certo che puoi dissentire, ma devi farlo dopo aver letto tutta la frase e loa faccina, li sta la chiave, nel lasciar perdere tutto il resto con faccina sorridente non so se mi sono spiegatoposso dissentire messere???
Conosciamo il suono
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- Messaggio n°26
Re: Conosciamo il suono
iano- Vip Member
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- Messaggio n°27
Re: Conosciamo il suono
La velocità è una sensazione a volte prcepibile nella musica riprodotta,ma non in quella live.
Ciò detto credo che ognuno di noi in base alla propria esperienza si sarà fatta un'idea se è cosa buona e giusta oppure no.
Cioè se con i vostri up-grade l'impianto accentua questa caratteristica siete contenti oppure storcete il naso?
Io sono più contento che nò.
Credo che la causa non sia una aggiunta o una sottrazione di qualcosa,ma che dipenda da una buona risoluzione uditiva di ogni singolo bit di informazione.
Quindi forse lo slave rate c'entra.
Ma siccome non sono un esperto mi limiti a fare un esempio.
Se io parlo velocemente mangiandomi le parole quello che voi percepite non è velocità,ma se io,impiegando lo stesso intervallo di tempo pronuncio la la stessa frase senza mangiami nulla allora voi avrete la sensazione di velocità.
Uno slave rate basso come un parlare strascicato?Boh?
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- Messaggio n°28
Re: Conosciamo il suono
phaeton ha scritto:Elcaset ha scritto:
Parlo di "rendere", ovvero di "restituire", non di "aggiungere"
eggia', pero' come farebbe (eventualmente) un ampli a "non restituire" (cioe' togliere) delle armoniche.... mmmmhhhhh.....
mi sa che il punto sta in una qualche forma di distorsione sottrattiva che ancora non e' stata studiata (non sto affatto scherzando, nel caso qualcuno lo pensasse), e questo dimostra una volta di piu' la sostanziale inutilita' di alcune misure.... inutili perche' scorrelate con le sensazioni uditive, non certo perche' inutili in senso generale...
comunque, e ritornando sotto il cappello ortodosso da ing , mi sa che per ora continuero' a pensare che un ampli SS progettato bene non toglie nulla (e neppure aggiunge....) e non accorcia nulla (e neppure allunga....)
Dubbio: un amplificatore, qualunque sia la tecnologia utilizzata e rimanendo in campo amplificazioni analogiche (quindi non parliamo di amplificazioni digitali), fermo restando che a volume via via crescenti aumenterà la distorsione per i vari fenomeni di saturazione ecc. ecc., è certo che debba restituire adeguatamente (linearmente) segnali di basso livello? Oppure è possibile che a basso livello di volume un segnale amlificato da un ampli analogico possa essere affetto da altre illinearità che non siano di tipo distorsivo?
Perché, se qualunque amplificatore analogico che viene fatto lavorare entro un certo tasso di distorsione (ad es. 3%) ha per scontato un uguale comportamento riguardo alle armoniche ed ai segnali di basso livello, ed ha risposta in frequenza flat, nel momento in cui gli facciamo pilotare un carico X che non arreca problemi di pilotaggio, allora non deve dimostrare alcuna differenza d'ascolto con altre amplificazioni.... o no?
In altre parole: visto che il nostro set di misure attuali di certo non è in grado di discriminare il suono di un amplificatore, come possiamo noi oggi ancora dire che ciò che non sappiamo misurare non esiste?
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Mer Mar 23 2011, 11:20 - modificato 1 volta.
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- Messaggio n°29
Re: Conosciamo il suono
phaeton ha scritto:aircooled ha scritto:semplice si misura lo slew rate e lasciamo perdere tutto il resto
posso dissentire messere???
l'argomento "velocita'" e' IMHO uno dei piu' controversi, tanto riconoscibile ad orecchio quanto difficile da correlare ad una misura (io una mia idea ce l'ho...)
allora, lo slew rate misura il tempo di salita di un segnale a modulazione piena (massima amplificazione) dal 10% al 90%. semplifichiamo e diciamo che e' il tempo di salita da 0 alla massima tensione erogabile dal finale.
