Pazzoperilpianoforte ha scritto:Comunque, ritornando all'argomento del thread, io ho ripensato a quello che ha detto Luca e l'ho intersecato con quello che ha più volte affermato Ifeelgood, e secondo me c'è un equivoco di termini. Cerco di spiegarvelo secondo il mio punto di vista.
Accezione comune di suono valvolareLuca nei suoi post - e molti sono stati d'accordo con lui - ha parlato di suono valvolare nei riguardi dei CJ, e di suono non valvolare nei riguardi degli ARC. Questa è l'accezione comune del concetto di suono valvolare, per cui il suono delle circuitazioni gravitanti su questi componenti viene tipicamente inteso come dotato di quella particolare nota di calore che alcuni definiscono "attufato" e "lento", altri definiscono "fascinoso" e "caldo".
Non so se Ifeelgood si riferisce a questo suono quando dice che i valvole possono suonare come i transistor; in tal caso Ifeelgood vorrebbe dirci che ci sono amplificatori a valvole che non hanno il suono attufato/caldo. Ad esempio, come ha detto Luca, gli ARC. ma in questo, per quanto mi riguarda, Ifeelgood sfonda una porta aperta.
Lasciando perdere però lo stereotipo di suono valvolare, vediamo se riusciamo a fare un discorso logico e ad uscire dall'opinione comune.
ARC e CJ sono entrambi amplificatori a valvole. Questo è indubbio. Nel momento in cui gli ARC sono lontani dal suono comunemente definito valvolare, è logico dire che
quello che viene definito suono valvolare nella accezione comune di cui sopra (attufato/caldo) non sia in verità il suono delle valvole (altrimenti l'ARC dovrebbe suonare anch'esso in questo modo) bensì sia il suono di un certo numero di valvole inserite in un certo numero di configurazioni circuitali. Ma che il suono reale delle valvole sia da cercare altrove, in ciò che hanno in comune sia le amplificazioni CJ che le amplificazioni ARC. Essendo entrambe a valvole, non può essere tipico delle valvole solo il suono di uno dei due prodotti ma il vero suono delle valvole (quello che non cambia al cambiare della configurazione e delle valvole utilizzate) deve essere in ciò che ARC e CJ hanno in comune in termini di suono, non in ciò che hanno di sonoramente diverso.
Fino a qui è un discorso logico: se ARC e Cj sono a valvole, ci deve essere qualcosa nel loro suono di simile per poter parlare di suono delle valvole. Ciò che tra i loro due suoni è diverso non può essere imputato al componente attivo utilizzato, che nei due componenti è comune.
Io la penso assolutamente così: il suono delle valvole
non è il suono attufato/caldo, proprio perché esistono circuitazioni a valvole e valvole che suonano in modo completamente diverso da questo stereotipo. Quindi quando io dico ad Ifeelgood che esiste una differenza tra suono delle valvole e suono dei transistor
non sto parlando del suono attufato/caldo che per accezione comune viene appunto inteso come suono valvolare.
Qual'è allora a mio modo di sentire la differenza tra suono valvolare e suono dello SS? Le differenze sono sostanzialmente due, una positiva, una negativa, che va quindi minimizzata nell'abbinamento ai diffusori.
1. Il basso
delle amplificazioni finali a valvole (quando la valvola lavora in tensione il fenomeno è assente) è il limite minimizzabile ma non eliminabile di questo tipo di componente attivo. Il basso è meno frenato rispetto alle amplificazioni a transistor. Questo aspetto, abbinato alla capacità di erogazione limitata in corrente di questo tipo di componente fa sì che l'abbinamento alla gamma bassa dei diffusori di questo tipo di amplificazioni finali debba essere fatto pensando da un lato alle caratteristiche di impedenza del diffusore, dall'altro al tipo di altoparlante utilizzato per la gamma bassa del diffusore ed al modo in cui è accordato. La non minima impedenza d'uscita in rapporto al carico, inoltre, tenderà a far avere all'ampli a valvole un picco più o meno pronunciato di guadagno intorno alla frequenza di risonanza del diffusore. Quindi il valvole ha sempre basso un pò meno smorzato ed un pò più accentuato intorno alla frequenza di risonanza del diffusore rispetto all'ampli a transistor. Con l'opportuna scelta della circuitazione del finale a valvole e del diffusore questi fenomeni sono minimizzabili ma non scompaiono mai del tutto.
