatto agogico dato ad alcune frasi rispetto ad altre, ogni più piccolo passaggio di dinamica, ecc. ecc.
C'è qualcosa in meno rispetto al concerto, come dicevo, ma anche qualcosa in più, una concentrazione assoluta sull'evento musicale. E a ricercarla (con la cuffia e l'ampli giusto) una naturalezza timbrica e riproduttiva quasi impossibli da raggiungere coi diffusori, anche con sistemi estremi.
In queste condizioni, veramente, diventa difficile non godere della musica a casa propria (con certi artisti, con certe registrazioni) in maniera paragonabile al concerto. E' un ascolto molto concentrato, molto analitico, in genere io mi ci dedico due-tre volte la settimana per tre-quattro ore massima cadauna. Ma ci riesco solo in cuffia, e solo in cuffia il grado di coinvolgimento è quello che desidero.
Io credo Emanuele che la reazione che ha avuto tua moglie all'ascolto in cuffia possa spiegare meglio di tante mie chiacchiere quello che voglio dire. Ma appunto lo dici anche tu, che pur da poco, mi par di capire, ti stai ridedicando all'ascolto in cuffia.
L'ascolto in cuffia - di fatto - permette di svincolarsi dal mezzo (l'impianto) e di approcciare senza fronzoli e suppellettili ingombranti la musica. Pur con tutti i suoi limiti di ricostruzione spaziale e di mancanza di impatto fisico.
Almmeno, per me è così.
Sono incondizionatamente d'accordo con te sulla qualità dell'ascolto in cuffia e solo ora riesco a spiegarmi il motivo della tua affermazione ("ascolto in cuffia per il 90% del tempo"). Ferma restando la passione per il giocattolo (l'impiantone), credo che d'ora in avanti i miei ascolti avverranno tutti in cuffia.
Peccato averlo scoperto solo ora..
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pluto- Hi-End Member
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Re: Emozione e hi-fi
Propongo scambio alla pari tra HD 800 e Sdraie Maggies
ema49- Musicofilo
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Re: Emozione e hi-fi
pluto ha scritto:Propongo scambio alla pari tra HD 800 e Sdraie Maggies
..io possiedo già una HD800, regalatami da un caro amico e i regali non si restituiscono...
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- Messaggio n°41
Re: Emozione e hi-fi
Comunque è ovvio Gian che queste discussioni non servono ad imporre lapropria visione del mondo agli altri, ma solo a confrontarsi sul modo di ciascuno di ascoltare e di vivere anche la passione per l'Hi-Fi. Che per me, lo ammetto, è di tipo strumentale (l'Hi-Fi per me è un mezzo).
AD esempio: stamane ho scoltato tutte le edizioni che posseggo della Suite n.1 per violoncello di Bach.... Sto camminando ad un metro da terra .... per quanto riguarda l'impianto: (tradotto: e chi se lo fila? )
AD esempio: stamane ho scoltato tutte le edizioni che posseggo della Suite n.1 per violoncello di Bach.... Sto camminando ad un metro da terra .... per quanto riguarda l'impianto: (tradotto: e chi se lo fila? )
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pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°42
Re: Emozione e hi-fi
ema49 ha scritto:pluto ha scritto:Propongo scambio alla pari tra HD 800 e Sdraie Maggies
..io possiedo già una HD800, regalatami da un caro amico e i regali non si restituiscono...
Allora propongo di invadere la Sicilia e di dichiarare guerra alla provincia di Ragusa. Botolooooo dove sei???
pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°43
Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:Comunque è ovvio Gian che queste discussioni non servono ad imporre lapropria visione del mondo agli altri, ma solo a confrontarsi sul modo di ciascuno di ascoltare e di vivere anche la passione per l'Hi-Fi. Che per me, lo ammetto, è di tipo strumentale (l'Hi-Fi per me è un mezzo).
AD esempio: stamane ho scoltato tutte le edizioni che posseggo della Suite n.1 per violoncello di Bach.... Sto camminando ad un metro da terra .... per quanto riguarda l'impianto: (tradotto: e chi se lo fila? )
D'accordissimo
Anche x me è la suite più bella -un giorno ce la gusteremo vinilica e spero che se Ema viene su a Maggio si possa organizzare qualcosa insieme.
Sembra che x domenica prossima sia riuscito ad avere i biglietti x il concerto alla Scala di Brunello. Mi avete fatto una testa così su Brunello che non potevo non prenotarmi.
Tra l'altro suona il concerto di Dvorak che mi piace molto ed il direttore è uno dei più interessanti - il ns amico Gergiev. Speriamo che non mi diano buca all'ultimo momento, ci resterei male Acc qua non siamo a casa ns ma nella sezione principale... Sono OT. Beh allora: ma chi se lo fila l'impianto (x usare le tue parole)
ema49- Musicofilo
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- Messaggio n°44
Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
AD esempio: stamane ho scoltato tutte le edizioni che posseggo della Suite n.1 per violoncello di Bach.... Sto camminando ad un metro da terra .... per quanto riguarda l'impianto: (tradotto: e chi se lo fila? )
..tu quoque! Ma allora non sono solo io il maniaco..
