Luca58 ha scritto:Mah...
Questo discorso e' venuto fuori altre volte ma continua a lasciarmi molto perplesso.
Qualsiasi componente ha una resa sconosciuta di per se' e quello che "conosci" e' solo la sua resa fusa nella specifica catena audio.
Mi immagino di prendere un cavo a caso (tanto sappiamo poco) e poi prendo un impianto a caso perche' non so come si interfacci col cavo; solo che cambiare continuamente cdp, pre, finale e diffusori fino a che non si trova la combinazione giusta per il cavo che abbiamo mi sembra economicamente molto poco pratico.
Io sicuramente sò poco di tutto.
Ma se il cavo è da equiparare per importanza agli altri componenti,ufficialmente più quotati,è proprio perchè,al pari degli altri,a volte ,per certi marchi,ha un carattere.
Mi limito poi a rilevare che i componenti di carattere sono i più quotati di fatto dagli audiofili,al di là delle loro un pò velleitarie ricerche di neutralità.
Questo può essere un vizio o una virtù.
Sicuramente è banalmente facile e non aggiungiamo niente di nuovo al discorso dicendo che sia un vizio.E ci scappa anche una bella figura nel dirlo.
Io ad esempio da molto tempo uso un finale integrato Lector.
Ha il suo carattere,e se lo tengo è perchè mi paicciono anche i suoi difetti evidentemente.
Ma il suo pregio per me è quello di aver saputo assecondare tutti gli altri componenti succedutesi nel tempo.
Ma lo ha fatto senza mai abdicare al suo carattere,carattere che ha saputo sempre amalgamare con quello degli altri componenti,senza però mai dare l'impressione di prevaricare,nel bene e nel male,ma senza mai sparire.
Un altro componente usato per molto tempo è un pre AR.
Rispetto al Lector digerisco un pelo di meno il suo carattere,ma è stato per me ampiamente soddisfacente,fino al momento in cui sono riuscito a sostituirlo,con una accoppiata pre passivo Albarry/cavi.....e sarei tentato di dire ad hoc...ma non è così,perchè sono cavi che mantengono il loro carattere/valore sonico in qualunque impianto,anche minimale,anche poco costoso,perfino pochissimo.
Insomma,ho cercato di dare una risposta fattiva all'enigma dell'utilità del pre attivo,che in teoria sarebbe inutile,se non dannoso, con sergenti di alto livello.
Però se il mio scopo fosse quello di ascoltare al meglio possibile la mia musica preferita difficilmente rinuncerei al AR.
Però il mio obiettivo è un altro.
Voglio ascoltare il maggior numero di dischi possibili,senza dover stravolgere ogni volta l'impianto.
Di sicuro con l'accoppiata pre passivo/cavi la dinamica non ne risente (anzi) e questo è un buon segno.
La cosa più interessante nel praticare queste alchimie è il come il nostro giudizio sui vari generi dipende fortemente dall'impianto.
Così ti capita di trovare grande profondità in musica potenzialmente banale,ma purtroppo capita anche il viceversa.
Alla fine siamo noi che decidiamo la nostra alchimia in funzione dei nostri scopi.