2. Questo aspetto vale sia per i pre che per i finali. Lungo tutto il range di frequenze, ma in maniera particolarmente percepibile in gamma alta, il valvole ha un suono meno asciutto, più tondo, più ricco armonicamente del transistor. Questo è il dato a mio parere più riconoscibile della valvola ed è il motivo per cui a mio parere la valvola con la musica non amplificata è assolutamente vincente rispetto alle amplificazioni a transistor. Soprattutto l'acuto, indipendentemente se sia caldo o no, attenuato o no, brillante o no, ha sempre un connubio tra rotondità ed ariosità difficilmente (a mio parere impossibilmente) perseguibile dal transistor. In aggiunta a ciò: la gamma alta del valvole non è mai trapanante, penetrante, tagliente. La gamma alta del transistor solo nei prodotti migliori riesce ad essere del tutto esente da questo fenomeno, ma a volte rinunciando ad un pizzico di estensione ed ariosità. E comunque non raggiunge mai la liquidità e la naturalezza presenti in circuitazioni a valvole anche piuttosto economiche. Tale ricchezza armonica è però presente anche sul medio nei valvole, ma magari è meno facilmente percepibile da parte di tutti, ma è quello che sottintendono i discorsi sulle voci umane e sulle chitarre elettriche quando vengono riprodotte da amplificazioni a valvole. Questo aspetto - quello della ricchezza armonica - è ben noto anche ai musicisti che suonano chitarre elettriche, al punto che ancora oggi i migliori amplificatori per chitarre elettriche sono, indiscutibilmente, a valvole.
Questi due sono i tratti, a mio modesto parere, che permettono sempre di riconoscere un valvole da un transistor, indipendentemente dalla valvola e dalla circuitazione adottata dall'amplificazione (integrata o pre+finale). Tutto il resto (timbro caldo, suono attufato, ecc. ecc.) sono invece tratti che cambiano da apparecchio ad apparecchio in virtù della circuitazione e della specifica valvola utilizzata. Ma che proprio per questo non possono essere considerati tipici del suono valvolare reale.
Non per voler convincere, ma per voler meglio spiegare.
Ciao.
Vorrei chiarire meglio quello che intendevo dire.
Sono d'accordo con te quando affermi che il suono di un valvolare puo' spaziare tra estremi abbastanza distantanti tra loro e che il suono della valvola non e' quindi nessuno dei due estremi; dipende dal contesto nel quale la valvola viene fatta suonare (progetto, impianto, etc.) e infatti si parla di suono valvolare intendendo quello di un ampli a valvole, non della valvola.
Io ho parlato di due suoni abbastanta agli antipodi l'uno dall'altro (ARC e CJ), ma ho anche detto che nessuno dei due mi piace. Il suono deve avere i vantaggi dell'uso della valvola ma non i limiti che spesso si riscontrano ("attattufato", lento, etc.).
