Breve resoconto.
Tale attività, e cioè la ricerca di un buon cavo di interconnessione RCA , è nata da una nuova esigenza per i miei nuovi amplificatori che andranno a pilotare la AKG K1000 e le Redhèko RK145, rispettivamente due single ended costruiti in maniera alquanto esclusiva da Attilio Caccamo titolare, progettista e costruttore degli apparecchi Tektron.
L’idea, iniziale, di un full balanced per questa tipologia di amplificatori, mi ha portato ad una revisione del progetto primordiale, coadiuvata da varie sedute di ascolto; le conclusioni tratte mi hanno indirizzato ad uno sbilanciamento del sistema e nella fattispecie dell' amplificatore single ended. I suddetti, per lo scrivente, ma non solo, suonano meglio in sbilanciato!
Solo alcuni apparecchi, di solito con l’alimentazione a stato solido, riescono a fornire un “qualcosa” di leggermente superiore, con uno sfarzo telaistico, ed una "imposizione” economica notevoli, ma non i single ended.
Il Rudistor RP1000 (Forse il migliore driver per cuffie mai costruito) ne è un esempio.
Il breve preambolo serve per far capire, al gentile lettore di questa breve dissertazione, l’importanza che riveste nella mia catena il cavo di interconnessione.
E’ molto divertente, ma ormai scontata, la quantità di critiche che porta la dissertazione sulle amenità “musicali” di un cavo audio. Da una parte i sostenitori, dall’altra gli sbeffeggiatori, si scontrano in una battaglia vorticosa, che porta, spesso ad offese, minacce … querele.
Spero di avere sedato subito la suddetta attività “bellica “, nell’intervento sopra riportato, tant’è che nessuno ha più partecipato al 3D. Pace … farò un monologo …
Bene … torniamo all’oggetto della dissertazione, allargato, con la preziosa coadiuvazione del costruttore.
L’arrivo, inaspettato dello Yasoda 6 mi ha permesso un confronto, a piene mani, della famiglia Sublima. I cavi che si sono confrontati con i suddetti sono tutti di ottima fattura … dall’ex top di gamma Siltech (Compass lake), allo Stealth Indra, al De Antoni (Bilanciato) ecc … e seppure indirettamente (Tornato al fortunato possessore), il nuovo top di gamma Stealth Sàkra.
Non parlo dei suddetti (Tutti strepitosi), seppure la meravigliosa performance di uno di essi mi abbia stregato fino all’ascolto dello Yasoda 6.
Il piccolo … si fa per dire … Yasoda 4 ha un suono ed un utilizzo universale. Lo puoi inserire in qualsiasi catena che già dalle prime battute percepisci un senso di pulizia e di “black” assoluti. E’ stato il cavo che mi ha inoltrato nel mondo Yasoda, lasciandomi basito, per una capacità timbrica di livello assoluto, ed un bilanciamento armonico inaspettato. Tutta la riproduzione pare curatissima, sotto ogni aspetto, “equalizzando” in positivo apparecchiature un po’ debordanti in alcuni parametri (Mai sentito suonare un noto driver dagli occhi blu come con lo Yasoda 4) …
L’aspetto, veramente lillipuziano, si scontra con una costruzione assolutamente curata ed artigianale: dalle saldature, ai materiali utilizzati, particolari e bizzarri come la lacca Jiva, alle guaine in cotone, alla geometria assolutamente esclusiva.
Lo Yasoda 5 è un passo in avanti, rispetto al 4, ma con alcune restrizioni ben delineate. La sua qualità più evidente è quella di “monitorare” i componenti a valle dell’impianto. Mentre il 4 rende piacevoli anche realizzazioni pseudo hi-end, il 5 punisce, senza pietà qualsiasi deficienza di hardware e software gli sia sottoposta. Se, ripeto se, a perfetto agio, sfodera una integrale prestazionalità ed una qualità per lo scrivente veramente notevole, con una capacità introspettiva da brivido. La qualità maggiore si sviscera nel rapporto con le “nuance” che il software “nasconde”. Mai ascoltato, sino ad ora, tanti piccoli particolari nascosti, tra i byte del cd. Pregevole controllo della gamma bassa, estesa e naturale, gamma media naturale, senza eccessi di sorta, rispetto della grandezza degli strumenti, dinamica a gogò.
Yasoda 6 … solo per veri impianti top … un concentrato, minuscolo, di grande musica. Alle qualità degli altri aggiunge una profondità ed una lateralizzazione della scena pressoché inascoltati, se non in un sano e riposante live concert. La sua gamma media è trasparente, liquida, naturale, priva di qualsiasi negatività. La pulizia generale del suono è facilmente percepibile. E’ un cavo che non c’è ! Ascoltare le splendide monoplacca Fivre DUEATRE o le Mullard CV491 o le Philips Miniwatt ecc è una vera goduria … Quei poveri “furbacchioni” che dicono e prtroppo scrivano che non sussistono differenze tra cavi, valvole, lettori cd dovrebbero ascoltare sistemi che ne rivelano l’essenza … che non è altro che l’essenza stessa della musica.
Penso di avere scritto anche troppo …
Buona giornata a tutti … o quasi.