Ieri sera mi sono gustato (è il caso di dirlo) Rostropovich in tutte le suites per solo vc, naturalmente in cuffia. Ho schiacciato quasi le due di notte.
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- Messaggio n°45
Re: Emozione e hi-fi
pluto ha scritto:ema49 ha scritto:
..io possiedo già una HD800, regalatami da un caro amico e i regali non si cambiano...
Allora propongo di invadere la Sicilia e di dichiarare guerra alla provincia di Ragusa. Botolooooo dove sei???
aspettiamo a piè fermo...siamo abituati alle invasioni..
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- Messaggio n°46
Re: Emozione e hi-fi
E tutto per una cuffia....non è proprio il caso.
ne mandi una anche ame?
Così finirai per dichiarare guerra al regno delle due Sicilie.
ne mandi una anche ame?
Così finirai per dichiarare guerra al regno delle due Sicilie.
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- Messaggio n°47
Re: Emozione e hi-fi
ema49 ha scritto:pluto ha scritto:ema49 ha scritto:
..io possiedo già una HD800, regalatami da un caro amico e i regali non si cambiano...
Allora propongo di invadere la Sicilia e di dichiarare guerra alla provincia di Ragusa. Botolooooo dove sei???
aspettiamo a piè fermo...siamo abituati alle invasioni..
Per il momento ho solo fatto qualche telefonata a qualche amico in Tunisia giusto per le prove generali. Poi ci muoveremo più seriamente
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- Messaggio n°48
Re: Emozione e hi-fi
ema49 ha scritto:
..tu quoque! Ma allora non sono solo io il maniaco..
Ieri sera mi sono gustato (è il caso di dirlo) Rostropovich in tutte le suites per solo vc, naturalmente in cuffia. Ho schiacciato quasi le due di notte.
Io queste cose le faccio di continuo... mi toccherà comprare anche Rostro - che per ora mi manca.... per ora ho solo ( ) Bylsma, Cocset, Wispelwey, Dindo, Brunello, Casals, Starker 1965, Starker 1992... spero di non essermi dimenticato dinessuno....
Per ora, nella suite numero 1, primi classificati assoluti Casals (abbagliante!) e l'outsider Brunello .
Due esecuzioni superbe!
Tre ore di musica, e soddisfazione somma. In cuffia, of course....
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Re: Emozione e hi-fi
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
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Anche Lorenzo (Petrus) qualche tempo fa ebbe un ritorno di fiamma notevole verso la riproduzione domestica grazie all'ascolto in cuffia. Non so se questo suo ritorno di fiamma sia in prosecuzione, peraltro. L'ascolto in cuffia - di fatto - permette di svincolarsi dal mezzo (l'impianto) e di approcciare senza fronzoli e suppellettili ingombranti la musica. Pur con tutti i suoi limiti di ricostruzione spaziale e di mancanza di impatto fisico.
Almmeno, per me è così.
Prosegue, ed è al momento l'unico modo che ho per fruire della musica, in cuffia.
Mi riallaccio solo ora al discorso fruizione per dire che indubbiamente ognuno ha il suo modo di intenderla, ma occore fare alcune distinzioni:
Una prima distinzione va fatta secondo me tra, percezione del suono e percezione della musica.
La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello.
La percezione della musica, potremmo dire, presuppone la percezione del suono ma, comporta l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi che hanno come oggetto il "materiale sonoro" ascoltato. La percezione della musica in un certo senso, dunque, non sta nell’orecchio: qualche volta può anche farne a meno pensiamo ad esempio al musicista che legge una partitura.
Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?
In primo luogo mi sembra inevitabile riconoscere l’importanza del fatto che, nell’atto della fruizione dell’opera musicale, si determinino quelle condizioni che rendono possibile la conoscibilità e la riconoscibilità di qualcosa.
L’atto del conoscere comporta un faticoso lavoro intellettivo, immaginate appunto quando ascoltiamo per la prima volta un disco, capita spesso che questo lavoro di conoscenza e comprensione limiti il vero e proprio godimento e di come sia impossibile prescindere da una percezione "corretta" dei suoni.
L’atto del riconoscere, invece, procura un senso di piacere intellettivo, di riposo e così, già al secondo ascolto, la fruizione diventa di maggior godimento liberata dalla fatica di conoscere, meno impegnativa sotto tutti i punti di vista, meno esigente.
Posso comprendere quindi come per alcuni possa essere possibile con pochi accenni sonori, non appena la memoria si impossessa di quegli elementi necessari al riconoscimento, ottenere una appagante fruizione anche da una semplice radiolina.
Ma personalmente non posso e qui mi associo al punto di vista di Vito, prescindere dal suono, per me non esiste fruizione se non c'è buon suono, saranno tutti gli anni passati con l'hifi, saranno tutte le pippe mentali sui parametri audiofili, ma così è.