Il suono "tutto ARC" e' veloce e radiografante ma trapanante, soprattutto se ascoltato attraverso le ML per motivi di importazione
; quello classico (quelli "boni" di una volta) "tutto CJ" e' ambrato (che e' un eufemismo per dire che il timbro fa cagare perche' troppo colorato), lentissimo, con bassi che letteralmente "rotolano" un quarto d'ora nella stanza prima di cessare (nel senso che andrebbero buttati nel "cesso"
). Questo ultimo aspetto dei CJ (soprattutto quello del basso) e' evidentissimo con la configurazione PV10 + MV50/52/55, anche se e' stata una di quelle che ha avuto piu' successo (questa resa secondo me dipende molto dal PV10, ricercatissimo all'epoca, che infatti vedo bene solo con un finale a ss). Restando in "tutto CJ" e salendo di qualita' come con l'acclamato Premier Ten, il suono diventa anonimo e poco coinvolgente (o', tutto quello che dico e' una valutazione assolutamente personale e quindi potenziamente non riscontrabile da altri
), anche se chi ha pagato cifre molto alte per averlo dira' che il suo suono non coinvolge perche' e' "naturale e quindi poco di effetto"
Ripeto, questo in impianti mono-marca, che secondo quasi tutti gli audiofili "non vanno scombinati per non perdere la filosofia di suono della casa"
Questo e' un vero peccato. Il problema, sempre secondo la mia limitata esperienza ed i miei gusti, e' che ARC non sa fare i finali e CJ non sa fare i pre (
mo' Air mi fucila
); mettendo infatti insieme i pre ARC con i finali CJ l'insieme ha una qualita' incredibile. I pre ARC non necessariamente sono "radiografanti"; anzi, io ho sentito l'accoppiata con l'MV55 dell'LS7, che e' considerato un pre "troppo morbido ed economico per essere un vero ARC", ma l'insieme funzionava alla grande a riprova del fatto che non e' che i due eccessi si compensino ma e' che i pre ARC e i finali CJ sono ottimi.
L'LS7, secondo me, e' un gran bel pre, veloce, dettagliato quanto basta, valvolare al punto giusto; ho sentito anche il Reference, ma per quanto superiore va abbinato bene per non perdere la magia.
A proposito dei finali, io ne ho ascoltati molti ma senza le EL34 il suono, secondo me, manca della bellezza che cerco nel suono valvolare; per questo ho una passione per l'MV55 (il 50 ed il 52 non mi sono sembrati all'altezza perche' il loro suono e' parecchio datato) e per l'AI500.
Ecco, l'Audio Innovations Series 500 mi sembra che in piccolo riproduca la bellezza degli ARC+CJ (non lo affermo perche' lo possiedo, ma lo possiedo perche' l'ho verificato
); magari sui vari parametri perde un po' (non ho mai fatto un confronto diretto ma sarei curioso di verificare questa cosa perche' ho qualche dubbio se collegato a diffusori come le LS3/5a), ma ha una timbrica che per me e' caratteristica del suono inglese e che ovviamente manca agli altri. Forse proprio la comune provenienza U.K. fa legare cosi' bene l'AI500 con LS3/5a, ProAc, Quad etc, nei limiti di potenza richiesta dai woofers.
A proposito dei woofers. L'unico motivo, sempre secondo me
, per preferire lo ss ad una BUONA amplificazione a valvole e' la resa del basso, nel senso che i woofers delle torri molto spesso richiedono caratteristiche elettriche superiori alle possibilita' dei valvolari "umani" per suonare davvero.
Ma non sono d'accordo che un valvolare BUONO, nel senso spiegato fino ad ora, abbia un basso meno "controllato" di uno ss indipendentemente dalle rilevazioni elettriche, sempre ammesso che un basso estremamente "controllato" sia un pregio. Prima del pianoforte ho suonato a lungo la chitarra fin da bambino e a 13 anni, ovviamente, mi lanciai con un gruppo (allora definito "complesso"...era il 1971) con la chitarra elettrica (ampli a valvole) nel quale il bassista "gli dava" parecchio: beh, cosi' controllato il suono del basso elettrico non mi e' mai sembrato. Tra l'altro, il basso migliore (contrabbasso) l'ho ascoltato dalle Klipschorn (con altri problemi...) collegate all'LS7 (che montava Mullard nos) + un finale valvolare americano che non mi ricordo: secondo me era quasi perfetto!
Per mia esperienza, con l'AI500 e le LS3/5a, il suono del (medio) basso puo' passare da indefinito, lento e poco controllato all'estremo opposto a seconda della combinazione tra sorgente (
), cavi, valvole, supporti delle casse, supporti delle elettroniche, appoggio del valvolare (punte, gomma, molle...) etc.
"Sparate pure", tanto il pianoforte, purtroppo, l'ho lasciato da un po'...