Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
sf73- Member
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- Messaggio n°1
Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Buongiorno a tutti. La domanda può sembrare provocatoria e probabilmente anche già trattata. Ci pensavo proprio ieri....quanto può influire un "bell'impianto" durante l'ascolto? Mi riferisco, non tanto dal lato timbrico, ma nelle scelte di acquisto. Le luci di un giradischi, lo schermo di uno streamer, il cavo pitonato o i Vu-meter colorati rispetto ad un cubo freddo....Che ne pensate? Sono ampiamente gradite anche foto di impianti che colpiscono gli occhi prima delle orecchie. Al di là di ogni considerazione tecnica. Grazie.
Bufa- Senior Member
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- Messaggio n°2
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
E' insito nella condizione umana il condizionamento visivo e ritengo che questo faccia una rilevante parte del giudizio complessivo, per lo meno quello iniziale. Io lavoro nel settore del vino che ha tante similitudini con l'ascolto degli impianti poiché la stanza di degustazione, la giornata, i calici, la temperatura di servizio, ciò che il tuo amico accanto può dire e per finire con etichette e blasoni di cantine del mondo possono condizionare incredibilmente la tua percezione.
Nell'ascolto degli impianti ritengo che sia altrettanto valido ecco perché spesso si parla anche di ascolti alla cieca ma tutto questo non è facilmente realizzabile e pertanto l'occhio, anche giustamente dico, vuole la sua parte e non ci trovo niente di male.
Il problema è che talvolta l'occhio guida anche i nostri acquisti che poi nel tempo ci stufano o non soddisfano a pieno e si rivende e si ricompra:fkjur: ecco perché, per quanto mi riguarda, preferisco la sostanza alle "lucine"
Nell'ascolto degli impianti ritengo che sia altrettanto valido ecco perché spesso si parla anche di ascolti alla cieca ma tutto questo non è facilmente realizzabile e pertanto l'occhio, anche giustamente dico, vuole la sua parte e non ci trovo niente di male.
Il problema è che talvolta l'occhio guida anche i nostri acquisti che poi nel tempo ci stufano o non soddisfano a pieno e si rivende e si ricompra:fkjur: ecco perché, per quanto mi riguarda, preferisco la sostanza alle "lucine"
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CDP: Marantz CD-23Da
Thorens TD 160
Denon DL 103
Pre Ampl: Marantz SC-22
Finali: Marantz MA-24
PrePhono: Marantz PH-22
Diffusori: Altec A7 Vott
Crossover: made in Estro Armonico
Cavi di potenza: AirTech Alfa
Cavi di segnale: AirTech Alfa
faber71- Member
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- Messaggio n°3
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Secondo me le qualità soniche ed estetiche sono un binomio imprescindibile, anche perche qua siamo nel segmento dell lusso, questo deve esseere chiaro.
E spendere migliaia di euro per un poi trovarsi in casa 2 scatole di scarpe magari inglesi che suoneranno anche bene pero insomma.
E noi italiani siamo creatori del Rinascimento e cioe del BELLO portato ai massimi livellli, Io per esempio ho scelto la combinazione Unison Reserch/Opera e vi garantisco che è una combinazione tutta italiana stellare, roba veramente di altissimo livello. un piacere per la vista e per l'udito.
E spendere migliaia di euro per un poi trovarsi in casa 2 scatole di scarpe magari inglesi che suoneranno anche bene pero insomma.
E noi italiani siamo creatori del Rinascimento e cioe del BELLO portato ai massimi livellli, Io per esempio ho scelto la combinazione Unison Reserch/Opera e vi garantisco che è una combinazione tutta italiana stellare, roba veramente di altissimo livello. un piacere per la vista e per l'udito.
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gira Thorens td 124 prima serie/audiothecnica at 1005
gira Acustic signature manfred limited edition/Rega rb 305
prephono Trigon Vanguard 2+Volcano
prephono Trichord dino+dino+
integrato Copland cta 405 A
integrato Unison Reserch S8
casse Advent one
casse Opera Loudspeakers Gran Callas 2008
testina Denon 103 R
testina ZIX bloom silver(boro-microridge)
amiterno_rm- JuniorMember
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- Messaggio n°4
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Quindi, sarebbe da preferire “sentire” il bello prima che il buono? Ecco perché troviamo in frutteria, mele grandi, bellissime, lucide ma insipide … per quanto convenzionale, non mi pare obiettivamente saggio.faber71 ha scritto:Secondo me le qualità soniche ed estetiche sono un binomio imprescindibile, anche perche qua siamo nel segmento dell lusso, questo deve esseere chiaro.
E spendere migliaia di euro per un poi trovarsi in casa 2 scatole di scarpe magari inglesi che suoneranno anche bene pero insomma.
E noi italiani siamo creatori del Rinascimento e cioe del BELLO portato ai massimi livellli, Io per esempio ho scelto la combinazione Unison Reserch/Opera e vi garantisco che è una combinazione tutta italiana stellare, roba veramente di altissimo livello. un piacere per la vista e per l'udito.
