archigius ha scritto:
L'importante è che abbiano discreta pulizia e neutralità.
Io non ho mai letto finora di qualcuno che abbia detto che fanno schifo, qualcosa vorrà pur dire.
...
E sono dei buoni cavi, Giuseppe, nella loro categoria ; non sono d'accordo, però, su alcune lodi sperticate che gli vengono rivolte.
Hanno la capacità di levigare discretamente il suono, senza pregiudicarne l'analiticità con una omogeneità di fondo caratterizzante che occorre gestire, nel senso che tale omogeneità può debordare in una certa piattezza anche a discapito della rappresentazione prospettica della riproduzione (sulla quale non sono d'accordo che costituisca un tratto significativo delle sue caratteristiche, anzi va aiutata ad emergere).
E' vero, invece, che l'utilizzo del carbonio (ed è un tratto caratterizzante di tutta la produzione ibrida VDH) rende questo cavo particolarmente tetragono alle interferenze esterne favorendone un'ottima silenziosità ed una conseguente attenzione al microdettaglio ed al microcontrasto.
Insomma l'attuale produzione ibrida tende a favorire il generale inserimento nella catena di questi cavi, stemperando qualche pungevolezza ed asperità di troppo che talvolta emergeva dalla classica produzione VDH ma tendendo anche ad abbassarne il macrocontrasto e a depotenziare leggermente il realismo sonoro.
Alla fine la coperta è quella : se la tiri troppo da una parte ti scopri dall'altra.
Chicco.
P.S.: voglio puntualizzare che le affermazioni delle suddette caratteristiche debbono essere proporzionate al componente in gioco (il cavo) così come voglio precisare che la mia personale conoscenza della produzione VDH inizia nel 1987 proprio con il D 102 MkII Special, acquistato a Caserta da Audio Corner, e dopo allora molti altri sono passati tra le mie mani, sia di segnale che di potenza (Thunderline, Silver, le varie release del D 102, The First, The Second, D352, Magnum, Revolution, SCS12, ecc.).