Avevo acquistato la AKG 701 pilotata dal Rudistor 5.3, da utilizzare come nave-scuola per la mia prima esperienza; dopo qualche ritocco al setup (cavi di segnale in Ag, di alimentazione Klimo ref., punte in alluminio sotto il Rudistor) ne ero abbastanza soddisfatto. Fino a quando Gianni (Pluto) mi ha cortesemente inviato le sue HD800 per una prova. Non c'è stata partita, a mio parere: le 701 sono uscite con le ossa rotte su tutti i parametri. Scomparsa una certa gommosità ed invadenza del basso, con l'HD800 molto ben scontornato dal mediobasso in una registrazione di una Cantata di Bach nella quale il basso continuo è rappresentato dal violoncello, dalla difficilissima (da riprodurre) viola da gamba, dall'organo e dal fagotto. Tutti questi soggetti sonori erano perfettamente individuabili senza alcuna coda, se non quella del naturale decadimento e soprattutto senza sovrapposizioni che, se presenti, restituiscono un "muggito" inascoltabile. Test superato senza problemi. Il quartetto d'archi, nell'occasione il 131 di Beethoven nella esecuzione del grande Quartetto Italiano, mi ha lasciato stupito: archi naturalissimi, violini veramente molto vicini al reale, viola perfettamente distinguibile, violoncello sempre al suo posto anche nelle note più gravi; presenza di grande quantità di microdettaglio, lo scricchiolio delle sedie degli strumentisti era perfettamente distinguibile ma senza artificiosità, c'era aria di concerto dal vivo, tanta da non riuscire ad interrompere l'ascolto. La naturalezza delle voci nei lieder di Schubert era da brivido, che si esibisse il tenore o il soprano; il piano d'accompagnamento era semplicemente un piano, anche le note gravi sovrapposte erano perfettamente distinguibili nei momenti più concitati. Con la grande orchestra (Mahler, Sinfonia n.5, Sinopoli) la macrodinamica era davvero ottima, così come la micro mai "sparata". L'ascolto si è protratto per diversi giorni -dieci- e tutte le favorevoli impressioni si sono mantenute.
Però...Io non so cosa si intenda per ariosità e scena acustica in una cuffia, o quanto di questi due parametri si possa pretendere da questa tipologia di ascolto. Di certo, con questa cuffia, i vari cantanti che si esibivano nelle Cantate bachiane e che in un ascolto con diffusori tradizionali occupano sempre una ben precisa posizione (basso all'estrema destra, tenore e alto in mezzo, soprano o voce bianca all'estrema sinistra) erano sempre al "centro della testa", pochissimo distanti tra loro. La profondità inoltre era, per me, molto strana: il cantante giustamente in primo piano, gli strumentisti dietro si, ma dietro la testa. Cioè proprio il contrario di quello che avviene nell'ascolto dal vivo. Questa sensazione permaneva con la grande orchestra, anzi se possibile si accentuava: la scena acustica si sviluppava all'indietro del capo.
Non so se questa caratteristica fa parte del DNA d'ascolto in cuffia e mi piacerebbe imparare da voi. Vito (ppp) mi diceva che con le Stax questo non avviene, che nell'esempio portato prima il cantante è sì al centro della testa ma la scena si sviluppa in profondità (relativa!) in avanti, all'incirca fino alla punta del naso. Per questo motivo acquisterò le Stax 507 con il WOO GES.
Per concludere, le HD800 sono state per me un eccellente strumento di analisi sonora, veramente consigliabili per la classica e per chi ami la naturalezza timbrica nell'ascolto e la verosimiglianza all'evento dal vivo. Con quel preciso limite che, ripeto, non so se tale possa essere considerato.