Devo ammettere che le idee di Vito "pazzo per il pianoforte" mi hanno fatto riflettere... Nel senso che le cuffie, come tutte le cose che riguardano il suono in se stesso, hanno qualcosa di misterioso e di complesso che mi devo ancora spiegare completamente, dilemma che non ho per i diffusori.
Cerco di spiegarmi meglio... parlandone con voi forse posso afferrare meglio i miei dubbi...
Dunque, ho ascoltato, come voi, diffusori dinamici, lodati e applauditi, da decine di migliaia di euro costruiti con driver imperdonabili da fiera dell'elettronica con un tale livello di distorsioni da farmi preferire il silenzio, amplificatori rinomatissimi che tiravano dentro il ronzio della 220, diffusori da 100 mila euro, impianti da urlo, soprattutto, per lunghi periodi di tempo (ascoltare una volta o due, poco serve), e altre mille situazioni, tra concerti, teatri e cose varie (tanto, in realtà, poco contano tutte le esperienze pensabili se il cervello non le assimila e non le concettualizza).
Aggiungendo che la musica mi occupa la giornata, posso credere, quanto meno, d'avere un certo "senso della realtà musicale" (sarei dell'avviso che si inizia a capire la musica quando l'udito è l'ultimo dei sensi coinvolti o, meglio, quando il suono raggiunge la stessa funzione delle parole stampate su di un libro e che siano molte di più le informazioni acquisite dai sensi interamente intesi).
Aggiungo inoltre che a prescindere dall'ambiente, dai cavi, dai tube traps, dalle basi antisismiche, dal colore della tappezzeria, dagli amplificatori, il mio cervello si "spaventa" ormai molto poco e non grida più allo scandalo o alla gloria per un interfacciamento "riuscito" piuttosto che un altro. (per intenderci, in modo del tutto identico alla stessa "abitudine" che un attore porno ha verso certe pratiche corporali....)
Ma, tuttavia, sorgono queste domande:
- per quale ragione la mia mente trova più realistica (pur riconoscendone tutti gli enormi limiti) una cuffietta da 50 euro rispetto a qualunque impianto sulla decina di migliaia? (con rispetto per chi li possiede!)
- Perché non sento nessun problema di ricostruzione scenica, trovandola, anzi, sempre credibile, fisicamente evidente e molto simile da registrazione in registrazione (principalmente classica), mentre coi diffusori c'è sempre la famigerata "diffrazione intraurale" che rompe?
- Per quale motivo con un impianto a diffusori la sorgente è un nodo fatidico, mentre in cuffia posso sbattere un cd sul primo lettore portatile che trovo e smetto di pensare al mutuo per acquistare un lettore decente?
- Perché talvolta (con le cuffie d'alto bordo) ho l'impressione che la fisicità della musica sia quasi un'illusione uditiva visto che, nel caso di un ottimo set up in cuffia, sento fisicamente certe basse frequenze completamente svincolate dall'orecchio?
Riguardo invece alla realtà della registrazione, questa varia da registrazione a registrazione... credo, personalmente, che sia fuorviante e inesatto cercare la stessa proiezione olografica come se il tecnico di ripresa, la sala di registrazione, i musicisti e gli strumenti fossero sempre gli stessi...
In altre parole non si può pretendere che un disco di Hendrix o di un trio jazz anni'50 abbia la stessa "scena" di una moderna registrazione della Deutsche Grammophone o di qualche etichetta audiophile...
Occorre sempre portare pazienza in qualcosa... ma le cuffie mi chiedono di portarne molto poca rispetto ai diffusori...
Perché tutto ciò...?
Un salutone a tutti