ciao
Riki
colombo riccardo ha scritto:si entra nell'hi-end quando si ascolta la registrazione come è stata fatta.
ciao
Riki
siFloyder ha scritto:
E tu Riki ci sei entrato??
Che poi potrebbe anche non corrispondere all'evento registratocolombo riccardo ha scritto:si entra nell'hi-end quando si ascolta la registrazione come è stata fatta.
ciao
Riki
una registrazione non è mai una fotografia dell'evento registrato.gciraso ha scritto:Che poi potrebbe anche non corrispondere all'evento registrato
colombo riccardo ha scritto:si entra nell'hi-end quando si ascolta la registrazione come è stata fatta.
ciao
Riki
come si fa a capire/sapere che la radiografia fatta in ospedale mi fa vedere esattamente la parte del corpo che è stata radiografata ?bluocram ha scritto:
Come si fa a capire che si sta ascoltando la registrazione così come è stata fatta dato che è diversa dall'esecuzione originale non essendo essa una fotografia ?
Marco.
Come disse M. de Lapalissecolombo riccardo ha scritto:una registrazione non è mai una fotografia dell'evento registrato.
ciao
Riki
A te hanno radiografato un ginocchio ed è comparsa una tibia ? Ma che paragoni fai ??colombo riccardo ha scritto:come si fa a capire/sapere che la radiografia fatta in ospedale mi fa vedere esattamente la parte del corpo che è stata radiografata ?
ciao
Riki
Beh, anche se la mia professione non e' quella del musicista ho suonato abbastanza per essere d'accordo con te sulla parte che riguarda il suono live. Infatti, da sempre sostengo che non e' necessario spendere follie per godere di buona musica.ermes pecchinini ha scritto:Bah, dico la mia in merito al Hi End, consapevole del fatto che attirerò gli strali di mezzo forum. A mio avviso è solo una categoria merceologica.
Sono un musicista professionista da oltre 20 anni, convivo con la musica quotidianamente da oltre 30. Ho ascoltato a più riprese il cosiddetto Hi End grazie a qualche ascolto prestato, ad un paio di amici che di mestiere vendono Hi Fi e ad una grande frequentazione con molti negozi Hi End, principalmente giapponesi, dove sono spesso per lavoro. La cosa che, senza mezzi termini, mi ha spesso impressionato è stata la mediocrità di questi apparecchi. Era sempre come se tali macchine dismettessero gli umili panni della macchina per la riproduzione sonora per vestire i panni (per me troppo arroganti) della macchina che la musica se la ricrea e se la risuona, allontanandosi così dalla meta. Impressionante, giusto per esemplificare e spiegarmi meglio, la resa della basse, pari ad una scossa 5°grado della Mercalli, o l'iperdettaglio che consentiva di assaporare l'alito della soprano, o la resa spaziale che trasformava Quartetto Italiano nella Boston Sinf Orchestra etc. Parlai tempo fa di queste mie impressioni con un amico più esperto di me il quale non solo mi diede ragione ma mi spinse a riflettere meglio su tali prodotti. Il suo ragionamento (che oggi condivido a pieno) era all'incirca questo: Immagina di costruire un'elettronica da 40 000 euro, il primo problema che ti poni è : ma chi se la compra?
Occorre identificare un target di clientela che abbia grosso modo le seguenti caratteristiche:
essere molto danarosa (il che esclude tutti i musicisti professionisti ed i tecnici audio che conosca ovvero le orecchie più fini e le menti più scentifiche anche se magari non proprio gli spiriti più sensibili)
essere molto più interessata alla macchina che non alla musica (eh si, perchè con un quarto di quella cifra mi prendo un abbonamento per 5 anni ai Berliner, incluso di viaggi e simpatico aperitivo in Alexander Platz, smettendo così di farmi delle pippe sul Hi Fi ed andando direttamente ai concerti.
Ecco, l'Hi End è la risposta merceologica che riscuote la più alta probabilità di incontrare la richiesta di questo tipi clienti. Le caratteristiche salienti dell'Hi End sono:
grande attenzione all'estetica dell'apparecchio (diffusori ricoperti con radiche costosissime, appoggiati su stand deingn, elettroniche con Vu meter più grandi del cruscotto di una automobile etc)
nomi altisonanti (Spettro di qui, tifone di la, grifone così, citazione in latino di là etc)
listino prezzi che soddisfi principalmente l'esigenza della clientela di sentirsi "speciale" di possedere la LIMITED EDITION, come dicono gli inglesi.