ok, fin qui tutto chiaro no? mi paiono cose semplici. bene, facciamo un passettino in avanti.
domanda: dal punto di vista dello slew rate, qual e' il peggior segnale reale che puo' capitare?
beh ovviamente il segnale alla massima frequenza possibile, perche' e' quello che determina la piu' ampia variazione nel minore tempo possibile. ok, quindi se consideriamo la banda audio, diciamo che il peggior segnale e' una sin a 20kHz. ho parlato di segnale reale, per cui ho tolto quei segnali puramente ideali che non esistono in natura (onde quadre per esempio, che per la cronaca implicano una banda passante infinita.....). qui ovviamente stiamo ipotizzando un caso assolutamente irreale (una 20kHz a modulazione piena), in una normale riproduzione musicale reale queste frequenze sono sempre molto attenuate.
bene, altro passettino in avanti: prendiamo un finale molto potente, diciamo da 500W su 8 ohm, ovvero circa 63V. che slew rate ci vuole a questo finale per riprodurre in modo corretto una massima modulazione (=500W) a 20kHz? beh, i conti sono abbastanza semplici, il semiperiodo di un 20kHz e' 25us per cui serve uno slew rate di 63V/12.5us = circa 5V/us..... letto bene?? cinque volt / microsecondo.... ovviamente un ampli da 500W che modula un 20kHz e' il worse case, nei casi reali lo slew rate necessario sara' molto minore, ad esempio per un 250W basteranno 3.5V/us, e cosi' via... ora, praticamente tutti gli ampli di cui ho visto le misure superano ampiamente questo valore.... quindi???
risposta: lo slew rate, purtroppo, non e' correlato in modo stretto alla "sensazione" di velocita' dell'ampli.....
tutto quanto sopra, giusto per la cronaca
non conosco l'esistenza di relazione tra l'entità dello SR e le sensazioni di ascolto (men che meno sulla "velocità" che non so proprio cosa sia)
invece, lontane riminiscenze dal corso di elettronica II mi bisbigliano che lo SR sia il max del modulo del rapporto tra la derivata(Vout(t))/derivata(t) e quindi i valori assoluti delle tensioni, cosa c'entrano? La derivata esprime la "variazione" non il "valore"(ma forse sono troppo antico e ignoro le nuove tecnologie)
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è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
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Re: Conosciamo il suono
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Re: Conosciamo il suono
Velocità, velocità....
Velocità???
A me è sempre capitato che se sulla copertina del cd c'è scritto che il brano dura 3 minuti, tanto dura. Non di meno...
Perchè dovrebbe andare più veloce?
Velocità???
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- Messaggio n°32
Re: Conosciamo il suono
Rudino ha scritto:Velocità, velocità....
Velocità???
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Re: Conosciamo il suono
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- Messaggio n°34
Re: Conosciamo il suono
Rudino ha scritto:Velocità, velocità....
Velocità???
A me è sempre capitato che se sulla copertina del cd c'è scritto che il brano dura 3 minuti, tanto dura. Non di meno...
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iano- Vip Member
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- Messaggio n°35
Re: Conosciamo il suono
C'è un tempo reale e un tempo percepito.Rudino ha scritto:Velocità, velocità....
Velocità???
A me è sempre capitato che se sulla copertina del cd c'è scritto che il brano dura 3 minuti, tanto dura. Non di meno...
Perchè dovrebbe andare più veloce?
Hai fatto caso ad esempio che il 27 è sempre in ritardo?
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- Messaggio n°36
Re: Conosciamo il suono
Mi butto anche io nella mischia!
Come sempre tutto preceduto dalla premessa che riporto mere convinzioni personali.
Trascurando gli elementi fisici soggettivi (del tipo equilibrio
liquidi/salino nel corpo, stai d'animo etc) la nostra percezione è fortemente influenzata dall' ambiente di ascolto e da come in esso si propaga il suono.
La velocità di propagazione del suono dipende oltre dalla tempertura anche dall' umidità, più è alta + veloce è il suono a propagarsi (comunque per facilità calcolando 340 m/s) una nota di 20 hertz è lunga quindi circa 17 metri.
