Sono rimasto un pò perplesso nel leggere la prova delle ProAc D18 sull'ultimo numero di Suono, quello di ottobre 2009, appunto.
Ora si sa che io amo questi prodotti. Quindi si potrebbe pensare che si tratti di orgoglio di bandiera, visto che la prova dà buon esito ma non entusiastico nei riguardi del prodotto. Ma non di questo si tratta.
Delle D15/D18 abbiamo parlato più volte in questo forum. Di come si tratti di diffusori non perfetti ma che fanno della ricostruzione spaziale, olografica, una delle loro migliori doti. Assieme al sommo pregio della naturalezza, della musicalità, pur con un dettaglio da autentico diffusore monitor. Inoltre gamma alta di grana finissima. Io non ho mai ascoltato le D18, ma ascoltai le D15. I due diffusori hanno dimensioni identiche, stesso tweeter e praticamente - da quello che dice anche la prova - stesso crossover per la via alta (diverso leggermente la sezione per la via bassa, credo, giacché il woofer è invece cambiato). Quindi sotto il parametro "ambienza" e "grana" niente dovrebbe essere cambiato in questo diffusore rispetto alle D15.
Questi i pregi. I difetti si possono imputare in una assoluta mancanza di spettacolarità del suono, che è semplicemente quello che deve essere, né un'oncia di più ne una di meno, al punto che il suono di questi diffusori può essere assimilato al suono di una eccellente cuffia. E questo per molti può senz'altro essere un difetto (per me è un pregio rarissimo). Così come un limite del diffusore può essere l'estremo grave, che solo con amplificazioni di grande pregio attenua una certa leggerezza.
Quindi un diffusore che può incantare o lasciare indifferenti. Quindi un responso di tre punti oltre la sufficienza su quasi tutti i parametri per questo diffusore (su 4 punti massimi assegnabili) mi sembra giusto in fondo. E fin qui niente di male.
La cosa strana è che se guardi il commento dei recensori sulla ricostruzione della scena virtuale di questi diffusori leggi che questa non è particolarmente ampia, pur se i piani sonori risultano molto ben differenziati tra loro. Le D18 non avrebbero scena ampia? Ma come le hanno posizionate nell'ambiente codesti signori? Con cosa hanno pilotato questi diffusori? La prova non lo dice.
Cosa ancora più inquietante: all'intenro della prova si legge che questo diffusore, grazie al condotto reflex posto inferiormente può essere felicemente posizionato ovunque si voglia, alla distanza che si vuole dalle pareti dell'ambiente . Abbiate pazienza signori, ma di questo prodotto non avete capito un emerito piffero se dite queste cose!!!! La risposta in gamma grave ed in quella mediobassa (ma in generale in tutta la gamma)pur anche delle D15 (che avevano già reflex inferiore) cambia continuamente anche per piccole variazioni del posizionamento, ma soprattutto cambia drammaticamente la scena acustica. E lo sa chiunque abbi apassato con i diffusori della ProAc qualche giorno di continua convivenza. Abbinata questa affermazione (l'universalità del posizionamento presunta di questi diffusori) con il responso tiepido inerente la loro capacità di ricostruzione dello stage, si riesce a dedurre solo una cosa: a causa della sottovalutazione pressapochistica del problema collocazione per questi diffusori, il recensore li ha collocati in ambiente in modo da frustrarne le caratteristiche inerenti la ricostruzione della scena acustica, in altri termini le ha poste troppo vicine alla parete di fondo (magari allo scopo di rimpolpare il basso ).
Questo denota frettolosità durante la prova, mancanza di conoscenza del prodotto, mancanza del tempo necesario (forse) per ottimizzarne al cento per cento le prestazioni durante l'ascolto. Private della scena acustica, le ProAc D15/D18 possono anche apparire un prodotto inferiore alle aspettative, per il prezzo di tremila euro la coppia. E difatti il rapporto qualità/prezzo viene dato solo due punti oltre la sufficienza in luogo dei tre di altri parametri.
Una prova poco seria, quindi. Perché magari il voto (di cui ci frega il giusto) complessivo dato dai recensori sarebbe restato identico. ma chi avrebbe letto la recensione si sarebbe fatto una idea più pertinente del prodotto, che in questo modo è stato mal raffigurato e mal commentato. Con conseguente cativo servizio reso al lettore.
Questa chiaramente è la mia opinione, Ognuno, ovvio, è poi libero di averne una del tutto opposta alla mia. Però se non si ha tempo per capire un prodotto, tantovale non provarlo....