Buona musica
Enzo
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“ Madame, avete tra le gambe uno strumento che può offrire piacere a migliaia di persone e tutto quello che sapete fare è grattarlo. “
Thomas Beecham rivolto a una violoncellista
tubehornguy- JuniorMember
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- Messaggio n°5
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Un bell'oggetto gratifica, anche perche comunque spesso sta in un salotto o comunque dentro un abitazione.
Detto questo la bellezza dei componenti di un impianto è una bellezza "funzionale", nel senso che comunque per chi non è interessato si tratta sempre di cose brutte che rubano inutilmente spazio, se no non parleremmo di " wife acceptance factor".
Va anche detto che non esiste un "canone" di bellezza sui componenti audio, nel senso che quello che piace esteticamente all'audiofilo tizio non è detto che piaccia all'audiofilo Caio, a differenza delle donne che uno può preferire le bionde e un altro le more, ma una bella f...igliola piace comunque a tutti i maschi di sani appetiti..
Ad esempio a me i diffusori opera non piacciono affatto esteticamente, pur riconoscendo che sono ben rifiniti.
Dunque forse più che di estetica si dovrebbe parlare di rifinitura di un oggetto che comunque è visibile e spesso finisce in un salotto. Al di la dell'estetica penso che sia anche importante l'ordine nella disposizione dei componenti, magari senza grovigli di cavi che rendono difficile la pulizia ecc.
Io ho speso qualche soldo in più per avere i valvolari con frontalino e fianchetti fatti a mano in legno di ulivo (visto che era un opzione offerta dal costruttore) ma di certo non compro un componente per l'aspetto, ad esempio il crossover/dsp è bruttino ma essendo al top come prestazioni l'ho comprato lo stesso e pazienza. Ogni volta che lo accendo penso che con minimo sforzo potevano farlo meno brutto, ma poi mi siedo e ascolto la musica.
Tanto io ascolto al buio, e un estraneo probabilmente trova ugualmente brutti sia i valvolari che il crossover, tutt'al più un componente eletronico in legno incuriosisce.
Detto questo la bellezza dei componenti di un impianto è una bellezza "funzionale", nel senso che comunque per chi non è interessato si tratta sempre di cose brutte che rubano inutilmente spazio, se no non parleremmo di " wife acceptance factor".
Va anche detto che non esiste un "canone" di bellezza sui componenti audio, nel senso che quello che piace esteticamente all'audiofilo tizio non è detto che piaccia all'audiofilo Caio, a differenza delle donne che uno può preferire le bionde e un altro le more, ma una bella f...igliola piace comunque a tutti i maschi di sani appetiti..
Ad esempio a me i diffusori opera non piacciono affatto esteticamente, pur riconoscendo che sono ben rifiniti.
Dunque forse più che di estetica si dovrebbe parlare di rifinitura di un oggetto che comunque è visibile e spesso finisce in un salotto. Al di la dell'estetica penso che sia anche importante l'ordine nella disposizione dei componenti, magari senza grovigli di cavi che rendono difficile la pulizia ecc.
Io ho speso qualche soldo in più per avere i valvolari con frontalino e fianchetti fatti a mano in legno di ulivo (visto che era un opzione offerta dal costruttore) ma di certo non compro un componente per l'aspetto, ad esempio il crossover/dsp è bruttino ma essendo al top come prestazioni l'ho comprato lo stesso e pazienza. Ogni volta che lo accendo penso che con minimo sforzo potevano farlo meno brutto, ma poi mi siedo e ascolto la musica.
Tanto io ascolto al buio, e un estraneo probabilmente trova ugualmente brutti sia i valvolari che il crossover, tutt'al più un componente eletronico in legno incuriosisce.
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Neuropsychologists & psychiatrists are currently researching suggestibility & its relation to later onset of psychosis. One of the tests comprises a period of white noise to which the subject is exposed after being asked to identify whether an excerpt of Bing Crosby singing "White Christmas" is embedded at the start of the burst or near the end. Such a high proportion of the population make an identification that the test is inadequate for its intended purpose. There is no excerpt of "White Christmas" embedded behind the white noise. The suggestion that there might be causes listeners to imagine that it is there, whether they are prone to psychosis or not.
martin logan- Vip Member
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- Messaggio n°6
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Vogliamo dire che una elettronica DCS è bellissima ? Opinabile quanto meno ... così come alcuni mega giradischi da mille mila euro.
Lasciamo perdere Naim e numerosi marchi UK; si dicono minimalisti per non dire che, esteticamente, non sono granché. Eppure hanno grande seguito.
Harbeth, Rogers, molti prodotti Linn esclusa l'ultima generazione, gran parte dell'alta fedeltà che arriva da Est (ci sono parecchi prodotti interessanti),
basano i loro cataloghi sull'estetica ? Non direi. Numerosi marchi italiani sono belli ? Sicuramente. La grande HiFi Jap semi artigianale è bella ? Ma per favore ...
Ci sono marchi che hanno fatto del design la loro bandiera ? Sì, nordici in molti casi e uno (celeberrimo) Americano con i grandi occhi blu.
