Eccomi qui a raccontarVi di due ascolti, uno che risulta l’ennesima conferma negativa dopo 5/6 audizioni degli stessi oggetti assecondati da diversi partner acustici, e di un altro che definire un bellissimo ascolto e’ molto riduttivo. Entrambe le audizioni sono avvenute in quel di Tokyo, (Japan) il 23 Dicembre 2011.
Il primo sistema era cosi’ allestito:
Ampli integrato Luxman 509u
Lettore cd/sacd Luxman D-08
Diffusori ProAc D38R
Filtro di rete Accuphase
Cavi di segnale, Potenza ed alimentazione Acrolink
Sala: 4x6 mt
Acustica: Curata con dei Tube Traps
L’ascolto avviene con i miei dischi preferiti, software di riferimento assoluto sia artisticamente che tecnicamente che varia dal jazz acustico e contemporaneo, musica classica, musica italiana, rock e new age. Dalle prime note si comprende subito che vi e’ una netta mancanza di dinamica sopratutto nelle frequenze inferiori ed una falsa estensione accentuata dal medio-basso con una gobba (quelli che tanti idiofili chiamano naturale e che nella realta’ non esiste); la gamma bassa e’ poco modulata/smorzata e soprattutto con una coda lunga chilometri. La gamma media superiore era un po avanti nella prospettiva, conseguenza di un’enfasi in una banda di frequenza dove si incrociano il medio ed il tw. Questa gamma di enfasi nel medio superiore ed alto inferiore faceva notare mancanza di dettaglio e nello stesso tempo tendeva a snellire i colori tonali degli strumenti che dovevano avere un’energia rilevante in questa banda di frequenza. La presentazione di medi ed alti risultava senza coerenza e l’acuto, oltre a mancare di estensione, restituiva un suono acido ed algido nello stesso tempo. Con i toni dei pedali d’organo si percepivano chiaramente queste mancanze ed avendo posseduto per tanti anni le ProAc D38 posso affermare con mera certezza che questi diffusori riproducono tutto con la massima fedelta’ e linearita’ e che non sono loro i responsabili di una prestazione cosi negativa; anzi direi che nel tempo ho riscontrato gli stessi difetti con altri diffusori (spendor sp100r, magneplanar 1.7, b&w 803d) e le medesime elettroniche. I violini che suonavano nei loro registri piu’ bassi risultavano alterati da code ed accentuate eufonie; gli strumenti tipo il sassofono suonavano poveri di armoniche e tendevano a suonare sottili, piuttosto che densamente e naturalmente colorati. La chitarra acustica riprodotta, dalla pochissima risoluzione, enfatizzava l’attacco delle corde piu’ che la calda risonanza del corpo dello strumento. A livello tonale questi strumenti ricchi di energia in questa banda di frequenza erano spostati molto in avanti. La grana e’ grossa, il dettaglio e’ scarso (tanti dettagli delle registrazioni non sono udibili), la velocita’ nei transienti, sopratutto quelli ad alta frequenza, avevano poco impatto e forza; nei pieni orchestrali si percepivano con facilita’ le grosse limitazioni di questi parametri associati da chiara compressione. Rilevo che queste caratteristiche oltre ad allontanarsi dalla neutralita’ assoluta risultavano alle mie orecchie sgradevoli ed affaticanti, sinonimo di poca delicatezza e risoluzione. Il soundstage risultava scuro con sovrapposizione degli strumenti; poco trasparente con i vari solisti e strumenti dalle dimensioni piccole e schiacciati verticalmente. Nel complesso la prestazione di questo set-up mi ricorda una esperienza di ascolto recente molto deludente, come avere una rosa (ProAc D38/R) piena di spine (il resto). Mi rendo conto che descrivere un suono non e’ per nulla facile, ma spesso non riusciamo a farlo perche’ esiste una visione molto limitata e ristretta. Bisogna aprire gli occhi, orecchie e cercare di scoprire delle realta’ sonore, simili a quelle descritte, che definire "scarse" potrebbe gia’ essere tanto. Senza possedere una discreta conoscenza di come gli strumenti acustici suonino nella realta’ sara’ un compito piuttosto arduo (direi impossibile) descrivere i suoni con correttezza e competenza!! Pero’ c’e’ sempre l’iodiofilo ambiguo di turno, munito dalla lingua biforcuta, incompetente, al 99,9 % non in grado di riconoscere il suono di un violino da una viola, o quello prodotto da un contrabasso nelle ottave piu’ alte da quello di un violoncello, che si sveglia la mattina ed inizia a fantasticare/blaterare sui vari forum nazionali lodando un brutto anatroccolo che non diventera’ mai un bellissimo cigno!! Che brutta realta’!!
Passiamo al secondo sistema (FANTASTICO) cosi’ allestito:
Finale di potenza Balabo BP-1 MK-II
Preamplificatore Balabo BC-1-MK-II
Lettore cd Nagra CDC
Diffusori Peak Consult
Filtro di rete Accuphase
Cavi di segnale, Potenza ed alimentazione Acrolink
Sala: 4.50x6 mt
Acustica: Curata con dei Tube Traps
Il suono e’ estremamente autorevole, compatto e corretto nel rispettare le proporzioni dei solisti ed orchestra. Tutti i generi musicali suonano molto bene e questo e’ un gran pregio che trova la sua massima espressione nella riproduzione naturale delle voci e degli strumenti acustici. La gamma bassa si presenta materica, profonda, intelleggibilmente articolata, controllata e priva di rigonfiamento. La gamma media e’ ricca di armoniche,concreta, rifinita, raffinatissima, naturale, avvolgente e fluida. Gli acuti sono nitidi, amalgati con le frequenze medie ed assolutamente mai affaticanti. L’escursione dinamica e’ eccelente e non mostra mai alcun limite di cedimento. I transienti risultano drammaticamente veloci. Nei pieni orchestrali non si avvertono incertezze e la spinta energetica, affidata al poderoso finale Balabo, consente uno spettacolo reale di ascolto. Anche a livelli elevati di ascolto non risulta nessuna compressione di suono o riduzioni fisiche del soundstage. Il timbro naturale del pianoforte viene rispettato nella sua materica compostezza, sfoderando una resa ottimale alle ottave basse e rigorosa coesione di elevato ritmo nei registri e negli accordi. Le voci maschili e femminili sono naturali e vivide e quindi dal giusto colore tonale. La grana e’ assente, il silenzio tra le note e’ la pulizia sono incredibili, la propensione al dettaglio e alla sfumatura sono associati da una trasparenza di altissimo livello. La tridimensionalita’ del palcoscenico virtuale risulta correttamente proporzionata nel 3d. La profondita’e’ ottima. Gli strumenti al interno del 3d sono stabili, focalizzati, contornati da un’ariosita’ naturale e fisicamente espolivi (quando serve) e cio’ rende agevole riconoscere l’intervento degli stessi. Eccellente la microdinamica e macrodinamica. Nella sua completezza tale sistema mi ha trasmesso un ascolto che rende molto "reali" gli esecutori. Sparisce in pratica quella sensazione di musica riprodotta. Uno sistema di indubbia ed indiscussa qualita’, soprattutto per la raffinatezza della riproduzione del messaggio musicale. Uno dei miei migliori ascolti in assoluto che e’ in grado di produrre risultati di suono impressionanti. Complimenti!!
Osaka, 26 Dicembre 2011