flavio@sanders ha scritto:
OK, ma a quanto detto sopra stai parlando di quanto accade in sede di registrazione, quindi sia per i vinili che i CD.
Come si ricollega a una ipotetica superiorità del vinile?
Grazie, Flavio
Ciao Flavio ovviamente parliamo di registrazioni in quanto trattiamo di supporti da riprodurre.
Copio e incollo ...... è ovviamente ingegneria ... ma credo che tu non abbia bisogno di specifiche.
Ps: se vuoi ti posto il link dell'argomento intero
Ciao
Nel mondo degli apparecchi analogici le onde sonore vengono descritte da variazioni continue di voltaggio al trascorrere del tempo (è come se avessimo la variabile Volt al posto della variabile
Ampiezza sull’asse verticale dei grafici soprastanti) e poi si trasforma il segnale elettrico in vibrazioni udibili per mezzo degli altoparlanti (una specie di grossa laringe).
Al contrario, un microfono si occupa di captare le vibrazioni nell’aria tramite la sua membrana interna per poi trasformarle in segnale elettrico (come un grosso timpano).
Ovviamente i microfoni e gli altoparlanti (ed i loro comportamenti) rimangono tali e quali sia che si usino apparecchi analogici che digitali.
Se per esempio consideriamo una situazione tipica ove abbiamo un microfono che capta dei suoni, attaccato a mixer e registratore ed infine delle casse monitor (tutto in analogico) , avremo che l’onda sonora viene trasformata in un segnale elettrico dal microfono, poi viene trattata a nostro piacere dal mixer e registrata su di un supporto analogico (ad esempio il nastro magnetico) per poi essere rispedita in ascolto agli altoparlanti che ritrasformano il segnale elettrico in vibrazioni udibili.
Se riconsideriamo l’esempio precedente in un contesto di apparecchiature digitali a livello fenomenologico non cambia nulla ma fra microfono e casse monitor (che sono sempre gli stessi componenti analogici di prima) non avremo più delle apparecchiature che gestiscono segnali elettrici analogici (e quindi continui) ma dei dispositivi digitali che, in quanto tali, trattano il segnale come una variazione di ampiezza non più continua ma discreta.
La trasformazione del segnale continuo uscente dal microfono in un segnale discreto avviene per mezzo dei convertitori A/D (analogico/digitale).
A questo punto le operazioni di elaborazione e registrazione del segnale, divenuto oramai discreto, avvengono tramite sistemi hardware/software e restituiti alle casse monitor solo dopo aver riconvertito il segnale discreto in segnale elettrico analogico per mezzo dei convertitori D/A (digitale/analogico).
Ma cosa vuol dire avere a che fare con un segnale continuo o un segnale discreto ed in cosa differiscono?
Come si può notare dalla figura, sebbene i due segnali descrivano entrambi onde sinusoidali caratterizzate oltretutto da stessa ampiezza, fase e frequenza (o periodo) , situazione che porterebbe a dei suoni simili, si vede chiaramente che il segnale analogico percorre la sinusoide in maniera morbida e curvilinea invece quello digitale percorre la stessa curva con un andamento a gradini e con dei salti bruschi al posto delle transizioni graduali del caso analogico. Il motivo per cui avviene tutto ciò va ricercato nei numeri, o meglio nel modo in cui essi vengono rappresentati. Per chiarire meglio ques’ultimo concetto farò un esempio un po’ strano, ma che secondo me rende abbastanza l’idea… Se noi guardiamo il piano (Tempo-Ampiezza) dove è raffigurata l’onda sinusoidale della figura precedente e facciamo finta che sia un foglio bianco su cui vogliamo disegnare la nostra onda tracciando dei punti e poi unendoli con una riga, si capisce subito che per tracciare la curva relativa al segnale discreto è sufficiente tracciare i pochi punti relativi agli spigoli dei gradini unendoli con delle linee di una certa lunghezza che ricostruiscono proprio l’andamento a gradini. Invece, per tracciare la curva relativa al segnale continuo dovremmo tracciare un’infinità di punti molto più ravvicinati (diciamo infinitamente vicini) uniti da delle linee di lunghezza infinitamente piccola per ottenere l’andamento morbido e curvilineo della sinusoide analogica (ed i gradini diventano così piccoli da sparire del tutto). Ovviamente, sia nel caso continuo che nel caso discreto, i punti sono collegati a dei valori numerici che sono quei valori che il segnale può assumere durante la sua evoluzione. Questo vuol dire che, per descrivere delle onde nel caso analogico, troverò un valore buono (ovvero uno di quei punti) in un qualsiasi valore di tempo o di ampiezza fissi la mia attenzione. Invece, per descrivere delle onde nel caso digitale (e quindi discreto), troverò un valore buono solo se fisso valori di tempo ed ampiezza ben determinati, ovvero valori discreti, ed in particolare corrispondenti agli spigoli dei gradini in questione. Si deduce subito che in un sistema discreto non posso assumere dei valori ad esempio di tempo (o di ampiezza) che mi individuino un punto che cade a metà di un gradino.
Perciò avrò che, nel sistema discreto della figura di qui sopra, i valori numerici fissati dalle linee celesti e da quelle gialle sono dei valori possibili da ottenere mentre, ad esempio, due valori a caso fissati dalle linee rosse non possono essere assunti in questo sistema discreto. Allora, chiarita la principale differenza fra un sistema continuo (ove posso assumere qualsiasi valore) ed un sistema discreto (ove posso assumere solo determinati e ben precisi valori) , possiamo immaginare il piano in cui si può rappresentare un’onda qualunque in un sistema digitale come una specie di griglia e possiamo avere valori buoni solo in corrispondenza degli incroci fra le linee della griglia stessa. Ovviamente, se il mio sistema discreto avesse una griglia a maglie più strette, questo vorrebbe dire che il numero dei valori rappresentabili sarebbe maggiore e la mia sinusoide avrebbe un comportamento sempre a gradini ma di dimensione più piccola, e ciò si traduce in una curva che approssima meglio l’onda continua analogica. Come caso limite, se le maglie della griglia fossero infinitamente strette (e quindi non più distinguibili l’una dall’altra) avrei un sistema audio digitale discreto identico al sistema analogico continuo e le due sinuisoidi (analogica e digitale) risulterebbero anch’esse identiche.
Questa approssimazione è la principale ragione per cui il suono analogico ed il suono digitale risultano diversi (quello audio digitale è più freddo ed artificiale per la sua minore precisione).