Quello di cui mi sono voluto liberare piuttosto, sono tutte quei gesti, atti preparatori o come diavolo volete chiamarli che uccidono la "spontaneità"
La cuffia è lì bella pronta, mi siedo sul divano, inserisco il CD e mi immergo in quei suoni meravigliosi in un ascolto della musica per quello che è.
I pregi e le qualità di questo tipo di ascolto le ha descritte così bene Vito che non saprei davvero cos'altro aggiungere.
Lorenzo
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Re: Emozione e hi-fi
petrus ha scritto:L’atto del conoscere comporta un faticoso lavoro intellettivo, immaginate appunto quando ascoltiamo per la prima volta un disco, capita spesso che questo lavoro di conoscenza e comprensione limiti il vero e proprio godimento e di come sia impossibile prescindere da una percezione "corretta" dei suoni.
L’atto del riconoscere, invece, procura un senso di piacere intellettivo, di riposo e così, già al secondo ascolto, la fruizione diventa di maggior godimento liberata dalla fatica di conoscere, meno impegnativa sotto tutti i punti di vista, meno esigente.
Lorenzo
La musica prescinde dall'udito, infatti Beethoven era sordo, così come le immagini prescindono dagli occhi, come dimostra il pittore cieco Esref Armagan.
La conoscenza mediata attraverso i sensi è limitata allo spettro che possono rilevare, mentre la conoscenza data dall'intuizione è immediata e senza limiti.
A questo limite si aggiunge quello del razionalismo occidentale che ha preso piede da Cartesio in poi, bollando come "pre-logica" la conoscenza intuitiva.
La musica ha il potere di scavalcare la nostra razionalità e arrivare dritta al nostro essere e invece ci sforziamo conoscerla razionalmente spezzettando in più fasi l'atto del conoscere.
Siamo sicuri che un esperto di musicologia sia per definizione in grado di "conoscere" l'essenza della musica meglio di chi la intuisce ascoltandola?
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Re: Emozione e hi-fi
petrus ha scritto:
Una prima distinzione va fatta secondo me tra, percezione del suono e percezione della musica.
La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello.
La percezione della musica, potremmo dire, presuppone la percezione del suono ma, comporta l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi che hanno come oggetto il "materiale sonoro" ascoltato. La percezione della musica in un certo senso, dunque, non sta nell’orecchio: qualche volta può anche farne a meno pensiamo ad esempio al musicista che legge una partitura.
La percezione di qualsiasi suono o rumore presuppone fisiologicamente "l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi". Non esiste alcuna differenza nella percezione di un suono o rumore: è il cervello che elabora il materiale acustico, catalogandolo in base a caratteristiche gnoseologiche acquisite. E' per questo che uno strumentista, o anche un compositore -si pensi Beethoven - può anche fare a meno di "sentire".
petrus ha scritto: Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?
In primo luogo mi sembra inevitabile riconoscere l’importanza del fatto che, nell’atto della fruizione dell’opera musicale, si determinino quelle condizioni che rendono possibile la conoscibilità e la riconoscibilità di qualcosa.
L’atto del conoscere comporta un faticoso lavoro intellettivo, immaginate appunto quando ascoltiamo per la prima volta un disco, capita spesso che questo lavoro di conoscenza e comprensione limiti il vero e proprio godimento e di come sia impossibile prescindere da una percezione "corretta" dei suoni.
Perfettamente d'accordo. L'ascolto di una esecuzione non conosciuta presuppone una percezione non semplice ma comparativa. Su questa e non sul godimento musicale si concentra, giustamente e fortunatamente, l'attività cerebrale. Non si tratta, in altre parole, di "riconoscere" -attività semplice - ma di esercitare una attività critica, cioè una attività del cervello volta a discriminare una valutazione estetica -attività molto più complessa..-
petrus ha scritto: Posso comprendere quindi come per alcuni possa essere possibile con pochi accenni sonori, non appena la memoria si impossessa di quegli elementi necessari al riconoscimento, ottenere una appagante fruizione anche da una semplice radiolina.
E' esattamente quello che sostenevo io..
petrus ha scritto: Ma personalmente non posso e qui mi associo al punto di vista di Vito, prescindere dal suono, per me non esiste fruizione se non c'è buon suono, saranno tutti gli anni passati con l'hifi, saranno tutte le pippe mentali sui parametri audiofili, ma così è.
mi sembra in contraddizione con quanto affermato subito sopra. Ma forse mi sbaglio.
petrus ha scritto: La cuffia è lì bella pronta, mi siedo sul divano, inserisco il CD e mi immergo in quei suoni meravigliosi in un ascolto della musica per quello che è.
I pregi e le qualità di questo tipo di ascolto le ha descritte così bene Vito che non saprei davvero cos'altro aggiungere.
Assolutamente d'accordo!
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