SECONDA PARTE
Eliminiamo quindi la suspense e rispondiamo immediatamente alla domanda sul perché i tipici test di ascolto producono risultati vaghi e in conflitto. La risposta è che la maggior parte dei test contengono variabili multiple incontrollate. Conseguentemente non c’è modo di sapere che cosa sta causando le differenze nel suono che si sta ascoltando. Lasciatemi spiegare ciò nei dettagli.Il problema di controllare le variabili di un test è al cuore di tutti i test. Gli audiofili devono capirlo e controllare le variabili in modo che possano fare tests di ascolto accurati che producano risultati affidabili.
Cosa è una “variabile”? Una variabile è qualsiasi fattore che può influenzare il risultato di un test.
Una variabile “incontrollata” è l’unica variabile in un test alla quale è permesso variare perché stiamo cercando di valutare il suo effetto. E’ assolutamente essenziale che ogni e qualsiasi altra variabile in un test sia “controllata” così che non influenzi il risultato.
Se in un test c’è più di una variabile incontrollata non saremo più in grado di determinare quale variabile abbia causato quello che abbiamo sentito. Conseguentemente la presenza di variabili incontrollate multiple rende impossibile trarre qualsiasi conclusione e relazione causa/effetto dal test. Poiché i nostri test di ascolto cercano di trovare relazioni causa/effetto, un test effettuato con varianti multiple incontrollate non può rispondere alla domanda, ed è quindi inutile e non valido.
Lasciatemi chiarire con un esempio di tipico test di ascolto analizzando le variabili incontrollate. Supponiamo che un audiofilo stia valutando l’acquisto di un amplificatore che costa 10.000 dollari e che voglia sapere se il nuovo amplificatore è realmente migliore di quello che ha già, e se vale il prezzo elevato che gli viene chiesto. Il test potrebbe andare in questo modo:
Potrebbe ascoltare il vecchio amplificatore per un po’ prima di ascoltare il nuovo, oppure potrebbe non preoccuparsene e semplicemente ricordarsene il suono grazie alla lunga esperienza. Spegnerà quindi l’impianto, staccherà i cavi dal vecchio amplificatore, lo sostituirà con il nuovo, collegherà i cavi, riaccenderà tutto…. poi ascolterà il nuovo amplificatore per un po’. Infine trarrà un giudizio su quale amplificatore suona meglio.
Spesso farà un ulteriore passo avanti e trarrà qualche tipo di relazione causa/effetto sulla CAUSA per la quale un amplificatore suonava meglio. Tipici esempi di relazioni causa/effetto possono essere che un amplificatore aveva il feedback e l’altro no, uno era in Classe A mentre l’altro era Classe D, uno aveva le valvole mentre l’altro aveva i transistors, uno aveva gli ultimi e più pregiati condensatori o resistenze mentre l’altro non li aveva, ecc. ecc.
Per il resto di questo documento mi riferirò a questo tipo di test come test “open loop”.
Ora cosa succederebbe se io intervenissi in quel test e cambiassi gli altoparlanti nello stesso momento in cui l’audiofilo cambiava gli amplificatori? Penso che siamo tutti d’accordo che cambiare gli altoparlanti aggiungerebbe un’altra variabile e che ciò renderebbe impossibile determinare la causa della differenza nel suono che avremmo sentito.
Semplicemente non abbiamo modo di sapere se la differenza nel suono che abbiamo sentito era causata dagli altoparlanti o dall’amplificatore (o tutti e due) perché ci sono due variabili incontrollate nel test. Quindi il test non sarebbe valido e non potrebbe essere usato per determinare quale amplificatore suoni meglio.
Questa non è certo una novità. Tutti gli audiofili razionali conoscono questo concetto di avere una sola variabile incontrollata in un test. Sono pienamente d’accordo che si può testare solo una cosa alla volta. Fanno un sincero tentativo di seguire questo procedimento testando un solo componente alla volta nei loro test di ascolto.
Ma senza saperlo violano la regola di “una sola variabile” nei loro tests di ascolto. Guardiamo con attenzione il test dell’amplificatore che abbiamo appena descritto e analizziamo le variabili incontrollate.
Se lo chiedessimo l’audiofilo ci direbbe onestamente che il suo test aveva una sola variabile incontrollata, che sarebbe l’amplificatore. Ma non sarebbe vero.
Il suo test in realtà aveva cinque variabili incontrollate. Una qualsiasi, o più di una, potrebbe aver causato le differenze nel suono che ha sentito. Bisogna controllare tutte le variabili eccetto l’amplificatore sotto test. Quindi quali sono le altre variabili incontrollate?
