Avendo recentemente comparato il suono del vinile e del digitale sul mio impianto ed avendo sentito che nel 90% dei casi quest'ultimo suona meglio (ripeto, col mio impianto e il mio orecchio ), ho deciso di risolvere anche quel 20% che non mi convinceva ed ho iniziato ad leggere articoli che trattano cose diverse dalle solite. Quindi niente cavi, punti di appoggio, compatibilita' elettriche, W, impedenze, correnti piu' o meno intense, etc. Per mia esperienza avevo gia' esplorato abbastanza questi aspetti e non riuscivo piu' a modificare piu' di tanto la resa; oltretutto quando miglioravo una cosa ne peggioravo contemporaneamente un'altra. L'unico vero "salto" nel mio apprendimento l'avevo fatto studiandomi come funzionano valvolari e ss quando si avvicinano al clipping, che mi ha permesso di capire perche' lo ss in genere "trapani" i timpani nella maggior parte degli impianti quando la piacevole distorsione implicita nei sistemi analogico-valvolari non interviene a mascherare il tutto. Ovviamente ripeto che sono opinioni personali, anche se dettate da esperienza diretta.
Gira che ti rigira sono incappato in una serie di articoli dello stesso autore che trattano la polarita' del segnale nei sistemi digitali e nonostante il tutto sia un po' confuso (ogni articolo ripete molto degli altri articoli) alla fine ho capito che valeva la pena di impegnarsi; questo perche' io avevo bisogno di qualcosa che cambiasse in modo primario la resa (e quindi mi servivano aree inesplorate) e questi articoli lo promettevano. Il sito e' questo: http://www.audiogeorge.com/ e gli articoli sulla polarita' del segnale digitale sono tra quelli elencati in blu a sinistra. La giusta polarita' del segnale, per intendersi, permette ai coni di muoversi in avanti quando l'incisione corrisponde ad una "espansione" del suono in studio durante la registrazione (es. colpo di grancassa); in questo modo le compressioni e le depressioni dell'aria nell'ambiente d'ascolto, se ho capito bene, sono coerenti con quelle che avverte il microfono durante la registrazione: di conseguenza tutto suona meglio, piu' musicale, rilassato e naturale. La polarita' invertita dovrebbe anche ridurre la presenza dei bassi e aumentare l'asprezza del suono (sempre che per il resto l'impianto non abbia problemi).
Ho subito cercato sui vari forums italiani, trovando pochissimo e accorgendomi che una opinione contraddiceva l'altra. Chi parla di polarita' del segnale (che, da quello che ho capito, e' la stessa per tutte le frequenze e si cambia invertendo i collegamenti sui pin 2 e 3 di un XLR in un cavo bilanciato o invertendo il rosso ed il nero ad un capo dei cavi di potenza o premendo l'apposito tasto su alcune elettroniche), chi di fase (che, da quello che mi sembra di aver capito, varia invece con la frequenza ed e' ad esempio quella riportata nei grafici della resa dei diffusori), che interviene parlando di fase dell'alimentazione e cosi' via, scambiando ed equivocando continuamente tra le varie definizioni. Alla fine avevo le idee ancora piu' confuse, a parte l'aiuto datomi da ottimi interventi su Audiogon. C'e' poi chi sostiene che la "fase assoluta" - che si ha quando la polarita' del segnale che giunge ai diffusori e' corretta - sia inudibile, chi dice che sia un aspetto primario e quindi fondamentale. Ecco quindi che ho iniziato a sviscerare gli articoli di audiogeorge.
In sintesi:
- la prima cosa che mi ha colpito e' che l'autore sosteneva il contrario di una affermazione che circola spesso e cioe' che i CD sono masterizzati senza che negli studi di registrazione venga dato alcun peso alla polarita' del segnale a partire dai microfoni (cosa che mi lascia un po' perplesso perche' con gli XLR le connessioni sono obbligate e tutti sembrano usare la convenzione col positivo sul pin 2) ; secondo questa convinzione, quindi, si puo' ragionevolmente assumere statisticamente che circa il 50% dei CD sia inciso con la giusta polarita' e circa il 50% sia inciso con polarita' invertita. L'articolo dichiara invece, dopo verifica diretta, che circa il 92% dei CD e' inciso con la stessa polarita' e che tutti i brani di ogni CD hanno la spessa polarita' se non sono compilations. Questo aspetto della polarita' dei CD e' assolutamente trascurato quando si parla della resa audio degli impianti.
- Non si puo' sapere a priori se la polarita' di questo 92% di CD sia normale o invertita perche' la misura o l'ascolto lo facciamo dopo aver inserito il disco nel cdp, che ci mette del proprio: quello che valutiamo e' il risultato dei due componenti. La conclusione alla quale arriva l'articolo (basandosi su rilevazioni strumentali e sull'ascolto di moltissimi CD comparati suonati da un discreto numero di cdp) e' che il 92% dei CD suonato dal 92% dei cdp risulta avere la polarita' invertita. Di conseguenza solo l'8% dei cdp fa suonare lo stesso 92% dei CD con la polarita' normale, come dovrebbe essere. Il 92% dei cdp fa invece suonare l'8% dei CD con la polarita' normale.
- L'autore sostiene che nei vari passaggi del segnale nei cdp ci possa essere da qualche parte una convenienza ad adottare soluzioni che invertono il segnale (cosa o sconosciuta o trascurata perche' ritenuta ininfluente) e per far suonare bene quasi tutti i CD suggerisce quindi di invertire la fase o modificando gli XLR o la polarita' dei cavi di potenza o usando l'apposito tasto presente in alcune elettroniche; quest'ultima soluzione (che e' l'unica adottabile col 100% dei CD per praticita') inserisce un ulteriore circuito degradando il segnale, ma l'autore sostiene che il miglioramento generale e' cosi' forte che questo degrado non merita di essere nemmeno considerato nel bilancio.
