Per quanto ne so io:
Ai tempi il master analogico (il nastro) non lasciava mai i frigoriferi della casa e veniva usato solo per produrre la prima matrice che (ad esempio per Decca) era indicata con la sigla "B" sulla zona "bianca" del vinile seguito dal numero della copia le cui primissime erano codificate a parte come preserie, campionatura e test.
La seconda stampa "U" derivava dal nastro copia del nastro originale (per stampa LP e per successive copie di lavoro, restave l' originale "U" nel magazzino conservazione nel luogo incaricato della stampa, in questo caso nord di Londra).
La terza "C" dalla copia della copia del nastro veniva letteralmente portata a LA/USA dove veniva successivamente ulteriormente copiata per i vari stabilimenti di stampa in USA (oltre a restare ovviamnete in sede per le loro stampe...ricordiamoci che i nastri si deteriorano con uso e tempo) e così via fino all' ultima copia del nastro "M" (la 10 copia in quanto le lettere corrispndevano alla parola BUCKINGHAM).
Queste copie delle copie erano distribuite ai vari laboratori di stampa collocati in tutto il mondo (senza considerare le successive o contemporanee stampe economiche tipo "Ace of Diamonds" derivanti da successive copie dei nastri).
Man mano che le copie dei nastri venivano prodotte, si perdevano elementi sia in dinamica che in risposta in frequenza agli estremi di banda.
Questo ovviamente era valido per tutte le case discogafiche (ad esempio per Mercury era la quarta copia del nastro che veniva in Europa per la stampa e la terza in Giappone), ognuna con una sua propria codifica del numero di copia.
Per questo l' ideale è avere le versioni stampate nel paese di origine (ad esempio i Pink Floyd devono essere se possibile stampati in GB e Paolo Conte in Italia o France per alcuni album live) in quanto, anche se non conoscete la codifica (
) avrete + alte possibilità di cadere su vere prime stampe (le preserie spesso sono stupende in quanto da Master, ma a volte difettose ed anche loro hanno una loro codifica, mediamente meglio stare sulla prima stampa, che è più a punto e regolare anche nell' etichetta e nella copertina, invece le copie destinate a campione di solito sono extra).
Se invece si parla di ristampe, ci sono vari problemi:
Materia prima, strumenti, tecnici e nastri i primi che vengono in mente.
Materia prima: il vinile vergine, ormai non esiste +, si usa tutto vinile riciclato, alcune quantità di vinile vergine sono ancora disponibili in Giappone, ma sono molto esigue e costose, per cui non + usate per l'audio, inoltre la vendita dell' LP da 200 grammi dovrebbe essere corredata dalla seguente informazione: LP da 200 grammi non permette al calore provocato della puntina del solco, di dissiparsi rapidamente, per cui se ascoltate due volte di fila la stessa facciata, lo "arate" e gli consumate le frequenze alte in un battibaleno (anche eprché si parla sempre di vinile riciclato e non vergine come cercano di raccontarcela con nomi + op meno fabntasiosi per farlo credere... super vinile, extra vinile, puro vinile etc etc).
Strumenti, torni ormai in disuso da decenni di cui pochissimi funzionanti in quanto ben "tagliandati" econservati come si deve.
Tecnici e personale addetto alal stampa e gestione torni, ormai in pensione o scomparsi da anni, e con essi tutto il know how con i vari piccoli segreti e trucchi per fare davvero al meglio un prodotto il + costante e duraturo possibile.
Nastri: con gli anni, moltissimi nastri si sono deteriorati, alcuni non sono stati + mantenuti in frigo una volta che sono stati trasferiti su supporto digitale (con + o meno interventi).
Molti di questi quindi sono parzialmente smagnetizzati (gli acuti spariscono per primi ed il suono è ovattato e privo di dinamica).
Per cui le ristampe attuali (ed anche alcune del passato tipo OMR ad esempio)partono da supporti vecchi, malridotti o smagnetizzati, e pur essendo da alcune (rarissime etichette) registrati da supporto analogico, rispetto ad una prima stampa originale, sono perdenti.
Quelli registrati dal digitale sono anche peggio (sommano il nastro smagnetizzato ad un trasferimento digitale spesso troppo manipolato).
Se non si fosse capito: per me il top sono le prime stampe (meglio se in versione originale specie le contemporanee mono, lo spazio sul nastro restando doppio per cui garantendo oltre alla coerenza costante di fase, doppia dinamica teorica) originali del paese di origine.
Le giapponesi se fatte bene sono molto godibili, ma (spesso) troppo asciutte nel desiderio di ripulirle/riequalizzarle.
Ciao
Pietro
PS: come già avevo scritto in altro 3D, i dischi Direct To disc sono per definizione, essi stessi dei veri Master prima (ed unica) stampa (non c'è il nastro Master).
Comunque, oggi, certe etichette specializzate registrano alcuni di questi dischi Direct To Disc su CD da commercializzare e al posto del nastro (non esiste altro master...) li fanno girare su giradischi, testine e pre fono di un certo pregio e nel CD poi capiterà di sentire il tic tac (pochissimi di questi LP che usano sono trovano in vero buono stato) tipico dell' LP un pelo rovinato ed il leggerissimo fruscio della testina nel solco.
SE avete letto tutto siete stati eroici, spero possa esservi utile.