Il timbro di uno strumento è determinato sia dalla fondamentale che dai vari armonici caratterizzanti e spedcifici che lo strumento produce,
Per cui il timbro è il difficilissimo risultato di un insieme di fattori ove è necessaria l'omogeneità e la coerenza lungo tutta la scala tonale di: velocità, dinamica, ampiezza, altezza, cadenza e tempi.
Direi che quando si ha un timbro corretto, di conseguenza si deve avere tutto, ad esempio la velocità si percepisce nelle microdinamiche che caratterizzano un chitarra classica da una folk, o peggio ancora un chitarra qualsiasi da un' arpa.
Se fate fatica a distinguerle, significa che le differenti armoniche di ordine + elevato e di livello + basso, che caratterizzno questi due tipi di strumenti, non riescono a "spiccare" dl fondo in quanto il finale non è abbastanza veloce da riprodurle in modo staccato e riconoscibile le armoniche di ordine superiore che una chitarra possiede rispetto d un'arpa.
Insomma, l' uniformità timbrica )quindi anche dinamica) dei vari strumenti è sinonimo di lentezza (oltre che di altri problemi), come sempre, secondo me.
Ciao!
Pietro
Come sempre tutto preceduto dalla premessa che riporto mere convinzioni personali.
Trascurando gli elementi fisici soggettivi (del tipo equilibrio
liquidi/salino nel corpo, stai d'animo etc) la nostra percezione è fortemente influenzata dall' ambiente di ascolto e da come in esso si propaga il suono.
La velocità di propagazione del suono dipende oltre dalla tempertura anche dall' umidità, più è alta + veloce è il suono a propagarsi (comunque per facilità calcolando 340 m/s) una nota di 20 hertz è lunga quindi circa 17 metri.
Il timbro di uno strumento è determinato sia dalla fondamentale che dai vari armonici caratterizzanti e spedcifici che lo strumento produce,
Per cui il timbro è il difficilissimo risultato di un insieme di fattori ove è necessaria l'omogeneità e la coerenza lungo tutta la scala tonale di: velocità, dinamica, ampiezza, altezza, cadenza e tempi.
Direi che quando si ha un timbro corretto, di conseguenza si deve avere tutto, ad esempio la velocità si percepisce nelle microdinamiche che caratterizzano un chitarra classica da una folk, o peggio ancora un chitarra qualsiasi da un' arpa.
Se fate fatica a distinguerle, significa che le differenti armoniche di ordine + elevato e di livello + basso, che caratterizzno questi due tipi di strumenti, non riescono a "spiccare" dl fondo in quanto il finale non è abbastanza veloce da riprodurle in modo staccato e riconoscibile le armoniche di ordine superiore che una chitarra possiede rispetto d un'arpa.
Insomma, l' uniformità timbrica )quindi anche dinamica) dei vari strumenti è sinonimo di lentezza (oltre che di altri problemi), come sempre, secondo me.
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Pietro
iano- Vip Member
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- Messaggio n°37
Re: Conosciamo il suono
Leggendo il tuo bel post Pepe devo correggermi.Da quello che dici è chiaro che esistono anche strumenti "più veloci,mentre io avevo detto che non esistono strumenti veloci dal vivo.
Devo invece confermare quanto dicevo riguardo al fatto che un suono riprodotto veloce è cosa buona e giusta.
Si potrebbe dire che la velocità,o meglio la sensazione uditiva che così chiamiamo,sia il corrispondente della risoluzione fotografica nel campo visivo.
Pensateci un pò.Cosa ne dite?
Un suono poco risolto è un suono attufato.O no?
Ciao Seb.
P.S.Ho come l'impressione che in questo forum ci stiamo sempre più specializzando in pazzia audiofila.Bello però.Mi diverto.
Devo invece confermare quanto dicevo riguardo al fatto che un suono riprodotto veloce è cosa buona e giusta.
Si potrebbe dire che la velocità,o meglio la sensazione uditiva che così chiamiamo,sia il corrispondente della risoluzione fotografica nel campo visivo.
Pensateci un pò.Cosa ne dite?
Un suono poco risolto è un suono attufato.O no?
Ciao Seb.
