....Ed eccoci arrivare dal terzo proprietario. Anche questa squisita (come le precedenti) persona lo conosco già da prima (anche se questa è la prima volta che mi ospita a casa sua). Giungiamo da lui che ormai comincia ad imbrunire. Salutiamo la famiglia che sta ancora festeggiando con parenti ed amici le festività e ci rechiamo al piano sottotetto ove è tenuto l' impianto. l' ambiente è forse un po' più grande dei precedenti in quanto resta posteriormente collegato con una seconda parte ove è installato un impianto audio video (che saltiamo a piedi pari) ove noto delle B&W Serie 800 Nautilus (se non erro). L' impianto è sistemato con le casse che guardano parallelamente al colmo centrale così da non avere posteriormente e/o frontalmente una falda inclinata. Il tetto è di perline in legno attraversato da diversi travetti. Completano il tutto, tendaggi, tappeti e un po' di trattamento acustico, senza esagerazioni.
Per me quindi una ottima situazione acustica e di vivibilità. Lungo le pareti laterali corre una lunga panca di legno chiaro con sopra e sotto vari LP, nella saletta di "congiunzione" fra questa e quella A/V, molti CD ed altri LP. Ci accomodiamo. Questa volta la posizione di ascolto è vicina alla parete di fondo a circa tre metri dalle casse che disteranno fra loro un due metri e mezzo. Non siamo su divani ma poltrone/sedie in legno e tessuto.
Avendo qui a disposizione sia il lettore CD che giradischi, e non avendo noi portato dei dischi, iniziamo gli ascolti partendo con i nostri CD (l' impianto, come credo anche i precedenti, è già ben caldo).
Ascoltando di nuovo il mio Michel Jonasz (stessi brani del primo impianto) rilevo subito queste sensazioni: A) non ho nessun senso di noia (eppure è già la seconda volta che li ascolto oggi e questo, di solito mi "svuota" come recepimento emotivo), anzi resto coinvolto immediatamente sia dalla nostalgica tristezza del primo brano che dalla felicità dettata dalla speranza del secondo).
B) Questo ascolto mi fa maggiormente percepire la presenza della sala, della sua dimensione ed il "respiro" del pubblico.
Il volume è alto, non così alto come nei precedenti ascolti forse, ma comunque alto (o magari è l' ambiente che tende a non saturare, o a farlo in misura minore rispetto ai precedenti che mi da questa sensazione) e senza dubbio, a parer mio, riconducibile ad un ascolto live da posizione non da primissime file ma arretrata di poco. La voce del cantante, spezzata nel primo brano e che vola con il coro nel secondo, è lì. Quasi da toccare.
E' il turno del Depart di Rhim (dal Wien Modern di Domenico), stessa sensazione della mattina con in più una maggior pulizia dei registri bassi che fa spiccare più netto il contrasto della nevrotica attività pre partenza e con in meno la potenza della gamma mediobassa da infarto secco.
Dopodiché, sono talmente preso che chiudo gli occhi (come mi è già successo all' ascolto dei due precedenti) e scollego il cervello e vado in "catalessi" o "catarsi" che dir si voglia e non seguo più i brani in sé, piuttosto mi lascio cullare dai vari brani che si succedono. Non è che non "senta" tutti i dettagli, tutt' altro (anche se c'è qualcuno che maligna in proposito), quando sono in questa situazione, personalmente percepisco cose che di solito mi sfuggono.
Sono talmente assorto nella musica che manco mi accorgo di quando si passa dal CD all' LP, orrore! In effetti mi pare ad un certo punto di avvertire una specie di oscillazione nel tono insieme a qualche minimo rumorio, per cui realizzo che c'è l' Lp che sta girando.