Bang & Olufsen, immediatamente riconoscibile, era il marchio preferito dagli architetti, che farebbero meglio a lasciar perdere l'HIFI (almeno in 9 casi su 10).
Ora non è più così in voga, ma ai tempi ha fatto "numeri" folli a prezzi altrettanto folli ... rispetto al risultato sonoro puro.
Era cool, figo, da ricchi, arredare con B&O, questo è certo.
Posso condividere l'idea che nell'Hi End, prodotti da decine di migliaia di euro, potendo spendere in modo infinito (cost no object) ci sono molti
marchi che, oltre a suonare bene o benissimo, sono (anche) piacevoli all'occhio, ma l'ascolto presuppone soprattutto le orecchie
Lasciamo perdere Naim e numerosi marchi UK; si dicono minimalisti per non dire che, esteticamente, non sono granché. Eppure hanno grande seguito.
Harbeth, Rogers, molti prodotti Linn esclusa l'ultima generazione, gran parte dell'alta fedeltà che arriva da Est (ci sono parecchi prodotti interessanti),
basano i loro cataloghi sull'estetica ? Non direi. Numerosi marchi italiani sono belli ? Sicuramente. La grande HiFi Jap semi artigianale è bella ? Ma per favore ...
Ci sono marchi che hanno fatto del design la loro bandiera ? Sì, nordici in molti casi e uno (celeberrimo) Americano con i grandi occhi blu.
Bang & Olufsen, immediatamente riconoscibile, era il marchio preferito dagli architetti, che farebbero meglio a lasciar perdere l'HIFI (almeno in 9 casi su 10).
Ora non è più così in voga, ma ai tempi ha fatto "numeri" folli a prezzi altrettanto folli ... rispetto al risultato sonoro puro.
Era cool, figo, da ricchi, arredare con B&O, questo è certo.
Posso condividere l'idea che nell'Hi End, prodotti da decine di migliaia di euro, potendo spendere in modo infinito (cost no object) ci sono molti
marchi che, oltre a suonare bene o benissimo, sono (anche) piacevoli all'occhio, ma l'ascolto presuppone soprattutto le orecchie
tubehornguy- JuniorMember
- Numero di messaggi : 210
Data d'iscrizione : 25.09.23
- Messaggio n°7
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Andiamo un po OT che l'argomento lo merita e lo consente.
Il minimalismo è uno stile basato sull'assenza di stile, e viene incontro all'esigenza della produzione di massa, con materiali infimi e progettazione da parte di "CAD monkeys" dove mai l'uso del termine "monkey" fu più appropriato, nel senso che un tavolino dell'ikea è in grado di disegnarlo anche Cita (la scimmia di Tarzan) con un pacchetto CAD per bambini.
Ma dato che viviamo in un mondo che ha perso il senso e il valore delle cose non solo tutti comprano le schifezze di cartone pressato dell'ikea, ma comprano anche mobili di marca disegnati da furbi e svogliati sedicenti designers, del tutto identici a quelli dell'ikea, a parte il costo esorbitante.
Che ciò sia stato imposto al mondo dagli scandinavi (oggi con Ikea, ieri con B&O) cioe' da popolazioni notoriamente barbare, prive di gusto estetico, inclini all'autosuggestione di massa e dedite all'alcolismo, rende la cosa ancora più grave e inaccettabile.
Sono stato fidanzato con una Danese per alcuni anni (e mi sono salvato in corner dal matrimonio),dunque parlo a ragion veduta.
Il minimalismo è uno stile basato sull'assenza di stile, e viene incontro all'esigenza della produzione di massa, con materiali infimi e progettazione da parte di "CAD monkeys" dove mai l'uso del termine "monkey" fu più appropriato, nel senso che un tavolino dell'ikea è in grado di disegnarlo anche Cita (la scimmia di Tarzan) con un pacchetto CAD per bambini.
Ma dato che viviamo in un mondo che ha perso il senso e il valore delle cose non solo tutti comprano le schifezze di cartone pressato dell'ikea, ma comprano anche mobili di marca disegnati da furbi e svogliati sedicenti designers, del tutto identici a quelli dell'ikea, a parte il costo esorbitante.
Che ciò sia stato imposto al mondo dagli scandinavi (oggi con Ikea, ieri con B&O) cioe' da popolazioni notoriamente barbare, prive di gusto estetico, inclini all'autosuggestione di massa e dedite all'alcolismo, rende la cosa ancora più grave e inaccettabile.
Sono stato fidanzato con una Danese per alcuni anni (e mi sono salvato in corner dal matrimonio),dunque parlo a ragion veduta.
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audio_fan- JuniorMember
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Data d'iscrizione : 18.04.23
- Messaggio n°8
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Molti sono i diversi concetti di estetica
E non solo per la soggettività di ciò che è bello e per il fatto che l' estetica in senso lato include anche il brutto, il deforme, il grottesco ecc basti pensare ai gargoyle delle cattedrali gotiche, che pure in quelle hanno una funzione anche decorativa, al di là degli eventuali significati spirituali. Sembra che questo non ci riguardi ma si pensi agli appassionati di proiezione che scelgono casse se non proprio specifiche per sala cinematografica almeno che a quelle somiglino, anche se proprio "belle" non si possono definire.
