Non vi dico l'autore del seguente scritto, m'interessa conoscere la vostra opinione in merito a quanto affermato:
Il problema principe dei lettori CD è lo stadio di uscita, realizzato tipicamente con uno o più integrati operazionali in serie al segnale; questo anche in macchine "esoteriche" multimilionarie, puntualmente presentate come riferimento assoluto da certa (BEN PAGATA) critica; macchine per le quali è stato fatto davvero un enorme lavoro di studio per ottimizzare i circuiti digitali di conversione del segnale e le straordinarie meccaniche di lettura, ma assolutamente nulla di tutto ciò per interfacciare degnamente i circuiti digitali stessi al mondo esterno: tutto quello che questi "grandiosi" progettisti hanno saputo fare è stato copiare per filo e per segno gli stadi di uscita consigliati sui data sheet forniti dai costruttori dei convertitori usati!
Purtroppo i circuiti integrati operazionali sono, SENZA TEMA DI SMENTITA, le cose peggiori che si possano trovare per uso audio sull'intero pianeta.
Perchè, direte voi, un circuito operazionale dovrebbe suonare così male? Quali sono i motivi?
La risposta è semplice: un integrato operazionale non è altro che un circuito amplificatore di tipo "universale", quindi non è specializzato in nulla, ma è adattabile a molteplici usi, praticamente a tutti, dal mixer per dee-jay al preampli esoterico (anche costosissimo, sic!), e a fronte di prestazioni tecniche fin troppo mirabolanti esibisce un suono mediocre, causato dall’eccessiva complessità circuitale. Punto.
Ma se i circuiti integrati fanno questi danni al segnale, allora perchè li usano tutti? Ok, signori, diciamo finalmente le cose come stanno, gli IC sono dei dispositivi che costano poco o nulla ed occupano pochissimo spazio, non impegnano i progettisti per i motivi di cui sopra, i quali potranno quindi orientare tutti i loro sforzi in direzione dell’estetica e del telaio, veri motori delle vendite! E poi del resto se tutti i marchi (ma proprio tutti...) fanno uso di operazionali, chi potrà mai accorgersi che suonano male? E’ colpa del sistema obsoleto, mica loro! In questo modo si inducono gli acquirenti a cambiare in continuazione lettore, in un anelito di perfezione irraggiungibile perché minato alla base da un difetto comune e mai eliminato.
Anche i rari tentativi di stadi di uscita a discreti non sono riusciti a spingersi oltre architetture da operazionale, e del resto tali circuiti dovevano pur adattarsi alle configurazioni (a operazionali) proposte nei data sheet!
Ma quali sono le caratteristiche sonore degli operazionali? Descriverne il suono in poche parole e difficile: essi infatti suonano grossi, non grandi, come dovrebbe essere la musica e l'evento musicale nella sua interezza. Suonano piatti e spalmati sul fronte stereofonico, esattamente come un poster, quando invece dovrebbero regalarci un'illusione di profondità, liberandoci dalle anguste dimensioni del nostro locale d'ascolto. Suonano in primo piano le sole fondamentali e ignorano buona parte del complesso contenuto armonico delle incisioni. Suonano di una dinamica falsa, un piano e un forte che ignorano tutte le infinite sfumature tra questi valori. E suonano grossolane, gonfie, confuse, e spesso inspiegabilmente stridenti quando invece i suoni degli strumenti si dovrebbero librare ed espandere delicatamente nell'aria. Dovendo proprio descrivere tale suono con una parola possiamo forse solo dire che suonano innaturali.
Tuttavia questi sono difetti di ordine superiore, ben diversi dai difetti sonori che conosce l'audiofilo medio, come rumori e distorsioni gracchianti, e a molti di loro può occorrere un pò di tempo e diversi test di ascolto per fare proprio e “capire” intimamente il significato di un nuovo modo di ascoltare musica, dove tutto è permeato da una naturalezza così disarmante da lasciare interdetti. Una volta comprese però le differenze diventano eclatanti e riconoscibilissime... e non si può più tornare indietro, perchè si ha altrimenti la sensazione di un netto peggioramento.