1) DIFFERENZE DI LIVELLO. Se un amplificatore suonava più forte dell’altro, allora suonerà meglio. La musica più forte ci sembra inevitabilmente suonare meglio.
Il guadagno e la potenza degli amplificatori variano. Conseguentemente, per una specifica posizione del controllo di volume del preamplificatore, amplificatori differenti suoneranno a volume leggermente diverso.
Ma l’audiofilo nell’esempio più sopra probabilmente non ha neanche tentato di settare il livello del preamplificatore esattamente allo stesso livello per entrambi gli amplificatori. Probabilmente ha alzato il volume al punto in cui suonava bene. Non ha fatto tentativi per rendere identici i livelli perché non si rendeva conto che questa era una variabile incontrollata.
In ogni caso gli amplificatori probabilmente avrebbero avuto livelli di volume diversi anche se il settaggio del preamplificatore fosse stato identico. Questo perché gli amplificatori hanno potenza e guadagno differenti.
Notate che l’udito umano è estremamente sensibile al volume. Tests scientifici mostrano che possiamo sentire ed identificare con precisione differenze molto piccole di volume (1/4 di dB è possibile). Allo stesso tempo non riconosciamo differenze ovvie nel livello della musica finchè non ci sono un paio di dB di differenza. Questo è dovuto alla natura transiente e dinamica della musica, che rende difficili da riconoscere sottili differenze di volume.
Conseguentemente quando la musica suona appena un po’ più forte, la sentiamo come “migliore” invece che “più forte”. E’ essenziale comprendere che due componenti identici suoneranno differentemente se uno suona semplicemente un poco più forte dell’altro. Quello che suona più forte suonerà meglio per noi, anche se i due in realtà suonano identici.
Questo è un problema serio nei tests di ascolto. Considerate il test dell’amplificatore di cui sopra, e ai fini di questa discussione supponiamo che i due amplificatori suonino esattamente uguali, ma che quello nuovo suoni un pochino più forte perché ha più guadagno. Questo significa che il nuovo amplificatore sembrerà suonare meglio del vecchio in un test “open loop” anche se i due in realtà suonano identici.
L’audiofilo a questo punto giunge alla conclusione che il nuovo amplificatore è migliore e spenderà 10.000 dollari per comprarlo. Ma in realtà il nuovo amplificatore non suonava meglio ed era la differenza di volume che ha fatto sì che l’ascoltatore sentisse che era migliore.
Penso sia chiaro da questo esempio che bisogna assolutamente e con certezza evitare di avere più di una variabile incontrollata nei vostri tests.
2) TIME DELAY. Noi “umani” possiamo ricordare SOTTILI differenze nel suono per circa due secondi. Oh certo… possiamo riconoscere la differenza fra la voce del padre e della madre dopo molti anni. Ma queste differenze non sono sottili.
La maggior parte degli audiofili cerca differenze come “aria”, “trasparenza”, “immagine”, “dinamica” ecc. che sono elusive e piuttosto difficili da sentire e definire. Non sono evidenti. Non possiamo ricordarle per più di pochi secondi. Per essere in grado di sentire differenze sottili in modo accurato e affidabile bisogna che possiate commutare gli amplificatori istantaneamente.
Altrettanto importante è il fare molti confronti fra i componenti perché ciò aumenta molto l’affidabilità dei vostri test. Questo è particolarmente importante avendo a che fare con la musica perché i diversi tipi di musica hanno una grande influenza sulla sensibilità di ciò che possiamo sentire durante i nostri test. Bisogna proprio testare con molti tipi di musica usando molti confronti.
I test “open loop” forniscono un singolo confronto separato da un ritardo relativamente lungo mentre vengono scambiati i componenti. Ciò rende molto difficile determinare con certezza se sono presenti nel suono sottili differenze.
3) PREGIUDIZIO PSICOLOGICO. Noi “umani” alberghiamo pregiudizi (positivi o negativi). Queste prevenzioni influenzano quello che sentiamo. In altre parole, se vi ASPETTATE che un componente suoni meglio di un altro… lo farà.
Non importa cosa causa il pregiudizio. L’audiofilo nel test precedente aveva un pregiudizio verso il nuovo amplificatore, che era il motivo per il quale lo ha portato a casa da provare. Si aspettava che suonasse meglio del suo vecchio amplificatore, e così è stato. Era particolarmente facile che il suo pregiudizio lo influenzasse a causa del ritardo temporale necessario a cambiare i cavi.