Esiste quindi una estetica dell' arredamento nel suo complesso, ma anche l' estetica dell' oggetto in sé, specifica per la categoria di appartenenza (come dire l' apparenza di bell' amplificatore potrebbe non esser più "bella" se la si applicasse un forno a microonde...)
C' é poi l' eleganza della soluzione tecnica: la soluzione ad un problema di configurazione può essere arronzata, accroccata, insomma "brutta" ancorché funzionante. E chi ha una formazione tecnica capisce quanto ci si possa star male a vedere soluzioni del genere.
Tutte queste idee di estetica hanno posto a pieno titolo nelle nostre scelte. Il punto non è escluderle, l' hi fi è un piacere, e la bellezza fa parte del piacere, quindi vi si può soggiacere ma a patto esserne consapevoli.
Credo che sia segno di grande maturità ammettere a sé stessi di essere stati sedotti dal design di un oggetto al punto di preferire quella soluzione ad un' altra eventualmente più efficace ma definitivamente più brutta (o leziosa, o esteticamente scontata ecc). E questo va al di là di scelte in cui l' estetica non si può non considerare protagonista, come per le Devialet Phantom ed altre soluzioni di grande impatto visivo.
E non solo per la soggettività di ciò che è bello e per il fatto che l' estetica in senso lato include anche il brutto, il deforme, il grottesco ecc basti pensare ai gargoyle delle cattedrali gotiche, che pure in quelle hanno una funzione anche decorativa, al di là degli eventuali significati spirituali. Sembra che questo non ci riguardi ma si pensi agli appassionati di proiezione che scelgono casse se non proprio specifiche per sala cinematografica almeno che a quelle somiglino, anche se proprio "belle" non si possono definire.
Esiste quindi una estetica dell' arredamento nel suo complesso, ma anche l' estetica dell' oggetto in sé, specifica per la categoria di appartenenza (come dire l' apparenza di bell' amplificatore potrebbe non esser più "bella" se la si applicasse un forno a microonde...)
C' é poi l' eleganza della soluzione tecnica: la soluzione ad un problema di configurazione può essere arronzata, accroccata, insomma "brutta" ancorché funzionante. E chi ha una formazione tecnica capisce quanto ci si possa star male a vedere soluzioni del genere.
Tutte queste idee di estetica hanno posto a pieno titolo nelle nostre scelte. Il punto non è escluderle, l' hi fi è un piacere, e la bellezza fa parte del piacere, quindi vi si può soggiacere ma a patto esserne consapevoli.
Credo che sia segno di grande maturità ammettere a sé stessi di essere stati sedotti dal design di un oggetto al punto di preferire quella soluzione ad un' altra eventualmente più efficace ma definitivamente più brutta (o leziosa, o esteticamente scontata ecc). E questo va al di là di scelte in cui l' estetica non si può non considerare protagonista, come per le Devialet Phantom ed altre soluzioni di grande impatto visivo.
sf73- Member
- Numero di messaggi : 70
Data d'iscrizione : 31.10.21
- Messaggio n°9
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Beh, è comunque innegabile il fatto che l'oggetto colpisce per primo l'occhio e poi l'orecchio. Succede così anche quando andiamo a fare la spesa al supermercato o quando decidiamo di cambiare auto...poi, in determinati ambiti come quello dell'hifi, subentra l'orecchio. Io comunque ho imparato a gustarmi la musica anche con gli occhi, nel buio della stanza. Godo quando vedo ballare i Vumeter del mio Onkyo TA 2800, o quando accendo il Technics SL 1200 mkII....non c'è storia. E sbavo letteralmente quando vedo roteare un Gyrodec....si rimane ipnotizzati. Almeno questo è quello che succede a me.
tubehornguy- JuniorMember
- Numero di messaggi : 210
Data d'iscrizione : 25.09.23
- Messaggio n°10
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
audio_fan ha scritto:Molti sono i diversi concetti di estetica
E non solo per la soggettività di ciò che è bello e per il fatto che l' estetica in senso lato include anche il brutto, il deforme, il grottesco ecc basti pensare ai gargoyle delle cattedrali gotiche, che pure in quelle hanno una funzione anche decorativa, al di là degli eventuali significati spirituali. Sembra che questo non ci riguardi ma si pensi agli appassionati di proiezione che scelgono casse se non proprio specifiche per sala cinematografica almeno che a quelle somiglino, anche se proprio "belle" non si possono definire.
Esiste quindi una estetica dell' arredamento nel suo complesso, ma anche l' estetica dell' oggetto in sé, specifica per la categoria di appartenenza (come dire l' apparenza di bell' amplificatore potrebbe non esser più "bella" se la si applicasse un forno a microonde...)
Concordo pienamente. e questo è negato dal design minimalista che prevede la stessa estetica per tutti gli oggetti. Che sia un microonde, un frigorifero, un pensile o un tavolino, tutto deve avere l'aspetto di un parallelepipedo di colore grigio.