Per il mio lavoro mi trovo spesso confrontato all'audio professionale e sono evidenti le caratteristiche di quest'ultimo: nessuna concessione all'estetica (tutto solo funzionale), nomi che sono sigle ad uso di servizio, costi i più contenuti possibili. Alcuni di questi prodotti sono arrivati anche al grande pubblico, è il caso ad esempio delle casse L 3/5. Usate da sempre dai tecnici della BBC, aspetto spartano, neutre e poco costose.
Oggi come oggi, questa categoria dell'hi fi è l'unica che mi interessi ma è anche l'unica che mi sembra avere un senso "sano" : ovvero essere solo e soltanto strumenti per ascoltare la musica.
Questo il mio punto di vista.
er
bluocram ha scritto:A te hanno radiografato un ginocchio ed è comparsa una tibia ?
Se e' raggiungere il live allora e' un'impresa disperata. Secondo me e' la massima espressione tecnologica nella riproduzione, ma non e' detto che il risultato debba essere asettico per piacere.Thedeaf ha scritto:Allora non so cos'è l'hi-end
Kevin
Giustissimo. Io intendevo dire che in genere quando ti fanno ascoltare impianti dichiarati neutri poi sono solo impianti asettici. L'unico monitor professionale che abbia avuto un successo planetario tra gli audiofili, l'LS3/5a, infatti, non e' asettico ma nemmeno neutro. Secondo me l'impianto neutro nel senso positivo che dici e' una chimera e quello che conta, sempre secondo me, e' solo la capacita' di trasportarti in mezzo all'evento indipendentemente dal mezzo che l'impianto utilizza. In genere gli impianti che ci riescono, a parte casi particolari che hanno a che fare con le valvole, sono impianti che non costano poco.Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Al margine poi vorrei riaffermare un concetto: neutro ed asettco sono due principi che non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro. Un impianto veramente neutro (che fa passare ciò che c'è nel supporto senza alterarlo colorandolo) è "asettico" solo se è asettica la registrazione. Altrimenti è emotivo quanto la registrazione. Un impianto che rende asettica una bella registrazione non può essere definito mai neutro perché altera in negativo il contenuto della registrazione. Quindi, oserei dire, il concetto "asettico" è contrapponibile e non sovrapponibile al concetto di "neutro".
Che poi molti definiscano neutri impianti che invece sono asettici con qualsivoglia registrazione(cioè per nulla neutri), è altra cosa.
A me il discorso del dettaglio nella riproduzione "corretta" come e' stata prevista in sala di registrazione intrippa molto (ok non ho niente fa fare ) ; mi e' gia' capitato di parlare con Ema49 al riguardo (sarebbe interessante sapere come la pensa se passa da queste parti..)ermes pecchinini ha scritto:Bah, dico la mia in merito al Hi End, consapevole del fatto che attirerò gli strali di mezzo forum. A mio avviso è solo una categoria merceologica.
Sono un musicista professionista da oltre 20 anni, convivo con la musica quotidianamente da oltre 30. Ho ascoltato a più riprese il cosiddetto Hi End grazie a qualche ascolto prestato, ad un paio di amici che di mestiere vendono Hi Fi e ad una grande frequentazione con molti negozi Hi End, principalmente giapponesi, dove sono spesso per lavoro. La cosa che, senza mezzi termini, mi ha spesso impressionato è stata la mediocrità di questi apparecchi. Era sempre come se tali macchine dismettessero gli umili panni della macchina per la riproduzione sonora per vestire i panni (per me troppo arroganti) della macchina che la musica se la ricrea e se la risuona, allontanandosi così dalla meta. Impressionante, giusto per esemplificare e spiegarmi meglio, la resa della basse, pari ad una scossa 5°grado della Mercalli, o l'iperdettaglio che consentiva di assaporare l'alito della soprano, o la resa spaziale che trasformava Quartetto Italiano nella Boston Sinf Orchestra etc. Parlai tempo fa di queste mie impressioni con un amico più esperto di me il quale non solo mi diede ragione ma mi spinse a riflettere meglio su tali prodotti. Il suo ragionamento (che oggi condivido a pieno) era all'incirca questo: Immagina di costruire un'elettronica da 40 000 euro, il primo problema che ti poni è : ma chi se la compra?