P.S.Ho come l'impressione che in questo forum ci stiamo sempre più specializzando in pazzia audiofila.Bello però.Mi diverto.
pepe57- Moderatore
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- Messaggio n°38
Re: Conosciamo il suono
iano ha scritto:........Si potrebbe dire che la velocità,o meglio la sensazione uditiva che così chiamiamo,sia il corrispondente della risoluzione fotografica nel campo visivo.
Pensateci un pò.Cosa ne dite?
Un suono poco risolto è un suono attufato.O no?
Ciao Seb.
P.S.Ho come l'impressione che in questo forum ci stiamo sempre più specializzando in pazzia audiofila.Bello però.Mi diverto.
Unirei al termine "risoluzione" anche quello di "acutanza" per definire quello che la velocità rappresenta in campo audio (mentre per il timbro dovrebbero entrarci anche termini come saturazione, gradazione e passaggio tonale, lavoro in fase di presa, sviluppo e stampa, insomma l'insieme di tutti quei fattori atti a darci il risultato ricercato, una foto alla A. Adams insomma ).
Per me il suono può non essere attufato ma comunque stimbrato e comunque non armonicamente veloce, ma non viceversa.
Ciao!
Pietro
Rudino- Sordo Magno
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- Messaggio n°39
Re: Conosciamo il suono
pepe57 ha scritto:Mi butto anche io nella mischia!
Come sempre tutto preceduto dalla premessa che riporto mere convinzioni personali.
Trascurando gli elementi fisici soggettivi (del tipo equilibrio
liquidi/salino nel corpo, stai d'animo etc) la nostra percezione è fortemente influenzata dall' ambiente di ascolto e da come in esso si propaga il suono.
La velocità di propagazione del suono dipende oltre dalla tempertura anche dall' umidità, più è alta + veloce è il suono a propagarsi (comunque per facilità calcolando 340 m/s) una nota di 20 hertz è lunga quindi circa 17 metri.
Il timbro di uno strumento è determinato sia dalla fondamentale che dai vari armonici caratterizzanti e spedcifici che lo strumento produce,
Per cui il timbro è il difficilissimo risultato di un insieme di fattori ove è necessaria l'omogeneità e la coerenza lungo tutta la scala tonale di: velocità, dinamica, ampiezza, altezza, cadenza e tempi.
Direi che quando si ha un timbro corretto, di conseguenza si deve avere tutto, ad esempio la velocità si percepisce nelle microdinamiche che caratterizzano un chitarra classica da una folk, o peggio ancora un chitarra qualsiasi da un' arpa.
Se fate fatica a distinguerle, significa che le differenti armoniche di ordine + elevato e di livello + basso, che caratterizzno questi due tipi di strumenti, non riescono a "spiccare" dl fondo in quanto il finale non è abbastanza veloce da riprodurle in modo staccato e riconoscibile le armoniche di ordine superiore che una chitarra possiede rispetto d un'arpa.
Insomma, l' uniformità timbrica )quindi anche dinamica) dei vari strumenti è sinonimo di lentezza (oltre che di altri problemi), come sempre, secondo me.
Ciao!
Pietro
Chiarissimo.
Quindi microdinamica e livello di dettaglio, in soldoni.
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Rudino- Sordo Magno
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- Messaggio n°40
Re: Conosciamo il suono
iano ha scritto:
C'è un tempo reale e un tempo percepito.
Hai fatto caso ad esempio che il 27 è sempre in ritardo?
E non parlo del tram e nemmeno del lotto.
Ciao,Sebastiano.
Lo so bene, Sebastiano:
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E' il tempo fisiologico della natura del corpo umano, delle stagioni, della luce e del buio...
TEMPO SOCIALE
E' il tempo fisiologico dell'orologio, degli appuntamenti, della vita organizzata...
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____________________________________________
Quanto sopra fa parte della introduzione del mio corso sull'Uso del Tempo
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- Messaggio n°41
Re: Conosciamo il suono
Come?Come? Rudy dicci di più
Che lavoro stai facendo?
Ciao,Seb.
Che lavoro stai facendo?
Ciao,Seb.