C' é poi l' eleganza della soluzione tecnica: la soluzione ad un problema di configurazione può essere arronzata, accroccata, insomma "brutta" ancorché funzionante. E chi ha una formazione tecnica capisce quanto ci si possa star male a vedere soluzioni del genere.
Anche qui mi trovi d'accordo, e prendo spunto da questo e da quanto ho scritto in precedenza sulla bellezza funzionale per evidenziare come questo concetto sia abbracciato da chi tende ad evidenziare il "contenuto" dell'oggetto tecnologico curando l'aspetto e la disposizione delle parti di cui è composto, il che invero non è cosa affatto facile, e per questo se non altro e meritevole di apprezzamento. Non so se il fenomeno è iniziato con le moto "naked" o ancora prima, però oggi è diffuso in molti ambiti merceologici, dai motori delle supercar in esposizione sotto i cofani trasparenti ai computer da gaming con il case trasparente.
L'alta fedelta non è esente da questa tendenza basti pensare ai crossover (per hificar) in case di plexiglass illuminato, e dei valvolari con valvole e trasformatori a vista o dei condensatori "audiofili" di colore nero con scritte oro e dal lettering curato.
Oggettivamente non c'è niente di esteticamente "bello" in un tubo di scarico, in una ventola, in un processore, in una valvola o in un condensatore, ciò che diventa "bello" e la funzione e la cura del disegno che è in grado di trasformare quello che normalmente è un groviglio di cavi come l'interno di un computer, in qualcosa di rifinito, curato e di conseguenza esteticamente piacevole. Di certo denota anche "orgoglio" del progettista, e apprezzamento del fruitore nei confronti della soluzione tecnica, al punto che la si ritiene meritevole di essere "esposta".
E' anche leggittimo chidersi quanto le percezioni dei vari sensi siano interconnesse arrivando a creare vere e proprie illusioni. Credo che chiunque abbia avuto l'impressione che la macchina appena lavata e pulita "vada meglio", anche se ovviamente non puo essere cosi.
L'alta fedelta non sfugge a questa regola (anzi) e credo che molti "accessori" vengano acquistati perche hanno un certo aspetto. Chi compra un cavo di alimentazione audiofilo lo comprerebbe ugualmente se fosse esteticamente identico a un cavo da elettricista ? E in quanti comprano i "finti" cavi di alimentazione audiofili cinesi perche sono identici a quelli "veri" ? Se uno è "cavoscettico" non ha senso investire 30 euro in un cavo del genere, mentre se uno è convinto che i cavi di alimentazione siano fondamentali non dovrebbe comunque acquistarne uno "finto".
Eppure se li producono qualcuno li compra, e a giudicare dalle recensioni in molti sostengono anche che pure quelli finti comportino grandi miglioramenti (il che onestamente non mi meraviglia affatto).
Credo che sia segno di grande maturità ammettere a sé stessi di essere stati sedotti dal design di un oggetto al punto di preferire quella soluzione ad un' altra eventualmente più efficace ma definitivamente più brutta (o leziosa, o esteticamente scontata ecc).
Hai ragione quando dici che è sintomo di maturità ammettere che si è preferita una soluzione ad un altra per ragioni estetiche, e aggiungo che sarebbe altrettanto sintomo di maturita ammettere che i miglioramenti che non siano oggettivi (verificabili in test svolti in cieco, organizzati con approccio e metodologia scientifica, misurabili ecc. ecc.) non sono di natura acustica e pertanto andrebbero assimilati a una scelta di natura estetica o comunque di altra natura.
Cosi come non è necessario giustificare l'acquisto di un componente che troviamo esteticamente gratificante sostenendo che suona meglio perche ci piace, cosi credo che non sia necessario insistere (magari andando a scomodare la fisica quantistica) che determinati accessori migliorano la resa dell'impianto, quando basterebbe ammettere che tali accessori, in maniera del tutto analoga a un vumeter o a una "lucina", semplicemente rendono piu gradevole le sedute di ascolto o l'arredamento della sala di ascolto, e se questo causa l'illusione di un impianto che suona meglio (cosi come va meglio la macchina appena lavata) non c'è niente di cui vergognarsi, perche il nostro cervello funziona cosi. Basta ammettere che di illusione si tratta.
In definitiva io credo che l'hobby dell'alta fedelta consista solo ed esclusivamente nella ricerca della riproduzione di un evento musicale realistico e credibile all'interno delle mura casalinghe, e che ogni persona ragionevole, conscia degli aspetti psicoacustici legati alla percezione, dovrebbe cercare di effettuare continuamente una sorta di "autodebunking", che reputo necessario per perseguire la massima resa acustica senza avviarsi su percorsi che da questa possono solo allontanare.
Lucine e finiture varie alla fine (almeno per me) sono subordinate alla bellezza e alla presenza di una voce, al piacere di riuscire a individuare con precisione il posizionamento degli strumenti della band, alla freschezza e pulizia di un charleston, alla fisicita di un basso, questo è cio che diventa "bello" durante l'ascolto e se per ottenere questo devo "sopportare" dei componenti di aspetto che non incontra il mio gusto quando ci passo davanti accetto volentieri il compromesso.