Ora si sa che io amo questi prodotti. Quindi si potrebbe pensare che si tratti di orgoglio di bandiera, visto che la prova dà buon esito ma non entusiastico nei riguardi del prodotto. Ma non di questo si tratta.
Delle D15/D18 abbiamo parlato più volte in questo forum. Di come si tratti di diffusori non perfetti ma che fanno della ricostruzione spaziale, olografica, una delle loro migliori doti. Assieme al sommo pregio della naturalezza, della musicalità, pur con un dettaglio da autentico diffusore monitor. Inoltre gamma alta di grana finissima. Io non ho mai ascoltato le D18, ma ascoltai le D15. I due diffusori hanno dimensioni identiche, stesso tweeter e praticamente - da quello che dice anche la prova - stesso crossover per la via alta (diverso leggermente la sezione per la via bassa, credo, giacché il woofer è invece cambiato). Quindi sotto il parametro "ambienza" e "grana" niente dovrebbe essere cambiato in questo diffusore rispetto alle D15.
Questi i pregi. I difetti si possono imputare in una assoluta mancanza di spettacolarità del suono, che è semplicemente quello che deve essere, né un'oncia di più ne una di meno, al punto che il suono di questi diffusori può essere assimilato al suono di una eccellente cuffia. E questo per molti può senz'altro essere un difetto (per me è un pregio rarissimo). Così come un limite del diffusore può essere l'estremo grave, che solo con amplificazioni di grande pregio attenua una certa leggerezza.
Quindi un diffusore che può incantare o lasciare indifferenti. Quindi un responso di tre punti oltre la sufficienza su quasi tutti i parametri per questo diffusore (su 4 punti massimi assegnabili) mi sembra giusto in fondo. E fin qui niente di male.
La cosa strana è che se guardi il commento dei recensori sulla ricostruzione della scena virtuale di questi diffusori leggi che questa non è particolarmente ampia, pur se i piani sonori risultano molto ben differenziati tra loro. Le D18 non avrebbero scena ampia? Ma come le hanno posizionate nell'ambiente codesti signori? Con cosa hanno pilotato questi diffusori? La prova non lo dice.
Cosa ancora più inquietante: all'intenro della prova si legge che questo diffusore, grazie al condotto reflex posto inferiormente può essere felicemente posizionato ovunque si voglia, alla distanza che si vuole dalle pareti dell'ambiente . Abbiate pazienza signori, ma di questo prodotto non avete capito un emerito piffero se dite queste cose!!!! La risposta in gamma grave ed in quella mediobassa (ma in generale in tutta la gamma)pur anche delle D15 (che avevano già reflex inferiore) cambia continuamente anche per piccole variazioni del posizionamento, ma soprattutto cambia drammaticamente la scena acustica. E lo sa chiunque abbi apassato con i diffusori della ProAc qualche giorno di continua convivenza. Abbinata questa affermazione (l'universalità del posizionamento presunta di questi diffusori) con il responso tiepido inerente la loro capacità di ricostruzione dello stage, si riesce a dedurre solo una cosa: a causa della sottovalutazione pressapochistica del problema collocazione per questi diffusori, il recensore li ha collocati in ambiente in modo da frustrarne le caratteristiche inerenti la ricostruzione della scena acustica, in altri termini le ha poste troppo vicine alla parete di fondo (magari allo scopo di rimpolpare il basso ).
Questo denota frettolosità durante la prova, mancanza di conoscenza del prodotto, mancanza del tempo necesario (forse) per ottimizzarne al cento per cento le prestazioni durante l'ascolto. Private della scena acustica, le ProAc D15/D18 possono anche apparire un prodotto inferiore alle aspettative, per il prezzo di tremila euro la coppia. E difatti il rapporto qualità/prezzo viene dato solo due punti oltre la sufficienza in luogo dei tre di altri parametri.
Una prova poco seria, quindi. Perché magari il voto (di cui ci frega il giusto) complessivo dato dai recensori sarebbe restato identico. ma chi avrebbe letto la recensione si sarebbe fatto una idea più pertinente del prodotto, che in questo modo è stato mal raffigurato e mal commentato. Con conseguente cativo servizio reso al lettore.
Questa chiaramente è la mia opinione, Ognuno, ovvio, è poi libero di averne una del tutto opposta alla mia. Però se non si ha tempo per capire un prodotto, tantovale non provarlo....
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Dom Ott 25 2009, 10:45 - modificato 1 volta. (Motivazione : correzione)