"Ciao Bertox,
grazie per i complimenti !
...in merito alla passione audiofila....dilettante tu ? ....non credo proprio !!! ...i tuoi post che ho letto trasudano di passione e competenza sull'argomento sicuramente maggiore della mia !!
....per i giradischi dell'età dell'oro dell'analogico...si....ho avuto la "fortuna" di vivere attivamente il periodo.... e avere a che fare limitatamente con le mie capacità e competenze con "pietre miliari" tipo Linn, che però non ho mai avuto fisicamente nella mia catena HiFi essendo ai tempi "simpatizzante" di Pink Triangle che comprai nei primi anni ottanta con braccio Alphason Hr 100...poi sostituito nel '85 da un Goldmund Studio con il tangenziale T3...
.... non faccio collezionismo...quindi al momento non raccolgo (mai dire mai) il tuo invito di completare l'opera con l'aggiunta di Linn/Micro/Denon/Thorens/etc, il tempo a disposizione è quello che è....faccio già fatica ad usare i gira presenti nel mio impianto....e tenere un "oggetto" a prendere polvere...mi piace poco !!"
Caro marlob,
il Pink/Alphason Hr 100 è stato un grande classico dell' "età dell'oro dell'analogico" realmente vissuta in Italia e GB. Forse, e dico forse, il Pink Triangle ebbe problemi di penetrazione in USA con VPI, Sota, Oracle e Linn.
Un'altra classica accoppiata era Pink/Zeta arm. Purtroppo, mai ascoltato il Pink in condizioni controllate.
E' stato il periodo dell' Hi End "cantinara" made in UK: tanti oggetti ben suonanti, alcuni geniali ma senza avere le spalle larghe per resistere e tante volte...fermi ai box per riparazione.
Mi ricordo che proprio in quei metà anni '80 accompagnai un amico da A. Nincheri per una riparazione dell' Audio Research SP 10. C'era un Pink in attesa d'intervento chirurgico. Ritornammo qualche settimana dopo e il Pink era sempre lì. Azzardai in tono scherzoso:
- "Ma, insomma, Sg. Nincheri, glielo ripari 'sto Pink al suo cliente!"
- "Eh, se mi mandano i pezzi...", fu la risposta.
Credo che fu quello il momento in cui decisi di non... affaticarmi a provare un Pink a casa mia.
Recentemente, l'ingegnere capo della Linn - responsabile dell'Ekos SE con la canna in titanio ma giovane come tutto il nuovo board della Linn capitanato dal figlio di Ivor, Gilad Tiefenbrun - è rimasto di sale di fronte a un Alphason Hr 100: non voleva credere che un braccio in titanio venisse venduto nei suoi anni sulla stessa fascia di prezzo di un Linn Ittok, di uno Zeta Arm o di un Syrinx PU3.
Sulla presenza "plurima" di gira a casa tua: ovviamente, stavo scherzando...ma non troppo.
Mi spiego: tu potresti essere il prototipo dell'audiofilo in grado di dire cose interessanti sull'argomento 'Ragazzi, cosa ci siamo persi in quel periodo' a proposito dell' 'Età dell'oro dell'analogico' realmente vissuta e quella, ovviamente ihmo, mitizzata, ovvero 'riscritta', da una corrente di pensiero emersa nel terzo millennio e capeggiata da un redattore, anche noto per aver introdotto i "valzer delle testine".
Dico questo, perché, immagino, dal passaggio Pink/Alphason al Goldmund tu abbia beneficiato di un miglioramento da un punto di vista sonico.
E siccome passare dal Pink/Alphason al Goldmund studio significava passare dalla classe C alla classe B nella classifica di "Stereophile" dell'ottobre del 1990.
E siccome ora in casa hai un EMT, 'uno dei pesi massimi dell'età dell'oro dell'analogico', ecc.,ecc. che però in quell'epoca nessuno conosceva...
Insomma, hai capito a quale gioco audiofilo t'invito a partecipare: dove piazziamo quei gira che fisicamente in linea di massima non c'erano e che ora secondo una scuola di pensiero per la quale un gira suona se e solo se è DD o a puleggia e che noi - e questa è la parte che mi...lascia più interdetto - abbiamo snobbato, preferendo spendere i nostri soldini sugli assurdi e inascoltabili controtelai a cinghia, roba che distorce qualsiasi nota mentre bastava organizzare un esproprio audiofilo negli studi RAI, nottetempo, oppure...
Non mi si dica che sto esagerando, è palese, intenzionale e vorrebbe essere anche un invito a mettere un pò di leggerezza che, francamente, faccio fatica a scorgere quando mi capitano certi articoli sottomano. Niente paura, per stasera, basta così.
Se il thread resisterà e s'arricchirà di nuovi interventi...
Magari a partire da una tua riflessione sulla tua esperienza dal Pink ...all'EMT.
Caveat:
- Non sono un detrattore degli EMT: ne ho sentito uno questa estate, grande come una piccola consolle di registrazione, mi sembra un 950, 'perfettamente revisionato', in un show room direi almeno 6 volte la mia stanza, capitanare, in collaborazione/competizione con un gira Bergman da 30.000 euri (bellissimo) un impianto adeguato e terminante con due ATC, direi anche qui, a spanne, 6 volte il volume delle mie Spica TC 60.
Il triangolo isoscele d'ascolto era direi all'incirca 3/3,5 volte quello di casa mia. I dischi erano i miei.
A me quello come quell'impianto ha trattato i miei dischi è piaciuto, senza se e senza ma.
Avevo una serie di "Contemporary", della fine '50/inizio '60: grande musica e grandissime registrazioni, alcune stampe originali, alcune ristampe; le prime, perlopiù mono, le altre stereo. Non ci crederete ma il contrabbasso con le corde di budello, tipiche del periodo anni '50/'60 così difficile da riprodurre, soprattutto se il disco è una ristampa anni '70/'80, aveva quel "qualcosa in più" di quanto sento a casa mia [e qui lo smile verde ci starebbe bene, accidenti].
E mi sono dovuto ricredere su un presunto piccolo difetto di posizionamento dei microfoni della batteria in Art Pepper, "Smack up", "Contemporary" (1960). In quella stanza, dove fisicamente un quintetto ci stava senza problemi, piano 1/4 coda compreso, le proporzioni erano riprodotte in modo impeccabile ed, again, meglio che... nei miei 12mq.
Tutto merito dell'EMT? Non direi perché risultati analoghi li portava a casa anche il Bergman (cinghia, telaio rigido, braccio tangenziale con uno schiavetto che soffia per far scivolare il braccio, un altro che aspira per tenere il vinile appiccicato al piatto e un terzo...insomma, il dealer me lo stava spiegando ma poi quando ha capito che ero fermamente contrario allo sfruttamento schiavistico e, soprattutto, che non avevo 30.000 euri ha desistito).
E ho avuto la peccaminosa sensazione che il mio superSondek, in quel contesto, avrebbe fatto la sua porca figura, rafforzata dal riascolto degli stessi dischi a casa mia il giorno dopo.
P.S. Scrivendo queste note mi è tornato in mente un post di pepe57, uno degli ultimi, se ben ricordo, che accennava alla possibilità che affinando progetti analogici meccanicamente diversissimi in una certa qual misura le distanze soniche tra giradischi potevano andare scemando.
Non l'ho conosciuto, purtroppo, ma la sua assenza si sente, eccome se si sente.