pluto ha scritto:Mah vedi Vito..
Penso che tu abbia toccato diversi punti e tutti possano essere causa parziale del problema
- sistemazione in una stanza con scarsa aerazione e problemi di muffe e condense: avendo un problema analogo x molti miei vinili in una stanza che soffre un pò sotto questo punto di vista, direi che ciò non aiuta x niente e mantenere in vita e nel migliore dei modi, i ns supporti.
Chi ha la fortuna di vivere in un attico, probabilmente ne risente meno
Questo x me è un fattore determinante, visto che mi fa saltare anche apparecchi inutilizzati x qualche tempo. Senza contare salsedine etc che mi fa venire l'orticaria oltre a catafottere tutti i contatti
- produzione: come x tutte le cose esistono oggetti fatti bene e su materiali duraturi, altri meno.
Dalle tue parole mi sembra di capire che il problema ti si è manifestato più su marche non proprio di 1° livello (Decca, Sony, Dg etc). ma su marche meno famose. E questo può certamente accadere
Se ho frainteso correggimi pure
- ascolti di collezioni vaste: è vero, monitorare tutto è quasi impossibile. La mano sul fuoco non la metto x principio x cui, figurati se qua non ti dò nuovamente ragione. Tanto più che rippandoli e ascoltandoli sempre più in liquida, il monitoraggio si riduce ulteriormente
Piuttosto x me il problema si è posto in modo inverso ma altrettanto noioso. A seconda delle meccaniche utilizzate ho notato certe idiosincrosie dell'una o dell'altra a riconoscere e leggere perfettamente il dischetto di policarbonato (magari acquistato pure di recente).
Mi dirai che quello è un problema di meccaniche etc. Sarà, ma mi irrita non poco se succede e x me è stato più fastidioso del problema che sollevi tu
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Certo che dalla tua esperienza, direi che un paio di HD e passaggio ad una fase liquida, dovrebbero essere quasi una conseguenza naturale.
Che poi gli Hd si mantengano in forma x 25 anni è tutto da dimostrare, ma certo un back up saltuario è una buona regola
Secondo me tuto quello che dici è giusto. Però nel caso del CD, il problema della qualità della produzione è sempre maggiore che non nel vinile.
In primo luogo: io non ho trovato mai nella mia colezione CD che avessero prodotto muffa al loro interno. E qualche oggetto più datato, che pure ha ricevuto depositi di muffa esterna dai booklet, una volta ripulito ha funzionato e funziona egregiamente.
Al tempo stesso, dischi che non hanno mai manifestato problemi di muffa o ossidazione di nessuna natura, dopo vent'anni saltano. Ad un esame visivo però il disco risulta in perfette condizioni (!).
Invece purtroppo se un vinile viene toccato dalla muffa, invariabilmente si produce un danno.
Vuol dire che:
1. Se il CD ha lo strato di plastica che ricopre il disco lato etichetta (che è quello più vulnerabile visto che da quel lato lo strato plastico è sottilissimo, a differenza dello strato plastico lato dati, molto più spesso) depositato come si deve, nemmeno depositi di muffa ricevuti sul disco per vari motivi, o depositi di umido, possono danneggiarlo.
2. Se un disco ha il rivestimento plastico in qualche modo imperfetto, anche non essere entrato in contatto con muffe o umido può produrre, nell'invecchiamento, un deterioramento della qualità di lettura. Se questo detrimento diventa più o meno udibile dipende dalla quantità originaria di errori presenti nel disco già a livello produttivo, giacché anche il disco stampato meglio ha al suo interno, inevitabilmente, una quantità di errori legata alle tolleranze di produzione.
Aggiungo:
3. In caso di disco ai limiti della tolleranza di produzione per quanto riguarda gli errori presenti al suo interno già da nuovo, può arrivare invecchiando a produrre difetti udibili per naturale perdita di riflettività dello strato di alluminio e di trasparenza della pellicola plastica di copertura del disco. Anche in condizioni di conservazione perfette.
4. Le aziende che studiano l'affidabilità dei supporti fisici per la conservazione dati parlano generalmente di dieci anni di efficienza certa per i CD masterizzabili, e di una affidabilità plausibilmente doppia per i CD stampadi in fabbrica. Ora: il CD audio può suonare apparentemente bene anche se il lettore interpola dati per perdita di campioni. Ma come minimo dopo 20 anni si può incappare, per questo motivo, in perdita di qualità sonora.
Sono quindi d'accordo completamente con Gciraso: il problema nella conservazione è sempre legato alla qualità originaria dei dischi, meno alle modalità di conservazione. Anche se, per esempio, incidenti come la caduta del disco ne abbreviano la vita.
Lasciamo poi perdere la qualità all'origine dei supporti: ad esempio ho scoperto per puro caso che un disco della integrale in corso di pubblicazione delle sinfonie di Haydn diretto da Thomas Fey ha un errore di stampa grave già da nuovo: il mio lettore CD domestico lo legge perfettamente, ma spostato in un CD portatile o su computer il lettore perde la traccia audio - a partire da un certo timing - e va in muting perpetuo mentre il disco gira ed il timing pure (!!!!) Ma questo è solo uno dei difetti assurdi che mi è capitato di trovare su dischi pur nuovi, e normalmente posti in vendita.
A parte questo il mio stupore all'interno di questa discussione è questo. Io ho ccomprato quel famoso cofanettone di Horowitz mega magna di una infinità di circa 70 dischi, con le registrazioni Sony ed RCA. Ce l'ho da cinque anni circa, o poco più. Ma se uno mi chiedesse se i dischi funzionano tutti, non potrei dirlo già adesso. Perché vari li ho sentiti tutti (ma una volta sola, o al massimo due volte), molti li ho sentiti solo in parte, ascoltando le tracce che mi interessavano, altri non li ho ascoltati proprio e probabilmente mai li ascolterò perché contengono programmi che ho poco interesse ad ascoltare. Quindi come posso dire "tutti perfetti"? Ma se anche li avessi ascoltati tutti una volta comprato il cofanetto, non certo tutti li riascolterei continuamente nei successivi 20 anni: alcuni verranno riascoltati, altri mai più. Come potrei dire con certezza "tutti perfetti", dopo 20 anni, senza averli riascoltati tutti? E sto parlando di settanta dischi. Ma se parliamo di collezioni discografiche di migliaia di dischi? Quanto è ancora più vero?
Io poi sono molto esigente: se su un'opera lirica di tre ore io sento un singolo "click" mi girano di molto gli zebedei! Credo che magari molti non se ne accorgono nemmeno!
Nella mia collezione posseggo vari dischi risalenti a 23-25 anni fa come data di stampa. Stiamo parlando della seconda metà degli anni '80. Molti funzionano ancora bene, altri no (per fortuna rispetto alla massa sono pochi). Ma comunque sia, io potrò dire funzionano bene solo se li ho riascoltati di recente. Altrimenti tutto può essere. E non è detto funzioneranno ancora tra cinque anni. Come non è detto che un Hard Disk funzionerà dopo 20 anni (di certo no).
In effetti, e ci sto pensando seriamente ma credo dovremmo pensarci un pò tutti noi audiofili, occorrerebbe fare copie su HD.... ricordandosi di rinnovarle ogni 10 anni..... e di farne due copie minimo.... anche perché molti dischi di 20 anni fa, in ambito classico, sono ancora disponibili, altri purtroppo no....
PS: Pluto quale programma di ripping ci consigli? Per fare un bel lavoro?