Non si puo certo dire che la produzione cinese ultimamente non sia curata esteticamente, se parliamo ad esempio di valvolari a mio avviso hanno poco da invidiare esteticamente alle produzioni blasonate, anzi, hanno quasi sempre anche i vu meter ecc.,
Però se uno non ascolta con gli occhi alla fine vu meter e lucine non possono (non dovrebbero) essere discrimine di acquisto tra due apparati.
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fausto67- JuniorMember
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- Messaggio n°11
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Bisogna decidere cosa vogliamo : solo un impianto che suona bene, o vogliamo che si integri secondo i nostri gusti all arredamento di casa?
Se prendiamo come esempio il mio impianto, esteticamente fa schifo :4 elementi neri e due color argento.
Ma quando lo si ascolta è una delizia per le orecchie. E a me questo basta e avanza.
Se prendiamo come esempio il mio impianto, esteticamente fa schifo :4 elementi neri e due color argento.
Ma quando lo si ascolta è una delizia per le orecchie. E a me questo basta e avanza.
amiterno_rm- JuniorMember
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- Messaggio n°12
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
fausto67 ha scritto:Bisogna decidere cosa vogliamo : solo un impianto che suona bene, o vogliamo che si integri secondo i nostri gusti all arredamento di casa?
Se prendiamo come esempio il mio impianto, esteticamente fa schifo :4 elementi neri e due color argento.
Ma quando lo si ascolta è una delizia per le orecchie. E a me questo basta e avanza.
Buona musica
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Nimalone65- Vip Member
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- Messaggio n°13
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Credo che ormai si riesca ad ottenere il Bello e Buono in ogni fascia di costo per qualsivoglia tipologia di componente .
Io ad esempio evito accuratamente i componenti dorati perché non mi piacciono proprio , e preferisco siano neri più che color alluminio . Non mi fanno impazzire neppure i wu meter le troppe manopole e le troppe lucine . Anche i diffusori li preferirei sempre neri , non necessariamente lucidi .
Io ad esempio evito accuratamente i componenti dorati perché non mi piacciono proprio , e preferisco siano neri più che color alluminio . Non mi fanno impazzire neppure i wu meter le troppe manopole e le troppe lucine . Anche i diffusori li preferirei sempre neri , non necessariamente lucidi .
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Saluti,Enrico
Platine Verdier + Ortofon 309D + DENON 103r + EMT TSD15 + Koetsu Black Gold + Step up Audio Tekne 4818+ Ortofon t20 MKII + Ortofon T5 + Audio Note M1 Riaa +Topping D70mqa + Kondo Kegon + Audio Note OTO + Heresy Red Cloth + Rogers Ls3/5A + Reimyo ALS777 + Cavi e Accessori Harmonix Combak+ Cavi Audio Note + Cavi Auditorium 23 + Cavi Duelund .
PaoloDM- JuniorMember
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- Messaggio n°14
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
L'estetica in HiFi si paga cara.
Ci sono oggetti in cui costo finale è dovuto all'80% all'estetica.
Però un oggetto che ti metti in salotto deve anche essere gradevole, soprattutto se si parla di diffusori.
Ci sono oggetti in cui costo finale è dovuto all'80% all'estetica.
Però un oggetto che ti metti in salotto deve anche essere gradevole, soprattutto se si parla di diffusori.
Fabrizio Baretta- Faber’s Cable
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- Messaggio n°15
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Salve,
L’estetica ha la sua valenza, se non è però accompagnata dal risultato , può andare bene per le foto da postare sul web ma perde , per me , di ogni significato
Saluti, Fabrizio
L’estetica ha la sua valenza, se non è però accompagnata dal risultato , può andare bene per le foto da postare sul web ma perde , per me , di ogni significato
Saluti, Fabrizio
tubehornguy- JuniorMember
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Data d'iscrizione : 25.09.23
- Messaggio n°16
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
PaoloDM ha scritto:L'estetica in HiFi si paga cara.
Ci sono oggetti in cui costo finale è dovuto all'80% all'estetica.
Però un oggetto che ti metti in salotto deve anche essere gradevole, soprattutto se si parla di diffusori.
Pensa quanti soldi sprecati...
E quanto i progettisti avrebbero potuto spenderli meglio.
Considerando il costo dei componenti di un certo livello, dubito che l'80% vada in estetica, e comunque secondo me al massimo all'estetica andrebbe destinato non oltre il 10% del budget (a dire tanto).
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Neuropsychologists & psychiatrists are currently researching suggestibility & its relation to later onset of psychosis. One of the tests comprises a period of white noise to which the subject is exposed after being asked to identify whether an excerpt of Bing Crosby singing "White Christmas" is embedded at the start of the burst or near the end. Such a high proportion of the population make an identification that the test is inadequate for its intended purpose. There is no excerpt of "White Christmas" embedded behind the white noise. The suggestion that there might be causes listeners to imagine that it is there, whether they are prone to psychosis or not.