- Produce una lista di CD spesso usati dagli audiofili, a volte parlando di una etichetta che ha la polarita' sempre dello spesso tipo a volte di CD specifici. Come detto la stragrande maggioranza dei CD nella lista risulta avere fase invertita letta in quasi tutti i cdp ed io avevo diversi di quei CD (Analogue Productions, Archiv Produktion, DG, Vanguard, etc.). Dei pochi CD che in genere invece suonano con polarita' normale con la maggior parte dei cdp (e quindi hanno una polarita' contraria alla maggior parte dei CD) avevo solo due Proprius e precisamente Jazz at Pawnshop 1 e 3.
A questo punto ho dovuto cercare di capire se il mio Procedd PCD 3 renda la lettura dei CD piu' diffusi con la polarita' invertita o se appartenga all'8% che li fa rendere con fase corretta. Il mio pre ha il positivo sui pin 2 degli XLR mentre il finale ha il positivo sul pin 3 (convenzione che era piu' logica operativamente ma che e' stata ormai abbandonata). Per questo ho due coppie di cavi bilanciati identici, una col positivo pin 2->pin 2 che uso tra cdp e pre ed una col positivo pin 2->pin 3 che uso tra pre e finale. Ho usato una terza coppia di cavi pin 2->pin 2 (non uguale agli altri ma in questo caso non importa) per collegare il cdp al pre; ho quindi provato a collegare pre e finale con le due coppie identiche ma a polarita' invertita, prima con i due cavi col collegamento invertito pin 2->pin 3 richiesto dal finale per mantenere la fase corretta e poi con i due cavi col collegamento normale pin 2->pin 2, che inverte la polarita' del segnale all'ingresso del finale.
Il tutto ammettendo che polarita' di pre e finale siano coerenti con le dichiarazioni dei pin rese dalle case costruttrici; come detto, l'articolo mette in dubbio la capacita' di seguire la convenzione solo per i cdp.
Ebbene, provando i due gruppi di CD ho ottenuto lo stesso risultato che ha ottenuto un amico facendo la stessa prova e che e' risultato in parte difforme da quanto dichiarato nell'articolo:
1) con la coppia dei cavi che portano il segnale al pin 3 del finale (quindi secondo schemi progettuali di tutte le elettroniche) i CD che dovrebbero suonare invertiti suonavano abbastanza bene, mentre i due Proprius, dichiarati con polarita' normale, suonavano gonfi, un po' sfuocati e confusi, col basso non ben controllato. Da questo ho dedotto che il mio cdp fa suonare i CD "invertiti" (il 92% dei dichi in circolazione) come il 92% degli altri cdp e cioe' non li riproduce con la polarita' corretta rispetto al live registrato.
2) Ho quindi inserito i cavi pin 2->pin 2 tra pre e finale, invertendo cosi' la polarita' dell'impianto come se avessi invertito rosso e nero da un capo dei cavi di potenza (il mio amico ha operato cosi', non avendo cavi bilanciati invertenti). WWWWWOOOOOWWWWWWW!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I due Proprius sono letteralmente D E C O L L A T I, con una resa superlativa e sconosciuta!!! La differenza, per farmi capire bene, e' come se prima avessi messo i diffusori a caso nella stanza, magari con le parti frontali orientate in direzioni opposte e poi come se avessi cercato il fuoco in modo certosino con un corretto posizionamento. Alla faccia delle sfumature!!!!!!!
3) Il bello e' che poi ho rimesso tutti i CD che con la coppia di cavi precedenti andavano (apparentemente ) bene ed anche la loro resa e' salita a quella dei Proprius; evidentemente l'incisione Proprius e' meno "ruffiana" (contrariamente a quello che si diceva dei corispondenti Lp) e fa sentire molto di piu' la loro non corretta riproduzione. Quindi se con i due gruppi di CD (supposti dall'autore in base alla presunta polarita') e con un solo cdp poi tutti i CD suonano bene invertendo la fase del segnale (nel mio caso tramite l'uso di cavi XLR normali al posto di quelli invertiti richesti dal finale) ne deduco che il problema della polarita' dipenda dai cdp e non dai CD (infatti il mio dubbio l'avevo gia' manifestato all'inizio).
La conclusione e' che secondo me l'autore ha ragiore e sbaglia:
- ha ragione quando dice che la resa dei CD non ha senso se non sono riprodotti con la giusta polarita' e che la generale propensione degli audiofili al vinile (che sembra suoni con la polarita' corretta) e' dovuta a questo problema di riproduzione del digitale;
- ha ragione quando dice che riprodurre i CD con la polarita' corretta e' una condizione imprenscindibile per non buttare i soldi;
- ha ragione quando sostiene che in genere i cdp invertono la polarita';
- ha torto quando ritiene che ci siano due gruppi di CD (92% e 8%) con polarita' opposte; la prova che ho fatto mi ha invece dimostrato che la polarita' dei CD e' sempre la stessa, che la differenza tra i due gruppi di CD riguarda la qualita' dell'incisione e non la polarita', che gli studi di registrazione da questo punto di vista lavorano bene.
Insomma, il salto che ho fatto alla fine e' stato clamoroso; se non mi credete sulla parola, come e' giusto, non vi resta che provare.
Non essendo un esperto di queste cose ed avendole imparate, salvo errori, da profano autodidatta, vi sarei grato se mi poteste, dopo aver fatto la prova, dare spiegazioni alternative o contestare il contenuto dell'articolo anche per altri aspetti.
Ultima modifica di Luca58 il Mer Ott 01 2014, 13:30 - modificato 1 volta.