Occorre identificare un target di clientela che abbia grosso modo le seguenti caratteristiche:
essere molto danarosa (il che esclude tutti i musicisti professionisti ed i tecnici audio che conosca ovvero le orecchie più fini e le menti più scentifiche anche se magari non proprio gli spiriti più sensibili)
essere molto più interessata alla macchina che non alla musica (eh si, perchè con un quarto di quella cifra mi prendo un abbonamento per 5 anni ai Berliner, incluso di viaggi e simpatico aperitivo in Alexander Platz, smettendo così di farmi delle pippe sul Hi Fi ed andando direttamente ai concerti.
Ecco, l'Hi End è la risposta merceologica che riscuote la più alta probabilità di incontrare la richiesta di questo tipi clienti. Le caratteristiche salienti dell'Hi End sono:
grande attenzione all'estetica dell'apparecchio (diffusori ricoperti con radiche costosissime, appoggiati su stand deingn, elettroniche con Vu meter più grandi del cruscotto di una automobile etc)
nomi altisonanti (Spettro di qui, tifone di la, grifone così, citazione in latino di là etc)
listino prezzi che soddisfi principalmente l'esigenza della clientela di sentirsi "speciale" di possedere la LIMITED EDITION, come dicono gli inglesi.
Per il mio lavoro mi trovo spesso confrontato all'audio professionale e sono evidenti le caratteristiche di quest'ultimo: nessuna concessione all'estetica (tutto solo funzionale), nomi che sono sigle ad uso di servizio, costi i più contenuti possibili. Alcuni di questi prodotti sono arrivati anche al grande pubblico, è il caso ad esempio delle casse L 3/5. Usate da sempre dai tecnici della BBC, aspetto spartano, neutre e poco costose.
Oggi come oggi, questa categoria dell'hi fi è l'unica che mi interessi ma è anche l'unica che mi sembra avere un senso "sano" : ovvero essere solo e soltanto strumenti per ascoltare la musica.
Questo il mio punto di vista.
er
E' risaputo che in hi-fi i musicisti sono i peggiori clienti perche' non si accontentano mai.criMan ha scritto:Sentire un musicista , quindi persona attendibilissima , che critica un impianto ai ende che dovrebbe fare proprio della riproduzione corretta (iperrealistica) il suo vanto non depone bene per gli impianti medesimi.
mi verrebbe da dire la seconda delle due anchè perchè non si conosce come è l'incisione originale.spiritolibero66 ha scritto:Però scusate...a questo punto dobbiamo definire una cosa...
Si deve considerare Hi-End un impianto che riproduce musica ESATTAMENTE come è l'incisione (per capirci...) oppure che CI PIACE per come suona (effetto "live", dinamica, ricostruzione o quel che più ci aggrada...)??????
P.S. Non dimentichiamo che un audiofilo è "per definizione" un insoddisfatto! :-)
Effettivamente la tua posizione mi pare un po' estrema.ermes pecchinini ha scritto:Bah, dico la mia in merito al Hi End, consapevole del fatto che attirerò gli strali di mezzo forum. A mio avviso è solo una categoria merceologica.
Sono un musicista professionista da oltre 20 anni, convivo con la musica quotidianamente da oltre 30. Ho ascoltato a più riprese il cosiddetto Hi End grazie a qualche ascolto prestato, ad un paio di amici che di mestiere vendono Hi Fi e ad una grande frequentazione con molti negozi Hi End, principalmente giapponesi, dove sono spesso per lavoro. La cosa che, senza mezzi termini, mi ha spesso impressionato è stata la mediocrità di questi apparecchi. Era sempre come se tali macchine dismettessero gli umili panni della macchina per la riproduzione sonora per vestire i panni (per me troppo arroganti) della macchina che la musica se la ricrea e se la risuona, allontanandosi così dalla meta. Impressionante, giusto per esemplificare e spiegarmi meglio, la resa della basse, pari ad una scossa 5°grado della Mercalli, o l'iperdettaglio che consentiva di assaporare l'alito della soprano, o la resa spaziale che trasformava Quartetto Italiano nella Boston Sinf Orchestra etc. Parlai tempo fa di queste mie impressioni con un amico più esperto di me il quale non solo mi diede ragione ma mi spinse a riflettere meglio su tali prodotti. Il suo ragionamento (che oggi condivido a pieno) era all'incirca questo: Immagina di costruire un'elettronica da 40 000 euro, il primo problema che ti poni è : ma chi se la compra?
