RockOnlyRare- Rockzebo Expert
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Da RockOnlyRare Gio Feb 13 2020, 12:03
Luca58 ha scritto:Anche per me la percentuale di influenza e' altissima, nel senso che se una stanza rende male acusticamente (come quella dedicata che avevo, due cubi attaccati...
) il danno di base e' altissimo e non finisci mai di tentare inutilmente di migliorarla. Con le misure fatte bene da un esperto l'intervento di correzione che si puo' fare ha il massimo di possibilita' di riuscita, anche se temo che i trattamenti professionali su stanze disgraziate abbiano una resa che non arriva a quella di una stanza ottimale in partenza arredata da soli con poche semplici regole.
Io mi riferisco ai trattamenti tradizionali; i trattamenti digitali tipo il Dirac li ho provati e funzionano ma avevo la sensazione che il risultato fosse meno "naturale" e ho lasciato perdere.
Anche se una stanza rende bene acusticamente bisogna vedere poi con cosa e' assemblato l'impianto; e' a questo punto che si sente al massimo l'effetto dei vari tipi di supporti
.
Non ci sono dubbi che se la base di partenza è una sala "disgraziata" si arriverà sempre ad un palliativo che renderà la situazione un po' "meno peggio" di come era prima senza mai arrivare a livelli di eccellenza "assoluti". D'altra parte non sono molti quelli che possono scegliere una abitazione (o fare una stanza ad hoc) in funzione dell'impianto (beati loro....).
D'altra parte IMHO se uno parte da una sala con una buona acustica "di base", meglio se bene arredata (quadri tappeti etc etc), l'importanza della correzione acustica, anche se sicuramente importante, ha un'influenza inferiore in % di quella di una sala con evidenti problemi di acustica, e soprattutto minore è la spesa da stanziare per la correzione, che in compenso dovrà essere eseguita con più accuratezza per ottenere un miglioramento sensibile.
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http://basta-con-i-tagli-alle-pensioni.over-blog.it/article-le-bugie-sull-aspettativa-di-vita-84948824.html
https://www.indexmundi.com/facts/indicators/SP.DYN.LE00.IN/compare#country=it
(ANSA) - ROMA, 19 LUG - I quarantenni di oggi, coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e ricadono nel contributivo puro, rischiano di non andare in pensione prima dei 73 anni. È questa la sorte secondo la Cgil che spetta a chi ha avuto un lavoro saltuario e scarsamente remunerato, specie se part time. Nel 2035, spiega il sindacato, per andare prima dei 70 anni, precisamente a 69, saranno necessari almeno 20 anni di contributi e una pensione di importo sopra gli attuali 687 euro.