Secondo me il discorso sul realismo della riproduzione in cuffia raffrontato al realismo della riproduzione tramite diffusori è un discorso del tutto soggettivo.
Mi spiego meglio, per punti:
1. Il suono percepito dal vivo è un suono che ha ripercussioni anche fisiche sul nostro corpo. SE dal vivo ascolti una orchestra alle prime file della sala, ti rendi chiaramente conto di come un tutti eseguito "forte" non lo senti solo con le orecchie, lo senti anche fisicamente. IL tuo corpo avverte la pressione dell'aria che si sposta, detto in termini maccheronici. Stesso discorso ed anzi all'ennesima potenza in un evento musicale amplificato (rock, pop, ecc. ecc.). Questo effetto, è ovvio, è del tutto manchevole nella cuffia per ovvi motivi: sono solo le nostre orecchie che vengono sollecitate dal trasduttore, non il nostro corpo. Quindi, inevitabilmente, 1 a 0 per il sistema di diffusori. Ma sottolineo che questo effetto non ha niente a che vedere con la timbrica del suono riprodotto.
2. Il suono percepito attraverso i diffusori ha una chiara e precisa illusorietà tridimensionale, purché il sistema sia nel suo complesso di buona qualità e l'ambiente in cui è inserito sia buono altrettanto. Si tratta comunque di una illusorietà. Nel caso di un programma amplificato (pop/rock/ecc. ecc.) la ricostruzione fittizia dell'evento attraverso i diffusori è analoga a quella del concerto dal vivo. Nel caso della musica acustica è un falso che cerca di ricostruire un effetto di ambienza che dal vivo è dato anche dalla presenza dell'evento visivo, non solo dall'elemento sonoro. MI spiego meglio: lo stereo può oggettivamente riprodurre uno stage con strumentoi disposti in orizzontale (dipende da come ogni strumento è distribuito nei due canali). Ma la ricostruzione della profondità della scena è del tutto artificiosa, giacché mai dal vivo c'è la ricchezza di ambienza che viene introdotta nei suoni posti in fondo allo stage virtuale all'interno dei nostri dischi. Questo perché senza questa marcatura del riverbero ambientale, lo stereo non può creare l'illusione della profondità scenica, utilizzando un equivoco del nostro cervello (per il quale un suono con molto riverbero è un suono più distante nella sala). Ma è una illusione, un artificio: lo stereo non può disarticolare realmente il punto di emissione in profondità, ed i microfoni non possono captare fedelmente questo aspetto. In cuffia l'artificiosità è maggiore, nel senso che anche coi migliori sistemi in qualche modo il suono è ricostruito nelle stesse proporzioni, ma ad un passo dalla testa (anche se poi ha molta profondità), non nel fondo del nostro ambiente d'ascolto. Però in cuffia non succede mai, o succede con molta minore rilevanza, che un suono risulti diversamente collocato nello spazio al variare di alcuni aspetti esterni (posizionamento del mobilio, simmetricità delle riflessioni ambientali rispetto all'impianto, simmetricità del posizionamento dei diffusori, ecc. ecc.). Quindi diciamo saremmo su un 2 a 0, ma a causa dell'illusorietà e della criticità dell'ambienza del sistema diffusori direi quasi 2 a 0,25
.
faccio notare che anche qui, non stiamo parlando di timbro.
3. Fedeltà timbrica al suono degli strumenti reali. Dissociando questo aspetto dal fattore "impatto fisico" di cui al punto (1), occorre secondo me dire che la naturalezza timbrica di un sistema cuffia può essere confrontata solo con quella di sistemi audio estremi (decine di volte più costosi, se non addirittura centinaia di volte) inseriti in ambienti molto ampi e acusticamente trattati a regola d'arte. In tutti gli altri casi le risonanze ed i riflessi ambientali e/o i limiti fisici nella risposta in frequenza dei diffusori sono tali da non rendere nemmeno lontanamente ragione alla complessità armonica e timbrica dello strumento originale. L'impatto fisico no, non c'è in cuffia(quello del punto 1), il resto si e con molto meno esborso di denaro e trattamenti complessi dell'ambiente. Senza poi contare che chi ha una stanza 5x4 la pedaliera dell'organo non la sentirà mai in ambiente; mentre da un grande sistema cuffia è perfettamente riproducibile. Certo, avendo un sistema diffusori estremo, un ambiente enorme trattato acusticamente, una maplificazione eccellente, avrei anche l'impatto fisico della pedaliera dell'organo. Ma penso che le persone che possano permettersi queste condizioni insieme si contino sulle dita di una mano.... e magari non gliene frega nulla di Hi-Fi
. 2 a 1,25?
4. Svincolando l'amplificazione e gli altoparlanti dal dover muovere grandi masse d'aria, dal punto di vista della dinamica virtualmente un sistema cuffia non ha limiti rispetto ad un sistema diffusori. Solamente i migliori sistemi dinamici di diffusori ed ampli SS ad alta potenza possono ricostruire la dinamica di un ben tarato sistema per cuffia in maniera paragonabile e senza scotto per la correttezza timbrica e la grana. Non diciamo 2 a 2,25.... ma magari 2,25 a 2,25 si.
Non mi viene in mente altro, al momento. Ma secondo me la vera differenza tra un sistema cuffia ed un sistema diffusori è dovuta solo alla soggettività dell'ascoltatore, cioé al peso che lui da all'elemento dell'impatto fisico del suono sul corpo. Chi ascolta basando la sua percezione della musica su altri parametri potrà anche tranquillamente preferire l'ascolto in cuffia. Chi invece non potrà disgiungere l'impatto fisico del suono dal colore dello strumento e dalla sua timbrica non potrà che considerare in assoluto la cuffia come un sistema del tutto inverosimile. Il fatto che la maggioranza degli audiofili preferisca i diffusori mi fa pensare che evidentemente la maggioranza attribuisce all'effetto fisico del suono un valore irrinunciabile, anche a costo di altri limiti riproduttivi.
Pazienza, farò parte di una minoranza....
SCusate l'OT, ma non ho potuto resistere all'occasione di pensare a "voce alta"....
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Mer Gen 12, 2011 2:55 pm - modificato 2 volte.