Questo pregiudizio poteva esistere perché si aspettava che le valvole suonassero meglio (o peggio) dei transistors, o perché ll nuovo amplificatore aveva (o non aveva) feedback, o era più costoso del suo vecchio amplificatore, o che era più bello, o che aveva letto una splendida recensione, o perché aveva una particolare classe di lavoro ecc.ecc. Il pregiudizio è pregiudizio indipendentemente dalla ragione ed influenza le prestazioni che l’audiofilo percepisce. Deve essere eliminato dai tests.
Non pensate di essere immuni dagli effetti del pregiudizio. Anche se fate del vostro meglio per essere imparziali e con la mente aperta, non potete scacciare i pregiudizi con la forza di volontà. Siete umani. Avete pregiudizi. Accettatelo.
4) CLIPPING. Si ha il clipping quando un amplificatore viene pilotato oltre le sue possibilità di potenza o voltaggio. Questo produce grandi quantità di distorsione, compressione della gamma dinamica, perdita di trasparenza e dettaglio, una senzazione di fatica d’ascolto, asprezza, e in generale cattive prestazioni.
Non importa quali positive caratteristiche abbia un amplificatore… se stà clippando le prestazioni sono pessime e qualsiasi sottile potenziale miglioramento nel suono dovuto ad una particolare caratteristica sarà totalmente annegato dalla massiccia distorsione e generale cattivo comportamento di un amplificatore quando clippa. Conseguentemente nessun test è valido se uno degli amplificatori stà clippando.
Se un amplificatore nel test sopra menzionato stava clippando, mentre l’altro no, allora naturalmente i due suoneranno diversi l’uno dall’altro. L’amplificatore che stà clippando suonerà peggio dell’altro. Ma non si deve testare un amplificatore che clippa contro uno che non clippa perché è un test del tutto invalido e non dice come suona un amplificatore quando performa propiamente ed all’interno dei suoi parametri di progetto.
La maggior parte degli audiofili non riconosce quando il suo amplificatore stà clippando. Questo perché il clipping normalmente avviene nei picchi musicali dove è molto transitorio, mentre non avviene al livello di potenza medio. Il clipping transitorio non viene riconosciuto come clipping dalla maggior parte degli ascoltatori perché i livelli medi sono molto più lunghi dei picchi. Poiché i livelli medi non sono distorti in modo evidente gli ascoltatori pensano che l’amplificatore stia funzionando all’interno dei suoi parametri di progetto… anche quando non è così.
Il clipping nei picchi compromette seriamente le prestazioni dell’amplificatore perché i voltaggi della sua alimentazione ed i circuiti impiegano diversi millisecondi per riprendersi dal clipping. Durante quel tempo l’amplificatore stà funzionando ampiamente al di fuori dei parametri di progetto, ha una massiccia distorsione e non suonerà bene, anche se non suona grossolanamente distorto all’ascoltatore.
Invece di distorsione l’ascoltatore descriverà l’amplificatore che stà clippando come un ampli che suona “soffocato” (a causa della dinamica compressa), “poco chiaro” (a causa della elevata distorsione transiente e alla dinamica compressa), “tappato”, “aspro”, “forzato” ecc.ecc. In altre parole l’ascoltatore riconoscerà che l’amplificatore non suona bene, ma non riconoscerà che la causa è l’amplificatore che stà clippando. Invece probabilmente penserà che le differenze nel suono che sente siano dovute a qualche caratteristica minore come il feedback, i condensatori, il tipo di valvole, il livello del bias, la classe di lavoro, ecc. piuttosto che semplice mancanza di potenza.
Ma la sua opinione sarebbe solo quello…. una opinione totalmente non supportata e non provata da una qualche evidenza. Molto probabilmente la sua opinione non individuerebbe la causa reale del problema.
Poiché audiofili differenti faranno supposizioni differenti sulle cause delle differenze che sentono, è facile capire perché c’è così tanta confusione e inaccuratezza riguardo alla prestazione dei componenti quando viene usato un test “open loop”.
E’ facile mostrare che la maggior parte dei diffusori richiede circa 500 watts per riprodurre i picchi in modo pulito. La maggior parte degli audiofili usano amplificatori con molto meno potenza. Conseguentemente questi audiofili confrontano amplificatori in clipping la maggior parte delle volte. Questa variabile deve essere eliminata se si vogliono confrontare amplificatori che funzionano come intendevano i loro progettisti.
5) L’ultima variabile incontrollata è l’amplificatore. Questa è la sola variabile che vogliamo testare. Quindi non è necessario controllarla.
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Ultima modifica di Geronimo il Gio Ott 27, 2011 11:57 am - modificato 1 volta.