Apro parentesi, a volte, come in questo caso, mentre si sta ascoltando beati, si parte con una domanda e in un attimo ci ritroviamo a fare alcune riflessioni di ogni sorta. Da qualche piccola necessità di messa a punto tecnica del piatto a quelle specifiche un po' particolari di questo braccio che di suo un po' particolare lo è (il Dynavector 507 MKII) oppure il proprietario che esterna alcuni dubbi (per me del tutto infondati visto il risultato) relativi al suo modus operandi nella "costruzione", forse sarebbe meglio dire nel "cammino", che nel tempo ha portato lui ed il suo impianto a questo punto e che lo ha visto comporre nel tempo un cocktail di marche e non preferire la linea più semplice e garante dell' insieme monomarca. Comprendo questo tipo di atteggiamento e dubbio, anche io, nel tragitto a volte mi sono domandato se non fosse preferibile rifugiarmi nella comoda certezza del lavoro compiuto da altri piuttosto che questa continua ricerca di qualcosa che di base so già inafferrabile. Mi sono dato la mia personale risposta: se voglio giocare voglio farlo a modo mio, voglio che alla a fine del percorso l' impianto assomigli a me. Direi che sono quelle debolezze che rischiano di diventare il punto di appiglio di un negoziante "furbetto" che, se no si sta in campana, ne approfitta per dissanguarti. Ma se si ragiona con calma, si frequentano altri "pazzi" come noi, si scambiano pareri onesti (magari pure errati, ma disinteressati e sinceri) con tanti appassionati (non tifosi della filosofia/marchio) di solito si arriva alla soluzione (ma per prima e più importante cosa, a mio avviso, si verifica se c'è davvero un problema da risolvere o se sono solo elucubrazioni mentali infondate).
Comunque, chiusa questa parentesi che tanto il problema, se cos si vuol definire, a mio parere non sussiste, torniamo "a bomba" sul pezzo. Come dicevo quindi, me ne stavo in "catarsi" ascoltando ad occhi chiusi dalla mia solita posizione decentrata a sinistra del palco ideale che c'è davanti a me fra le casse (personalmente non amo le scene che ne escono lateralmente o da "dentro" la cassa) quando mi richiamano all' ordine che ormai è venuto tardi. Il tempo è volato in buona compagnia di musica e persone piacevoli.
Impianto senza nei? Come sempre la coperta resta corta da qualche parte e devo dire che con il CD, infondo in fondo avvertivo una leggera "elettrificazione" in certi strumenti e voci. Con il vinile, forse a causa di alcuni problemi dovuti a piccoli aggiustamenti ancora da farsi oltre forse ad alcuni abbinamenti da rivedere, mi pareva che si perdesse un po' in energia nella gamma bassa e nel corpo di alcuni strumenti.
Siamo invitati a cena dal mio amico che forte di una incredibile esperienza maturata in circa 40 anni di passione (lo conosco da quasi 35 ed è impensabile quante cos e lui abbia avuto e provato, fra l' altro sempre con vero spirito di sperimentatore di oggetti all' avanguardia e spesso non presenti ancora sul mercato) sono già convinto che ci offrirà un ascolto davvero unico. Infatti non verrò deluso…..
Come sempre fatto finora, vi allego una serie di domande con relative risposte che ho posto al proprietario:
D: Qual'è la prima cosa che ricerchi in un impianto?
R: L'emozione e la naturalezza
D: Quale è per te il parametro più importante perché un impianto sia fedele?
R: La neutralità
D: Quello meno importante?
R: Forse la ricerca maniacale dell'iperdettaglio .
D: Quale sarà il pezzo che intendi cambiare per primo?
R: Nessuno per ora, voglio conoscere le potenzialità di quello che ho , le sinergie, studiare, capire, prima di promuovere o bocciare un prodotto.
D: Qual' è la cosa che per prima suggeriresti a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell' hifi?
R: Avere un progetto preciso, non assemblare a caso secondo le mode o il nome altisonante di un prodotto, ma ascoltare e valutare con calma e soprattutto con le proprie orecchie.
D: Quali sono per genere i dischi che suggeriresti?
R: A parte gli inevitabili dischi test per qualità di registrazione consiglierei in generale di non fossilizzarsi su pochi generi ma di spaziare, aprire la mente. In fondo esiste solo buona musica e cattiva musica.
