phaeton ha scritto:
analisi e proposte condivisibili, pero' credo che in questo momento siamo ancora al passo -1 ..... quando c'e' una rivista che fa delle misure il suo credo e metro di giudizio fondamentale (condivisibile oppure no, non ha importanza), quando tale rivista a fronte di una prova strumentale "imbarazzante" su alcuni aspetti di un certo apparecchio dice che tale misura alla fine non conta quasi nulla perche' c'e' un'altra misura che conta di piu' quando invece fino al numero precedente tale misura era messa sempre in risalto come indice di buon aparecchio, quando anche il piu' "assonnato" dei suoi lettori nota la cosa e chiede chiarimenti sia sul forum che per altre vie, quando il responsabile tecnico di tale rivista risponde con una imbarazzante disquisizione senza capo ne coda..... beh.... siamo molto lontani....
se fossimo in un mondo intellettualmente onesto e coerente, anche eventualmente con imprescindibili interessi economici, posto che fare ricerca scientifica e strumentale in campo audio e' cosa buona e giusta, se io avessi avuto dei riscontri di laboratorio pessimi in alcuni casi su un apparecchio che invece all'ascolto suona in modo DIVINO (l'ho ascoltato, IMHO e' tra i migliori apparecchi del suo genere), l'unica cosa che onestamente farei e' di ammettere che: si l'apparecchio suona in modo divino, e si la misura xyz a fronte della prova d'ascolto risulta molto (con molto tendente a 1) scorrelata rispetto alla qualita' sonora dell'apparecchio.
Con tutto il rispetto possibile non vedo dove sia il problema se hai già decodificato la situazione e se l’aspetto critico è diventato palese e discusso in pubblico.
Se come tu stesso hai affermato l'apparecchio è tra i migliori per la tua valutazione, tutte le altre informazioni che possiedi o che ti sono state fornite aumentano la tua capacità di valutazione:
- dell'apparecchio in oggetto
- dell'effettiva importanza delle misure citate
A meno che sia un problema dover riconoscere che una singola misura decontestualizzata da altre e soprattutto dall'ultima verifica finale sul campo = ascolto non abbia molto valore in assoluto, ma questo non è sicuramente un mio problema, potrebbe esserlo per chi "crede" ciecamente alle misure su tutto o per chi ne ha fatto un elemento distintivo della propria linea editoriale.
Ribadisco che soprattutto l'utente (rivista/forum) meno esperto è bene che faccia uno sforzo per comprendere come funziona il mondo e velocemente si renda conto con quali soggetti interagisce.
Un esempio se vado a comprare un'auto usata da una concessionaria non penso sia razionale pretendere che il venditore per prima cosa mi metta al corrente di:
- tutti i difetti reali dell'auto
- tutti i rischi potenziali e future spese da mettere in conto a breve per la manutenzione
O forse è responsabilità dell'acquirente verificare al meglio delle sue capacità l'auto e se utile avvalersi di esperti del settore per fare questa verifica se l'acquisto è con la clausola "visto e piaciuto".
Se poi come esperto del settore l’acquirente sceglie un dipendente/proprietario della concessionaria o un concessionario concorrente che ha l’interesse di non far concludere l’acquisto iniziale nella speranza di vendere una propria auto usata…
Tutto questo non vuole creare una giustificazione a comportamenti discutibili, ma solo chiarire:
- "di chi è il problema"
- di conseguenza "chi è bene che si dia da fare"
- e soprattutto dove stanno i “problemi più grandi”
Altro esempio classico, chiedere all'oste se il suo vino è buono, non mi sembra una domanda molto "smart"
La presenza di pubblicità e inserzionisti sulle riviste direi che è abbastanza palese, quindi trasparente per sua stessa natura, maggiore trasparenza e conflitti di interessi dichiarati sarebbero invece auspicabili a 360°
Dal mio punto di vista dichiarare un potenziale conflitto di interessi in modo chiaro dove non lo è rende trasparente e maggiormente autorevole tutto quello che ne segue, al contrario la mancanza di trasparenza mi aumenta la percezione che sia voluta per ottenere/massimizzare altri obiettivi
Per esperienza un mercato dove sia garantito per tutti:
- elevato livello di informazioni
- trasparenza
- dichiarazione di tutti i conflitti di interesse leciti e limiti ai conflitti di interesse “estremi” sia con norme cogenti dove possibile sia con codici deontologici che abbiano almeno valenza morale, valenza che purtroppo ha valore solo se la maggioranza condivide realmente tali principi e sanziona/punisce gli inadempienti
Garantisce:
- maggiore efficienza complessiva al sistema
- interesse tutelato per tutti i partecipanti al mercato in modo equo e uguale per tutti
- meritocrazia
- pluralità e concorrenza leale
Ma un tale sistema garantisce anche:
- perdita di rendite di posizione per coloro che le hanno costituite sulla opacità o su forme di pubblicità sempre lecite, ma fatte passare per informazione neutra da soggetto terzo non avente interessi nel campo specifico
- minore redditività ricavabile dagli utenti meno esperti/informati da parte di chi ha meno scrupoli
- perdita di margine di azione per comportamenti da “furbi” molto diffusi a tutti i livelli/gradazioni nel nostro paese