BandAlex ha scritto:
Il concetto di controreazione, su cui si basa un qualunque operazionale, è lo stesso concetto applicato da quando esistono gli amplificatori, compresi quelli a valvole degli anni '30.
umh... quindi? il "concetto" di controreazione in realta' esiste da ben prima, essendo derivato dalla teoria dei controlli automatici (che si applica a qualunque sistema, fisico, matematico o anche informatico).
la "controreazione" come teoria elettronica, derivata dalla teoria dei controlli automatici, segue precise leggi matematiche, e soprattutto necessita di precise ipotesi di lavoro, ed e' applicata in moltissimi ambiti, ad esempio nel controllo dei motori elettrici o dei sensori di movimento. grandissimo sviluppo sta avendo negli ultimi 30 anni nell'ambito dell'automazione industriale e della robotica.
se la si declina in elettronica audio (una nicchia di una nicchia), e specificatamente nel controllo degli amplificatori audio (una nicchia di una nicchia di una nicchia), allora le ipotesi di lavoro diventano molto importanti per il risultato finale, che dipende moltissimo da queste. ad esempio si puo' citare il ritardo di fase imposto dalla rete di reazione, sia quello "evidente" dovuto ad eventuali elementi reattivi voluti dal progettista per stabilizzare il circuito (poli in bassa freq), sia quello "nascosto" dovuto alle varie reattanze parassite e/o accoppiamenti capacitivi/induttivi dovuti alle piste e alla pcb. oppure ancora il reale comportamento degli elementi sulla rete, nella realta' sempre diverso dal modello teorico.
tutto sta in questi casi nella modellazione accurata (ad esempio utilizzo del modello in alta freq dei componenti, ivi incluse le resistenze, tanto per fare un esempio), e nell'utilizzo di componenti (inclusa pcb e case) adeguati (e tipicamente molto costosi), ecco perche' uno Spectral suona divinamente anche usando tassi di reazione altissimi, mentre non si puo' dire lo stesso di altri.
BandAlex ha scritto:
La differenza tra un amplificatore e l'altro non è data dal fatto che si utilizzino operazionali o meno (anche perchè ad oggi il 99,9% degli amplificatori utilizza tale tipologia, e il restante 0,1% utilizza comunque varie forme di controreazione, più o meno evidenti) ma da come è utilizzato il componente "operazionale" stesso, che sia monolitico o a discreti.
umh... lasciamo perdere le percentuali, anche perche' se per ipotesi tu stessi parlando anche solo di ampli audio, vorrebbe dire che hai studiato lo schema di tutti gli ampli audio prodotti, certamente un gran lavoraccio.... dicevo, lasciamo perdere le percentuali, ma anche solo dire che la maggior parte degli ampli audio usa la controreazione significa fare una grossolana generalizzazione senza fondamento.
suppongo infatti tu ti stia riferendo alla reazione globale (ovvero il loop di reazione in/out, GNFB) e non a quella locale (ad esempio una Re o una Rk), che da tempo ormai e' opinione comune e del tutto accettata non e' da considerarsi neppure una reazione, seguendo (salvo casi rarissimi) in modo preciso il modello teorico ideale. se quindi accettiamo di chiamare "controreazione" quella di loop (GNFB), allora quanto dici e' del tutto contestabile, in quanto esistono tantissimi ampli che non usano GNFB (sia SS che VT), ne tantomeno operazionali, che a prescindere siano a IC o discreti, ribadisco, sono solo una comoda via per disegnare un circuito in economia e senza sforzi. quindi please evitiamo generalizzazioni grossolane e senza fondamento.
un operazionale intrinsecamente usa, come gia' detto, tassi di reazione altissimi, ed e' una rete di tipo GNFB non essendo locale al componente. quindi si porta appresso tutti i problemi di questa tipologia. e si sentono tutti, a prescindere che sia un IC o una pcb con dei discreti sopra.
BandAlex ha scritto:
Per quella che è la mia esperienza (chi fosse interessato può dare un'occhiata qui), gli operazionali a discreti "suonano" meglio di quelli integrati. I motivi possono essere molteplici, ma quelli più probabili sono che in genere quelli a discreti sono più semplici della controparte integrata, non incorporano i vari circuiti di protezione di solito presenti negli integrati per proteggerli da utilizzi impropri, e utilizzano correnti più alte che sono proibitive per un opamp integrato.
no, i problemi sono noti e sono risolvibili a patto di spendere di piu' per la costruzione dell'IC. tra i piu' "influenti" ci sono le correnti parassite e le capacita' col substrato che "accoppiano" i componenti. altri problemi sono i valori tipici dei componenti, che sono controllabili con le teniche classiche (diffusione) solo entro un certo errore, e per fare IC piu' precisi occorre usare tecniche particolari e costose
BandAlex ha scritto:
Nonostante io abbia realizzato molti opamp a discreti, e per quanto ogni volta li abbia preferiti a quelli integrati, non ho la assoluta certezza che vi siano davvero differenze sostanziali o dimostrabili scientificamente. Quello su cui mi baso sono sensazioni personali, amplificate dall'opinione comune sui circuiti a discreti che coincide con la mia.
umh... si, quindi? che gli opamp a discreti possano suonare meglio degli opamp a IC lo stiamo dicendo tutti. il punto e' che gli opamp suonano peggio di un ampli progettato per risolvere uno specifica funzione. a parita' di manico del progettista, s'intende.