D: Quando ti rechi ad un concerto in che posizione tendi a stare (davanti, dietro, di lato?)
R: Al centro , circa a metà sala
L' impianto è così composto:
Giradischi Micro 5000
Braccio Dynavector 507 MKII
Testina: Air Tight PC3
pre phono Einstein
Pre Aria
CDP DCS Puccini
Finali Krell EVO1
Diffusori: Hansen Audio Emperor
Cablaggio Elrod "gigante" tranne il phono Orbe e Audioquest
Per me quindi una ottima situazione acustica e di vivibilità. Lungo le pareti laterali corre una lunga panca di legno chiaro con sopra e sotto vari LP, nella saletta di "congiunzione" fra questa e quella A/V, molti CD ed altri LP. Ci accomodiamo. Questa volta la posizione di ascolto è vicina alla parete di fondo a circa tre metri dalle casse che disteranno fra loro un due metri e mezzo. Non siamo su divani ma poltrone/sedie in legno e tessuto.
Avendo qui a disposizione sia il lettore CD che giradischi, e non avendo noi portato dei dischi, iniziamo gli ascolti partendo con i nostri CD (l' impianto, come credo anche i precedenti, è già ben caldo).
Ascoltando di nuovo il mio Michel Jonasz (stessi brani del primo impianto) rilevo subito queste sensazioni: A) non ho nessun senso di noia (eppure è già la seconda volta che li ascolto oggi e questo, di solito mi "svuota" come recepimento emotivo), anzi resto coinvolto immediatamente sia dalla nostalgica tristezza del primo brano che dalla felicità dettata dalla speranza del secondo).
B) Questo ascolto mi fa maggiormente percepire la presenza della sala, della sua dimensione ed il "respiro" del pubblico.
Il volume è alto, non così alto come nei precedenti ascolti forse, ma comunque alto (o magari è l' ambiente che tende a non saturare, o a farlo in misura minore rispetto ai precedenti che mi da questa sensazione) e senza dubbio, a parer mio, riconducibile ad un ascolto live da posizione non da primissime file ma arretrata di poco. La voce del cantante, spezzata nel primo brano e che vola con il coro nel secondo, è lì. Quasi da toccare.
E' il turno del Depart di Rhim (dal Wien Modern di Domenico), stessa sensazione della mattina con in più una maggior pulizia dei registri bassi che fa spiccare più netto il contrasto della nevrotica attività pre partenza e con in meno la potenza della gamma mediobassa da infarto secco.
Dopodiché, sono talmente preso che chiudo gli occhi (come mi è già successo all' ascolto dei due precedenti) e scollego il cervello e vado in "catalessi" o "catarsi" che dir si voglia e non seguo più i brani in sé, piuttosto mi lascio cullare dai vari brani che si succedono. Non è che non "senta" tutti i dettagli, tutt' altro (anche se c'è qualcuno che maligna in proposito), quando sono in questa situazione, personalmente percepisco cose che di solito mi sfuggono.
Sono talmente assorto nella musica che manco mi accorgo di quando si passa dal CD all' LP, orrore! In effetti mi pare ad un certo punto di avvertire una specie di oscillazione nel tono insieme a qualche minimo rumorio, per cui realizzo che c'è l' Lp che sta girando.