PaoloDM- JuniorMember
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- Messaggio n°17
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
@tubehornguy
Se ho detto 80% non ho fatto una sparata a caso. Chiesi al costruttore di un CD top di gamma quanto incideva nel costo di produzione il suo telaio e mi disse questa percentuale.
Era un CD player che costava ai tempi oltre 8000 euro.
Se ho detto 80% non ho fatto una sparata a caso. Chiesi al costruttore di un CD top di gamma quanto incideva nel costo di produzione il suo telaio e mi disse questa percentuale.
Era un CD player che costava ai tempi oltre 8000 euro.
Nimalone65- Vip Member
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- Messaggio n°18
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
PaoloDM ha scritto:L'estetica in HiFi si paga cara.
Ci sono oggetti in cui costo finale è dovuto all'80% all'estetica.
Però un oggetto che ti metti in salotto deve anche essere gradevole, soprattutto se si parla di diffusori.
Ma cosa c’entrano i soldi ?
Ognuno di noi spende per ciò che può ….io anche il mio Topping da 500 euro l’ho voluto nero e non lo avrei acquistato in versione argento .
E’ un tarlo quello di ricondurre sempre tutto ai soldi , o forse dovrei dire “che) !
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amiterno_rm- JuniorMember
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Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Infatti, c’entrano niente, quando voglio prendere qualche apparecchio, entro in negozio, lo ordino e gentilmente, me lo consegnano senza chiedere alcunché in cambio e mi pure ringraziano, nel salutarmi.Nimalone65 ha scritto:PaoloDM ha scritto:L'estetica in HiFi si paga cara.
Ci sono oggetti in cui costo finale è dovuto all'80% all'estetica.
Però un oggetto che ti metti in salotto deve anche essere gradevole, soprattutto se si parla di diffusori.
Ma cosa c’entrano i soldi ?
Ognuno di noi spende per ciò che può ….io anche il mio Topping da 500 euro l’ho voluto nero e non lo avrei acquistato in versione argento .
E’ un tarlo quello di ricondurre sempre tutto ai soldi , o forse dovrei dire “che) !
Buona musica
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tubehornguy- JuniorMember
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- Messaggio n°20
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
PaoloDM ha scritto:@tubehornguy
Se ho detto 80% non ho fatto una sparata a caso. Chiesi al costruttore di un CD top di gamma quanto incideva nel costo di produzione il suo telaio e mi disse questa percentuale.
Era un CD player che costava ai tempi oltre 8000 euro.
Non credo che il costo del telaio fosse imputabile solo a ragioni estetiche.
Bisognerebbe fare un raffronto con un telaio altrettanto valido ma "brutto" per poter dire quanto incideva l'estetica.
Poi comunque anche fosse, rimane il fatto che a quel punto non si sta comprando più un oggetto per come suona, il che mi pare abitudine tanto legittima quanto consolidata tra chi ascolta con gli occhi o comunque non con le orecchie (la maggioranza dei cosiddetti audiofili).
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audio_fan- JuniorMember
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- Messaggio n°21
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Estetica vs denaro
A costare ovviamente non è l' estetica di per sé ma l' investimento nello studio del design e l'eventuale conseguente impiego di materiali e soluzioni costose eventualmente necessari per rispettarne i canoni.
E' parte della politica del costruttore investire poco o molto nell' aspetto dei suoi prodotti, fino a casi limite (uno per tutti: B&O) in cui i prodotti del marchio sono riconoscibili già da lontano per caratteristiche di design piuttosto marcate.
E' naturalmente possibile che un prodotto sia bello nella sua semplicità, senza l'intervento di designer di alto livello nella fase di progetto, così come una casetta progettata da un geometra può essere più gradevole ed accogliente di una villa pretenziosa progettata da un architetto di fama (fino al caso limite che, della villa dell' architetto, ti fa dire "è bella, ma non ci vivrei").
Esiste peraltro una estetica della tecnologia in sé, ad esempio un diffusore dall' aspetto massiccio, il classico parallelepipedo, senza griglia di protezione, di colore scuro e senza fronzoli di alcun genere, può intrigare perché nella sua massiccia semplicità comunica un' idea di potenza e di affidabilità che soluzioni più "leziose" certo non comunicano.
D' altro canto è dai tempi di Duchamp (quello dell' orinatoio per intenderci) che si è capito come qualsiasi oggetto nato per l'uso comune dalle mani di un artigiano o dall' industria ha una sua valenza estetica, a prescindere dalla formazione artistica e finanche dalle intenzioni del progettista.
A costare ovviamente non è l' estetica di per sé ma l' investimento nello studio del design e l'eventuale conseguente impiego di materiali e soluzioni costose eventualmente necessari per rispettarne i canoni.
E' parte della politica del costruttore investire poco o molto nell' aspetto dei suoi prodotti, fino a casi limite (uno per tutti: B&O) in cui i prodotti del marchio sono riconoscibili già da lontano per caratteristiche di design piuttosto marcate.