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- Messaggio n°42
Re: Conosciamo il suono
iano ha scritto:Come?Come? Rudy dicci di più
Che lavoro stai facendo?
Ciao,Seb.
Ehm, magari è un po' OT....
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- Messaggio n°43
Re: Conosciamo il suono
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
In altre parole: visto che il nostro set di misure attuali di certo non è in grado di discriminare il suono di un amplificatore, come possiamo noi oggi ancora dire che ciò che non sappiamo misurare non esiste?
attento, stai diventando uno scienziato eretico
scherzi a parte, solo quelli che non sanno cosa sia (a livello teorico e pratico) una misura (o solo quelli che vogliono avere i paraocchi perche' e' piu' comodo, e ce ne sono tantissimi anche tra i cosiddetti scienziati....) pensano che un set di misure possa definire compiutamente un sistema fisico. a maggior ragione questo e' vero quando si parla di una correlazione tra un sistema fisico e una sensazione.....
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- Messaggio n°44
Re: Conosciamo il suono
phaeton ha scritto:
attento, stai diventando uno scienziato eretico
scherzi a parte, solo quelli che non sanno cosa sia (a livello teorico e pratico) una misura (o solo quelli che vogliono avere i paraocchi perche' e' piu' comodo, e ce ne sono tantissimi anche tra i cosiddetti scienziati....) pensano che un set di misure possa definire compiutamente un sistema fisico. a maggior ragione questo e' vero quando si parla di una correlazione tra un sistema fisico e una sensazione.....
Anch'io ho da farti un complimento: sei il primo tecnico su queste schermate che ammette quello che hai appena ammesso...
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- Messaggio n°45
Re: Conosciamo il suono
...bellissimo questo 3D...
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- Messaggio n°46
Re: Conosciamo il suono
piroGallo ha scritto:
non conosco l'esistenza di relazione tra l'entità dello SR e le sensazioni di ascolto (men che meno sulla "velocità" che non so proprio cosa sia)
invece, lontane riminiscenze dal corso di elettronica II mi bisbigliano che lo SR sia il max del modulo del rapporto tra la derivata(Vout(t))/derivata(t) e quindi i valori assoluti delle tensioni, cosa c'entrano? La derivata esprime la "variazione" non il "valore"(ma forse sono troppo antico e ignoro le nuove tecnologie)
del tutto corretto messere, le sue reminiscenze sono precise...
pero' pero' pero'.... se avessi scritto che l'SR minimo necessario di un ampli da 500W e' pari a dv/dt@d2v/dt=0 sarebbe stato piu' chiaro? ....
nel post precedente ho provato a semplificare il tutto.... suppongo cioe' di avere un segnale che passa da 0 al massimo vout (63v nell'esempio 500W) in un tempo che e' pari a meta' del semiperiodo della massima frequenza che mi aspetto di amplificare, cioe' 12.5us, da cui il conticino fatto sopra....
ovviamente e' una (se vuoi grossolana) semplificazione (si tratta di una rampa lineare - un segnale triangolare tanto per essere chiari - e non di un sin, ad esempio), ma rende credo meglio l'idea rispetto ad un generico d(Voutmax*sin(wt))/dt@d2(Voutmax*sin(wt)/dt)
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- Messaggio n°47
Re: Conosciamo il suono
phaeton ha scritto:
attento, stai diventando uno scienziato eretico
scherzi a parte, solo quelli che non sanno cosa sia (a livello teorico e pratico) una misura (o solo quelli che vogliono avere i paraocchi perche' e' piu' comodo, e ce ne sono tantissimi anche tra i cosiddetti scienziati....) pensano che un set di misure possa definire compiutamente un sistema fisico. a maggior ragione questo e' vero quando si parla di una correlazione tra un sistema fisico e una sensazione.....
Sarebbe sufficiente che i "tecnici" considerassero le misure come lo strumento per capire cosa va o non va in un apparecchio, e gli "audiofili" le usassero per evitare grossolani errori di interfacciamento fra i componenti, per evitare tante inutili diatribe e false contrapposizioni.
