Giordy60 ha scritto:ma che senso ha allora impostare dal menù, se uno vuole o non vuole, sovracampionare il segnale ?
praticamente non serve a niente
allora se utilizzo la funzione PCM>DSD il sistema eleva il campionamento a 2.82Mhz, se non lo utilizzo, il sistema fà un suo campionamento ( che a questo punto non sò qual'è ) ma di sicuro è su periore a 16/44.1è corretto adesso ?
comunque grazie per le delucidazioni
giordy60
cavolo, non avrei mai pensato che un argomento simile potesse suscitare tanta curiosita' in un forum audiofilo....
bene, vuol dire che la spinta a cresceree e imparare cose nuove e' sempre viva, ottimo!!!
allora, premesso che naturalmente i progettisti non sono una manica di idioti patentati
, tento di semplificare al massimo. dividiamo le operazioni logiche nei due step fondamentali, che possono essere fatte o nello stesso DAC (nel 99% dei casi) oppure affidate a due chip differenti (SRC e DAC, ad esempio il DCS o il Marantz SA-11).
il primo step consiste nell'elevare la frequenza di sampling ed eventualmente (quasi sempre) aumentare la profondita' dei sample stessi (da 16 a 24 bit ad esempio). questo passaggio viene fatto per eliminare un problema (aliasing centrato sulla fs) che e' proprio della tecnologia digitale (non e' ne' un difetto ne' un qualcosa di approssimato, e' una proprieta' intrinseca del processo di campionamento digitale). all'epoca del'introduzione in massa del cd la tecnologia permetteva di riprodurre (e ribadisco: riprodurre, le registrazioni digitali in alta risoluzione esistevano gia') in modo online uno stream 16/44.1kHz . questo e' proprio il MINIMO sindacale per un formato audio, infatti si puo' matematicamente dimostrare che con fs=44.1kHz (fs=freq di campionamento) si puo' riprodurre solo fino a 22kHz (vabbe', niente di male), ma ad alte freq si hanno pochissimi campioni (al limite uno per periodo nel caso 20kHz...ed e' proprio pochino...) e purtroppo a causa dell'aliasing bisogna filtrare in modo pesantissimo (svariate centinaia di db/oct) il segnale analogico a causa dei "doppioni" dello spettro che appaiono dopo i 22kHz. questo e' il motivo principale della scarsa qualita' dei primi cdp, soprattutto nella parte alta dello spettro, e il motivo fondamentale dell'introduzione della tecnologia Sigma-Delta per la conversione DA (vedi dopo).
in questo primo step poi nel tempo si e' visto che conveniva introdurre direttamente anche la filtratura digitale (filtro interpolatore dice nulla?). infatti il problema dell'aliasing non viene eliminato ma semplicemente spostato, quindi quello che si e' pensato di fare (sempre nell'ottica di migliorare i filtri analogici) e' di filtrare digitalmente il segnale. facciamo un esempio: un flusso a 192kHz che pero' e' un upsampling di un 44.1kHz, arriva in teoria a riprodurre fino a circa 96kHz, pero' il segnale utile arriva solo a 22kHz, quindi posso applicare un filtro digitale che mi abbatte tutto quello che c'e' dopo i 22kHz. in questo modo il filtro analogico di uscita (centrato su 96kHz) potra' essere molto piu' dolce.
tipicamente questo primo step viene chiamato UPSAMPLING
all'uscita di questo primo step avremo quindi un segnale PCM, con campioni tipicamente a 24 bit e una freq compresa tra i 96 e i 192 kHz. ebbene questo flusso, ad oggi, non e' convertibile in analogico di qualita' audio accettabile a costi ragionevoli (sembra strano eh?), per questo si e' introdotta la conversione con transcoding.
in pochissime parole, e' molto complesso e tecnologicamente costoso produrre un DAC multibit (diciamo 24 bit) che lavora a frequenze cosi' alte mantenendo una accettabile coerenza, per cui quello che si fa in questo secondo step e' di diminuire la profondita' dei sample (lo so sembra una cavolata, prima aumento e poi diminuisco...) ed aumentare la frequenza di campionamento, ad esempio si porta il sample a 1 bit e la freq a 64fs (64 volte la frequenza di campionamento originale). in questo modo lo stream risultante, per motivi puramente tecnologici (e' piu' facile salire in freq che aumentare il parallelismo, vedi ad esempio il passaggio dai bus paralleli a quelli seriali in ambito informatico) e' molto piu' facilmente convertibile (attenzione: il fatto di convertire con fs dell'ordine di MHz e' solo un trucco, le caratteristiche di banda e di alias restano quelle del segnale di ingresso). questo tecnicamente e' un transcoding perche' sto passando da un dominio PCM (ogni campione rappresenta un livello quantizzato del segnale originale, e la fs rappresenta la freq di campionamento del segnale originale) ad un dominio PDM (ho una stringa di impulsi la cui "densita' temporale" rappresenta il livello del segnale originale, e la fs rappresenta la freq di lavoro dei modulatori). ho fatto l'esempio con 1 bit, ma in realta' la modulazione SD puo' essere (anzi, e' quasi sempre oggi) fatta con almeno 3 bit, molto spesso 5 bit. altra tecnica interessante che e' possibile introdurre con la modulazione SD e' il noise shaping. in pochissime parole, si puo' "equalizzare" il segnale in modo da spostare il rumore fuori dalla banda audio. tecnicamente questo viene fatto con una sorta di feedback digitale, per cui molti lo ritengono dannoso (ad esempio nel Marantz e' possibile eliminarlo)
tipicamente questo secondo step viene chiamato OVERSAMPLING
come si vede quindi i due processi sono "logicamente" dovuti a problemi differenti (il primo puramente legato al probelma dell'aliasing, il secondo puramente legato alla difficolta' tecnologica di costruire un DAC multibit decente a costi umani)
nel caso del DCS si ha una ulteriore particolarita', il segnale PCM eventualmente presente all'ingresso puo' essere "transcodato" in DSD (che e' un formato PDM a 1bit / 2.822MHz) e filtrato opportunamente prima di essere mandato ai modulatori SD