Il problema principe dei lettori CD è lo stadio di uscita, realizzato tipicamente con uno o più integrati operazionali in serie al segnale; questo anche in macchine "esoteriche" multimilionarie, puntualmente presentate come riferimento assoluto da certa (BEN PAGATA) critica; macchine per le quali è stato fatto davvero un enorme lavoro di studio per ottimizzare i circuiti digitali di conversione del segnale e le straordinarie meccaniche di lettura, ma assolutamente nulla di tutto ciò per interfacciare degnamente i circuiti digitali stessi al mondo esterno: tutto quello che questi "grandiosi" progettisti hanno saputo fare è stato copiare per filo e per segno gli stadi di uscita consigliati sui data sheet forniti dai costruttori dei convertitori usati!
Purtroppo i circuiti integrati operazionali sono, SENZA TEMA DI SMENTITA, le cose peggiori che si possano trovare per uso audio sull'intero pianeta.
Perchè, direte voi, un circuito operazionale dovrebbe suonare così male? Quali sono i motivi?
La risposta è semplice: un integrato operazionale non è altro che un circuito amplificatore di tipo "universale", quindi non è specializzato in nulla, ma è adattabile a molteplici usi, praticamente a tutti, dal mixer per dee-jay al preampli esoterico (anche costosissimo, sic!), e a fronte di prestazioni tecniche fin troppo mirabolanti esibisce un suono mediocre, causato dall’eccessiva complessità circuitale. Punto.
Ma se i circuiti integrati fanno questi danni al segnale, allora perchè li usano tutti? Ok, signori, diciamo finalmente le cose come stanno, gli IC sono dei dispositivi che costano poco o nulla ed occupano pochissimo spazio, non impegnano i progettisti per i motivi di cui sopra, i quali potranno quindi orientare tutti i loro sforzi in direzione dell’estetica e del telaio, veri motori delle vendite! E poi del resto se tutti i marchi (ma proprio tutti...) fanno uso di operazionali, chi potrà mai accorgersi che suonano male? E’ colpa del sistema obsoleto, mica loro! In questo modo si inducono gli acquirenti a cambiare in continuazione lettore, in un anelito di perfezione irraggiungibile perché minato alla base da un difetto comune e mai eliminato.
Anche i rari tentativi di stadi di uscita a discreti non sono riusciti a spingersi oltre architetture da operazionale, e del resto tali circuiti dovevano pur adattarsi alle configurazioni (a operazionali) proposte nei data sheet!
Ma quali sono le caratteristiche sonore degli operazionali? Descriverne il suono in poche parole e difficile: essi infatti suonano grossi, non grandi, come dovrebbe essere la musica e l'evento musicale nella sua interezza. Suonano piatti e spalmati sul fronte stereofonico, esattamente come un poster, quando invece dovrebbero regalarci un'illusione di profondità, liberandoci dalle anguste dimensioni del nostro locale d'ascolto. Suonano in primo piano le sole fondamentali e ignorano buona parte del complesso contenuto armonico delle incisioni. Suonano di una dinamica falsa, un piano e un forte che ignorano tutte le infinite sfumature tra questi valori. E suonano grossolane, gonfie, confuse, e spesso inspiegabilmente stridenti quando invece i suoni degli strumenti si dovrebbero librare ed espandere delicatamente nell'aria. Dovendo proprio descrivere tale suono con una parola possiamo forse solo dire che suonano innaturali.
Tuttavia questi sono difetti di ordine superiore, ben diversi dai difetti sonori che conosce l'audiofilo medio, come rumori e distorsioni gracchianti, e a molti di loro può occorrere un pò di tempo e diversi test di ascolto per fare proprio e “capire” intimamente il significato di un nuovo modo di ascoltare musica, dove tutto è permeato da una naturalezza così disarmante da lasciare interdetti. Una volta comprese però le differenze diventano eclatanti e riconoscibilissime... e non si può più tornare indietro, perchè si ha altrimenti la sensazione di un netto peggioramento.