Uno dei grossi problemi nelle discussioni sull'hi-fi è la scarsa sedimentazione di un "corpus" di conoscenze tecniche acquisite e accettate da tutti, molte volte sembra di ripartire da zero (come se per parlare si dovesse ogni volta imparare l'alfabeto).
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Re: Conosciamo il suono
Pazzoperilpianoforte ha scritto:
Anch'io ho da farti un complimento: sei il primo tecnico su queste schermate che ammette quello che hai appena ammesso...
grazie per i complimenti, ma ti assicuro che sono immeritati.... le cose che ho scritto me le ha dette un prof al corso di misure elettriche ed elettroniche.... e tutti quelli che hanno una minima idea della fisica sottostante sanno benissimo che una misura e' sempre del tutto relativa e approssimata, e soprattutto misura cio' che e' progettata di misurare (anche questa frase non e' mia....). in effetti, qualunque misura e' un progetto, anche la piu' semplice, che studia un ambito molto preciso, e non puo' dare per definizione risultati al di fuori di questo ambito...
mi viene da ridere ogni volta che leggo di gente che asserisce che V=RI e' una relazione universale senza definire le condizioni al contorno...
e pensa che tutto cio' e' vero con la fisica classica, se poi mettiamo dentro anche i concetti della fisica quantistica si scoprirebbe che le misure sono pure influenzate dall'osservatore (cioe' da chi/cosa fa la misura)... vabbe', lasciamo perdere....
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- Messaggio n°49
Re: Conosciamo il suono
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- Messaggio n°50
Re: Conosciamo il suono
phaeton ha scritto:
del tutto corretto messere, le sue reminiscenze sono precise...
pero' pero' pero'.... se avessi scritto che l'SR minimo necessario di un ampli da 500W e' pari a dv/dt@d2v/dt=0 sarebbe stato piu' chiaro? ....
nel post precedente ho provato a semplificare il tutto.... suppongo cioe' di avere un segnale che passa da 0 al massimo vout (63v nell'esempio 500W) in un tempo che e' pari a meta' del semiperiodo della massima frequenza che mi aspetto di amplificare, cioe' 12.5us, da cui il conticino fatto sopra....
ovviamente e' una (se vuoi grossolana) semplificazione (si tratta di una rampa lineare - un segnale triangolare tanto per essere chiari - e non di un sin, ad esempio), ma rende credo meglio l'idea rispetto ad un generico d(Voutmax*sin(wt))/dt@d2(Voutmax*sin(wt)/dt)
leggo solo ora...
Certamente. E' quindi molto probabile (quasi certo ) che io abbia interpretato male ed è proprio per questo che volevo chiarire a me stesso questo dubbio che mi ha incuriosito, (e che la lontananza da questi argomenti mi costringerebbe a faticare per scrostare la ruggine...).
Faccio quindi prima a chiedere:
Secondo te (e/o altri competenti che leggono) la misura dello SR è influenzata dal regime in cui sta lavorando il dispositivo in test? In altre parole, se misuro una variazione di x mV nell'intorno dei 60v e se la misuro nell'intorno dei, che so, 2V rilevo la stessa misura di SR? (a parità di linearità, ovviamente non lavorando a ridosso del clipping...)
E ancora, c'è dipendenza con l'entità dei livelli di ingresso?
Preciso che, per le mie valutazioni, non ho bisogno di dimostrazioni complesse, mi basta un si o un no.
Il mio interesse nasce dalla convinzione che la misura dello SR sia molto importante nel descrivere il comportamento di un amplificatore (e/o dei suoi dispositivi). E questo senza ancora aver sperimentato a fondo la relazione tra essa e le sensazioni di ascolto.
Sempre secondo me, la conoscenza della risposta alla mia domanda, potrebbe fornirmi una chiave di lettura tra misura dello SR e percettibilità di micro vs macro dinamica.
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- Messaggio n°51
Re: Conosciamo il suono
a legge questo 3D mi sembra di esse tornato su AR tecnocrati spudoratiiiiiiiiiiiiiii ci manca solo bergat a mazziarvi tutti
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il meglio va solo con il meglio e non è un caso
non discutere mai con un idiota altrimenti ti trascina al suo livello e poi ti batte con l'esperienza -
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