Occorre identificare un target di clientela che abbia grosso modo le seguenti caratteristiche:
essere molto danarosa (il che esclude tutti i musicisti professionisti ed i tecnici audio che conosca ovvero le orecchie più fini e le menti più scentifiche anche se magari non proprio gli spiriti più sensibili)
essere molto più interessata alla macchina che non alla musica (eh si, perchè con un quarto di quella cifra mi prendo un abbonamento per 5 anni ai Berliner, incluso di viaggi e simpatico aperitivo in Alexander Platz, smettendo così di farmi delle pippe sul Hi Fi ed andando direttamente ai concerti.
Ecco, l'Hi End è la risposta merceologica che riscuote la più alta probabilità di incontrare la richiesta di questo tipi clienti. Le caratteristiche salienti dell'Hi End sono:
grande attenzione all'estetica dell'apparecchio (diffusori ricoperti con radiche costosissime, appoggiati su stand deingn, elettroniche con Vu meter più grandi del cruscotto di una automobile etc)
nomi altisonanti (Spettro di qui, tifone di la, grifone così, citazione in latino di là etc)
listino prezzi che soddisfi principalmente l'esigenza della clientela di sentirsi "speciale" di possedere la LIMITED EDITION, come dicono gli inglesi.
Per il mio lavoro mi trovo spesso confrontato all'audio professionale e sono evidenti le caratteristiche di quest'ultimo: nessuna concessione all'estetica (tutto solo funzionale), nomi che sono sigle ad uso di servizio, costi i più contenuti possibili. Alcuni di questi prodotti sono arrivati anche al grande pubblico, è il caso ad esempio delle casse L 3/5. Usate da sempre dai tecnici della BBC, aspetto spartano, neutre e poco costose.
Oggi come oggi, questa categoria dell'hi fi è l'unica che mi interessi ma è anche l'unica che mi sembra avere un senso "sano" : ovvero essere solo e soltanto strumenti per ascoltare la musica.
Questo il mio punto di vista.
er
Purtroppo, in genere e con le dovute eccezioni, sono solo "cosiddetti".RockOnlyRare ha scritto:
Però va fatto un distinguo tra impianti cosiddetti neutri ed altri che colorano il suono, io preferisco di gran lunga i primi.
Pazzoperilpianoforte ha scritto:Secondo me esistono due accezioni del termine Hi-End:
1. quella che guarda al valore sonoro del sistema riproduttivo: ed allora può essere anche Hi-end un sistema/un componente che costi cifre non folli;
2. quella che guarda a prodotti definiti HI-end in termini di status attribuito dal produttore e dai prezzi di acquisto.
Non è necessariamente detto che i prodotti che appartengono ad una delle due categorie rientrino anche nell'altra.
Al margine poi vorrei riaffermare un concetto: neutro ed asettco sono due principi che non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro. Un impianto veramente neutro (che fa passare ciò che c'è nel supporto senza alterarlo colorandolo) è "asettico" solo se è asettica la registrazione. Altrimenti è emotivo quanto la registrazione. Un impianto che rende asettica una bella registrazione non può essere definito mai neutro perché altera in negativo il contenuto della registrazione. Quindi, oserei dire, il concetto "asettico" è contrapponibile e non sovrapponibile al concetto di "neutro".
Che poi molti definiscano neutri impianti che invece sono asettici con qualsivoglia registrazione(cioè per nulla neutri), è altra cosa.
gciraso ha scritto:Il gioco è fatto anche di ricerca! In un'altra discussione si parlava di equalizzatori, sì, no, ni, quale orrore Ma i cavofili sanno bene cosa si cerchi di fare con i vari cavi, cavetti e quant'altro, niente di più che equalizzare, in un modo o nell'altro.
La riproduzione realistica dell'evento è di fatto impossibile, ed anche impianti a 5 zeri che ho sentito non ci si avvicinano minimamente. Non basta fare sentire cannonate e campane! Quindi quello che si può realisticamente cercare è un impianto che soddisfi il nostro gusto, niente di più e niente di meno!
Il tutto sempre a mio modesto parere
Beh anche tra i cosiddetti neutri ce ne sono che ci si avvicinano parecchio.Luca58 ha scritto:Purtroppo, in genere e con le dovute eccezioni, sono solo "cosiddetti".