E' naturalmente possibile che un prodotto sia bello nella sua semplicità, senza l'intervento di designer di alto livello nella fase di progetto, così come una casetta progettata da un geometra può essere più gradevole ed accogliente di una villa pretenziosa progettata da un architetto di fama (fino al caso limite che, della villa dell' architetto, ti fa dire "è bella, ma non ci vivrei").
Esiste peraltro una estetica della tecnologia in sé, ad esempio un diffusore dall' aspetto massiccio, il classico parallelepipedo, senza griglia di protezione, di colore scuro e senza fronzoli di alcun genere, può intrigare perché nella sua massiccia semplicità comunica un' idea di potenza e di affidabilità che soluzioni più "leziose" certo non comunicano.
D' altro canto è dai tempi di Duchamp (quello dell' orinatoio per intenderci) che si è capito come qualsiasi oggetto nato per l'uso comune dalle mani di un artigiano o dall' industria ha una sua valenza estetica, a prescindere dalla formazione artistica e finanche dalle intenzioni del progettista.
PaoloDM- JuniorMember
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- Messaggio n°22
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Il senso del mio intervento era: poiché l'estetica conta moltissimo nella scelta di un componente da parte dell'acquirente, molti costruttori dedicano all'aspetto esteriore gran parte delle risorse.
amiterno_rm- JuniorMember
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- Messaggio n°23
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
Provo a completare; dedicano e impongono e mi spiego.PaoloDM ha scritto:Il senso del mio intervento era: poiché l'estetica conta moltissimo nella scelta di un componente da parte dell'acquirente, molti costruttori dedicano all'aspetto esteriore gran parte delle risorse.
Alcuni costruttori danno la facoltà di scegliere, ad esempio, un loro amplificatore in versione scatolotto “liscio” o in opzione, con sovrapprezzo, in versione con fiancate di legno ( ovviamente, per ragioni estetiche che possono incontrare il gradimento di chi lo compra ). La forma, così ottenuta, appaga la vista ma niente aggiunge alla “voce”, in termini di qualità, di quell’amplificatore.
Banale ma vero …
Buona musica
Enzo
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tubehornguy- JuniorMember
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- Messaggio n°24
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
amiterno_rm ha scritto:Provo a completare; dedicano e impongono e mi spiego.PaoloDM ha scritto:Il senso del mio intervento era: poiché l'estetica conta moltissimo nella scelta di un componente da parte dell'acquirente, molti costruttori dedicano all'aspetto esteriore gran parte delle risorse.
Alcuni costruttori danno la facoltà di scegliere, ad esempio, un loro amplificatore in versione scatolotto “liscio” o in opzione, con sovrapprezzo, in versione con fiancate di legno ( ovviamente, per ragioni estetiche che possono incontrare il gradimento di chi lo compra ). La forma, così ottenuta, appaga la vista ma niente aggiunge alla “voce”, in termini di qualità, di quell’amplificatore.
Banale ma vero …
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Enzo
Vero è vero e lo posso confermare, essendo tra quelli che ha acquistato degli ampli con opzioni estetiche, tra cui fiancate e frontalino in legno (che ho acquistato), e pianale in inox lucidato (che non ho acquistato). Che questo non aggiunga niente alla "voce" mi sembra ovvio, se no non parleremmo di "estetica".
Banale mica tanto, perchè comunque ti da un idea di quanto incida il fattore "estetica" e ti da anche la possibilità di comprarlo o meno, e comunque nel mio caso non si avvicinava nemmeno lontanamente all'80% del costo degli ampli di cui si parlava sopra.
Non li ho acquistati per via delle opzioni, ma approvo la strategia commerciale, anche se su ampli fatti su richiesta (e direi quasi su misura) mi sembra abbastanza naturale che sia possibile sceglierne anche l'aspetto.
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Goldenaxe- Member
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- Messaggio n°25
Re: Quanto conta l'estetica in ambito HI-FI?
sf73 ha scritto:Buongiorno a tutti. La domanda può sembrare provocatoria e probabilmente anche già trattata. Ci pensavo proprio ieri....quanto può influire un "bell'impianto" durante l'ascolto? Mi riferisco, non tanto dal lato timbrico, ma nelle scelte di acquisto. Le luci di un giradischi, lo schermo di uno streamer, il cavo pitonato o i Vu-meter colorati rispetto ad un cubo freddo....Che ne pensate? Sono ampiamente gradite anche foto di impianti che colpiscono gli occhi prima delle orecchie. Al di là di ogni considerazione tecnica. Grazie.
Non proveresti meraviglia guardando una Ferrari parcheggiata nel tuo garage, anche se spenta? (oltre alla meraviglia del perché si trovi lì nel mio caso!)
L'essere umano, e noi italiani in primis, siamo attratti dal "bello", che ha una parte soggettiva ed una oggettiva.
Noi viviamo le nostre esperienze attraverso i sensi, e se riusciamo a stimolarne più di uno l'esperienza è più esaltante.
L'unico limite è la disponibilità economica.
Cmq siamo su un forum, quindi sicuramente la metà dei post sarà di persone che badano solo al "sodo", che l'impianto deve suonare e basta, etc...
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