Apro parentesi, a volte, come in questo caso, mentre si sta ascoltando beati, si parte con una domanda e in un attimo ci ritroviamo a fare alcune riflessioni di ogni sorta. Da qualche piccola necessità di messa a punto tecnica del piatto a quelle specifiche un po' particolari di questo braccio che di suo un po' particolare lo è (il Dynavector 507 MKII) oppure il proprietario che esterna alcuni dubbi (per me del tutto infondati visto il risultato) relativi al suo modus operandi nella "costruzione", forse sarebbe meglio dire nel "cammino", che nel tempo ha portato lui ed il suo impianto a questo punto e che lo ha visto comporre nel tempo un cocktail di marche e non preferire la linea più semplice e garante dell' insieme monomarca. Comprendo questo tipo di atteggiamento e dubbio, anche io, nel tragitto a volte mi sono domandato se non fosse preferibile rifugiarmi nella comoda certezza del lavoro compiuto da altri piuttosto che questa continua ricerca di qualcosa che di base so già inafferrabile. Mi sono dato la mia personale risposta: se voglio giocare voglio farlo a modo mio, voglio che alla a fine del percorso l' impianto assomigli a me. Direi che sono quelle debolezze che rischiano di diventare il punto di appiglio di un negoziante "furbetto" che, se no si sta in campana, ne approfitta per dissanguarti. Ma se si ragiona con calma, si frequentano altri "pazzi" come noi, si scambiano pareri onesti (magari pure errati, ma disinteressati e sinceri) con tanti appassionati (non tifosi della filosofia/marchio) di solito si arriva alla soluzione (ma per prima e più importante cosa, a mio avviso, si verifica se c'è davvero un problema da risolvere o se sono solo elucubrazioni mentali infondate).
Comunque, chiusa questa parentesi che tanto il problema, se cos si vuol definire, a mio parere non sussiste, torniamo "a bomba" sul pezzo. Come dicevo quindi, me ne stavo in "catarsi" ascoltando ad occhi chiusi dalla mia solita posizione decentrata a sinistra del palco ideale che c'è davanti a me fra le casse (personalmente non amo le scene che ne escono lateralmente o da "dentro" la cassa) quando mi richiamano all' ordine che ormai è venuto tardi. Il tempo è volato in buona compagnia di musica e persone piacevoli.
Impianto senza nei? Come sempre la coperta resta corta da qualche parte e devo dire che con il CD, infondo in fondo avvertivo una leggera "elettrificazione" in certi strumenti e voci. Con il vinile, forse a causa di alcuni problemi dovuti a piccoli aggiustamenti ancora da farsi oltre forse ad alcuni abbinamenti da rivedere, mi pareva che si perdesse un po' in energia nella gamma bassa e nel corpo di alcuni strumenti.
Siamo invitati a cena dal mio amico che forte di una incredibile esperienza maturata in circa 40 anni di passione (lo conosco da quasi 35 ed è impensabile quante cos e lui abbia avuto e provato, fra l' altro sempre con vero spirito di sperimentatore di oggetti all' avanguardia e spesso non presenti ancora sul mercato) sono già convinto che ci offrirà un ascolto davvero unico. Infatti non verrò deluso…..
Come sempre fatto finora, vi allego una serie di domande con relative risposte che ho posto al proprietario:
D: Qual'è la prima cosa che ricerchi in un impianto?
R: L'emozione e la naturalezza
D: Quale è per te il parametro più importante perché un impianto sia fedele?
R: La neutralità
D: Quello meno importante?
R: Forse la ricerca maniacale dell'iperdettaglio .
D: Quale sarà il pezzo che intendi cambiare per primo?
R: Nessuno per ora, voglio conoscere le potenzialità di quello che ho , le sinergie, studiare, capire, prima di promuovere o bocciare un prodotto.
D: Qual' è la cosa che per prima suggeriresti a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell' hifi?
R: Avere un progetto preciso, non assemblare a caso secondo le mode o il nome altisonante di un prodotto, ma ascoltare e valutare con calma e soprattutto con le proprie orecchie.
D: Quali sono per genere i dischi che suggeriresti?
R: A parte gli inevitabili dischi test per qualità di registrazione consiglierei in generale di non fossilizzarsi su pochi generi ma di spaziare, aprire la mente. In fondo esiste solo buona musica e cattiva musica.
D: Quando ti rechi ad un concerto in che posizione tendi a stare (davanti, dietro, di lato?)
R: Al centro , circa a metà sala
L' impianto è così composto:
Giradischi Micro 5000
Braccio Dynavector 507 MKII
Testina: Air Tight PC3
pre phono Einstein
Pre Aria
CDP DCS Puccini
Finali Krell EVO1
Diffusori: Hansen Audio Emperor
Cablaggio Elrod "gigante" tranne il phono Orbe e Audioquest