Direi che, con tutti i limiti di quello che possano essere le valutazioni fatte dalla singola persona, per alcuni versi potrebbe essere uno spunto di riflessione per chi è ancora innamorato dell' analogico e crede ancora che fare spese folli in bracci, basi, pre fono, trasformatori e testine possa ancora avere un senso.
Naturalmente io cerco di fare queste prove facendo diversi abbinamenti e gustandomeli nel tempo nella speranza di giungere a delle conclusioni le più veritiere possibili (in base alle mie capacità). Questa testina infatti è stata abbinata nel tempo a diversi bracci (di vario tipo e geometria), su diverse basi (sia a puleggia che DD che cinghia) con diversi pre e trasformatori.
Ovviamente anche con ampli e casse diverse e siccome la musica mi piace un po' tutta, attraverso lei ho ascoltato davvero centinaia di LP (per cui è inutile fare elenchi) di ogni genere.
Al di là di tutto direi che, per l appunto, questo scritto non ha nessuna velleità di vera e propria recensione, bensì solo di personale riassunto di un certo periodo di convivenza.
La definirei una testina dal carattere riconoscibile (e questo potrebbe essere un difetto) in quanto porta una nota di calore quasi nostalgico in un quadro di insieme che più che quadro, a me sembra, appare come una foto in B/N analogica da banco ottico sviluppata con un pelo di seppia.
Ogni dettaglio o quasi (in tal senso ce ne sono che fanno di meglio) è ben presente ma di colorazione "calda". Il piatto di una batteria non fà: TZiiinggg uom uom uooommm, ma TZinuooommmgggg uoommmmgggg uoommmggg dando un buon aiuto all' ascolto di un sistema magari un po' arretrato in gamma media. Senza dubbio una testina molto più facile nell' uso rispetto alla "vecchia" Kondo 6 litz (ora AN UK IO LTD) sia per il fatto che è una normale 4 pin, sia perché di peso decisamente più accettabile (16 grammi) e anche se la cedevolezza è davvero bassissima (10 cu a 10 Hertz) non richiede particolari geometrie o tipologie di braccio per esprimersi al meglio.
In tal senso, personalmente reputo che sia molto interessante, se di giusta massa, funzionerà su un braccio imperniato, unipivot o tangenziale senza particolari preferenze.
L' uscita è bassa (0.1 mV) e pure l' impedenza interna (1 Ohm) per cui è meglio usare cavi ben schermati e possibilmente un trafo di buon guadagno prima dell' ingresso MM (non che non vada anche con certi ingressi MC, però quasi sempre si avverte una certa perdita di dinamica, a volte si avverte perfino del rumore di fondo).
I generi sui quali, a mio parere eccelle, sono il jazz, la lirica e la musica corale.
Risente comunque della registrazione che se da un lato sembra sempre "ambrare" con un po' di seppia per camuffarne un po' i difetti, dall' altro li mette in evidenza (proprio come se una foto venisse stampata su carta durissima, n. 5) per cui, gusti la musica, senti la registrazione che ha dei difetti a volte ne senti più che con altre testine, ma tutti sembrano "accettabili" e meno fastidiosi del solito, per cui ti viene spontaneo riascoltare i "vecchi LP dimenticati" su uno scaffale.
Ora la sto usando sul Versa, che trovo un abbinamento ottimo, come lo era il Graham, ma non il DaVinci (forse il legno la rende un po' "morbidosa").
Sconsiglierei bracci lunghi o fatti di materiali molto assorbenti; a naso e a mio gusto ovviamente, poi ci può essere logicamente l' eccezione che conferma la regola.